Twitter e Facebook partecipano alla Net-Neutrality

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Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un attacco da parte di Governi, case discografiche e cinematografiche ed in generale di tutta l’industria che si basa sulla certezza del diritto d’autore, al diritto di connessione di ogni privato cittadino.

Mentre l’Unione Europea ha dichiarato che la connessione ad internet è da considerarsi un diritto legale di ogni cittadino europeo (finora solo con la Finlandia ad aver integrato questo regolamento), Francia, Inghilterra ed ora anche USA, stanno introducendo nei propri ordinamenti la possibilità di imporre l’interruzione del collegamento ad internet per quegli individui che violano le regole in termini di copyright.

L’intera rete è particolarmente sensibile a questo argomento, oltre ai discorsi da una parte e dall’altra sul diritto d’autore, in gioco c’è qualcosa di più importante. La possibilità che un atto di governo possa interrompere il collegamento ad internet di una persona è particolarmente paventato dai più. Anche se legato ad una fattispecie ben precisa il solo fatto che un potere del genere sia consentito crea un precedente pericoloso.

Explorer abbatte la concorrenza, l’UE non ci sta

Dopo il caso Real Networks, Microsoft ci ricade con Internet Explorer. L’Unione Europea ha infatti dato seguito alle proteste da parte di Opera Software in merito all’accoppiata distribuzione di Windows e Internet Explorer.

Microsoft, che nel caso Real Networks ha subito la decisione della Commissione Europea e buttato un miliardo di dollari tra avvocati e penali, stavolta deve vedersela con la pretesa di separare la distribuzione del browser da quella del sistema operativo, pretesa dettata dal fatto che l’attuale metodo distributivo minerebbe profondamente la competizione tra browser.

“In Europa serve un’accelerazione urgente per migrare all’IPv6”. Parola della Commissione Europea

Ipv6

I governi dei Paesi membri dell’Unione Europea, così come i siti e i portali principali del Vecchio Continente, devono guidare la migrazione allo standard IPv6. Parola del Parlamento Europeo, che proprio in questi giorni ha lanciato un allarme: se non innoviamo il metodo di gestione degli indirizzi internet, tutta la Rete e l’innovazione tecnologica sono a rischio. Secondo il piano, il 25 per cento degli utenti della rete deve migrare all’IPv6 entro il 2010.

Ma in cosa consiste l’IPv6? E che cos’è questa crisi di cui tanto si parla? È presto detto, e cercheremo di spiegarlo con parole semplici. Attualmente per gli indirizzi internet si utilizza la versione 4 dell’Internet Protocol (IPv4): uno schema 192.123.456.789(per fare un esempio di indirizzo IPv4) che permette la gestione contemporanea di 4,3 miliardi di indirizzi univoci. Questa cifra, però, verrà probabilmente raggiunta entro il 2011. Ecco perché l’urgenza di una migrazione all’IPv6.