Nazioni Unite e Google, insieme, per aiutare i rifugiati
Ci piace spesso segnalare le iniziative benefiche che cercano di unire l’importanza comunicativa al bene per il prossimo. L’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati ha annunciato ieri una partnership con Google per monitorare il flusso continuo di immigrati e cercare di spostare l’opinione pubblica, sensibilizzandola sul grande problema dei rifugiati. L’accordo sfrutta il sistema “Outreach” di Google Earth, che permette alle organizzazioni di aggiungere un layer con i propri dati al popolare programma di mappe.
In particolare, il nuovo layer del Unhcr si sviluppa sui tre principali luoghi in cui si concentrano gli sforzi delle organizzazioni umanitarie (Iraq, Darfur e Colombia) e fornisce informazioni sull’attività sul campo, la gravità della problematica, lo stato di salute e così via. Facendo click sui campi profughi una finestra pop-up darà anche informazioni dettagliate sui rifugiati, la loro storia e le loro condizioni di vita.
Un’idea, quella di utilizzare Google Earth, che è venuta ai dirigenti dell’Onu per svecchiare il modo in cui lavorano e per portare all’attenzione del grande pubblico di internet un problema sempre più grave. I campi dei rifugiati, tra l’altro, hanno una visibilità molto limitata e spesso sono collocati in posti vicini a zone di guerra, deserti o a zone allagate. In questo modo invece, spiegano gli ideatori del programma, “portiamo la realtà dei campi rifugiati sui laptop e nei salotti“.
L’alleanza con le Nazioni Unite per Google è sicuramente un bel colpo. Da Mountain View questa mossa è sicuramente vista come un modo per far passare, all’esterno, l’idea di una multinazionale etica e attenta ai problemi del nostro Pianeta. Tra l’altro, da Google hanno spiegato che si tratta anche di un grosso sforzo economico, perché “non è semplicissimo tenere aggiornati con le informazioni in tempo reale questi layer”. Che ne pensate? Operazioni del genere sono solo operazioni di facciata, oppure le recepite come azioni benefiche?
Via | Ars Technica
Categorie:
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#1Mattia
Quello che pensiamo è ininfluente. Quello che Google fa è quello che conta.