Google Play Store, guadagnare credito rispondendo a questionari

Google Play Store, guadagnare credito rispondendo a questionari

Google Play Store, guadagnare credito rispondendo a questionari

Nel corso degli ultimi giorni il team di Google ha dato il via, in Italia, ad una nuova iniziativa in ambito Android che di certo risulterà particolarmente interessante per la maggior parte di coloro che si servono di dispositivi basati sul sistema operativo del robottino verde.

Grazie all’app Google Opinion Rewards, scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet, il colosso di Mountain View ricompensa gli utenti per il loro tempo speso nel rispondere a questionari e sondaggi regalando del credito da spendere su Play Store per l’acquisto di app, giochi, film, musica, libri o altri contenuti.

Iniziare è davvero facile. Scarica l’app e rispondi alle domande di base su di te. Ti invieremo i sondaggi all’incirca una volta alla settimana, ma potresti anche riceverli con una frequenza maggiore o minore. Riceverai una notifica sul telefono quando sarà pronto un sondaggio breve e pertinente e potrai ottenere fino a 0,75 euro in crediti Play se lo completi. Le domande potranno spaziare da “Qual è il logo migliore?” e “Qual è la promozione più interessante?” a “Quando prevedi di partire per il prossimo viaggio?”.

MicroPoll, creare velocemente un modulo per i sondaggi da inserire nel proprio sito

Per i blogger o per chi possiede un sito in generale, può essere interessante cosa ne pensano i propri utenti su un determinato argomento. I motivi sono tanti, ma i principali sono: Pura curiosità, tanto per vedere il bacino di utenza del nostro blog; Indagine di mercato che possono essere utili per migliorare il servizio offerto agli utenti. Chiedere a ciascun utente cosa ne pensa di un determinato argomento non è di certo la via più veloce, per questo dio ha creato i sondaggi, meglio ancora se a risposta multipla (forniscono informazioni in modo migliore e più veloce).

Oggi voglio proprio presentarvi un servizio online gratuito che vi permetterà di creare velocemente dei semplici sondaggi, e tenere sempre sott’occhio i risultati. Il suo nome è MicroPoll, ed in solamente qualche minuto vi permetterà di ottenere il vostro modulo per il sondaggio pronto da embeddare ed usare.

Vorbeo, creare sondaggi da applicare al proprio blog

sondaggi

Sempre più spesso si cerca di ottenere una maggiore qualità del servizio. Ma come? La maniera più semplice per capire se un utente è attratto o meno dagli argomenti del nostro sito web / blog è quella di creare appositi sondaggi. E’ proprio tramite questi sondaggi che molti webmaster individuano argomentazioni, pareri ( seppur molte volte contrastanti ) e pecche possibili da migliorare. Il fine di questo scopo è la maggiore visibilità del sito web stesso.

Ecco che, impellenti come un orologio svizzero arrivano i sondaggi. Ma come crearne uno? Solitamente nei CMS c’è sempre qualche modulo che ci consente di adattarlo alle nostre esigenze ma nonostante tutto, tramite l’applicazione online in stile web 2.0 che andremo a vedere, potremmo creare i sondaggi che vorremmo.

Il suo nome è Vorbeo, e senza perderci in troppe chiacchiere andiamo a verificarlo nel dettaglio.

Firefox ancora in salita! Sono 270 milioni gli utenti!

Mozilla Firefox

Firefox è uno dei migliori browser attualmente in circolazione. Come ben sapete, la lotta tra i vari browser non si combatte con le nuove funzioni, o meglio dovrebbe essere così, ma le aziende puntano più sul numero di utenti che usano il loro prodotto, sulla percentuale di mercato coperta. Beh, il primo posto spetta a Internet Explorer, non certo per la qualità del prodotto che risulta scadente ed in alcune versioni pessima.

Firefox, si prende il secondo posto. Lo scorso 4 maggio, sul blog di Mozilla sono stati dati alcuni dati. Attualmente Firefox non ha all’interno un codice in grado di controllare in quanti utilizzano il software, ma ogni giorno, il Browser si collega al server di Mozilla dove risiedono gli aggiornamenti ogni giorno. Contando i ping che vengono fatti quotidianamente si è riusciti a tirare una somma.

Windows 7: è Microsoft a far trapelare le varie build sulla rete torrent?

Un lecito dubbio, quasi una chiacchiera da bar, nulla più. Abbiamo però il dovere di riportare un vociare sempre più insistente che serpeggia su forum, blog e social network di tutto il mondo: dietro il continuo trapelare di build di Windows 7 sulla rete torrent potrebbe esserci la stessa Microsoft.

Gli indizi a favore di questa ipotesi? A dire il vero non ce ne sono tantissimi, ma il fatto che tutti questi sistemi risultino tranquillamente attivabili on-line (quindi con un rapporto diretto con i server dell’azienda di Redmond) ha lasciato più di qualche perplessità a molti utenti.

Il motivo di questa strana mossa, invece, ci sembra più che plausibile: creare un grosso hype mediatico intorno ad un prodotto in dirittura di commercializzazione, qualunque sia il suo valore effettivo (che, in questo caso, è indiscutibilmente buono), giocando su quel retrogusto di “proibito” che aleggia dietro il download di una versione non ufficialmente rilasciata di un software.

La crisi aiuterà la diffusione di Linux? Diteci la vostra!

Secondo qualcuno, la crisi globale ha portato ad un significativo incremento delle vendite dei libri (vendite, non letture, specifichiamo), per altri questo momento di depressione porterà ad un aumento demografico nei paesi occidentali. Altri ancora, come i sondaggisti di IDC, hanno riscontrato che la recessione sta spingendo molte aziende verso il mondo Linux.

Certo, si tratta solo di una ricerca (per giunta sponsorizzata da Novell), ma che in tempi di relativa magra vi sia una certa tendenza da parte delle aziende ad ottimizzare tecnologie e costi – come sottolineato proprio dal documento “Linux Adoption in A Global Recession” relativo a quest’indagine – è innegabile, ed è proprio in questo frangente che la pacifica “armata” dell’open source si vede come vittoriosa in numerosi campi.

ASUS presenta un laptop con 2 touch-screen. Siamo pronti ad abbandonare mouse e tastiera?

La sua commercializzazione non è ancora prevista, ma il laptop con doppio touch-screen presentato da ASUS al CeBIT sta già facendo parlare molto di sé. Si tratta infatti di un prototipo – animato da Windows 7 – estremamente interessante, che potrebbe fornirci una succulenta anteprima di quelli che potrebbero essere i computer portatili del prossimo futuro. Delle macchine che, in maniera del tutto spregiudicata, cantano il de profundis a dispositivi come mouse e tastiere.

Il “sorcio” più amato da noi geek ed i tasti plasticosi, che ogni santo giorno straziamo con il nostro picchiettare stressato, potrebbero cedere presto il passo ad interfacce utente riprodotte su schermi a sfioramento e penne digitali. Un futuro che, quasi inutile sottolinearlo, ci affascina non poco, ma che potrebbe far venir da pensare a chi, da vent’anni o più, interagisce con i PC nella stessa maniera e potrebbe veder venir meno tutte le sue “certezze”.

Chi ucciderà il P2P?

Ormai sono oltre dieci anni che, con il piglio di chi sa che deve battersi contro tutto e tutti, il mondo del P2P resiste ai sempre più numerosi attacchi da parte delle lobby che lo vedono come principale bersaglio da abbattere il prima possibile.

Peccato che la maggior parte di questi “signori” non sappia che il peer to peer non è sempre sinonimo di illegalità e che, analizzando lo stato attuale della grande rete, non è da escludere l’ipotesi che questo diffusissimo sistema di condivisione dei dati possa morire di morte naturale, senza processi o annunci “terrorizzanti” tesi a screditarlo. Non per mano delle major, non per colpa di imposizioni dettate ai provider, ma per la stessa Internet: un mezzo capace di evolversi e mutare rapidamente sotto gli occhi di chi la frequenta giornalmente, talvolta vestendo un ruolo di rivoluzionaria senza nemmeno accorgersene.

Dai video di YouTube in alta definizione (e simili) a servizi di hosting gratuito, passando per i motori di ricerca musicali, basta guardarsi intorno per capire che il P2P ha assunto ruolo decisamente inferiore rispetto a quello che rivestiva qualche anno fa. E l’escalation dei servizi web potrebbe continuare all’infinito, tanto da far scomparire quasi del tutto eMule e soci.

I netbook “uccideranno” Microsoft? Diteci la vostra!

Tra i software open source, la sempre agguerrita Apple, gli avanzatissimi servizi web di Google e la crisi economica (che ha già fatto numerose vittime) il cammino di Microsoft nel mercato globale si è sempre più riempito di ostacoli. Il che non rappresenta un male assolto, visto che più concorrenza c’è e migliore diviene l’offerta a disposizione del cliente.

C’è però un fattore che quasi tutti avevano sottovalutato, quello che più di ogni altro sta mettendo i bastoni tra le ruote al gruppo di Redmond e che vede dischiudere dinnanzi a sé la strada verso un successo senza confini certi: i netbook. Sì, proprio loro, gli economici computer portatili “miniaturizzati” destinati soprattutto ad attività basilari quali la navigazione in Internet e la videoscrittura. Un fenomeno che, se non ben compreso da Steve Ballmer e soci potrebbe mettere in seri guai l’impero fondato da Zio Bill (e quando nella stessa frase ci sono il nome di “Stevie” ed il termine “comprendere” gli scenari che si stagliano al nostro orizzonte possono essere i più inimmaginabili).

Windows XP sarà il nuovo Windows 98? Diteci la vostra!

Non occorre certo sfogliare decine di siti web per individuare pagine in cui Windows Vista, il tanto vituperato predecessore di Seven, viene paragonato a Windows Me, probabilmente il peggior prodotto software mai uscito dai laboratori Microsoft. Un paragone che – diciamolo subito – tralasciando il ruolo transitivo di entrambi gli OS (Millenium verso XP e Vista verso Windows 7) non regge sotto alcun punto di vista, né tecnico, né qualitativo.

Potrebbe reggere, invece, l’analogia che vuole “experience” destinato a percorrere la stessa strada di Windows 98, la quale ha portato quest’ultimo a divenire una sorta di feticcio informatico alla cui dipartita molti utenti non vogliono rassegnarsi. Tanto è vero che basta “googlare” un po’ per veder saltar fuori dei service pack non ufficiali per una piattaforma non più supportata dalla casa produttrice da ormai diversi anni, potendo riscontrare che gli ultimi “update” risalgono addirittura a quattro mesi orsono.

Cose che, a primo acchito, sembrano a dir poco incredibili. Eppure potrebbero ripetersi, addirittura in maniera più “massiccia”.

Windows 7 riuscirà ad “uccidere” XP? Diteci la vostra!

Stando a quanto si legge in giro per la rete, accadrà di nuovo. Come già verificatosi con quella di Windows Vista, anche l’uscita di Windows 7molto probabilmente – causerà una spaccatura decisa nell’opinione pubblica geek: da un lato ci saranno quelli che, pur lamentandosi (giustamente) delle alte richieste hardware di Vista, trovano quest’ultimo un sistema operativo tutto sommato buono e non attendono altro che Seven per liberarsi di un “peso”. Dall’altro quelli che, in attesa di determinanti innovazioni tecniche (nuovo file system, UI riscritta da zero, kernel rivoluzionato, ecc.) da troppo tempo, hanno “glissato” il penultimo nato in casa Microsoft e, resistendo al fascino del touch-screen, hanno deciso di fare lo stesso con il nuovo OS.

In tutto ciò, accordando pienamente con il detto che vuole il terzo godere tra i due litiganti, Windows XP se la ride, con la consapevolezza di rimanere ancora per qualche anno sui PC degli utenti di tutto il mondo… o no?

Windows 7 bloccherà la diffusione di Linux? Diteci la vostra!

Anche se, a primo acchito, potrebbe sembrare un paradosso bello e buono, uno dei maggiori artefici dell’incremento degli utenti Linux in tutto il mondo è stato Windows Vista. Un sistema che, a causa delle sue non eccezionali prestazioni su computer non di primissimo pelo, è riuscito a far quantomeno avvicinare anche utenti non propriamente definibili come geek al mondo del pinguino.

I risultati ci sono stati, ed il W3C Counter (che no, non è un’azienda addetta alla pulizia dei bagni pubblici!) parla abbastanza chiaro: dal Maggio del 2007, in cui i visitatori della grande rete ad utilizzare il sistema open source erano quantificabili in un discutibile 1.26%, c’è stato un incremento pari al 70% (o giù di lì) di questi ultimi. Nel Dicembre del 2008, infatti, il numero di “internauti” a sfruttare Linux parrebbe essere salito ad un promettente 2.13%. Una bella cifretta, soprattutto considerando il fatto che – per le medesime fonti statistiche – gli utenti Mac si attestano globalmente al 5.24%.

Ma da qui a breve, con l’arrivo della versione finale di Windows 7 sul mercato, cosa succederà?

Anti-Spyware: quali funzionano su Windows 7? Diteci la vostra!

Anche se quest’affermazione farà sbellicare dalle risate la gran parte degli utenti Linux e degli utenti Mac, occorre ammetterlo: quando si utilizza Windows, anche il nuovissimo Windows 7, oltre ai “classici” software antivirus ed al canonico firewall, occorre installare anche un buon anti-spyware. Una tipologia di programmi che, anche non volendo abilitare in maniera permanente, non può assolutamente mancare su una macchina “animata” da sistemi Microsoft.

Volendo quindi tralasciare Windows Defender (che è integrato nativamente in Vista e Seven), oggi, vogliamo fare una breve panoramica sui software anti-spyware compatibili con la beta del nuovo OSmade in Redmond“. Una lista di applicazioni che, come ovvio, ci farebbe immenso piacere stilare e puntualizzare insieme a voi, i vostri preziosi commenti e le vostre esperienze dirette.