Nuove regole tutela dati online utenti

Garante Privacy, nuove regole per la tutela dei dati online

Nuove regole tutela dati online utenti

Dal Garante per la Privacy sono giunte, proprio nel corso delle ultime ore, le nuove regole alle quali, a partire da questo momento, dovranno attenersi sia le società impegnate sul fronte della telefonia, TLC, sia gli internet service provider o, molto più semplicemente, ISP.

Nello specifico il Garante ha evidenziato quelli che sono i nuovi obblighi in merito ai casi di violazione dei databse conseguenzialmente ai quali potrebbe avvenire la perdita, il furto o, ancora, l’eventuale diffusione indebita dei dati personali degli utenti.

Le linee guida stabilite dal Garante per la sicurezza dei dati personali, infatti, vanno a delineare i passi attraverso i quali dovrà eventualmente svilupparsi la situazione nel momento in cui avvenga una violazione.

Google Street View mega aggiornamento

Google Street View, i dati sensibili non sono ancora stati eliminati

Google Street View dati utenti

Si torna a discutere ancora una volta di Google e, per l’esattezza, della spinosa faccenda relativa a Street View ed alle accuse provenienti da oltre la Manica e facenti riferimento alla raccolta dei dati sensibili effettuata, oramai da circa due anni a questa parte, da big G mediante le sue Google Cars e le apparecchiature ad esse annesse adibite a fotografare le strade del globo terrestre al fine di arricchire il suo servizio.

Nello specifico Google aveva ammesso, qualche tempo addietro di aver raccolto, così come appena descritto, diversi dati sensibili degli utenti sfruttando le reti Wi-Fi.

Lo scorso dicembre le autorità avevano quindi ordinato a Google di procedere alla cancellazione definitiva dei dati in questione.

Skype 2 miliardi di minuti al giorno

Skype, un bug invia i messaggi ai contatti sbagliati

Skype bug invio messaggi utente sbagliato

A lanciare l’allarme è stato uno tra i tanti milioni di utenti che, su base giornaliera, si serve di Skype e la cosa è stata poi confermata dai tecnici dello stesso: nel celebre client VoIP è presente un bug che potrebbe portare a conseguenze tanto spiacevoli quanto, al contempo, fastidiose.

Il bug, infatti, stando a quanto reso noto, comporterebbe l’invio di messatti di testo ai contatti sbagliati.

Infatti, così come segnalato sul forum ufficiale di Skype, anziché recapitare i messaggi agli utenti a cui questi dovevano essere diretto Skype ha fatto più volte confusione inoltrando il testo ad altri contatti presenti nella rubrica.

Microsoft cybercrime center

ItalianShare, Tex Willer è stato arrestato

Arresto Tex Willer italian Share

Sul finire del 2011 le autorità avevano provveduto a chiudere cinque dei siti web (Italianshare.net, musicshare.italiannetwork.net, filmshare.italiannetwork.net, uwp.italiannetwork.net e www.italiansexy.net) appartenenti a Tex Willer, l’uomo, così soprannominato in rete, fondatore del network ItalianShare, uno tra i più conosciuti ed attivi tra gli scaricatori illegali del Bel paese.

Chiusura dell’intero network a parte, il capo di ItalianShare ha poi rischiato di andare incontro a pesanti sanzioni penali ma sino a questo momento non era stata ancora resa nota alcuna info a riguardo.

Nel corso delle ultime ore, però, sono emerse nuove ed interessanti informazioni a tal proposito.

Tex Willer, a quanto pare, non avrebbe macchiato la propria azione solo e soltanto con la pirateria ma sarebbe anche andato oltre rivendendo le credenziali degli utenti iscritti al network e sfruttando poi i dati in suo possesso per procedere alla creazione di carte di credito da utilizzare per i propri interessi.

Google multa FTC Safari

Google: multa da 22,5 milioni di dollari per chiudere il caso Safari

Google multa FTC Safari

Qualche tempo addietro aveva fatto particolare scalpore la notizia relativa alle modalità mediante cui Google, il gran colosso delle ricerche in rete, aveva aggirato il blocco dei cookie di Safari così da poter tracciare con maggior facilità gli utenti impegnati nell’utilizzo del browser web targato Apple.

Ora, a distanza di qualche mese, si torna a discutere ancora una volta del caso in questione: stando a quanto reso noto nel corso delle ultime ore pare che Google abbia trovato un accordo con la U.S. Federal Trade Commission (FTC) che prevede il pagamento di una somma pari a 22,5 milioni di dollari, circa 16.000 dollari per ogni giorni di violazione, per chiudere la questione.

Al di là della causa per la quale dovrà essere versata la cifra in questione la multa va ad assumere particolare importanza poiché va a configurarsi come quella più alta mai applicata sino a questo momento dalla FTC ad una singola azienda.

Google Street View Regno Unito

Google Street View, riaperto il caso nel Regno Unito

Google Street View Regno Unito

Si continua a parlare di Google, di Street View e di quella che è la situazione del celebre servizio offerto da big G in Europa poiché, proprio nel corso delle ultime ore e così come avevano anticipato alcune voci di corridoio, le autorità britanniche hanno deciso di riaprire il caso di cui si è tanto parlato settimane addietro.

A finire nell’occhio del ciclone è la presunta violazione di privacy del servizio di mappatura delle strade di Google Street View ed a dare il via alla nuova indagine è stato lo studio dell’Information Commissioner’s Office (ICO) del rapporto statunitense in merito al caso.

L’accusa è sempre la stessa ovvero quella di aver raccolto i dati personali degli utenti con reti Wi-Fi aperte unitamente a foto di strade e case da utilizzare per arricchire e completare il servizio Street View.

Inizialmente, a tal proposito, il Commissario alla privacy britannico aveva ritenuto valido quanto sostenuto da Google secondo cui, appunto, la raccolta in questione era stata effettuata in maniera accidentale ed aveva quindi accettato le scuse di big G e preso per buona la promessa di cancellare il tutto.

Google Street View multa 7 milioni di dollari

Street View: la vittoria di Google in Svizzera

Google Street View vittoria in Svizzera

Si torna a discutere ancora una volta di Google e, nello specifico, di Street View ma, a differenza di quanto accaduto alcuni giorni addietro, ad essere sotto esame è un particolare algoritmo impiegato da big G, quello mediante cui viene eseguito lo sfocamento automatico di volti e targhe dei veicoli che risultano riconoscibili nelle foto del servizio.

I giudici della Svizzera, uno tra i pesi europei più attenti in fatto di privacy, hanno infatti stabilito che Google non deve e non dovrà intervenire sull’algoritmo in questione.

Secondo la Suprema Corte Svizzera, infatti, big G non ha alcun obbligo di garantire che il 100% dei visi ripresi in Street View siano oscurati.

È infatti sufficiente che l’azienda si sia attivata sin dal primo momento per eseguire la procedura in questione automaticamente rendendosi disponibile per l’offuscamento manuale qualora necessario tenendo conto delle eventuali segnalazioni degli utenti.

Google Buono a sapersi

Google lancia Buono a sapersi, il progetto per la privacy in rete

Google Buono a sapersi

Dopo l’iniziativa di Microsoft denominata SicuriOnline anche Google ha ben pensato, sempre agendo in collaborazione con la Polizia si Stato, di lanciare in Italia la campagna “Buono a sapersi” con l’intento di permettere a tutti gli utenti che sono soliti navigare in internet di incrementare, per quanto possibile, il proprio grado di sicurezza online gestendo e controllando in maniera ben più consapevole i propri dati condivisi in rete.

Il progetto, la cui sponsorizzazione è stata avviata nel coso della giornata di ieri, risulta tutto basato su un apposito sito web mediante il quale si ha l’opportunità di consultare un glossario indicante tutti quelli che sono i termini tecnici maggiormente incontranti navigando online e di ricevere utili consigli su questioni chiave quali, ad esempio, come e perché scegliere una password efficace, in che modo evitare le frodi informatiche e molto altro ancora.

Google Street View sanzione Germania

Google e il caso Street View: sotto inchiesta nel Regno Unito

Google Cars inchiesta dati rubati

Di Google Street View, delle Google Cars e della questione dati personali degli utenti se ne discute già da qualche tempo a questa parte ma, proprio nel corso delle ultime ore, il caso sembrerebbe aver suscitato nuovamente l’interesse delle autorità e, nello specifico, di quelle del Regno Unito.

Infatti, dopo che nel 2010 la Information Commissioner aveva definito il gran colosso delle ricerche in rete colpevole ma in maniera involontaria e, proprio per tale ragioni, non punibile ora, invece, viene alla luce un’altra scomoda verità: le Google Cars sono state progettate appositamente per raccogliere dati.

Le informazioni private raccolte comprensive di dati quali conversazioni di messagistica istantanea, URL, nomi utente e password, foto e quant’altro tratte dalle reti WiFi private non criptate sarebbero quindi state archiviate volutamente dal gran colosso del web che, qualche anno addietro, aveva assicurato che il tutto era stato frutto di un grosso errore.

Privacy Agent, rimuovere facilmente tutti i dati di navigazione memorizzati dai browser web

Rimuovere tutte quelle che sono le tracce relative alla propria navigazione effettuata online non significa solo cancellare la cronologia di ciascun browser web in uso ma l’operazione in questione implica anche la rimozione di vari altri dati come, ad esempio, i cookie, la cache, le password digitate etc., un’operazione questa che si rivela di fondamentale importanza al fine di incrementare il proprio grado di privacy, specie quando ci si ritrova a dover condividere l’utilizzo di una data postazione multimediale anche con altri utenti.

Per cancellare tutti i dati di navigazione di uno o più browser web è possibile servirsi delle apposite opzioni integrate a ciascuno di essi ma tutto ciò può essere eseguito in maniera decisamente ben più semplice ed ancor più intuitiva ricorrendo all’utilizzo di Privacy Agent.

Si tratta, appunto, di un software totalmente gratuito ed utilizzabile senza alcun tipo di problema su tutti i sistemi operativi Windows (sia a 32-bit sia a 64-bit) che, mediante un’accattivante interfaccia utente (ad inizio post ne è anche disponibile uno screenshot illustrativo), permette di cancellare tutti i dati salvati e memorizzati dal browser durante la navigazione online.

Europa contro Google Street View

UE di nuovo contro Street View, Google sapeva

Europa contro Google Street View

Di Google Street View e della questione legata alla raccolta dei dati in transito sulle reti Wi-Fi senza alcuna protezione se ne era iniziato a parlare nuovamente, dopo mesi e mesi di silenzio, proprio nel corso delle ultime settimane e la vicenda, a quanto pare, non sembra esser destinata a finire nel dimenticatoio.

L’Unione Europa si è infatti scagliata contro big G ed il suo Street View accusando la ben nota azienda di essersi comportata in maniera tutt’altro che trasparente e a scatenare l’ira dei rappresentati del Vecchio Continente pare sia stata la pubblicazione online di un resoconto elaborato dalla Federal Communications Commission (FCC) americana nel quale risultano presenti tutta una serie di prove che andrebbero ad “incastrare” Google.

CISPA approvata

CISPA è stata approvata dalla Camera dei Rappresentati USA

CISPA approvata

Con ben 248 voti a favore e 168 contrari la Camera dei Rappresentati USA ha approvato CISPA (ovvero Cyber Intelligence Sharing and Protection Act), il grande fratello della rete, quella che, molto più semplicemente, per così dire, può essere definita come la SOPA della sicurezza e che sin da subito ha ottenuto il supporto di diversi tra i più importanti nomi del panorama dell’IT come nel caso di Microsoft, Facebook, IBM, Oracle e molti altri ancora.

Lo scopo della CISPA è infatti quello di realizzare una rete di prevenzione da attacchi informatici che, tuttavia, va a trasformarsi in una sorta di monitoraggio costante di tutto, o quasi, quello che è il materiale condiviso online.

LockMyFavs, salvare i preferiti in the cloud e preservarne l’accesso con una password

Navigando frequentemente online capita altrettanto spesso di ritrovarsi ad avere a che fare con pagine web che, per un motivo o per un altro, potrebbe essere utile aggiungere ai preferiti del browser in uso in modo tale da potervi accedere rapidamente anche in un secondo momento… peccato però che un’operazione di questo tipo comporti non pochi problemi per quanto concerne la questione privacy nel caso in cui il computer in uso venga condiviso anche con altri utenti.

Onde evitare di andare incontro a spiacevoli e fastidiosi situazioni potrebbe quindi risultare molto ma molto utile utilizzare una risorsa quale LockMyFavs.

Di che cosa si tratta? Scopriamolo subito!

Facebook: la password non va mai fornita a terzi, neanche al capo

Facebook password datori lavoro

A quanto pare durante l’ultimo periodo una nuova pratica ha iniziato a diffondersi in maniera sempre più frequente e, sopratutto, insistente, tra i datori di lavoro delle aziende: quella di chiedere, in sede di colloquio, le password degli account Facebook di coloro che potrebbero essere assunti come nuovi dipendenti nel tentativo di indagare più a fondo nella loro vita privata con la scusa di poterli conoscere meglio ed evitare future e fastidiose brutte sorprese.

Tale consuetudine, scorretta e tutt’altro che in linea con quella che dovrebbe essere il diritto alla riservatezza che spetta a ciascun utente iscritto al ben noto social network in blu, è stata immediatamente denunciata da Zuckerberg in persona e dal suo team mediante la pubblicazione di un apposito comunicato.

Tale informativa, messa all’attenzione degli utenti iscritti a Facebook proprio nel corso delle ultime ore, altro non è che un chiaro invito a non fornire mai a terzi la password per effettuare l’accesso al proprio account creato sulla rinomata risorsa di social networking.