Screenshot dell'avviso che informa della chiusura di RapidShare

RapidShare chiuderà i battenti il 31 marzo 2015

RapidShare, uno dei più celebri servizi di file hosting, ha da poco annunciato che a partire dal 31 marzo 2015 cesserà le sue attività. Questo sta quindi a significare che a partire dalla data in questione tutti gli account presenti e i dati correlati saranno cancellati definitivamente.

Screenshot dell'avviso che informa della chiusura di RapidShare

Ad annunciare la scelta fatta è stato lo stesso team di RapidShare mediante la pubblicazione di uno scarno messaggio in home page attraverso il quale viene inoltre suggerito agli utenti di mettere al sicuro i loro dati poiché a partire dalla data dichiarata risulteranno irrecuperabili.

Mega arriva a 1 milione di utenti, ma continua a funzionare male

Nel suo primo giorno di vita, Mega ha già superato il milione di utenti registrati. Lo ha detto ieri Kim Dotcom dalla Nuova Zelanda, Paese in cui ha deciso di fondare il suo nuovo servizio di file hosting presentandolo come uno strumento per dire no ai governi che vogliono spiare i nostri file.

Mega, infatti, utilizza una tecnologia di crittografia basata su browser in cui sono gli stessi utenti a controllare le chiavi. Questo significa che i dati caricati su di esso dovrebbero risultare impenetrabili da parte di autorità governative ed enti che combattono la pirateria online.

Mega Kim Dotcom

Mega, il nuovo dominio è mega.co.nz

Mega Kim Dotcom

Da diverse settimane a questa parte si parla, in maniera più o meno assidua, di Kim Dotcom e del suo nuovo progetto Mega, il servizio che dovrebbe andarsi a configurare come il degno successore di Megaupload ma che, a differenza di quest’ultimo, sarà basato sul cloud e disporrà di server dislocati in varie parti del mondo e protetti da crittografia.

Il dominio di primo livello che inizialmente Kim Dotcom avrebbe voluto sfruttare per mandare Mega online sarebbe dovuto essere quello del Gabon (me.ga) ma conseguenzialmente alla volontà del Ministro per le Comunicazioni dello stato dell’Africa centrale, intenzionato a non far sfruttare le piccole nazioni africane da persone senza scrupoli e come piattaforma per commetterei atti volti alla violazione del copyright, Dotcom si è ritrovato a dover apportare alcune piccole modifiche ai suoi piani cercando quindi un nuovo indirizzo web di riferimento.

Nel corso delle ultime ore, a tal proposito, Kim Dotcom ha fatto sapere, mediante la pubblicazione di un apposito messaggio su Twitter, che il nuovo indirizzo del sito web sarà mega.co.nz.

Kim Dotcom problemi dominio Mega

Mega, sospeso il dominio per il nuovo Megaupload

Kim Dotcom problemi dominio Mega

Il successore di Megaupload, quello che da qualche settimana a questa parte si è fatto conoscere in rete con il nome di Mega, pare proprio che non sia nato sotto una buona stella: a mettere i bastoni tra le ruote al progetto di Kim Dotcom ci ha pensato Blaise Louembe, Ministro per le Comunicazioni del Gabon.

Il dominio di primo livello sfruttato per mandare in rete Mega, così come dichiarato dallo stesso Dotcom, sarebbe dovuto essere quello, appunto, del Gabon (me.ga) ma stando alle più recenti informazioni a riguardo sembra proprio che il Ministro per le Comunicazioni dello stato dell’Africa centrale abbia sottolineato, una volta appresa la notizia, la non volontà di far sfruttare le piccole nazioni africane come piattaforma per commettere atti volti alla violazione del copyright, né tantomeno sfruttate da persone senza scrupoli.

Kim Dotcom Mega

Megaupload torna con me.ga il 20 gennaio 2013

Kim Dotcom Mega

La notizia del ritorno di Megaupload circola in rete già da un bel po’ di tempo a questa parte e nel corso degli ultimi giorni sono stati resi noti ulteriori ed interessanti dettagli inerenti, appunto, alla ricomparsa, seppur con un altro nome e con caratteristiche differenti, del celebre servizio.

Unitamente alle informazioni in questione nel corso delle ultime ore Kim Dotcom in persona ha dato conferma del fatto che Megaupload sta per tornare ma, questa volta, con un nuovo servizio più grande, mgiliore, più veloce, più forte e più sicuro, “bigger, better, faster, stronger, safer”.

La piattaforma, che così come già annunciato si chiamerà Mega, è stata realizzata adottando alcuni appositi accorgimenti per far sì che quanto accaduto mesi fa non vada più a verificarsi.

Tanto per cominciare il dominio di primo livello utilizzato è quello del Gabon (me.ga), uno stato dell’Africa centrale che ad oggi conta circa 1,4 milioni di abitanti.

Kim Dotcom problemi dominio Mega

Megaupload tornerà il 19 gennaio 2013, parola di Kim Dotcom

Ritorno Megaupload

Kim Dotcom, l’uomo conosciuto da tutti gli internauti, e non solo, per essere stato il fondatore dell’ex impero Megaupload, ha dato la sua parola: “Il nuovo Mega verrà lanciato ad un anno esatto dal raid”.

Il rilancio del celebre cyberlocker avverrà, nello specifico, il 19 gennaio del prossimo anno, esattamente un anno dopo il sequestro che venne ordinato dal governo statunitense e che, appunto, mise fine ai servizi Megaupload coinvolgendo il founder tedesco in un vorticoso giro di vicende giuridiche ben poco piacevoli e creando non pochi problemi anche agli utenti che sino a quel momento avevano sfruttato i servizi offerti da Dotcom e soci.

A dare l’annuncio della data di ritorno è stato lo stesso Dotcom mediante la pubblicazione di un apposito aggiornamento di stato su Twitter ed il lancio di Mega, questo il nome della nuova versione di Megaupload, sarà tutta basata, sempre attenendosi a quanto dichiarato da Dotcom, sull’anonimato e sulla sicurezza facendo quindi in modo che non sia possibile risalire agli utenti.

Kim Dotcom, Megaupload ritornerà ma questa volta cifrato

Kim Dotcom Mega

Mentre The Pirate Bay ha scelto di affidarsi al cloud per aggirare la collera delle major e delle autorità Kim Dotcom è invece alle prese con ulteriori soluzioni alternative mediante cui evitare di incappare in eventuali tentativi di raid da parte dei governi.

Nel corso di una recente intervista con la redazione di Wired Kim Dotcom si è infatti dichiarato pronto a tornare in scena e con lui anche Megauload, il celebre servizio di hosting chiuso all’inizio dell’anno corrente dall’FBI, ma, a differenza di quanto fatto in passato, il nuovo progetto è destinato a portare con sé tutta una serie di importanti novità che lo diferenzieranno da quanto precedentemente proposto e da tutto quanto di simile vi sia attualmente sulla piazza.

Il nuovo Megaupload, nello specifico, si chiamerà semplicemente Mega ed andrà a configurarsi come un servizio per l’archiviazione e la condivisione dei file caratterizzato da due elementi fondamentali quali la segretezza e la robustezza.

Ogni volta che un utente caricherà un file sui server di Mega verrà impiegato un complesso algoritmo di cifratura che renderà il file in questione praticamente irriconoscibile dall’esterno.

Maxxo, 5 GB di spazio gratis per archiviare e condividere file in maniera privata e sicura

Di servizi di file hosting e cloud storage mediante cui poter caricare e condividere con altri utenti i propri file il web ne è oramai pieno zeppo ma ciò non toglie il fatto che alcuni utenti possano avvertire ancora la necessità di fare la conoscenza di nuove risorse analoghe.

Alcuni tra voi lettori di Geekissimo, infatti, potrebbero non trovare di proprio gradimento quanto attualmente disponibile in rete a causa della scarsa dose di sicurezza in fatto di condivisione dei file.

Proprio per questo andiamo quindi a dare uno sguardo a Maxxo, un nuovo servizio di cloud storage caratterizzato da un’interfaccia utente ben curata (ad inizio post è possibile visionarne uno screenshot d’esempio) e dalla possibilità di poter caricare qualsivoglia tipologia di file in rete e di condividere il tutto con amici e parenti in maniera semplicissima e, al contempo, privata e sicura.

Il servizio mette a disposizione dei suoi utilizatori anche un’apposito client desktop per sistemi operativi Windows ed a breve dovrebbero essere rese disponibili specifiche versioni per Mac, iOS ed Android.

MPAA torna alla carica e dichiara guerra ad altri cyberlocker

MPAA file hosting

Sul fatto che nel mirino della Motion Picture Association of America (MPAA) non ci fosse soltanto Megaupload è cosa ben nota a tutti così come anche che dopo la chiusura dell’impero di Kim Dotcom numerosi altri servizi analoghi preferissero sparire dalla scena o, ancora, limitare quanto offerto onde evitare di incorrere nel medesimo destino, tuttavia, conseguenzialmente alle rivelazioni dell’ultim’ora, la situazione potrebbe essere soggetta a nuove e catastrofiche evoluzioni.

Ulteriori risorse dedicate alla condivisione di contenuti in rete potrebbero infatti andare incontro ad un processo di oscuramento come nel caso specifico di Wupload, Putlocker, DepositFiles, Fileserve, Mediafire, ovvero alcuni tra i servizi della categoria in questione che risultano maggiormente utilizzati dalla vasta utenza, in particolar modo in seguito alla chiusura di Megaupload.

A volere fortemente l’oscuramento di queste e di altre piattafome è sempre la MPAA di cui ne fanno parte sei delle più grandi case di produzione cinematografica americana e delle quali la Paramount Pictures sarebbe la più agguerrita nei confronti del file sharing.

Megaupload processo

Megaupload: i dati a rischio e l’amicizia delle major

Megaupload dati

Dopo l’oramai ben noto blitz delle autorità statunitensi che ha portato alla successiva ed inevitabile chiusura dei servizi Megaupload, all’arresto di Kim Dotcom ed alla sua libertà vigilata sono seguiti periodi di silenzio, seppur brevi, circa l’evoluzione della vicenda.

Nel corso delle ultime ore, però, il caso Megaupload è tornato nuovamente a far parlare di sè a gran voce e la questione, questa volta, verte prevalentemente sulle sorti dei dati archiviati dagli utenti mediante l’oramai ex servizio di file hosting.

Già qualche settimana fa, a tal proposito, si era discusso del problema della conservazione dei dati archiviati dagli utenti su Megaupload, una procedura che, upload del materiale protetto da copyright a parte, veniva eseguita da numerosi internauti per il backup o, ancora, per la condivisione di file dalle grandi dimensioni perfettamente legali.

Quindi, al fine di ovviare all’insorgere di ulteriori spiacevoli situazioni, la EFF, in collaborazione con Carpathia, avrebbe attivato un apposito servizio per permettere agli utenti di rientrare in possesso dei propri file ma a partire dal momento dell’annuncio e sino ad oggi i conti dell’hosting provider non hanno ricevuto alcun versamento da parte di Dotcom.

Google difende Hotfile dall’accusa di violazione di copyright

Google difende Hotfile

I legali di Google, il gran colosso delle ricerche in rete, hanno deciso di tendere una mano verso Hotfile ed i suoi vertici nel tentativo di difendere la celebre piattaforma di file hosting da Motion Picture Association of America (MPAA) unendosi quindi alla resistenza del cyberlocker in un tribunale della florida.

Al centro della questione vi è l’accusa da parte dell’Organizzazione americana dei produttori cinematografici di condivisione illegale di contenuti protetti da diritto d’autore ed a detta dei quali sarebbe favorita da Hotfile, visione che, tuttavia, pare non essere condivisa da big G.

La richiesta da parte delle major di bloccare in maniera definitiva Hotfile è infatti giunta a Google come una vera e propria minaccia per la presenza in rete di svariati servizi apparentemente legali.

Secondo quanto sostenuto da Google, infatti, la DMCA (Digital Millenium Copyright Act), ovvero quella legge che le major stanno utilizzando per chiedere la chiusura dei siti che vanno a violare il copyright, prevede che tutte le varie ed eventuali violazioni di diritti d’autore vengano dimostrate in modo tale da poter mettere in evidenza come il provider sotto accusa, in questo caso Hotfile, sia effettivamente al corrente del misfatto.

Fileshut, cercare su oltre 50 servizi di file hosting simultaneamente

In rete esistono numerosi servizi gratuiti di file hosting come, ad esempio, i ben noti Rapidshare e Megaupload che pur permettono di uploadare un numero illimitato di file e di eseguirne il download risultano però manchevoli di un apposito motore di ricerca.

Questo, in altri termini, sta quindi a significare che per reperire e, successivamente, scaricare ciò di cui si ha bisogno sarà necessario vagare per il web mediante Google o altri motori di ricerca digitando le query adatte e scandagliando poi i molteplici risultati ottenuti.

Un’operazione di questo tipo, come sicuramente ben saprà gran parte di voi lettori di Geekissimo, potrebbe però portar via non poco tempo prezioso, cosa alla quale è possibile ovviare facilmente utilizzando Fileshut.

Uploading.to, caricare fino a 10 file su più servizi di file hosting contemporaneamente

Se siete soliti condividere i vostri file su svariati servizi di file hosting ma ritenete che doverne effettuare l’upload, volta dopo volta, su ciascuno di essi risulti un processo tanto fastidioso quanto, al contempo, scocciante allora sarete sicuramente ben felici di fare la conoscenza di un recente servizio web quale Uploading.to.

Di che cosa si tratta? Semplice: Uploading.to è una nuova risorsa online che, in modo totalmente gratuito e senza obbligo di registrazione, permetterà di effettuare l’upload dei propri file su più servizi di file hosting simultaneamente offrendo quindi l’opportunità di evitare di dover effettuare la medesima procedura per più e più volte e permettendo quindi di risparmiare del tempo prezioso.

Nel dettaglio sarà possibile eseguire l’upload di ben 10 file simultaneamente, di aggiungervi un’eventuale descrizione e di specificare i servizi di file hosting su cui si è intenzionati a caricare i vari file.