L’Antitrust multa Estesa Limited per la truffa Italia-Programmi.net

Antitrust multa truffa Italia-Programmi.net

Nel corso delle ultime ore l’Antitrust ha comunicato di aver stabilito una sanzione pari 1,5 milioni di euro per la Estesa Limited, ovvero l’azienda avente sede alle Seychelles responsabile della truffa, di ben 2,4 milioni all’anno, relativa ad Italia-Programmi.net.

L’azienda, che almeno per il momento non ha cercato di difendersi in alcun modo, è infatti colpevole di aver aggirato circa 25 mila consumatori sfruttando pratiche commerciali ingannevoli messe a punto mediante il sito web www.italia-programmi.net, altrimenti noto anche come ex Easy Download.

I software scaricabili dal sito web, infatti, pur promossi come gratuiti risultavano tali soltanto in apparenza poiché, in realtà, il consumatore, previa immissione dei propri dati personali, sottoscriveva, senza avere la possibilità di visionare i termini contrattuali e le modalità di pagamento e, di conseguenza, in maniera del tutto inconsapevole, un contratto d’abbonamento avente la durata di due anni con importo annuo pari a 96 euro.

Dopo circa una decina di giorni dal processo di sottoscrizione la società iniziava poi ad inviare, sia tramite e-mail sia mediante vere e proprie lettere, solleciti di pagamento in cui, unitamente all’importo da versare mediante bonifico bancario, non mancavano eventuali toni minacciosi e costi aggiuntivi con tanto di avvertimenti di un’azione legale verso il consumatore.

Apple: ricorso contro la condanna dell’Antitrust in Italia

Apple ricorso Antitrust Italia

È oramai da alcuni giorni che tutti i media parlano, in maniera più o meno insistente, della multa di 900 mila euro con la quale Apple, conseguenzialmente alla vicenda relativa alla politica adottata nel gestire la garanzia dei prodotti, si ritrova ora a dover fare i conti.

Da pochissimo, però, stando a quelle che sono le ultime informazioni attualmente in circolo, la ben nota azienda della mela morsicata sarebbe ora pronta a ricorrere contro l’Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).

Secondo quanto reso noto, infatti, nonostante quanto messo in risalto dall’Antitrust, Apple, allo stato attuale delle cose, sarebbe già in una piena condizione di rispetto di quelle che sono le leggi italiane, motivo per il quale tenterà il ricorso.

Prezzi troppo alti per gli LCD: i colpevoli pagheranno 553 milioni di dollari

Multa contro cartello LCD

Sette tra i giganti dell’elettronica di consumo, tra cui anche Samsung e Sharp, erano finiti nel mirino dell’antitrust di ben otto stati statunitensi (Arkansas, California, Florida, Michigan, Missouri, New York, West Virginia e Wisconsin) accusati di aver messo in piedi un vero e proprio cartello per la vendita di monitor LCD ma, stando a quanto annunciato dal procuratore di New York, nelle ultime ore è stato possibile giungere ad un accordo per una sanzione pari a 553 milioni di dollari.

Le aziende coinvolte avranno ora la possibilità di liquidare, previo pagamento della sanzione in questione, enti governativi ed associazioni di consumatori mettendo quindi fine ad una storia che, stando a quelle che sono le informazioni attualmente disponibili, è iniziata nel 1999 ed è poi sfociata, nel 2006, in una denuncia partita in Giappone e in Corea.

La battaglia contro un trust sospettato di aver mantenuto i prezzi alti dei monitor LCD contro le leggi della concorrenza avrebbe causato, attenendosi alle stime, circa un miliardo di dollari di danni all’economia statunitense.

Apple trimestre record

Apple: multa italiana da 900 mila euro

Apple multa italiana 900 mila euro

Conseguenzialmente alle indagini dell’Antitrust circa le presunte pratiche commerciali scorrette messe in atto da Apple nella vendita dei propri prodotti per quanto concerne il territorio italiano la ben nota azienda di Cupertino si ritrova adesso a dover fare i conti con una multa pari a ben 900 mila euro.

Tocca ora ad Apple regolarizzare quanto prima la propria posizione e rendere nota la sanzione in questione alla vasta utenza mediante il proprio sito web ufficiale.

Ad essere finita sotto accusa è la politica adottata da Apple nel gestire la garanzia dei propri prodotti.

The Pirate Bay di nuovo nei guai

the-pirate-bay-logo

La vicenda giudiziaria di The Pirate Bay, il noto sito di condivisione file .torrent, sta andando avanti ormai da mesi e sul web se ne è parlato tanto.

La questione principale è sempre la violazione del copyright, un cliché a cui ci hanno abituato la periodica caccia alle streghe nei confronti di quei portali, software e gruppi che mettono a disposizione di tutti gli utenti link a materiale protetto da copyright.

Il caso giudiziario si articola su un copione ben conosciuto. L’accusa è di violare le leggi sul diritto d’autore mentre la difesa si basa semrpe sul fatto che il materiale illegale non è detenuto da coloro che lo pubblicizzano.

Su questa linea The Pirate Bay è ricorsa in appello contro la richiesta della Corte di Amsterdam di bloccare l’accesso agli utenti olandesi. L’appello purtroppo ha peggiorato le cose. Con una prassi alla quale siamo stati abituati The Pirate Bay è stata accusata di “aver favorito la violazione del copyright” ed entro 3 mesi dalla sentenza dovrà provvedere ad eliminare tutti i link che verranno indicati dal BREIN (il corpo antipirateria olandese).