Ubuntu prepara l’alternativa al Secure Boot di Windows 8?

In vista del lancio ufficiale di Windows 8, torna a riaccendersi la diatriba relativa al Secure Boot. La nuova tecnologia di sicurezza inclusa nell’UEFI dei computer con Windows 8 (il nuovo BIOS, tanto per intenderci) consente il boot solo dei sistemi operativi forniti di una firma digitale valida e, di fronte ad una restrizione del genere, nel mondo Linux gli animi si sono inquietati come altre poche volte.

Alcune distro Linux, come Fedora e Red Hat, sono scese a compromessi con il sistema Secure Boot pagando Microsoft Verisign ed ottenendo delle firme valide per girare sui PC con Windows 8, Ubuntu invece sembra aver scelto una strada diversa. Canonical ha rilasciato delle linee guida per i costruttori hardware su come dovranno essere i PC con UEFI dotati di supporto ad Ubuntu: al posto delle chiavi digitali di Microsoft ci dovranno essere quelle della popolare distribuzione Linux che, in questo modo, si vuole contrapporre a Microsoft.

Windows 8 su ARM non permetterà l’installazione di Linux?

Spulciando nella documentazione relativa alla certificazione hardware di Windows 8, il sito Internet Computerworld.uk.com ha scovato un passaggio che sembrerebbe dimostrare la volontà di Microsoft di bloccare l’installazione di Linux sui tablet con Windows 8, o comunque sui dispositivi con architettura ARM che ospiteranno il successore di Windows 7. Ecco il paragrafo incriminato:

Pagina 116: Attivare/Disattivare Secure Boot. Sui sistemi non-ARM è necessario implementare l’abilità di disattivare Secure Boot nel setup del firmware. La presenza fisica di un utente deve essere necessaria per disattivare Secure Boot tramite firmware senza Pkpriv. La disattivazione programmata di Secure Boot durante i servizi di Boot o dopo essere usciti dai servizi di Boot EFI NON DEVE essere possibile. Disattivare il Secure NON DEVE ESSERE POSSIBILE sui sistemi ARM.

Non solo Mac: la storia dei virus su Linux

Dopo il nostro post sul pericolo virus per Mac, ci sembrava giusto ribadire il concetto che nessun sistema operativo creato dall’uomo è invulnerabile proponendovi la storia dei virus su Linux. Si tratta di un interessante elenco stilato dal sito Internet “Neowin” con i nomi e le caratteristiche dei virus che, dal 1996 ad oggi, hanno infestato il sistema operativo del pinguino.
Consultatela come e quando volete. È un po’ lunghetta, ma possiamo assicurarvi che vale la pena leggerla: se volete ampliare la vostra cultura geek (e le vostre paranoie da maniaci della sicurezza informatica), non potete farvela sfuggire!
  • 1996: il gruppo di cracker VLAD (gli stessi autori del virus Boza per Windows 95) scrive il primo virus per Linux. Si chiama Staog e sfrutta una falla presente nel kernel del sistema del pinguino per insediarsi nei computer e agire legandosi a un file binario. Grazie a un pronto rattoppo del kernel Linux, la sua vita non è durata molto.
  • 1997: arriva il virus Bliss, che attacca tutti gli eseguibili e li rende inutilizzabili. Per fortuna, attecchisce al sistema solo quando l’utente è loggato come root (cosa abbastanza rara su Linux) e non crea troppi danni. Tra le distro ufficialmente colpite dalla minaccia, la famosissima Debian.
  • 1999: non si segnalano particolari minacce per il mondo Linux. In compenso, il sito umoristico “Humorix” inventa la notizia secondo cui un virus informatico denominato Tuxissa si intrufola sui computer per installare una copia di Linux su di essi. Parliamo del primo aprile dell’anno in cui tutto il mondo windowsiano trema per il virus Melissa.

Questo è l’anno di Linux. Ancora.

Questo è l’anno di Linux. Quante volte abbiamo letto questa frase su blog e giornali nel corso dell’ultimo lustro? Cento? Mille? Chissà. Fatto sta che il sistema operativo del pinguino, in ambito desktop, è ancora fermo a un misero 1% di diffusione. Anzi, qualcosa in meno, stando ad alcune statistiche recenti.

Questo può voler dire solo due cose: o che i commentatori e gli analisti del settore non hanno ancora capito i gusti della “gente” o che viviamo in un mondo popolato esclusivamente da cerebrolesi, i quali non hanno ancora capito che esiste un’alternativa gratuita a Windows e Mac capace di soddisfare le loro esigenze a 360 gradi.

L’ipotesi più probabile è ovviamente quella in grassetto. E allora perché Linux non è ancora riuscito a sfondare in ambito desktop? Cosa gli manca?

Microsoft ama l’open source

Viviamo in tempi inquieti e, ormai, siamo abituati a sentirne di tutti i colori. Questo vuol dire che, in teoria, non dovremmo sorprenderci più di niente. Eppure, il fatto che un dirigente Mirosoft come Jean Paoli, General Manager per l’Interoperabilità e l’Architettura XML, abbia appena dichiarato che il colosso di Redmond “ama l’open source un piccolo sobbalzo sulla sedia ce lo ha fatto fare.

Per carità, nessuno vuole andare a rivangare le dichiarazioni di Ballmer del 2001 in cui il noto CEO sosteneva che “Linux è un cancro“, così come sarebbe sbagliato puntare “a prescindere” il dito su un’azienda che, seppur con tutti i suoi difetti, negli ultimi tempi sta dimostrando di sapersi “trasformare” e adattare alle evoluzioni del mercato. Ma l’amore è una cosa seria, troppo grande per essere tirata in ballo così facilmente.

Insomma, se vogliamo continuare con questo parallelo con i sentimenti umani, possiamo dire che sì, forse Microsoft si è infatuata dell’open source ma non innamorata. A dimostrazione di ciò, c’è da dire che che la “mamma” di Windows sta coltivando diversi interessanti progetti a sorgente aperto: ne trovate illustrati alcuni in questa pagina ufficiale.

Windows domina il mercato server nel 2010: fine del sogno Linux?

Sul fronte desktop, non c’è partita. Windows domina indiscusso il mercato dei sistemi operativi da anni, continuando a lasciare a Mac e Linux poco più che le briciole. Sul mercato server, invece, la situazione è ben diversa. Lì Linux è una realtà consolidata – apprezzata anche dai più insospettabili – e, in più di una circostanza, i fan del pinguino hanno sperato addirittura nel grande sorpasso. Impresa che, però, visti gli ultimi dati provenienti da “serverlandia“, sembra lontana anni luce. Forse secoli.

Secondo quanto riportato da IDC, infatti, nel primo quarto di quest’anno, Windows ha visto crescere la propria quota di mercato in ambito server dal 73.9% (dato di fine 2009) al 75.3% (pari a 1.379.487 unità vendute), mentre Linux è sceso dal 21.1% al 20.8% (380,429 unità). Il terzo incomodo, Unix, passa invece dal 4.4% al 3.6% (65.451 unità).

Quando poi si tocca l’argomento guadagni, i numeri non possono che essere tutti per Ballmer e soci. Nella prima parte del 2010, i sistemi Windows hanno generato 5.1 miliardi di dollari, quelli Linux 1.7 miliardi e quelli Unix 2.3 miliardi. Ma non sono certo queste le cifre che ci interessano di più.

Ubuntu 10.04 si rifà il look. Riuscirà a conquistare nuovi utenti?

Ubuntu cambia pelle. A partire dalla versione 10.04 Lucid Lynx, che come tutti voi ben saprete verrà rilasciata il 29 aprile prossimo, il sistema di Canonical subirà un profondo restyling che coinvolgerà il tema principale dell’OS e del suo logo.

Ad ispirare il cambiamento di una delle distro Linux più amate di tutti i tempi, come si legge sul blog dell’Ubuntu Community Manager Jono Bacon, il concetto di “Luce”, ossia quello di un sistema chiaro che “utilizza le risorse del computer in maniera efficiente, è molto veloce ed è facilmente ridisegnabile per ogni evenienza”.

Il risultato potete vederlo con i vostri occhi nella galleria di immagini con cui è corredato questo post, e dobbiamo dire che è davvero niente male. Ma basterà a far crescere la fetta di utenza interessata al mondo del pinguino?

Ylmf OS: sembra XP, ma è Ubuntu [video]

Sembra Windows XP, ma non lo è. È Ubuntu, ma non lo sembra. Potremmo descrivere così, con uno slogan degno del peggior pubblicitario di questo mondo, l’arma di distruzione di massa che alcuni programmatori cinesi hanno messo a punto per far venire una sincope a tutti i puristi del mondo Linux.

Si tratta di Ylmf OS, una distro che somiglia maledettamente a Windows XP. Ha la stessa grafica del vecchio sistema redmondiano ed integra diversi software che –a detta di chi ha progettato l’OS – aiutano gli utenti provenienti dalla cultura Windows ad ambientarsi nel mondo del “pinguino”.

Secondo quanto riportato dal forum WinMatrix, Ylmf OS non è altro che l’ultima creazione dei ragazzi di YuLingMuFeng, un gruppo noto ai più per aver creato Ghost XP (una versione piratata di XP che si installa in pochissimo tempo). Chi vorrà farlo, dovrà quindi avvicinarsi a questo nuovo sistema operativo nella maniera più cauta possibile.

Noi abbiamo provato a farlo. E il video qui sopra testimonia quello a cui siamo andati incontro.

Windows VS Linux: le mezze verità di Microsoft

Se oggi avete voglia di leggere qualche riga provocatoria, che metta per l’ennesima volta i fari puntati sul comportamento di Microsoft nei confronti dell’avversario Linux, l’articolo recentemente pubblicato da Steven J. Vaughan-Nichols sul prestigioso Computer World è proprio quello che fa per voi.

Oggetto dell’affondo è Microsoft ExpertZone, programma disegnato per istruire i rivenditori di tutto il mondo alla promozione di Windows. Quest’ultimo, secondo il pezzo in questione (senz’altro di parte, ma decisamente interessante da leggere), conterrebbe una marea di “mezze verità” sul sistema operativo del pinguino.

Noi ve le elenchiamo tutte, ed alcune – ve lo possiamo assicurare – sono davvero clamorose. Voi, come al solito, non esitate a farci sapere la vostra sull’argomento.