Le dichiarazioni rilasciate da Edward Snowden hanno ormai un certo peso. Per chi stranamente non lo sapesse, l’uomo non è
Edward Snowden, la cosiddetta “talpa” del caso datagate che ha svelato al mondo le attività spionistiche della National Security Agency americana, è intervenuto al South by Southwest in collegamento video dalla Russia (dove ha trovato temporaneamente asilo, almeno fino a giugno) per parlare della sua battaglia in favore della privacy e del futuro di Internet.
Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha tenuto un discorso pubblico nel quale ha annunciato i suoi piani di riforma della NSA dopo lo scandalo datagate svelato al mondo da Edward Snowden. Il numero uno della Casa Bianca ha difeso il ruolo dell’agenzia per la sicurezza nazionale a stelle e strisce, spiegando che grazie al suo lavoro sono state salvate molte vite, ma ha ammesso la necessità di renderla meno invasiva. A tal scopo, è stato previsto che i metadati delle telefonate vengono raccolti solo in casi di reali minacce contro gli USA, che non vengano più spiati i leader dei Paesi alleati (a meno che non ci sia una causa che riguardi da vicino la sicurezza nazionale) ma non è stato fatto alcun accenno ai dati raccolti sul Web.
Il South China Morning Post ha pubblicato una nuova intervista ad Edward Snowden, l’ex tecnico della CIA auto-denunciatosi “talpa” del caso PRISM. Il pezzo, pubblicato nelle scorse ore, non riporta la data del colloquio ma risulta ugualmente significativo per i dettagli che contiene, sia sulla vita del ventinovenne “fuggitivo” sia sulle attività di spionaggio condotte dalla National Security americana.
La fuga di informazioni che ha svelato al mondo l’esistenza del programma PRISM si deve ad un uomo, il ventinovenne Edward Snowden, ex technical assistant della CIA, che ha deciso di uscire dall’anonimato e di comunicare, in una lunga intervista rilasciata al Guardian, i motivi che l’hanno spinto a rendere pubblici i documenti segreti della National Security Agency americana.