Il Governo del Regno Unito ha in programma di abbandonare Mirosoft Office per adottare soluzioni open source, più economiche e in grado di assicurare una maggiore compatibilità dei documenti con l’esterno. Lo ha annunciato il ministro Francis Maude che ha sottolineato la necessità di sfuggire al “piccolo oligopolio” che vede un numero ristretto di grandi aziende dietro a tutti i software utilizzati dall’amministrazione UK (e non solo, come ben sappiamo).
pubblica amministrazione
La Gendarmeria nazionale francese abbandona Windows e passa a Linux
La Gendarmeria nazionale francese è sempre stata una paladina dell’open source. Nel 2004 decise di eleggere l’ODF come formato standard per i propri documenti (installando OpenOffice in luogo di Microsoft Office su tutti i PC), successivamente impose ai propri dipendenti l’utilizzo di altri software liberi, come Firefox per la navigazione Web e Thunderbird per la comunicazione elettronica, ed ora, in vista della morte definitiva di Windows XP, ha scelto di convertire a Linux il suo intero parco di computer.
Trento passa all’open source
Nella giungla di tagli selvaggi a cui ci siamo tristemente abituati negli ultimi tempi, le istituzioni locali del nostro Paese riescono ancora a prendere qualche decisione intelligente in grado di coniugare l’esigenza di risparmio con il bene dei cittadini. La provincia di Trento, ad esempio, ha appena approvato una nuova legge sull’uso del software open source e la diffusione degli standard aperti nell’amministrazione pubblica.
Pubblica Amministrazione e Web, nuovo scandalo: il logo della città di Salerno pagato 200.000 euro [aggiornato]
Dopo la tristemente epica storia di Italia.it e il suo logo, la Pubblica Amministrazione italiana torna a far (s)parlare di sé per delle decisioni scellerate e delle spese folli legate al marketing e al Web.
Nella giornata di ieri, il Comune di Salerno ha presentato ufficialmente il suo nuovo logo, quello che dovrebbe rappresentare e promuovere la città in tutto il mondo: una sfera blu con una “S” gialla al centro e una sfumatura che taglia al centro tutta l’immagine.
Nulla di che, verrebbe da dire guardandolo. Ma in effetti, quello che fa discutere di questo logo non è il suo aspetto (discutibilissimo) bensì il suo prezzo, che si vocifera si sia aggirato intorno ai 200.000 euro. Soldi dei contribuenti, chiaramente.
Windows Vista vietato nella pubblica amministrazione texana
