Nonostante la campagna di raccolta fondi per il super-promettente Ubuntu Edge non sia andata a buon fine, Canonical non ha fermato i lavori per la realizzazione di Ubuntu Touch e, anzi, ha appena annunciato la data di uscita ufficiale del sistema operativo: il 17 ottobre, in concomitanza con il rilascio di Ubuntu 13.10 Saucy Salamander per computer.
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Ubuntu Edge, nuovi dettagli sul super-smartphone di Canonical
Canonical ha aggiornato la pagina per la raccolta fondi di Ubuntu Edge per rispondere alle domande degli utenti su questo ambiziosissimo progetto che, come ormai noto, vuole unire smartphone e PC grazie alle potenzialità del dual-boot Ubuntu Touch/Android e a specifiche tecniche di primissimo livello.
Ubuntu Edge, il nuovo progetto di Canonical: metà (super) smartphone e metà PC
Canonical ha annunciato un’ambiziosissima campagna di crowd-funding che si pone come obiettivo la realizzazione di Ubuntu Edge, un super-smartphone che nelle intenzioni di Mark Shuttleworth e soci dovrebbe ridefinire il concetto di dispositivo mobile fondendo il form factor di uno smartphone con potenzialità paragonabili a quelle di un PC.
Ubuntu approda anche su tablet
Su computer è disponibile praticamente da sempre e su smartphone e su TV ha iniziato a muovere i suoi primi passi in tempi recenti ma su tablet, invece, Ubuntu è sbarcato soltanto da poche ore a questa parte.
Canonical, infatti, ha presentato il sistema operativo in una versione dedicata proprio alle “tavolette”.
Con la presentazione, accompagnata da un apposito video visionabile dopo il salto e mediante cui vengono illustrate tutte le principali caratteristiche e funzioni del nuovo prodotto, Canonical ha fatto sapere che la preview dell’OS sarà disponibile su Nexus 7 e Nexus 10 a partire da domani, giovedì 21 febbraio.
Nell’attesa grazie alla presentazione è stato comunque possibile apprendere che la nuova interfaccia tablet per Ubuntu è in grado di girare senza alcun tipo di problema su device con hardware entry level ma che per potersene servire al meglio è consigliabile avere una configurazione che preveda almeno una CPU dual-core Cortex A15 con 2 GB di RAM a corredo, 8 GB di memoria dedicata all’archiviazione dei dati, e uno schermo che va dai 7 ai 10 pollici e che supporti il multi-touch a 4 dita.
Per la configurazione di fascia alta viene invece suggerito un ARM quad-core o un Intel x86, 4 GB di RAM, 8 GB di memoria e un display fino a 12 pollici con multi-touch fino a 10 dita.
Richard Stallman si scaglia contro Ubuntu, è uno spyware
Richard Stallman, il fondatore del movimento per il software libero, ha criticato aspramente le recenti scelte tecnologiche fatte da Canonical per Ubuntu che, a suo dire, trasformerebbero il celebre sistema operativo basato su Linux in una sorta di spyware.
Per Richard Stallman, infatti, la funzionalità di home-phoning utilizzata da Canonical per processare le ricerche dei file sui server corrisponde a tutti gli effetti alla prima pratica di sorveglianza con cui ha avuto a che fare Windows.
Nello specifico, quando un utente effettua una ricerca in ambito locale sui file memorizzati sul computer in uso il sistema operativo invia quella data stringa di ricerca su uno dei server che sono gestiti da Canonical.
Ubuntu sfrutta poi tali informazioni per mostrare agli utenti messaggi pubblicitari facenti riferimento a vari ed eventuali prodotti che è possibile acquistare online da Amazon.
Ubuntu prepara l’alternativa al Secure Boot di Windows 8?
In vista del lancio ufficiale di Windows 8, torna a riaccendersi la diatriba relativa al Secure Boot. La nuova tecnologia di sicurezza inclusa nell’UEFI dei computer con Windows 8 (il nuovo BIOS, tanto per intenderci) consente il boot solo dei sistemi operativi forniti di una firma digitale valida e, di fronte ad una restrizione del genere, nel mondo Linux gli animi si sono inquietati come altre poche volte.
Alcune distro Linux, come Fedora e Red Hat, sono scese a compromessi con il sistema Secure Boot pagando Microsoft Verisign ed ottenendo delle firme valide per girare sui PC con Windows 8, Ubuntu invece sembra aver scelto una strada diversa. Canonical ha rilasciato delle linee guida per i costruttori hardware su come dovranno essere i PC con UEFI dotati di supporto ad Ubuntu: al posto delle chiavi digitali di Microsoft ci dovranno essere quelle della popolare distribuzione Linux che, in questo modo, si vuole contrapporre a Microsoft.
Ubuntu for Android, Canonical propone la soluzione per trasformare gli smartphone in computer desktop
Qualche tempo addietro si era iniziato a parlare della possibilità, concessa entro un paio d’anni, di utilizzare Ubuntu, il sistema operativo basato su Linux, sotto forma di piattaforma per smartphone e tablet grazie alla realizzazione ed alla successiva diffusione di un’apposita versione ad hoc.
Seppur non esattamente in questi termini i tempi di diffusione di Ubutnu per il settore mobile sembrerebbero essere stati anticipati: Canonical, la società fondata da Mark Shuttleworth, l’imprenditore che si occupa del finanziamento e dello sviluppo del progetto Ubutu, ha infatti parlato di un’interessante novità tutta dedicata ai possessori di smartphone Android di fascia alta.
Partendo dall’idea di una docking station, ovvero la piattaforma hardware su cui è possibile “appoggiare” lo smartphone e che risulta equipaggiata di appositi connettori per collegare eventuali periferiche, gli utenti avranno la possibilità di connettere al proprio device Android monitor, mouse e tastiera visualizzando quindi un desktop che risulterà estremamente familiare a tutti coloro che si servono delle versioni più recenti della distribuzione Linux Ubuntu.
Si tratta, nello specifico, di Ubuntu for Android e sarà possibile effettuarne l’installazione su un device mobile equipaggiato, appunto, di Android e ogni qual volta rileverà la presenza della docking station permetterà di visualizzare l’interfaccia Unity direttamente sul monitor collegato sfruttando un connettore HDMI.
Chrome potrebbe diventare il browser predefinito di Ubuntu
Mark Shuttleworth, il fondatore di Canonical, non ha mai nascosto le sue simpatie verso Google Chrome. E come si sa, dalle simpatie a qualcosa di più concreto spesso il passo è breve.
Nel corso di un’intervista telefonica con Network World, infatti, il turista spaziale più famoso del mondo open source ha accennato a quella che potrebbe essere un’altra rivoluzione di Ubuntu dopo l’adozione di Unity: la “reale possibilità” di sostituire Firefox con Chrome nel ruolo di browser predefinito della distro.
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