iPad: 5 mosse per batterlo

Ormai lo sanno anche le viti che mantengono in piedi la sedia su cui siete seduti in questo momento. L’iPad è un successo in molti Paesi del mondo, Apple ne ha venduti 3.27 milioni di esemplari solo nell’ultimo trimestre, ed è l’unico dispositivo che finora è riuscito a portare il concetto di tablet nella casa e nella mente dell’utente medio. Questo però non vuol dire che sia invincibile.

Di tavolette alternative a quella di Cupertino ne stanno per debuttare diverse e, per il sito Internet TECHi, esisterebbero addirittura cinque mosse per battere iPad che, se ben applicate, potrebbero permettere a uno qualsiasi dei futuri competitor di Apple di far dimenticare agli utenti il tablet della mela senza troppi sforzi. Eccoli in dettaglio:

Costruendo un ecosistema: almeno la metà del successo dei dispositivi Apple è data dal fatto che l’hardware, il software e i servizi della Casa di Cupertino lavorano in maniera olistica. Questo vuol dire che fanno tutti parte di un complesso ecosistema, abbastanza chiuso, in grado di garantire un’esperienza utente molto comoda e funzionale. I concorrenti di iPad dovrebbero quindi agire in maniera simile, non per forza adottando soluzioni chiuse e “monche” come quelle di Apple, ma sforzandosi di creare un ecosistema di servizi e software capaci di supportare adeguatamente i loro tablet. Magari puntando su standard aperti – primo fra tutti l’ePub peri libri elettronici – capaci di rendere la vita degli utenti più semplice e libera.

Perché Apple “tira” di più…

Che si parli di iPad, Mac OS X o iPhone, non importa. Che lo si faccia su un blog o su una rivista cartacea, nemmeno. Apple “tira” di più, più di Microsoft, più di Linux, più di qualsiasi altro protagonista del mondo tecnologico. Ogni post che riguarda la Casa di Cupertino scatena discussioni infinite, ogni giornale che mette Steve Jobs in copertina vende miriadi di copie e sì, se qualcuno passa per strada con un dispositivo della mela in mano, attira subito l’attenzione di tutti.

Ma a cosa si deve questo straordinario “appeal”? A una strana congiunzione astrale? A un lavaggio del cervello collettivo? Forse. Noi però abbiamo qualche altra ipotesi, quattro motivi per cui Apple “tira” di più e molto probabilmente continuerà a farlo per ancora molto tempo. Leggeteli con attenzione e diteci cosa ne pensate.

Perché la guida Steve Jobs

Se Apple è sulle prime pagine dei giornali lo deve in buona parte al suo CEO, Steve Jobs, che è a sua volta un personaggio da prima pagina. È carismatico, enigmatico al punto giusto e con il suo (ri)avvento è riuscito a imprimere ad Apple un carattere inconfondibile, da prima della classe anche quando forse non avrebbe tutti i meriti per esserlo. Insomma, nel bene e nel male, il gruppo di Cupertino è sempre al centro dell’attenzione. Se non fosse guidata da Jobs e il suo acume, sarebbe ancora così? Ne dubitiamo fortemente.

Apple, il suo “giardino recintato” non è sempre un male?

Quando si parla di Apple è inevitabile pensare al suo “giardino recintato”, a quell’ambiente costituito da regole ferree, controlli rigidissimi e politiche restrittive in cui Steve Jobs ha ben pensato di relegare tutti gli utenti della mela. Spesso a discapito della loro libertà.

Eppure di rivolte non ce ne sono state, i sempre più numerosi acquirenti dei prodotti Apple sono contenti dei loro gingilli tecnologici e non c’è nulla che suggerisca l’abbandono di questa politica da parte dell’azienda di Cupertino. Allora vuoi vedere che non tutti i mali vengono per nuocere e che il tanto criticato “giardino recintato” ha anche i suoi lati positivi? Per qualcuno, sì.

iPhone 4=Windows Vista? Per Microsoft, sì

La Apple è nella bufera. L’iPhone 4 non funziona a dovere e, tra un problema di ricezione e l’altro, cominciano a montare le voci relative a clamorosi ritiri del dispositivo, miracolosi aggiornamenti e class action da miliardi di dollari.

In tutto questo marasma, poteva mai Microsoft starsene ferma a guardare e perdere l’occasione di lanciare una bella frecciatina alla sua storica rivale? Certo che no. E allora, direttamente dal palco della Worldwide Partner Conference in cui il gruppo di Redmond ha illustrato le ultime novità di Windows Phone 7 (il suo nuovo OS mobile), ecco arrivare una provocazione dal Chief Operating Officer dell’azienda, Kevin Turner, che non mancherà di scatenare diverse polemiche: Apple? Sembra proprio che l’iPhone 4 possa essere il loro Vista.

Se siete appassionati di informatica e avete più di quattro anni (cosa assai probabile se siete su queste pagine), già sapete questo cosa voglia dire: che nonostante gli ottimi risultati ottenuti sul mercato, il gruppo di Steve Ballmer sente puzza di flop per iPhone 4 e pensa che le beghe del nuovo melafonino macchieranno l’immagine di Apple in maniera analoga a quanto fatto dal malriuscito Vista con Microsoft. E non è finita qui.

Invadere la nostra privacy? Apple ha un’app anche per questo…

Preston Gralla, l’editorialista di Computer World che abbiamo imparato a conoscere per i suoi articoli dall’alto tasso provocatorio, è tornato ad attaccare le politiche aziendali di Apple pubblicando, sul suo blog, un “pezzo” dal titolo abbastanza eloquente (Invade your privacy? Apple has an app for that) in cui il giornalista lascia chiaramente intendere che Apple spia i suoi utenti in maniera sistematica raccogliendo dati che risulterebbero “anonimi” solo sulla carta.

A sostegno della tesi di Gralla sarebbe anche il giornale americano Los Angeles Times, secondo cui “Apple raccoglie informazioni sulla posizione geografica degli utenti di iPhone, iPad e Mac in tempo reale“. Il rinomato quotidiano d’oltreoceano provvede poi a sottolineare come l’azienda di Cupertino abbia aggiunto un nuovo paragrafo alle condizioni di utilizzo dei suoi prodotti (da sottoscrivere obbligatoriamente per scaricare da iTunes). Eccolo, in una traduzione un po’ maccheronica:

Per fornire servizi basati sulla posizione geografica sui prodotti Apple, Apple, i nostri partner e licenziatari potrebbero collezionare, usare e condividere informazioni precise sulla localizzazione, inclusa la posizione geografica in tempo reale dei vostri computer e dispositivi Apple. Queste informazioni vengono raccolte in maniera anonima, in modo che non sia possibile identificarvi[…]

Google TV: un nuovo video ce lo mostra in azione. Per Jobs sarà un flop

A quasi un mese dalla sua presentazione ufficiale, Google TV torna a farsi vedere. Il nuovo dispositivo di “big G” che porta Internet e le applicazioni di Android sulla TV è, infatti, il protagonista di un nuovo video pubblicato dal colosso di Mountain View sul suo canale YouTube. Un video che, finalmente, ci mostra la TV di Google in azione.

Come potete vedere qui sopra (ma come detto anche in occasione della sua prima mondiale), il perno principale di Google TV è una barra di ricerca – posizionata nella parte alta dello schermo – che permette di accedere a tutte le funzionalità del servizio. Fra queste, la visualizzazione di show televisivi in diretta (via cavo?), la registrazione degli stessi, la riproduzione di video ed elementi multimediali dal Web (grazie anche a Flash 10.1) e la navigazione libera su Internet.

iPhone 4: 10 motivi per non comprarlo, secondo The Inquirer

Il nuovo iPhone 4 è stato finalmente presentato. È bello, introduce tante funzionalità interessanti, avrà successo (perché avrà successo), ma non tutti ne sono contenti. Al punto che Nick Farrell di The Inquirer, uno dei siti tecnologici più seguiti a livello internazionale, ha stilato un decalogo sul perché comprare iPhone 4 è una cattiva idea.

Noi ve lo proponiamo in versione integrale, comprese palesi inesattezze e chiare provocazioni, qui sotto. Voi leggetelo attentamente e diteci cosa ne pensate attraverso i commenti.

  1. Le solite limitazioni: la maggior parte dei problemi associati al piccolo-grande “orticello” di Apple sono ancora tutti presenti. Steve Jobs decide cosa gli utenti possono o non possono fare con i prodotti della sua azienda, e se, ad esempio, per lui Flash Player non va bene, noi non possiamo vedere i contenuti di almeno metà della Rete.
  2. Non è 4G: nonostante il nome, iPhone 4 è ancora un dispositivo 3G che non può usufruire dei nuovi standard di connettività wireless.
  3. Problemi con il Wi-Fi: il nuovo melafonino, così come i suoi predecessori, soffre di problemi legati alla connettività con Internet senza fili. Anche durante la presentazione ufficiale, Jobs non è riuscito a far connettere il suo iPhone 4 alla rete wireless, incolpando di ciò i troppi dispositivi connessi contemporaneamente alla medesima. Chissà se era davvero colpa loro.

Safari 5 tra noi: stavolta riuscirà a conquistare gli utenti PC?

Qualora vi fosse sfuggito, Apple è in vena di grosse novità. Dopo la roboante presentazione di iPhone 4, che ha tenuto blogger e appassionati dei prodotti della mela sulle spine per settimane, eccoci infatti qui a parlare di Safari 5, la nuova versione del browser cupertiniano appena resa disponibile per Mac e PC (per Windows XP/Vista e 7).

Tante le novità introdotte. Fra queste: il motore javascript (Nitro), che promette una velocità maggiore del 3% rispetto a quello di Chrome 5.0; una funzione di prefetching dei DNS migliore di quella di Firefox 3.6; un nuovo feed reader molto bello da vedere e facile da usare (in pieno stile Apple, insomma); diversi miglioramenti in ambito HTML5 – con il supporto a geolocalizzazione, visualizzazione dei video a schermo intero, validazione dei form, cronologia AJAX, ecc. – e qualche altra piccola miglioria sopra e sotto il cofano.

I tablet sostituiranno i PC? Probabile, per Steve Jobs

Che ci piaccia o meno, con i suoi due milioni di “esemplari” venduti in due mesi (o poco più), l’iPad è un successo clamoroso. Un successo che, proprio come quello di iPhone che ha ridefinito il concetto di smartphone con l’introduzione dei touch-screen multi-touch, ha provveduto a lanciare un altro tipo di dispositivo – il tablet – nell’olimpo del mondo tecnologico. Forse anche oltre le più spinte previsioni.

Non sono pochi, infatti, gli analisti e gli appassionati del settore che ritengono il tablet uno dei più seri candidati alla sostituzione del PC. Fra questi, non sappiamo quanto a sorpresa, anche Steve Jobs, il numero uno di Apple che, intervenendo alla conferenza D: All Things Digital del Wall Street Journal, in California, non ha escluso il “sorpasso” delle famigerate “tavolette” nei confronti dei cari vecchi computer.

Apple vale davvero più di Microsoft?

Da qualche giorno a questa parte, in borsa Apple vale più di Microsoft, ormai lo sappiamo tutti. Ma l’azienda di Cupertino è davvero così solida e stabile come i mercati azionari la vedono? Secondo Sharon Machlis di Computer World, no.

In un suo recente articolo, la nota giornalista ha avanzato dei dubbi circa il tipo di business che ha portato Apple al punto (altissimo) in cui si trova oggi, ipotizzando una prossima presa di coscienza collettiva da parte dell’utenza in merito alle politiche restrittive adottate dal gruppo di Steve Jobs.

Secondo la Machlis, “dall’iPod ad iPhone e iPad, Apple è ben posizionata su un mercato hot, in continua crescita e dalle altissimi potenzialità, come quello mobile“. Un mercato che, però, si evolve così velocemente che non è affatto facile dominarlo, e il genio di Steve Jobs non sarà sempre pronto a tirar fuori nuove magie dal cilindro. Magie di successo, s’intende.

Apple: è lei la nuova “cattiva” del reame informatico?

Il mondo informatico vive anche di favole, suggestioni, lo si sa. Una di queste, fra le più diffuse, vede Microsoft ed Apple impersonare, rispettivamente, i ruoli di strega cattiva e Biancaneve in un reame i cui confini sembrano fin troppo definiti per essere reali.

Perché siano nate queste caratterizzazioni è facilmente intuibile: con la sua posizione dominante sul mercato e la sua fama da multinazionale avida che non guarda in faccia a nessuno, Microsoft è stata vista sempre come il male, il vecchio che ristagna, il pozzo oscuro dove le richieste degli utenti cadono per non ritornare più a galla; Apple l’esatto opposto, è sempre stata considerata “cool”, amica di tutti, innovatrice e attenta alle esigenze del pubblico. Ma le cose potrebbero non stare più così.

Molti attenti analisti del settore IT, come Preston Gralla di Computer World, stanno infatti avallando sempre di più l’ipotesi secondo cui i ruoli fra le big di Redmond e Cupertino si sarebbero letteralmente capovolti. Il Darth Fener della situazione sarebbe quindi diventato Steve Jobs, mentre Steve Ballmer anche se non calato ancora nei panni di Biancaneve (brrr…) si starebbe rivelando meno peggio di quanto creduto in passato.

Apple? È destinata a morire nel 2015 se non cambia, parola di Charles Stross

Può un’azienda come Apple, che ha appena trasformato l’incognita tablet in un successo e ha da diversi anni il mercato degli smartphone ai suoi piedi, fallire? Per Charles Stross la risposta è sì. Il noto programmatore e autore di fantascienza britannico ha infatti pubblicato un articolo secondo cui l’azienda di Steve Jobs, a meno di cambiamenti radicali, è destinata a fallire entro il 2015. Motivo del declino, la scarsa attenzione di Apple nei confronti del cloud computing, che come tutti ormai ben sanno rappresenta il futuro del mondo informatico.

Si tratta chiaramente di un articolo teso più a destare clamore che a informare, ma dobbiamo ammettere che qualche spunto di riflessione lo dà. Ad esempio, Stross pone l’accento sul fatto che, tranne iTunes e l’App Store, quasi nessuno dei servizi Web sfornati dalla Casa di Cupertino ha riscosso grande successo.

Adobe passa al contrattacco: presenta un tablet con Android e ne dice quattro ad Apple

Dopo le esternazioni di Steve Jobs contro Flash Player e la non troppo morbida presa di posizione da parte di Microsoft sull’argomento, non era difficile attendersi una risposta di Adobe. Risposta che, insieme ad altre interessanti dichiarazioni sul Web di oggi, è arrivata da Kevin Lynch, CTO della casa produttrice californiana, nel corso del Web 2.0 Expo di San Francisco.

Il primo aspetto che il chief technology officer di Adobe ha voluto chiarire è che Flash ed HTML5 non sono avversari, ma tecnologie che si completeranno l’un l’altra. A tal proposito, Lynch ha annunciato che la sua azienda sta per “produrre i migliori strumenti di sviluppo per HTML5” e che alla fine “è la liberta di scelta sul Web quella che conta”.

Quanto ad Apple, i commenti non sono stati fra i più dolci: “Viviamo in tempi in cui qualcuno intende murare delle parti di Web e ha bisogno di sostenitori per farlo. Apple – ha esordito il CTO Adobevuole crearsi il suo orticello provato. È come essere tornati nel 1800, quando i vari costruttori usavano diversi tipi di binari per le nascenti ferrovie. Adesso i costruttori sono le aziende operanti nel settore tecnologico e i binari le diverse piattaforme che queste costringono gli sviluppatori ad usare”.

iPad a quota 1 milione. Il predominio di Microsoft a rischio?

Steve Jobs l’ha fatto ancora. Ha tirato fuori dal suo cilindro un altro dispositivo innovativo, lo ha spacciato come rivoluzionario e, grazie ad un battage pubblicitario più unico che raro, lo ha trasformato nell’ennesimo oggetto del desiderio tecnologico capace di attrarre il pubblico come api al miele.

Ci riferiamo chiaramente ad iPad, che secondo gli ultimi dati forniti da Apple, ha raggiunto la ragguardevole cifra di un milione di unità vendute nel primo mese di commercializzazione (solo negli USA). Numeri forti, fortissimi, che stanno a significare una cosa molto importante: gli utenti hanno recepito il formato tablet e cominciano ad apprezzarlo. Forse anche più del dovuto.

Alla luce di ciò, il nostro pensiero non può andare che andare alla recente cancellazione di HP Slate e Courier, i due tablet sponsorizzati e prodotti da Microsoft che dovevano rappresentare la vera – forse unica – alternativa ad iPad e che invece non vedranno mai la luce (Slate potrebbe vederla, ma con WebOS come sistema operativo e non più Windows 7). Una mossa sciagurata che potrebbe costare caro al colosso di Redmond, forse anche il predominio nel mercato degli OS.