Facebook e WhatsApp

Facebook e WhatsApp: multa in Europa?

Brutte notizie per Facebook e per la sua acquisita WhatsApp. Stando infatti a quanto riportato nel corso delle ultime ore, la Commissione europea ha inviato al social network una comunicazione di addebito per aver fornito informazioni ingannevoli in occasione proprio dell’acquisizione di WhatsApp, avvenuta nel 2014.

Facebook e WhatsApp

Nello specifico, l’autorità antitrust aveva dato il via libera all’operazione in base a precise condizioni che, dallo scorso mese di agosto, sono venute meno. Facebook aveva infatti iniziato a condividere i dati degli utenti con il social network, violando in tal modo la normativa che regola questo tipo di transazioni societarie.

Foto che mostra l'app Skype in uso su uno smartphone Android

Skype e WhatsApp, concorrenza sleale ai carrieri europei

Buone notizie per gli operatori telefonici del Vecchio continente, un po’ meno per gli utenti e per i servizi dell’era di internet ormai comunemente impiegati. A quanto pare quando il prossimo anno la Commissione Europea provvederà a revisione le leggi in materia di telecomunicazioni terrà conto della sempre maggiore concorrenza portata agli operatori da parte dei nuovi servizi come WhatsApp e Skype.

Foto che mostra l'app Skype in uso su uno smartphone Android

A render nota la cosa è stato Reuters che ha avuto accesso ad una bozza della nuova normativa europea in cui viene appunto specificato che la Commissione Europea prenderà in considerazione la concorrenza portata agli operatori tradizionali da tutti quei nuovi servizi, per così dire, dell’era moderna che non vanno a rispettare le regole imposte anche agli operatori.

Facebook e WhatsApp, via libera dalla Commissione Europea

Facebook e WhatsApp, via libera dalla Commissione Europea

L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook per la “modica” cifra di 19 miliardi di dollari ha finalmente ricevuto il via libera dalla Commissione Europa.

L’indagine, per chi non lo sapesse, aveva avuto inizio a luglio di quest’anno con l’invio ai principali competitors dei due gruppi di alcuni questionari mediante cui la Commissione Europea intendeva approfondire la questione prima dell’esecuzione di esami più accurati.

A qualche mese di distanza ed in seguito alle indagini condotte per l’UE l’operazione di acquisto condotta da Mark Zuckerberg non desta quindi alcun tipo di preoccupazione sul fronte della concorrenza in nessuno degli ambiti in cui è stata valutata e pertanto può essere dato l’OK.

Facebook e WhatsApp: la Commissione UE indaga sull’acquisizione

Facebook e WhatsApp: la Commissione UE indaga sull'acquisizione

La tanto chiacchierata acquisizione di WhatsApp messa a segno ad inizio anno da parte di Facebook per la modica cifra di 19 milioni di dollari ha destato non poca perplessità nell’Unione Europea.

Stando infatti a quanto emerso nel corso delle ultime ore l’UE intende indagare sull’accordo in questione. Per il momento si tratta ancora di un’azione informale ma va comunque a configurarsi come un preludio di quello che sarà un approfondimento ufficiale riguardo le dinamiche di fusione tra i due gruppi.

Tanto per cominciare la Commissione Europea intende capire quale direzione possano prendere le azioni e le normative antitrust nel determinare eventuali concentrazioni di potere contrarie alla naturale concorrenza tra le aziende.

Cisco vuole annullare acquisizione Microsoft Skype

Cisco vuole annullare l’acquisizione di Skype da parte di Microsoft

Cisco vuole annullare acquisizione Microsoft Skype

Cisco, il maggior produttore a livello mondiale di apparecchiature di rete, ha chiesto alla Corte Generale dell’Unione Europea di annullare la decisione presa, a suo tempo, dalla Commissione Europea di dare il via libera all’acquisizione di Skype da parte di Microsoft.

Così come ben noto la redmondiana ha effettuato l’acquisizione di Skype a maggio del 2011 per una cifra pari a 8,5 miliardi di dollari. La Commissione Europea non ha identificato alcun ostacolo per la concorrenza ragion per cui Microsoft ha potuto concludere con successo l’operazione ad ottobre del 2011.

Cisco, dopo più di due anni, ha però messo in evidenza il fatto che siano stati compiuti “errori palesi” nella procedura messa in atto dall’Antitrust UE per verificare il possibile abuso di posizione dominante.

Per Cisco, infatti, Microsoft, con l’acquisizione di Skype, è diventata monopolista del settore considerando lo straordinario numero di utenti su cui il celebre client VoIP poteva contare ancor prima dell’acquisto.

Motorola Google accuse abuso posizione dominante antitrust ue

Motorola nel mirino dell’UE, accusata per abuso di posizione dominante

Motorola Google accuse abuso posizione dominante antitrust ue

Per presunto abuso di posizione dominante la Commissione Europa ha alzato il cartellino giallo nei confronti di Motorola, l’acquisita di Google.

L’uso che il gruppo sta facendo dei propri brevetti potrebbe infatti portare Motorola verso una violazione delle norme comunitarie.

La Commissione antitrust, proprio per tale ragione, potrebbe quindi decidere di formalizzare specifiche sanzioni nei confronti di Google.

La vicenda, per chi non ne fosse al corrente, ha avuto inizio con una denuncia contro Apple per la violazione dei brevetti essenziali di cui Motorola è titolare ed alla quale è seguito il blocco delle vendite di alcuni prodotti di Cupertino in Germania.

Google accordo vicino Commissione Europea

Google e antitrust UE, accordo vicino per chiudere le indagini

Google accordo vicino Commissione Europea

L’oramai lunga e spinosa questione inerente le accuse di abuso di posizione dominante ed in corso tra Google e l’antitrust europeo sta per entrare in una nuova fase, quella decisiva.

Stando a quanto emerso nel corso delle ultime ore le parti coinvolte avrebbero infatti trovato un accordo che dovrebbe permettere di dare il via ad un test di mercato mediante cui gli interventi decisi saranno monitorati e successivamente verificati.

In un secondo momento verrà poi presa una decisione definitiva grazie alla quale mettere un punto alla faccenda.

A darne notizia sono stati, in primis, il Financial Times e il New York Times che hanno fatto inoltre sapere che la bozza di intervento mediante la quale i piani alti di Google andrebbero a correggere il motore di ricerca sarebbe stata concordata e che la fase di test sarà avviata nel corso dei prossimi giorni.

Android indagine UE

Android nel mirino dell’antitrust UE, la FairSearch denuncia Google

Android denuncia antitrust ue

Negli ultimi tempi Google sembra proprio non riuscire a trovare pace in Europa.

Infatti, dopo le problematiche inerenti la tanto discussa privacy policy ora a finire nel mirino dell’antitrust UE è Android.

La commissione antitrust guidata da Joaquin Almunia ha infatti ricevuto una formale denuncia per conto della coalizione FairSearch che punta il dito contro il sistema operativo mobile del robottino verde.

Secondo l’accusa, infatti, Google avrebbe sfruttato Android per cercare di imporre i propri servizi senza però tenere conto delle regole sulla libera concorrenza.

Google usa il suo sistema operativo mobile Android come un cavallo di Troia per raggirare i partner, monopolizzare il mercato mobile ed impossessarsi dei dati dei consumatori. Stiamo chiedendo alla Commissione di agire rapidamente e con decisione per proteggere la completizione e l’innovazione in questo mercato critico.

Google Q4 2012

Google, accordo raggiunto con l’antitrust USA

Google accordo FTC USA

Questioni con Microsoft a parte il 2013 di Google sembra essere iniziato davvero bene ed il recente accordo siglato con la FTC non può che far festeggiare il colosso di Mountain View che esce vincitore sul tema principale delle indagini dell’antitrust e che, di conseguenza, riesce a salvare e rinnovare il proprio imprinting sul comparto della ricerca.

L’accordo raggiunto tra Google e l’FTC e consequenziale ad un’indagine in corso da oramai due anni a questa parte, infatti, fa riferimento ai brevetti per alcune particolari tencologie per il settore mobile e scagiona big G dalle accuse di abuso di posizione dominante nel settore dei motori di ricerca.

L’accordo, andando ancor più nel dettaglio, assume particolare rilevanza poiché da un lato costringe Google a modificare in parte le proprie pratiche business, dall’altro, invece, non individua colpe tali da portare all’applicazione di una sanzione ragioni per cui big G ne esce praticamente illesa concordando però con le autorità una deviazione di non poco conto nel modo di operare relativamente a brevetti, advertising e ricerca verticale e ricerca online.

Windows Phone brevetto scattare foto comandi vocali

Google VS Microsoft: big G sta cercando di boicottare Windows Phone?

Google blocca YouTube Gmail Windows Phone

Se è vero che ciò che viene fatto a Capodanno si ripete per tutto l’anno allora lo scontro, avviato proprio agli inizi del 2013, tra Microsoft e Google potrebbe essere destinato ad andare avanti ancora per lungo tempo.

La redmondiana, infatti, è entrata in contatto con le autorità antitrust per cercare una soluzione definitiva al comportamento scorretto, o presunto tale, di big G.

Da due anni a questa parte, infatti, Google impedisce a Microsoft l’acesso alle API di YouTube e, di conseguenza, lo sviluppo di un’app per Windows Phone e se a tutto questo si aggiunge poi il fatto che nel corso degli ultimi giorni i dirigenti di big G hanno anche provveduto a far sapere che non verranno rilasciate applicazioni per il tubo per la piattaforma mobile della redmondiana allora la situazione diviene ancor più critica di quella che già è.

Tenendo conto di ciò la Commissione Europea e la FTC statunitense hanno quindi aperto un’indagine in modo tale da poter verificare che le pratiche messe in atto da Google siano effettivamente lesive per la concorrenza.

Mozilla, Firefox ha perso milioni di download a causa di Microsoft

Ballot Screen download persi Mozilla Firefox

Stando a quanto dichiarato da Harvey Anderson, vice presidente business affairs and general counsel di Mozilla, quello identificato come errore tecnico e che per circa un anno e mezzo ha impedito la visualizzazione della tanto chiacchierata ballot screen su Window 7 Service Pack 1 ha fatto perdere a Firefox, il browser web della fondazione, tra i 6 e i 9 milioni di download.

Anderson, nello specifico, ha spiegato sul suo blog che Mozilla ha visto un calo di circa il 63% nei download quotidiani che sono arrivati addirittura sotto i 200 mila al giorno rispetto alla media rilevata prima che le problematiche inerenti la visualizzazione della ballot screen entrassero in gioco.

La stima di Anderson è basata sui dati statistici di Mozilla che ha visto i download giornalieri cresscere addirittura del 150%, passando da 20 mila a 50 mila, nel febbraio del 2010 ovvero quanto Microsofr reinserì la ballot screen.

Microsoft avviso di garanzia ballot screen

Microsoft e la ballot screen, dall’UE giunge un avviso di garanzia

Microsoft avviso di garanzia ballot screen

Microsoft e la Commissione Europea sono tornate ancora una volta a discutere dell’oramai datata questione Ballot Screen ma in quest’occasione la redmondiana potrebbe ritrovarsi a dover pagare nuove e salatissime multe per non aver incluso, a suo tempo, la schermata mediante cui selezionare ulteriori browser sulla versione di Windows 7 commercializzata in seguito alla distribuzione del Service Pack 1.

La Commissione Europea, dopo le dovute consultazioni, ha infatti spedito a Microosoft uno “statement of objections”, una sorta di avviso di garanzia facente riferimento alle indagini in svolgimento sul browser web del gruppo e sulla mancata osservanza delle disposizioni date dall’UE.

Lo statement of objections va a configurarsi, nel dettaglio, come un formale termine indicante la conclusione delle indagini e la finalizzazione delle accuse nei confronti di quello che è il soggetto sotto osservazione, in questo caso Microsoft.

Stando al giudizio preliminare dato dalla Commissione Europea Microsoft “è venuta meno al rispetto dei suoi impegni nell’offrire agli utenti una schermata di selezione per scegliere il loro browser web preferito” mentre, così come ammesso dalla stessa Microsoft, il Ballot Screen è risultato assente dalle copie di Windows 7 aggiornate al Service Pack 1 che sono state messe in vendita dall’azienda da febbraio 2011 a luglio 2012.

Microsoft Choice Screen sanzione Commissione Europea

Microsoft e la ballot screen, una nuova sanzione in arrivo dall’UE

Microsoft Choice Screen sanzione Commissione Europea

Della questione Microsoft e choice screen e, in particolare modo, della situazione in Europa a tal proposito se ne discute oramai da diverso tempo a questa parte, specie negli ultimi mesi durante i quali la Commissione UE ha ricevuto numerose segnalazioni mediante cui, appunto, veniva sottolineata l’assenza della ballot screen in Windows 7.

Nel corso delle ultime ore, però, la vicenda è stata soggetta ad un’ulteriore evoluzione.

Stando a quanto reso noto Microsoft non ha rispettato l’obbligo di includere il choice screen in Windows 7 imponendo agli utenti, in tal modo, l’utilizzo di Internet Explorer, un dato questo che per Joaquin Almunia costituisce una chiara violazione a quanto sancito nel 2009.

La Commissione Europea ha quindi imposto a Microsoft l’obbligo, sino al 2014, di mostrare una schermata all’avvio del sistema operativo mediante cui l’utente può scegliere un browser alternativo ad Internet Explorer.

Google antitrust USA abuso posizione dominante

Google e la Commissione Europea: all’accordo manca poco

Google accordo antitrust europeo

Google e la Commissione Europea sono oramai vicini ad un punto d’incontro o almeno così pare stando a quelle che sono le ultime informazioni al momento disponibili circa le indagini dell’Antitrust UE nei confronti del gran colosso delle ricerche in rete.

Infatti, dopo essere stata accusata di aver infranto le leggi europee in fatto di concorrenza giocando, per così dire, “sporco” ora la ben nota azienda di Mountain View sembra aver accettato la proposta che il Commissario Almunia aveva fatto qualche settimana addietro.

Ora, quindi, tanto Google quanto la Commissione Europea dovrebbero cercare di venirsi incontro andando ad individuare una soluzione che sia in grado di mettere un punto alla problematica in questione prima che il tutto possa mutare in una vera e propria battaglia legale e considerando i tempi che corrono non si tratta di una situazione tanto inverosimile.