
Come avrete sicuramente letto o sentito sui maggiori media nazionali, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, ha dichiarato guerra al digital divide annunciando che “entro il 2010 tutti i cittadini italiani avranno almeno 2 MB di banda larga”.
La promessa, inutile nasconderlo, è di quelle azzardate. Come ammesso dallo stesso Brunetta, per portare a termine la missione occorrono investimenti pubblici e privati per un totale di 800 milioni di euro (cifra che il Ministro ha chiosato con un laconico “non costa nemmeno tanto”). Somma che, soprattutto in periodi di crisi come questo, non appare stanziabile ed applicabile nel giro di un anno o poco più.
Ad ogni modo, noi vogliamo pensare positivo, far finta di non aver mai sentito promesse del genere andate a finire inesorabilmente nel vuoto, e credere ciecamente al crociato della guerra anti-fannulloni. Ma c’è una domanda che continua a ronzarci nella testa: ammesso che entro il 2010 tutti i cittadini italiani avranno almeno 2 MB di banda larga, siamo sicuri che i “digital divisi” pagheranno la loro connessione alle stesse cifre di chi ha la fortuna di vivere in un posto coperto dalla connessione ad alta velocità?