Google AdWords Certified Partner, la nuova certificazione di Google

Google come sempre è in costante aggiornamento, prima con Google Retargeting, po con colpi di spugna sulla qualità dei siti “affiliati” e adesso sta per introdurre un nuovo standard nel mondo dell’advertising sul web. Si tratta di Google AdWords Certified Partner.

Fino ad ora si parlava di Google AdWords Qualified Individual, una certificazione quasi automatica nella pratica una volta superato un certo limite di spesa. E’ il modo di Google di rilasciare attestate e assicurare che una certa persona è realmente competente nel promuovere, condurre, analizzare e ottimizzare campagne AdWords.

A quanto pare questo non basta più e Google crea una nuova certificazione. I nuovi esami per ottenere la nuova certificazione sono più complessie in definitiva più efficaci, almeno si spera.

Google Multi-Column View, visualizzare i risultati di Google su più colonne [userscript]


Per la serie questa cosa sembra veramente inutile… ma pensandoci bene potrebbe farmi comodo, oggi vogliamo presentarvi Multi-Column View, un pratico userscript compatibile con tutti i principali browser Web che consente di visualizzare i risultati di Google su più colonne e consultarli tutti, pagina per pagina, senza effettuare lo scrolling.

Lo script funziona con tutte le tipologie di ricerca (web, news, blog, ecc.) e permette di disporre i risultati di Google sia su due che su tre colonne. Per modificare le opzioni di visualizzazione, basta premere le combinazioni di tasti Alt+2 (per ordinare le pagine su due colonne), Alt+3 (per ordinare le pagine su tre colonne) ed Alt+1 (per riabilitare la visualizzazione classica di Google).

I garanti sulla privacy da tutto il mondo si scagliano contro Google

A quanto pare è partita un’azione congiunta, senza un reale valore legale, contro il gigante di Mountain View da parte dei garanti sulla privacy della maggior parte dei paesi che ne hanno uno.

A scatenare il putiferio sarebbe stato Google Buzz e il modo in cui è stato implementato. Secondo i garanti sulla privacy coinvolti, fra cui non figura il garante statunitense, Google Buzz sarebbe stato introdotto alla comunità senza le dovute precauzioni in termini di privacy.

Altro punto su cui i garanti si sono concentrati è stato Google Street View, e questa suona meno come una novità, visto che Google non sta avendo vita facile qui, nel vecchio mondo, dove molti governi premono perché la frequenza con cui Google indicizza le strade sia diminuita.

Salvaguardare la privacy su Google Street View: come offuscare volti, case ed automobili

Come abbiamo avuto modo di verificare nel corso del tempo, Google Street View è divenuto un prodotto sempre più evoluto andando a presentare delle caratteristiche estremamente interessanti e fornendo dunque la possibilità di visionare interi percorsi stradali in 3D, analogamente a quanto è possibile fare di persona.

Le immagini utilizzate per riprodurre i vari ambienti tridimensionali, come già affermato più volte, non sono altro che appositi scatti realizzati direttamente dalle mitiche Google Car, le automobili targate big G appositamente preposte al fine di fotografare strade, palazzi e tutto quanto appaia lungo l’intero percorso compiuto.

Tuttavia sono parecchi gli utenti che, giorno dopo giorno, hanno iniziato a lamentare preoccupazioni circa la propria privacy poiché, come sicuramente avrete avuto modo di notare (e se non lo avete mai fatto allora forse è il caso di iniziare…) le immagini presenti su Google Street View, spesse volte, raffigurano anche persone, macchine o abitazioni talvolta facilmente identificabili.

A breve sarà disponibile Flash e AIR per Android

Google Android, è uno dei principali rivali dell’iPhone il noto cellulare dell’azienda con la mela morsicata. Android in Italia sta raggiungendo un buon livello di mercato, anche a livello mondiale ha guadagnato parecchio successo e parecchi pareri positivi da molti esperti di settore e da semplici consumatori. Con l’arrivo del nuovo standard di scrittura per il web HTML5 e CSS3, molto probabilmente Flash andrà pian piano a scomparire ma fino ad allora, gli utenti Android cosa fanno?

Beh gli amanti di Flash e AIR possono stare tranquilli, sta per arrivare la versione di Flash e AIR per il nuovo Google Android. Dichiarazioni a riguardo sono state rilasciate dal CEO Lee Brimelow di Adobe. Secondo il CEO di Adobe, la versione di Flash e AIR per Android, verrà rilasciata nella seconda metà del 2010.

Follow Finder: ecco come Google ci consiglia chi seguire su Twitter

Come sempre più spesso abbiamo ribadito qui su Geekissimo e come d’altronde è facile notare autonomamente, Twitter, giorno dopo giorno, è andato sempre più configurandosi come uno strumento di reale utilità ai fini di quella che è l’informazione concisa ed immediata direttamente online.

Considerando dunque quelle che sono le caratteristiche dello strumento di microblogging per eccellenza, anche Google ha ben pensato di darsi da fare concretamente a tal proposito rendendo disponibile, seppur al momento in via sperimentale, un interessante applicazione web che va a configurarsi come vero e proprio ponte di connessione tra il gigante di Mountain View e l’oramai celebre uccellino azzurro.

Il servizio web in questione è stato denominato Follow Finder, il cui scopo consiste essenzialmente nel permettere di individuare nuovi ed eventuali account Twitter che ciascun utente potrebbe trovare più interessanti, utili e consoni alle proprie passioni ed esigenze.

Google conferma il suo tablet, ma non sarà animato da Chrome OS. Flash l’arma vincente contro iPad?

Google non vuole rimanere fuori dai giochi. Secondo l’autorevolissimo New York Times, il CEO del colosso di Mountain View Eric Schmidt avrebbe infatti confermato l’intenzione della sua azienda di realizzare un tablet capace – almeno intenzionalmente – di mettere i bastoni fra le ruote all’iPad di Apple.

La tavoletta di “big G”, al contrario di quanto si era pensato in un primo momento, non dovrebbe essere animata dal sistema operativo online Chrome OS, bensì dal molto più quotato Android. Scelta abbastanza scontata e saggia, oseremmo dire, visto che di qui a breve sarà difficile assistere ad un boom del cloud computing.

Per il resto, non si sa ancora nulla di preciso. Anche se non è difficile immaginare che quelle vecchie volpi di Schmidt e soci vorranno colpire proprio lì dove la “tavoletta delle meraviglie” di Steve Jobs sembra aver fallito o non soddisfatto del tutto le esigenze dell’utenza.

Google Wave è morto, Buzz è morto e noi oggi non ci sentiamo molto bene…

Quello del Web è un mondo duro: un giorno sei un re, quello dopo un perfetto signor nessuno. Lo sa bene Google Wave, l’elaboratissimo servizio online di collaborazione in tempo reale ideato da “big G”, che l’anno scorso campeggiava sulle home page dei blog di tutto il mondo ed ora, dopo l’esaurimento della febbre da inviti (il servizio non è mai stato reso pubblico ed è accessibile solo tramite inviti), sembra caduto nel dimenticatoio come un attore di sit-com al termine della serie di successo di cui era protagonista.

Certo, il titolo del nostro post è “ironico” e il progetto non è stato dichiarato affatto morto, ma da molti mesi a questa parte gli unici segni di vita dal mondo Wave sono venuti da Google, che ha ampliato il numero delle estensioni disponibili nel servizio, e non dai suoi utenti che sembrano essersi già stancati del giocattolo.

E Buzz, il tanto chiacchierato rivale di FriendFeed e Facebook, come se la cava? Sicuramente meglio del collega “marittimo”, ma non bene come Google sperava, tanto che alcuni analisti hanno già provveduto ad etichettarlo come un flop.

A noi questa definizione sembra un po’ affrettata, ma impossibile far finta che vada tutto bene. Google Buzz non ha portato nulla di nuovo al mondo dei social network e, ora come ora, non è altro che un ricettacolo di segnalazioni provenienti da Twitter piuttosto che dai feed RSS.

Google è ufficialmente il motore di ricerca per Ubuntu 10.4

Google è stato da sempre il motore di ricerca predefinito di Ubuntu. Con l’arrivo della nuova versione, in team di sviluppo aveva pensato di sostituirlo in favore del nemico di mercato che è Yahoo. Per primo primo periodo di beta, Yahoo è stato il motore di ricerca predefinito di Ubuntu 10.04, da oggi non è lo è più. Canonical ha deciso di tenere Google come motore di ricerca predefinito.

Sicuramente Ubuntu, nel caso avesse scelto Yahoo! come motore di ricerca principale del suo sistema operativo, avrebbe portato via a Google una buona fetta di utenti, che sarebbero passati a Yahoo e quindi avrebbero fatto calare la percentuale di utenti che utilizzano Google come motore di ricerca. Sappiamo bene che la diffusione di Ubuntu è sempre più forte e non prevedere a rallentare nei prossimi anni.

Google Translate for Animals, interpretare il linguaggio degli animali utilizzando un applicazione per Android

Ad oggi, la comunicazione costituisce senz’altro uno degli elementi fondamentali ed universalmente accessibili mediante cui più individui hanno la possibilità di interagire tra loro, qualunque sia il mezzo utilizzato.

Tuttavia, se per “individui”, in questo caso, si intende anche “animali” allora il concetto di interazione ed informazione potrebbe divenire ancora più esteso, permettendo di abbattere quelle che sono le cosiddette barriere del linguaggio.

Sulla base di queste considerazioni, uno strumento quale Google Translate for Animals potrebbe essere tanto illuminante quanto innovativo.

GMinder, gestire Google Calendar in modo completo direttamente dal proprio desktop

Google, il gran colosso del web, offre una vasta gamma di servizi adatti alle più svariate esigenze, mettendo dunque a disposizione di ciascun utente un pacchetto di strumenti piuttosto completo, funzionale e personalizzabile.

Tra essi, Google Calendar va a configurarsi, senza ombra di dubbio, come uno tra gli strumenti maggiormente apprezzati poiché, grazie alla sua estrema semplicità accompagnata da una buona dose di completezza, consente di tenere traccia di tutti i propri appuntamenti, promemoria e chi più ne a più ne metta.

Tuttavia, trattandosi di un calendario online, risulta piuttosto difficoltoso potersi ricordare dei propri impegni nel caso in cui la pagina web in questione non sia costantemente aperta e pronta ad essere visionata dall’utente maldestro.

La situazione è però facilmente risolvibile ricorrendo all’utilizzo di un apposita utility mediante cui portare direttamente sul proprio desktop quelle che sono le fattezze del mitico calendario targato big G.

Scott’s Gmail, un ottimo notificatore da desktop per Gmail e non solo

Ad oggi, i servizi online targati Google costituiscono senza ombra di dubbio alcuni tra gli strumenti maggiormente utilizzati dall’intera utenza mediante cui adempire alle più svariate operazioni rientranti nell’ambito della produttività personale.

Tra essi, Gmail, la nota casella di posta elettronica, va a configurarsi, senza ombra di dubbio, come una delle risorse più performanti del web mediante cui gestire non soltanto la propria corrispondenza “virtuale” ma, per di più, ciascun utente viene messo in condizione di ricorrere all’utilizzo di un vasto numero di risorse quali chat, gadget, social network e chi più ne ha più ne metta!

Considerando dunque il vasto utilizzo di un servizio di questo tipo, la scelta più consona sarebbe dunque quella di ricorrere all’utilizzo di appositi applicativi, mediante cui restare sempre costantemente aggiornati circa tutto quanto concerne la propria casella e-mail.

Google lascia la Cina, o quasi

Le indiscrezioni trapelate la settimana scorsa si sono rivelate veritiere. Ieri Google ha mosso il primo vero passo verso l’abbandono della Cina, ma attenzione a pensare che il colosso di Mountain View abbia staccato la spina al suo motore di ricerca “.cn” e abbia girato i tacchi in quattro e quattr’otto, perché non è così.

Provando a visitare Google.cn, da ieri si viene reindirizzati su Google.com.hk. Questo vuol dire che “big G” ha deciso di dirottare i suoi utenti cinesi verso il suo motore di ricerca di Hong Kong, che è libero dai filtri e censure. Inoltre, Google ha precisato che “continuerà a svolgere attività di ricerca e sviluppo in Cina e manterrà il suo ufficio commerciale in loco”.

ClickGOOGLEview, visualizzare immediatamente le immagini ricercate con Google Image Search

Come sicuramente molti di voi avranno avuto modo di notare nel corso del tempo, quando viene effettuata la ricerca delle immagini mediante Google Image Serach, l’apposito strumento online fornito dal gran colosso, andando a cliccare su di esse, piuttosto che aprirsi la pagina relativa solo ed esclusivamente al file in questione (per intenderci, la pagina dov’è possibile visualizzare solo l’immagine nelle sue dimensioni originali) ci si ritrova dinanzi lo spaio web nel quale risiede.

La cosa potrebbe dunque risultare piuttosto fastidiosa ai fini del cosiddetto motto “il tempo è denaro”, costringendo quindi l’utente ad effettuare un ulteriore click sull’apposito link by Google mediante cui visualizzare l’immagine in questione.

Trattandosi quindi di una sorta di piccola problematica mai risolta, possiamo tranquillamente ricorrere all’utilizzo di un apposita estensione per Chrome mediante cui aggirare abilmente il problema.