Yahoo

Yahoo, hacker rubano 500 milioni di account

Importanti, anzi importantissime notizie in arrivo per tutti i possessori di un account di posta elettronica Yahoo. Da pochissimo il colosso in viola ha infatti confermato la violazione dei suoi server e il furto dei dati degli utenti. La notizia era già stata anticipata nelle scorse ore ma la conferma ufficiale da parte del gruppo è giunta soltanto adesso.

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Nel dettaglio, l’attacco sarebbe avvenuto alla fine del 2014, molto probabilmente per conto di un governo straniero. Gli account interessati sono almeno 500 milioni, una cifra questa decisamente ben superiore rispetto a quanto inizialmente ipotizzato.

Hacker

Attacco hacker email: 272,3 milioni di account compromessi

Il team di Hold Security, società specializzata in sicurezza informatica, ha scoperto la messa a segno di una recente attacco da parte di un gruppo di hacker russi che hanno volato e messo a repentaglio la sicurezza di tanti, anzi tantissimi account di posta elettronica.

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Nel dettaglio, sono sati presi di mira ben 272,3 milioni di account email. Tra questi, 57 milioni appartengono al servizio Mail.ru mentre sarebbero 40 milioni gli account di Yahoo Mail interessati dalla violazione, 33 milioni quelli di Outlook e 24 milioni per Gmail. Tra i provider interessati anche realtà locali di Germania e Cina. Migliaia di credenziali apparterrebbero a dipendenti di istituti bancari, produttori e rivenditori statunitensi.

Spotify

Spotify è stato hackerato, meglio cambiare password

Durante il fine settimana appena trascorso ha fatto la sua comparsa sulle pagine del sito Internet Pastebin un elenco contenente le credenziali d’accesso a Spotify di centinaia di account. Trattasi di una lista estremamente dettagliata costituita da email, nome utente, password, tipologia di abbonamento (free, premium, familiare e via di seguito), paese di provenienza (da tutto il mondo), data del rinnovo e svariate altre informazioni.

Spotify

Si trarrebbe del risultato di una violazione del famoso servizio di streaming musicale. I vertici della società hanno però dichiarato alla redazione di TechCrunch di non aver subito alcun tipo di attacco garantendo inoltre che i dati degli utenti si trovano al sicuro.

Foto che mostra il funzionamento di Touch Id di Apple su iPhone

Touch ID di Apple, arriva l’hack fotografico

Se sino a questo momento la scansione delle impronte digitali era stata considerata come una tra le soluzioni più sicure disponibili sulla piazza per proteggere il contenuto dei device mobile quanto emerso nel corso delle ultime ore farà senza ombra di dubbio cambiare idea a molti.

Foto che mostra il funzionamento di Touch Id di Apple su iPhone

Jan Krissler, esperto che già in passato ha dimostrato come sia teoricamente possibile rubare un’impronta digitale per sbloccare un iPhone, ha svelato nuove e preoccupanti modalità riguardanti il Touch ID di Apple. Infatti, durante un meeting alla convention Chaos Computer Club l’hacker ha messo ben in evidenza come si possa ricavare l’intera scansione delle dita semplicemente da comuni fotografie.

Snapchat: rubati 4,6 milioni di username e numeri telefonici

Snapchat: rubati 4,6 milioni di username e numeri telefonici

Snapchat: rubati 4,6 milioni di username e numeri telefonici

Poco prima che il 2013 volgesse al termine il gruppo di hacker “etici” Gibson Security ha pubblicato un report testimoniante la non totale sicurezza di Snapchat in fatto di privacy degli utenti.

Nel corso delle ultime ore i “sospetti” di Gibson Security si sono però trasformati in realtà trovando riscontro in un attacco hacker tanto preoccupante quanto degno di nota. I numeri di telefono ed i nomi di oltre 4,6 milioni di utenti Snapchat del Nord America sono stati pubblicati online.

Su SnapchatDB, un sito web non ufficiale gestito da un team di hacker anonimi, è stato infatti concesso l’accesso per parecchie ore a due file contenti dettagli sugli utenti che utilizzano la celebre app di instant messagging.

Snapchat, privacy degli utenti a rischio hacker

Snapchat, privacy degli utenti a rischio hacker

Snapchat, l’app per smartphone con la quale è possibile inviare messaggi a tempo e che nel corso degli ultimi tempi sta riscuotendo gran successo al punto tale da aver attirato anche l’attenzione del buon Zuck (e non solo), ha cominciato a destare qualche preoccupazione in fatto di privacy e sicurezza. Già da qualche tempo, infatti, circolano in rete diverse voci in merito all’esistenza di una vulnerabilità che permetterebbe ad eventuali malintenzionati di recuperare facilmente informazioni sui contatti presenti all’interno del device sui quali l’app è in uso.

Tali voci hanno ora trovato conferma in un report recentemente pubblicato da Gibson Security, un gruppo di cosiddetti “hacker etici”, secondo cui, appunto, Snapchat sarebbe tutt’altro che un’app sicura e che qualora lo volesse un hacker potrebbe riuscire ad individuare, mediante la funzione Trova amici, ben 10.000 contatti in soli 7 minuti racimolando addirittura altri 5.000 numeri in un solo minuto aggiuntivo.

Account Google, 5 milioni di password pubblicate online

Rubate 2 milioni di password per l’accesso a Facebook ed altri servizi

Rubate 2 milioni di password per l'accesso a Facebook ed altri servizi

Stando a quanto emerso da un recente report pubblicato dai ricercatori di Trustwave SpiderLabs su un server in Olanda sono state raccolte ed archiviate circa 2 milioni di password utilizzate per accedere a Facebook, Twitter e LinkedIn oltre che ai servizi offerti da Google e da Yahoo!.

Nel dettaglio, oltre 1,5 milioni di username e password sono usate per effettuare l’accesso a vari siti web tra cui Facebook (318.121), Yahoo! (59.549), Google (54.437), Twitter (21.708) e LinkedIn (8.490). La password più diffusa (15.820 account) è “123456“ (viva la fantasia e l’attenzione verso la sicurezza!). L’elenco include inoltre 320.000 account email, 41.000 account FTP e 3.000 credenziali Remote Desktop.

WhatsApp e AVG in down: l’attacco arriva dal gruppo hacker KDMS

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Gli hacker sembrano ormai aver conquistato il mondo del web. Mensilmente riportiamo molti attacchi che colpiscono sempre più portali, come ad esempio quello della Lega Nord punito per le affermazioni di Calderoli.

Questa volta sono stati affondati sia il sito ufficiale di Whatsapp, la nota applicazione di messaggistica istantanea, sia quello del famoso antivirus AVG. Le home degli indirizzi sono state  completamente modificate e al posto di mostrare le normali informazioni dei programmi sfoggiavano una grafica nera e verde e l’attenzione si focalizzava su un preciso messaggio inserito dal nuovo gruppo di hacker palestinesi. Il team si fa chiamare KDMS e, oltre a chiarire la loro posizione nel testo scritto, hanno inserito anche un enorme bandiera della Palestina.

Attaco hacker ad Adobe: rubati 2,9 milioni di dati

Attaco hacker ad Adobe: rubati 2,9 milioni di dati

Attaco hacker ad Adobe: rubati 2,9 milioni di dati

Mediante la pubblicazione di un importante comunicato ufficiale Adobe ha dichiarato di aver subito, proprio nel corso delle ultime ore, un attacco hacker di notevole portata.

Stando a quanto reso noto dall’azienda i cybercriminali sono riusciti ad introdursi nella rete di Adobe e a rubare una quantità al momento non ancora ben definita di informazioni sugli utenti unitamente al codice sorgente di diversi prodotti.

I cracker hanno sottratto nomi, password, numeri facenti riferimento a carte di credito e di debito degli utenti Adobe e svariate altre informazioni relative agli ordini.

Tutte le password ed i numeri relativi alle carte di credito vengono conservate sui server dell’azienda in forma criptata motivo per il quale Adobe non ritiene che i cybercriminali siano riusciti a decifrarli.

Il gruppo ha fatto sapere che tutte le password associate all’Adobe ID saranno resettate e che gli utenti coinvolti riceveranno una notifica tramite posta elettronica mediante cui spiegato come modificare la password.

Tor

La polizia giapponese chiede il blocco di Tor

Tor

Mentre in Italia si discute di Twitter, la sua importanza nello scenario politico nazionale e la voglia di oscurarlo da parte di qualche giornalista notoriamente sopra le righe, in Giappone si parla in maniera decisamente più seria di Tor. Il celebre servizio di navigazione anonima è al centro delle polemiche per alcuni fatti di cronaca recenti e la National Police Agency giapponese (la FBI locale) vorrebbe chiedere agli ISP di bloccarlo per tutti gli utenti che ne fanno un uso “sospetto”, ossia particolarmente intenso.