Facebook Dislike, un plugin per dichiarare cosa non ci piace sul social network più noto della grande rete

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E’ oramai da tempo che su Facebook, abbastanza di frequente, appaiono numerose richieste da parte dei suoi utilizzatori al fine di vedere affiancato al celebre comando “Mi piace” ciò che ad esso dovrebbe contrapporsi, un comando di disapprovazione, il fatidico “Non mi piace”.

Nonostante le lamentele generali, ad oggi, il noto social network non sembra aver ancora preso in considerazione le proposte fatte dagli utenti, i quali, seppur quasi rassegnati all’idea di non poter esprimere la propria disapprovazione, continuano a non demordere, speranzosi che Facebook accolga la proposta fatta a gran voce.

Infatti, se il social network numero uno proprio non vuole saperne di includere un nuovo comando, ciò non significa che l’idea debba essere totalmente abbandonata e messa da parte.

Digg introduce i Trending Topics

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Fra i servizi web più attivi del momento, in termini di aggiornamenti e novità, c’è Digg. Abbiamo più volte trattto degli importanti aggiornamenti di Digg e veniamo a voi con questo ulteriore segno della sua trasformazione.

Digg ha visto tempi migliori di quelli che sta attualmente vivendo. Il traffico in entrata è purtroppo drasticamente calato da quando sulla scena hanno fatto la loro comparsa servizi di micro-blogging, come Twitter per intenderci, i più tradizionali servizi di tracking delle news hanno subito un duro colpo.

L’attenzione degli utenti sempre maggiormente si sposta su questo nuovo modo di fare social network, abbandonando progressivamente il modello di condivisione di Digg. Nonostante ciò lo staff di Digg non crede sia ancora detta l’ultima parola e si sta dando da fare per fare entrare il social network in questa nuova era del web.

Prima con novità sul fronte degli Ads e della moentizzazione del servizio, col quale Digg ha attirato un buon numero di investitori ed è riuscito a dare nuova linfa alle sue casse. Grazie a questa manovra Digg ha potuto procedere all’introduzione di funzioni proprie del micro-blogging, tentando in questo modo di guadagnare un nuovo charme.

Twitter introduce il suo terzo linguaggio

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Twitter il social network dai 140 caratteri che sta lentamente, ma non troppo, conquistando una buona fetta della rete continua nel favorire la sua espansione facilitando l’accesso dell’utenza. Dopo aver introdotto la lingua giapponese, preso accordi con compagnie telefoniche indiane ora introduce la terza versione in lingua del suo portale, più precisamente, Twitter in spagnolo.

L’annuncio della presenza di una nuova opzione nei Settings è stato fatto tramite il blog ufficiale di Twitter. Nel messaggio, completamente in spagnolo, sono in primo piano i ringraziamenti a tutti i volontari che hanno contribuito alla sua traduzione, quindi l’annuncio:

[…] Twitter está ahora oficialmente disponible en español.

Prima Orkut ora Google Friend Connect

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Google è certamente l’azienda più di successo sulla rete, ma ci sono fette del web che non gli appartengono, la più importante, Google non ha le mani sul social networking, il quale invece è concentrato nel colosso Facebook e nell’aspirante rivale Twitter.

Un efficace metodo di diffusione di Facebook è stato attraverso Facebook Connect. Con le sue API, sempre più semplici da implementare, che permettono agli utenti di loggarsi con il proprio account Facebook su siti di terze parti e il contenuto di questi siti che sfrutta Facebook come network di diffusione, prima del previsto Facebook si sta affermando come standard di connessione.

Google non accetta di buona voglia questo e parte al contrattacco. Meno di un anno fa introdusse sulla scensa Google Friend Connect, un set di API che non fa riferimento ad un social network centrale, ma fornisce agli amministratori di un sito di includere facilmente funzioni social, sfruttando la cloud di Google.

Twitter Lists, qualche dettaglio in più

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A distanza di qualche giorno dal rilascio delle Twitter Lists a tutti gli utenti, incominciamo ad essere più esperti e superato lo stupore iniziale possiamo dedicarci ai dettagli.

Cosa sono le Twitter Lists lo abbiamo detto più volte, ma lo ripeteremo. Questa nuova funzione di Twitter permette di creare un bundle di utenti che a sua volta può essere seguito da altri utenti. Seguendo una List si riceveranno i feed di tutti gli utenti che fanno parte della List, o meglio, che la List segue.

Nel caso di utenti con updates protetti, solo coloro che hanno accesso a tali update, mentre per gli altri utenti saranno sottratti al feed della List. Rimanendo in ambito di privacy, le Lists possono essere settate come Private o Pubbliche; Private saranno visibili solo su invito, mentre Pubbliche va da sé.

Google ci prova ancora con Orkut

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Quando si parla di Orkut qualcuno sa di cosa si tratta, qualcun altro lo ha sentito nominare e la maggior parte delle persone non hanno la minima idea di cosa sia.

Orkut è il social network by Google, già esistente da anni, ma per nulla diffuso in occidente che ha riscosso il suo maggior successo in India e Brasile. Orkut è stato più volte sotto la spada di damocle della chiusura e l’unica cosa che lo ha salvato è stato il suo successo nei due popolosi Stati prima citati.

Ora che Facebook e Twitter stanno sempre più rivolgendo lo sguardo ai paesi in via di sviluppo Orkut se la sta vedendo brutta. Stavolta però Google anziché rispondere con una paventata chiusura, aggiorna il suo social network per portarlo agli standard attuali.

Twitter Lists 2 RSS grazie ad uno script

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Uno dei dibattiti che ogni tanto ritornano sulla rete riguarda i feed RSS. I feed RSS come la maggior parte di voi saprà permettono gli utenti di essere aggiornati ogni qual volta le pagine a cui fanno riferimento si aggiornano.

Gli RSS sono alla base di molti lavori, fra cui quello del blogger ed in generale di chiunque abbia la necessità di essere costantemente, ossessivamente, informato. Google ha fondato una delle sue applicazioni di maggior successo, Google Reader, su questo strumento che è diventato molto familiare e ancor più fondamentale per pochi utenti.

Con l’avvento di Twitter e del micro-blogging in generale gli RSS sono giunti ad un bivio. Molte sono le voci che si sono levate a dichiarare la morte degli RSS, che saranno sostituiti ben presto dall’attività di micro-blogging in cui tutte le attività di informazione si stanno dedicando.

Mashable vuole superare Obama

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Mashable, uno dei più autorevoli blog sui Social Media, ha accolto a pieno le prime dissertazioni sulle Twitter Lists e ha accettato la sfida.

Le prime considerazioni sull’impatto che le Lists avranno sulla community di Twitter guardano a queste come strumento di feedback, utile a quotare l’impatto degli utenti. Già è disponibile un primo elenco stilato da ImpactWatch, nel quale tuttavia Mashable non compare , pur contando al momento in cui viene scritto questo articolo, Mashable è presente in oltre 8000 Lists.

Barack Obama invece è listato in oltre 15000 Lists. Al momento in cui Mashable pubblicava il suo “contest“, la discrepanza fra i due era minore, 3400 presenze di Mashable in meno rispetto Barack Obama. Mashable aveva lanciato un call for action con l’obiettivo di superare l’account di Barack Obama.

L’iniziativa oltre ad essere un’ottima idea per ricevere delle reactions, piacevolmente ironica e un pizzico dissacrante, dimostra che l’intuizione di Todd Zeigler potrebbe essere corretta. La classifica delle Lists non rispecchia in alcun modo la classifica del numero degli utenti per numero di Followers.

Le Twitter Lists come strumento di ranking

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La nuova funzione di Twitter, le Twitter Lists, sta facendo un gran parlare di se dai suoi primi giorni di vita. In un social network dalla semplicità disarmante una funzione altrettanto semplice nella meccanica, introduce notevoli novità e, speriamo di non esagerare, altera le dinamiche profonde del social network.

Come ha notato Todd Zeigler su The Bivings Report, uno dei problemi cruciali di Twitter è sempre stata l’impossibilità di definire l’impatto di un utente sulla comunità piuttosto che un altro. L’unico dato numerico a disposizione è sempre stato il numero di followers che seguono un utente, dato non necessariamente rappresentativo della capacità di influenza.

Su Twitter le dinamiche che portano a seguire un utente sono varie e non sempre riflettono un effettivo impatto che il follower avrà sul following. La semplicità delle comunicazioni porta a semplici strategie di accumulo, che fanno bene il loro lavoro, portando utenti ad avere migliaia di followers.

Come Todd Zeigler fa notare, un account con 100 followers fidelizzati influsce più di un account con migliaia di utenti, fra cui una buona parte di account di spamming, inattivi o semplicemente fasulli. L’introduzione delle Lists da un nuovo strumento di feedback alla comunità per valutare gli account.

Twitter Lists, presto le API

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Twitter nei giorni precedenti ha reso pubblica la sua nuovissima funzione, le Lists. Prima con un messaggio accattivante ha invitato alcuni beta tester ad utilizzare le Lists, assicuandosi così una buona copertura mediatica, poi l’ha diffusa a tutti gli utenti.

Le Lists appare evidente non saranno una di quelle funzioni riservate ai veterani di Twitter, ma una funzione centrale che presto farà parte anche della più elementare esperienza con Twitter. Lo ricordiamo le Lists permettono di creare bundle di feed che comportandosi come utenti possono essere seguiti dagli altri Twitters.

Ieri con un post sul proprio blog, Twitter ha provveduto a raffreddare gli animi degli impazienti, che aspettano il roll-out delle API, così da poter cominciare a sfruttare le potenzialità delle lists nelle applicazioni di terze parti.

Facebook Everywhere, una comoda toolbar per essere sempre presenti sul noto social network

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Nell’ultimo periodo, i social network sono divenuti un qualcosa di imprescindibile dalla vita quotidiana di una gran fetta d’utenza, iniziando sempre più ad essere considerati degli strumenti fondamentali al fine di mantenere costanti i rapporti sociali di ciascun iscritto alla rete.

Tra essi, spicca in primo luogo l’oramai nominatissimo Facebook che, grazie al suo carattere leggero, alla sua facile gestione ed al suo aspetto invitante, ha fatto si che sempre più utenti iniziassero ad utilizzarlo, per motivi di lavoro, studio, pubbliche relazioni o altro.

Tuttavia, accedere continuamente al social network numero uno ogni qual volta ci si collega alla grande rete potrebbe risultare anche scocciante e fastidioso, magari facendo perdere tempo prezioso agli utenti, costringendoli inoltre a mantenere costantemente aperta una finestra del proprio browser.

Facebook Developer Roadmap, le prossime novità

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Nel wiki di Facebook dedicato agli sviluppatori sono state segnalate le principali novità dei prossimi sei mesi. Anche se la maggior parte delle segnalazioni è interessante per gli sviluppatori e solo gli sviluppatori, ci sono alcune novità che interesseranno anche gli utenti comuni.

Fra quelle indicate ne abbiamo selezionate alcune che andiamo a mostrarvi. Innanzitutto il sistema di notifiche e condivisione delle applicazioni cambierà; il contenuto di una’applicazione sarà condivisibile dagli utenti con altri utenti tramite Inbox, tramite lo Stream oppure via Email (gli sviluppatori infatti saranno autorizzati a richiedere l’email degli utenti).

Altra importante novità e l’Open Graph API. Grazie a queste API sarà possibile creare delle pagine web del tutto simili alle fan pages di Facebook, in grado di svolgere tutte le sue funzioni ed ovviamente completamente interfacciata con Facebook. Questa è una novità non di poco conto, dato che potrebbe definire nuovi importanti standard nel mondo del blogging (che Facebook stia tentando di distribuire il proprio CMS?).

TweetedBrands, monitora i brand più conosciuti su Twitter

TweetedBrand

Twitter, come d’altronde quasi tutti i Social Network moderni, si è dimostrato un validissimo alleato per le imprese e le aziende di ogni tipo, che hanno trovato in esso un valido alleato per pubblicizzare gratuitamente i propri prodotti e raggiungere direttamente i potenziali clienti. Da queste operazioni di marketing è nata una tendenza generale a discutere molto dei brand più conosciuti, un fenomeno che viene attualmente sfruttato dalle aziende per raccogliere comodamente online preziosissimi dati provenienti dai consumatori sui quali basare la propria strategia futura.