“Tor“. Tre lettere che negli ultimi anni sono diventate riconoscibili anche da persone che non sanno usare (né mai useranno) il software a cui danno il nome. La ragione? La sua presenza nei media per questioni controverse legate al crimine informatico (come il caso Silk Road). Per molte persone, Tor è la chiave che dà accesso al Deep Web, quella “stanza oscura sul retro” della rete dove si manifestano le trappole del mercato nero. Per altri, il browser Tor evoca il dibattito sull’anonimato online (aspetto che è stato portato alla ribalta da Wikileaks, Snowden e cyber attivisti dissidenti provenienti dalla Cina o dall’Iran).
