Google permette di cercare e trovare contenuti di Drive, Plus e Gmail

Google, polemiche sul termine ogooglebar

Google googlare ingooglabile

Che la parola “googlare” sia oramai comunemente impiegata dalla stragrande maggioranza degli internauti vi sono ben pochi dubbi così come anche sul fatto che il suo utilizzo nel vocabolario comune sia frutto del trionfo di big G nella cultura sociale.

Nel corso del tempo, infatti, Google è diventato un successo a livello globale tale da rendere il verbo googlare, che corrisponde esattamente all’effettuare ricerche online, un elemento parte integrante dei codici comunicativi in adozione.

Se però la parola googlare è stata ben accolta da big G stesso, il termine “ingooglabile”, che fa invece riferimento a qualcosa che non può essere trovata sul web tramite l’utilizzo del motore di ricerca, non è stato visto di buon occhio tanto da spingere Google stessa a far richiesta di rimuovere tale terminologia allo Språkrådets, ossia l’istituto svedese per i neologismi corrispondente all’italiana Accademia della Crusca.

Julian Assange, respinto il secondo ricorso

La Corte Suprema britannica si è pronunciata ancora una volta in merito al caso sull’estradizione in Svezia di Julian Assange, il fondatore di WikiLeaks, respingendo la nuova richiesta di riesame della difesa poiché ritenuta “senza merito”.

Quella in questione rappresentava l’ultima possibile mossa per i legali di Assange nel Regno Unito puntando, al contempo, a cercare di far riconoscere alla Corte Suprema un’interpretazione differente della vicenda che l’avrebbe costretta, almeno teoricamente, a riaprire il caso.

Ad Assange è stato però accordato un rinvio di 14 giorni per l’esecuzione dell’estradizione ed entro tale limite di tempo il fondatore di WikiLeaks accusato di violenza sessuale portà portare avanti la propria causa con un ultimo ricorso dinanzi la Corte europea dei Diritti dell’Uomo.

Julian Assange può essere estradato in Svezia

Secondo quanto stabilito dalla Corte Suprema inglese Julian Assange potrà essere estradato in Svezia, un dato questo che va a configurarsi come un brutto colpo per la lunga battaglia legale che da ben 18 mesi a questa parte ha impegnato l’oramai ben noto fondatore di Wikileaks conto i suoi accusatori e che, tenendo conto di quanto recentemente sancito, potrebbe farlo finire direttamente nelle mani degli Stati Uniti, i suoi veri nemici.

L’ex hacker, infatti, ha sempre ritenuto di essere stato vittima della vendetta degli Stati Uniti per la fuga di dati, una tesi questa che, qualche tempo addietro, ha convinto vari gruppi di hacktivisti come nel caso di Anonymous che, appunto, tra il 2010 ed il 2011 si scagliarono contro le aziende ritenute colpevoli di non aver sostenuto Wikileaks.

Facebook acquisizione brevetti Microsoft

Facebook, il primo centro dati europeo aprirà in Lapponia

Facebook aprirà il suo primo datacenter europeo in Lapponia, le temperature fredde garantiranno il funzionamento ottimale dei server

Nella città svedese di Lulea, in Lapponia, a circa 100 chilometri dal circolo polare artico, verrà edificato il primo centro dati di Facebook collocato al di fuori degli Stati Uniti ed il cui costo stimato dovrebbe essere pari a circa 153 milioni di dollari.

Stando a quanto rivelato dal quotidiano svedese Norrbottens Kuriren sarebbero quindi queste le attuali intenzioni del team di Facebook.

Il nuovo centro dati, dunque, andrà a configurarsi come una sorta di immessa biblioteca digitale utilizzata per archiviare foto, video messaggi ed altri innumerevoli informazioni relative ai circa 800 milioni di utenti del celebre social network in blu.

The Pirate Bay venduta a Global Gaming Factory X AB per 5.3 milioni di Euro!

ThePirateBay

Abbiamo aspettato un giorno, il tempo per effettuare qualche verifica e per raccogliere quante più informazioni possibili, per annunciarvelo. Ma alla fine siam qui a scriverci, perché stavolta la pubblichiamo davvero la notizia: The Pirate Bay, famoso tracker per torrent, è stato venduto ad una società svedese, la Global Gaming Factory X AB (GGF), per una cifra attorno agli 8 milioni di dollari, pari, quindi, a circa 5.3 milioni di euro (10 miliardi e 300 milioni del vecchio conio, per intenderci..).

Uno dei più discussi, se non il più discusso sito al mondo. TPB, oggetto di controversie giudiziarie all’estero ma anche in Italia (basti ricordare il blocco ordinato da un magistrato di Bergamo nel 2008), è stato quindi ceduto ad un’altra società, che si occupa di pubblicità, internet cafè, software e videogames, a quanto pare, ad un prezzo che, probabilmente a causa delle tristi vicende legali legate al portale, pare essere un po’ al di sotto del valore di mercato stimato per il tracker.

Il Partito Pirata acquista sempre più consensi

pirateparty

Quando il Pirate Party (Partito Pirata) fu fondato nei primi mesi del 2006 in Svezia la stampa europea lo accolse con molto scetticismo. Che però dopo le ultime elezioni europee è oramai del tutto immotivato, infatti cosi come in Italia partiti minori hanno fatto un balzo cosi in Svezia il partito Pirata ha conquistato 7 punti percentuali.

Questo vuol dire due dei 18 seggi disponibili per la Svezia al Parlamento Europeo. L’obbiettivo principale di questo partito è ovviamente di legalizzare la condivisione di file in internet.