Identity Finder, ricercare e proteggere i dati sensibili presenti sul proprio PC

Considerando i molteplici campi in cui l’utilizzo del PC può risultare estremamente utile esso va a risutlare, con il passare del tempo, anche uno strumento mediante cui archiviare password e dati sensibili di varia natura grazie a cui accedere ad informazioni piuttosto riservate, come ad esempio quelli che sono i dettagli relativi alla propria carta prepagata, quelli riguardanti il proprio conto bancario e via di seguito.

Fin quando il PC in questione viene utilizzato solo ed esclusivamente da un unico utente allora si ha la possibilità di dormire sogni più tranquilli, tuttavia se invece ad utilizzare una data postazione multimediale sono più utenti o comunque sia si ha intenzione di porre un maggior livello di sicurezza, allora forse è il caso di prendere in considerazione l’idea di utilizzare uno strumento quale Identity Finder.

LockCrypt, proteggere e consultare i propri dati personali in tutta sicurezza

La maggior parte degli utenti possiede la convinzione che i migliori gestori di password e dati personali siano costituiti da servizi online, poiché, proprio per la loro prerogativa di essere collocati direttamente lungo la grande rete, risultano accessibili ovunque e comunque, a patto, ovviamente, che si disponga di una rete alla quale connettersi.

Tuttavia, nonostante questo punto a favore di tali applicativi, vi è comunque da dire che per quanto sicuri e performanti possano andare a risultare, credo sia ancora un po’ troppo poco prudente fare totale affidamento sulla memorizzazione online di quelli che sono i nostri dati d’accesso ad un certo servizio o, ancora, le nostre coordinate bancarie ecc…

Tuttavia, se siete alla ricerca di un gestore di dati personali e password, semplice, affidabile, sicuro e soprattutto da utilizzare direttamente sulla vostra postazione di lavoro senza necessità di essere connessi al web, allora di certo LockCrypt è esattamente lo strumento che fa al caso vostro.

Quanto valgono i dati rubati su internet? Ecco un incredibile tariffario!

Criminali

Le informazioni personali di ognuno di noi, è ovvio, sono senza prezzo. Ma tutto ha un prezzo e tutto ha un mercato… anche i dati (magari rubati) del vostro conto in banca. L’ha scoperto la McAfee Avert Labs, che ha pubblicato una lista che i criminali utilizzano per acquistare e vendere numeri di carte di credito, password per il login ai conti e altri dati rubati sul Web.

Una scoperta fatta quasi per caso, quando i ricercatori sono incappati in un sito che proponeva, a un prezzo molto alto, “dati di alta qualità”. E andiamolo a vedere, allora, questo tariffario. Un conto in banca presso la Washington Mutual Bank, negli Stati Uniti, con un saldo in attivo di 14.400 dollari costa circa 600 euro, mentre un conto inglese alla Citibank con un saldo di diecimila pound costa 850 euro.

Il computer venduto su eBay con i dati segreti di un ministero Gb

eBay

Vi è mai capitato di aprire un pacco acquistato su eBay e trovarvi dentro strane sorprese o oggetti particolari? Un tecnico informatico di Manchester, in Gran Bretagna, stava riparando un computer portatile quando ha trovato, nascosto all’interno dello stesso, un cd con dei dati ultra-riservati provenienti dal ministero dell’Interno. Il laptop, inizialmente di proprietà dello stesso ministero, era stato poi messo in vendita su eBay e acquistato da un ignaro cittadino.

Il cd, in particolare, era nascosto tra la tastiera e la piastra dei circuiti. Il tecnico ha chiamato subito la polizia, che è intervenuta insieme (addirittura!) ad agenti dell’antiterrorismo, proprio a spiegare come in quel cd fossero contenuti dati davvero molto molto importanti. Si tratta a dir la verità, solo dell’ultimo episodio di una lunga lista di smarrimenti imbarazzanti di materiale riservato che hanno interessato il governo britannico.

“Gli indirizzi Ip devono essere considerati dei dati personali”. Parola del commissario europeo

Indirizzi_Ip

Gli indirizzi Ip, le classiche stringhe di numeri del tipo 194.20.345.233 (ho scritto un indirizzo a caso) che identificano i computer sulla rete, dovrebbero essere considerati alla stregua dei dati personali (un po’ come l’indirizzo o il numero di telefono). A stabilirlo l’ufficio della Commissione Europea che regola la riservatezza dei dati. La decisione arriva dopo le pressioni del commissario tedesco per la protezione dei dati personali, Peter Scharr, che guida una battaglia a livello europeo contro le ripetute e immotivate violazioni della privacy da parte di colossi come Google, Yahoo! e Microsoft. Secondo Scharr, quando una persona è identificata attraverso un indirizzo Ip, allora quell’indirizzo è come un numero di telefono e dev’essere trattato con riservatezza.

Una visione che, però, è in disaccordo con quella di Google ed altre società che lavorano nel campo dell’informatica, secondo cui un indirizzo Ip, invece, identificherebbe la macchina, il computer quindi, e non la persona che lo sta utilizzando. Un’obiezione sicuramente giusta. Peccato, però, che nella normalità dei casi un computer è usato prevalentemente dalla stessa persona o dallo stesso gruppo ristretto di persone. Certo, ci sono delle eccezioni come ad esempio gli internet café, le università, i luoghi di lavoro molto affollati. Ma sono, appunto, delle eccezioni.