Megaupload FBI

Megaupload, l’Fbi e i sequestri illegittimi

Megaupload FBI

Ulteriori ed interessanti info sono in arrivo dal versante Megaupload: stando a quanto reso noto proprio nel corso delle ultime ore l’impero di Kim Dotcom, messo sotto sequestro in seguito all’arresto del suo stesso creatore, per legge sarebbe dovuto restare online ragion per cui l’Fbi avrebbe violato la giurisdizione.

Nello specifico l’Fbi, che si è fatta carico di applicare la legge americana contro la violazione del copyright relativamente a Megaupload e servizi annessi, avrebbe agito in maniera illegittima, così come sancito dal tribunale, sconfinando in Nuova Zelanda, ovvero il paese in cui è stata registrata la società .com e dove lo stesso Kim Dotcom risiede.

Helen Winkelmann, giudice dell’Alta Corte neozelandese, ha infatti emesso il parere che il blitz avvenuto il 19 gennaio 2012 è stato illegale, una dichiarazione questa che va a smontare ben metà dell’impianto accusatorio.

Ad essere contestata è, in maniera particolare, la procedura poiché l’operazione condotta nel modo in cui è stato fatto non è giustificabile con il reato dell’imptato.

Megaupload FBI

Megaupload, le autorità statunitensi dovranno fornire tutte le prove

Megaupload prove autorità USA

Sono tre le settimane concesse come tempo massimo alle autorità statunitensi per poter consegnare alla difesa tutto il materiale utile a contrastare la richiesta d’estradizione negli USA dei vertici dell’impero Megaupload, così come sancito proprio nel corso delle ultime ore dal giudice del distretto neozelandese Auckland David Harvey.

Nel dettaglio, le autorità statunitensi dovranno fornire ai legali dell’ex impero dell’hosting tutte le copie del materiale sequestrato a Kim Dotcom unitamente alle prove raccolte dall’FBI negli ultimi tempi.

L’azione è conseguenziale alla protesta in aula di Ira Rothken, avvocato di Dotcom.

Al fondatore di Megaupload, infatti, erano stati portati via numerosi hard disk poi spediti negli USA senza alcuna autorizzazione da parte del giudice neozelandese motivo per il quale le autorità a stelle e strisce sono accusate di voler temporeggiare per evitare che Dotcom e gli altri suoi soci riescano a difendersi.

Nuova Zelanda, i cittadini sceglieranno con un wiki la nuova legge di polizia

Che la Nuova Zelanda fosse un paese molto democratico con un’altissima qualità della vita era risaputo. Ma che i cittadini potessero votare e discutere la nuova legge di polizia di grazie a un Wiki… è pura fantascienza. La polizia del piccolo stato orientale, infatti, ha lanciato un Wiki che permette a tutti i cittadini di discutere e creare da zero il nuovo “police act”, la legge di polizia.

“La gente la chiama ‘democrazia estrema’, e forse ha ragione”, ha spiegato in un’intervista il sovrintendente Hamish McCardle, responsabile del progetto. “I cittadini sono i nostri clienti, e quindi a chi chiedere consigli, se non a loro?”.