
Come accennato qualche giorno fa, ci siamo riservati il trattamento di argomenti di un certo calibro in questi giorni prenatalizi, di “vacanza” (si fa per dire). Il caso vuole che Google abbia proposto in questi giorni una tematica molto importante, che necessita di un gransalto di qualità, da geek “tecnico” a geek “filosofo”. Il bravo geek è anche questo.
Leggevo l’altro ieri su Repubblica.it l’interessantissimo articolo di Massimo Russo che rimanda al Wall Street Journal, in uno squisito reportage di V. Kumar e C. Rhoads. Dopo aver raccolto qualche informazione in più ed approfondito l’argomento, desidero oggi sottoporvi il caso che, nella fattispecie, intacca un nervo delicatissimo e fondamentale della Rete: la Net Neutrality (in seguito abbreviato n.n.).
Procediamo con ordine: la ben nota società di Mountain View, che non ha certo bisogno di presentazioni, ha proposto ai principali providers americani la costruzione di una Rete di accesso privilegiata, superveloce, dedicata ai suoi contenuti. Queste parole risuonano amare, specie se pronunciate da una delle aziende che da sempre sostiene la parità di accesso e di distribuzione per tutti i content providers.












