Chrome OS: cinque cose che non è

Cos’è Chrome OS ormai lo sappiamo tutti, si tratta del sistema operativo web-centrico per netbook che Google farà debuttare sul mercato tra poco meno di un anno. Ma forse per capire la vera essenza di questo ‘browser operativo’ dobbiamo scoprire cosa Chrome OS NON è.

Alla luce di ciò, abbiamo rispolverato la nostra non-rubrica dei post provocatori ed abbiamo deciso di riportarvi un interessante articolo scritto da Steven J. Vaughan-Nichols (noto ai più per le sue simpatie verso il mondo open source) su ComputerWorld. Titolo: cinque cose che Chrome OS non è; Contenuti: beh, quelli leggeteli qui sotto e commentateli insieme a noi.
  • Ultimato: nonostante il grosso hype mediatico che gli gira intorno da settimane, bisogna ricordare che Chrome OS non è nemmeno in beta. Ciò vuol dire che il sistema è lungi dall’essere finalizzato e, proprio per questo, non bisogna dare giudizi affrettati su quanto si è visto finora.
  • Un sostituto di Windows: il mondo dei computer desktop-centrici non è destinato a finire tra uno o due anni. Chrome OS rappresenta quindi una soluzione complementare ai vari Windows, Mac e Linux, non un’alternativa.

Chrome OS: cinque mosse per evitare il flop

Ora che abbiamo visto di che pasta è fatto possiamo dirlo: Chrome OS rischia di essere un clamoroso flop. A conti fatti, quello di ‘big G’ non è altro che un browser – lo stesso che è possibile installare su Windows e Linux – progettato con lo scopo di estendere lo strapotere di Google e far acquistare nuovi computer agli utenti netbook.

Nonostante l’apparente inanità di Chrome OS, non è però detta l’ultima parola. Ci sono degli accorgimenti grazie ai quali il sistema operativo sviluppato da Google potrebbe evitare il paventato insuccesso e rosicchiare qualche punticino di market share a Windows. Noi ve ne proponiamo cinque, a voi i commenti e la continuazione della lista.
  • Installazione libera: se Google non vuole demolire in un sol colpo la sua immagine di azienda bella brava e bella che regala tutto, deve assolutamente rimangiarsi quanto detto in occasione della presentazione di Chrome OS e rendere il suo sistema operativo liberamente installabile sui computer pre-esistenti. La politica di Appleche produce sia hardware che software e non permette l’installazione del suo OS X su computer diversi da quelli ideati a Cupertino – lasciamola, appunto, ad Apple.