Sergey Brin Facebook Apple minacciano web

Sergey Brin contro Facebook ed Apple: sono una minaccia per il web

Sergey Brin Facebook Apple minacciano  web

La libertà di internet non è mai stata così a rischio come negli ultimi tempi e a dichiararlo è Sergey Brin, co-fondatore di Google e suo attuale CEO, nel corso di un’intervista al quotidiano The Guardian durante la quale ha inoltre avuto modo di esprimere tutti i propri timori nei confronti delle sempre più accanite strategie adottate da varie parti per ottenere il controllo totale della rete e degli innumerevoli contenuti disponibili online.

Nello specifico, Sergey Brin punta il dito contro quelle che, ad oggi, vanno a configurarsi come le due principali aziende concorrenti: Facebook ed Apple.

Sergey Brin, infatti, accusa Facebook e, soprattutto, Apple di aver preso parte a questa nuova forma di politica mirante alla censura dei contenuti online dando vita a piattaforme digitali caratterizzate da una forma di controllo particolarmente agguerrita ed eseguita dalle stesse società coinvolte obbligando dunque gli sviluppatori a pubblicare solo e soltanto ciò che l’azienda ritiene sia più opportuno.

A risentirne, sempre a detta di Brin, sono, in primis, gli utenti finali la cui libertà appare quindi fortemente limitata da vincoli che vengono imposti direttamente dai colossi dell’IT.

Google e il caso Street View: sanzione simbolica da 25 mila dollari

Google Street View sanzione dati Wi-Fi

È oramai trascorso parecchio tempo da quando se ne è parlato pubblicamente per la prima volta ma la vicenda dei dati provenienti dalle reti Wi-Fi private e catturati da Google per il suo servizio Street View ha continuato ad andare avanti giungendo finalmente, nel corso delle ultime ore, ad una conclusione.

Per chi non lo sapesse il caso ha avuto origine nel momento in cui venne scoperto che le foto da utilizzare per Street View scattate dalle Google Cars in giro per il globo terrestre risultavano comprensive di dati extra mediante cui poter captare e tracciare le reti Wi-Fi aperte.

Apple, la risposta alle accuse sugli ebook

Apple risposta cartello ebook

Nel corso delle ultime ore il Dipartimento di Giustizia statunitense ha ufficializzato l’apertura di una causa nei confronti di Apple e degli editori coinvolti nella faccenda relativa al cartello degli ebook ma, a distanza di poco tempo dalle accuse, l’azienda della mela morsicata più celebre al mondo ha già avuto modo di dire la sua.

Apple, infatti, ha risposto alle accuse di aver costruito un cartello intorno al mercato degli ebook sfruttando, in particolare, quello che viene oramai comunemente identificato come modello di agenzia definendole semplicemente come non vere ed andando inoltre a sottolineare come il lancio di iBookstore, avvenuto nel 2010, abbia soltanto contribuito a portare innovazione e competizione facendo cadere il monopolio detenuto in tal ambito da Amazon e permettendo agli utenti di beneficiare degli ebook che ora sono più interattivi e coinvolgenti.

Google: trimestrale eccezionale, parola di Larry Page

Google prima trimestrale 2012

Nel corso delle ultime ore Google ha reso noti i risultati finanziari facenti riferimento al primo trimestre del nuovo anno fiscale ed anche questa volta i numeri sono stati positivi seppur sensibilmente inferiori rispetto alle alte aspettative degli analisti.

Prendendo in esame quanto reso noto dal gran colosso delle ricerche in rete ciò che ne emerge è che nel corso del primo trimestre del 2012 Google ha accumulato ricavi per 8,14 milioni di dollari, una cifra questa che è stata calcolata escludendo i costi delle acquisizioni, andandosi quindi a configurare come superiore del 25% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.

Il risultato raggiunto da big G appare, così come precedentemente accennato, sensibilmente inferiore ma, comunque sia, non deludente rispetto agli 8,15 milioni di dollari stimati dagli analisti.

Apple, disponibile l’update per contrastare Flashback

Apple update Flashback

La patch annunciata e promessa da Apple relativamente al malware Flashback nella sua variante K è stata finalmente e prontamente rilasciata dalla ben nota azienda della mela moriscata proprio nel corso delle ultime ore per cui, a partire da questo momento, gli utenti Mac potranno continuare a servirsi di Java sulle proprie postazioni multimediale senza aver paura di poter incappare in eventuali pericoli.

La patch è stata resa disponibile, seppur in notevole ritardo rispetto a quanto fatto per Windows e Linux, mediante lo strumento Aggiorna Software o, ancora, servendosi della pagina di supporto Apple, e va a configurarsi proprio come un update, siglato come 1.6.0.31, relativo alla tecnologia realizzata da Oracle ponendo quindi rimedio alla falla mediante cui sono stati infettati la considerevole cifra di ben 600 mila Mac andando a bloccare la possibilità di eseguire codice dannoso così come nel caso del malware Flashback.K.

Google Currents è ora disponibile anche in Italia

Google Currents

Interessanti novità in arrivo dal fronte big G poiché, così come annunciato ufficialmente, nel corso delle ultime ore è stato reso disponibile Google Currents in qualsiasi paese vi sia la possibilità di accedere a Google Play e ad App Store e, di conseguenza, anche in Italia.

Restare costantemente informati e, sopratutto, in mobilità diventa quindi ancor più semplice essendo Google Currents una vera e propria edicola personalizzabile, una rivista dinamica che, tenendo conto delle sue features, entra in diretta concorrenza con app di gran successo quali, ad esempio, Pulse e Flipboard.

Google Currents, quindi, altro non è che un app gratuita per device Android e iOS grazie alla quale ciascun utente potrà sfogliare contenuti editoriali di varia tipologia direttamente online e mediante il semplice tocco delle dita.

Apple, l’Antitrust USA contro il cartello degli ebook

Apple cartello ebook

Della spinosa questione facente riferimento ad Apple ed al cartello degli ebook se ne parla già da qualche tempo a questa parte ma soltanto nel corso delle ultime ore sembrerebbero esserci stati ulteriori e significativi sviluppi della vicenda.

Infatti, dopo le critiche mosse dalla Commissione Europea il Dipartimento di Giustizia USA ha ufficializzato l’apertura di una causa nei confronti di Apple e degli editori coinvolti (Hachette Livre, Harper Collins, Simon&Schuster, Penguin e Verlagsgruppe Georg von Holzbrinck) con l’accusa di aver provveduto alla costruzione di un cartello attorno al mercato degli ebook e, nello specifico, sfruttando quello che, comunemente, viene identificato come modello “di agenzia”.

Tuttavia, tra gli editori coinvolti Harper Collins, Hachette e Simon & Schuster sono già riusciti a raggiungere un accordo per uscire dalla causa.

Intel presenta Studybook, il tablet per lo studio

Le indiscrezioni avevano già iniziato a circolare la scorsa settimana ma la notizia ha trovato conferma soltanto durante le ultime ore durante le quali lo StudyBook di Intel è stato presentato ufficialmente dal chipmaker.

Partendo dall’idea che sul mercato c’è sufficientemente spazio per device studiati per l’insegnamento, progettati per poter essere impiegati negli edifici scolastici e, sopratutto, direttamente tra le mani dei giovanissimi, Intel ha messo a punto un nuovo modello di tablet della linea Intel Learning Series che ha il vantaggio della compatibilità software propria delle CPU Intel e che, sopratutto, potrà essere acquistato ad un costo contenuto ed abbordabile per la maggior parte degli utenti equivalente a circa 200 dollari, almeno stando a quanto reso noto sino a questo momento.

Per quanto concerne le specifiche tecniche, invece, lo StudyBook presenta dimensioni pari a 207 x 135 x 16,5 mm ed un peso complessivo equivalente a 525 gr., è dotato di un processore single core Atom Z650 a 1.2GHz accoppiato al chipset SM35, dispone di uno schermo multitouch capacitivo da 7” con risoluzione 1024×600, di 1 GB di RAM, può contare su tagli di memoria da 4, 8, 16 o 32 GB e dispone di due videocamere poste sulla parte frontale ed una, invece, collocata sul retro.

Apple, in arrivo il rimedio definitivo per Flashback

Apple Flashback.K

Se ne parla già da qualche tempo e nel corso degli ultimi giorni la minaccia Flashback nella sua variante Flashback.K è tornata a farsi sentire per gli utenti della mela morsicata più celebre al mondo colpendo ben oltre 600 mila Mac, un numero questo decisamente ben più vasto rispetto a quelli registrati in passato.

Essendo quello in questione un malware in grado di sfruttare una vulnerabilità di Java al fine di evitare che ulteriori utenti si ritrovassero ad avere a che fare con la tanto temuta minaccia Apple ha subito, o quasi, provveduto a rilasciare un apposito update.

Apple, varcata la soglia dei 600 miliardi di dollari

Apple 600 miliardi di dollari

Sebbene quello attualmente in corso vada a configurarsi come un momento di crisi per la maggior parte delle aziende mondiali (che si tratti di gran colossi o meno poco importa) Apple, invece, sembra non risentirne minimamente o, quantomeno, questo è quello che se ne deduce prendendo in esame il nuovo record fissato per quanto riguarda la capitalizzazione della società sul mercato azionario statunitense registrato proprio nel corso delle ultime ore.

La ben nota azienda della mela morsicata, infatti, è riuscita a superare il tetto dei 600 miliardi di dollari, un traguardo questo che dimostra come Cupertino e, sopratutto, le sue casse siano in ottima salute e ad incidere in tal senso sono state, con molta probabilità, anche le vendite del nuovo iPad immesso sul mercato soltanto da qualche settimana a questa parte.

Addio Jack Tramiel, l’inventore del Commodore 64

Jack Tramiel

Il Commodore 64, altrimenti noto anche come C64 e Cbm64, è, senza alcun dubbio, “il computer” per eccellenza, quello più venduto e conosciuto al mondo, macchina alla quale si deve anche lo stesso successo della Commodore Business Machines.

Accanto al nome del Commodore 64 ed accanto a quello della sua azienda produttrice appare però opportuno affiancare quello di Jack Tramiel, storico protagonista dell’industria tecnologica, inventore del computer passato alla storia ed artefice di numerosi altri successi nel campo dell’IT, che, purtroppo, si è spento questa domenica, l’8 aprile, all’età di 83 anni.

La storia della vita di Jack Tramiel è stata motlo avventurosa e ricca di avvenimenti di vario genere.

Sony vuole tagliare 10 mila posti di lavoro

Sony tagli personale

Anche Sony, uno tra i maggior colossi del sol levante, si è ritrovata a dover fare i conti con un periodo di profonda crisi economica ragion per cui appare tanto opportuno quanto, al contempo, urgente decurtare il proprio personale in maniera tale da poter recuperare il denaro speso, o almeno parte di esso, facendo inoltre in modo che nel corso dei prossimi mesi vengano registrare perdite minori rispetto a quelle degli ultimi tempi.

Tenendo conto di tutto ciò e stando anche a quanto reso noto dal quotidiano finanziario Nikkei Sony avrebbe quindi deciso di tagliare ben 10.000 posti di lavoro, tagli che non risultano relativi soltanto al Giappone ma verranno effettuati su scala globale andando dunque a ridurre del 6% la sua forza lavoro complessiva.

YouTube Show sbarca in Italia: 120 programmi TV a portata di click

YouTube Show Italia

Interessanti novità dal versante YouTube e, questa volta, interessano anche il Bel paese poiché proprio nel corso delle ultime ore è stata resa disponibile una nuova sezione denominata Show che, così come lascia presuppore lo stesso nome, altro non è che una nuova forma di guardare la TV direttamente online, uno spazio tutto dedicato ai programmi televisivi.

Dalla collaborazione tra YouTube e svariate realtà televisive italiane nasce infatti la nuova sezione Show mediante cui la vasta utenza del “tubo” potrà ora visionare in tutta comodità e direttamente online programmi TV di vario genere dopo la trasmissione sul piccolo schermo.

I programmi TV resi disponibili sono raggruppati in differenti categorie (intrattenimento, sport, animazione etc.) in maniera tale da permettere una semplice e rapida identificazione di quanto d’interesse per un totale di ben 120 contenuti video, un numero questo che risulta però destinato a crescere nel corso del tempo.

Microsoft acquista brevetti da AOL per 1 miliardo di dollari

Microsoft brevetti AOL

A quanto pare è tempo d’acquisti per le grandi società del panorama dell’IT poiché parallelamente alla notizia relativa all’acquisizione di Instagram da parte di Facebook ne segue un’altra che, però, vede come protagonisti Microsoft ed il portafoglio brevettuale di AOL.

Nel corso delle ultime ore, infatti, la ben nota azienda di casa Redmond ha annunciato ufficialmente di aver acquistato ben 800 brevetti da America On Line o, molto più semplicemente, AOL per un costo approssimativo pari a 1 miliardo di dollari.

Quella fatta da Microsoft costituisce una spesa che fa riferimento ad un portfolio molto ampio che va dagli instant messenger ai calendari, dalla pianificazione online dei viaggi ai motori di ricerca, il tutto unitamente ad una divisione del gruppo in perdita di cui, però, non viene fatto alcun nome.