Microsoft Word ritirato dal commercio, viola un brevetto. Giustizia è fatta?

Qualcuno si ricorda di un’azienda chiamata Microsoft? Sì, proprio quella che ha spaccato il mondo in due quando TomTom ha violato un suo brevetto e che, non di rado, ha criticato i sistemi Linux per un presunto utilizzo di sue proprietà intellettuali.

Ebbene, sappiate che quella stessa azienda, non più di due giorni fa, è stata condannata da un tribunale federale del Texas per aver integrato in Word 2003 e Word 2007, senza permesso, una tecnologia per la lettura e la modifica dei contenuti XML brevettata da i4i Ltd, una piccola azienda canadese che aveva sporto causa contro il colosso di Redmond.

Le pene inflitte al gruppo di Ballmer? Il pagamento di 290 milioni di dollari di danni (bruscolini!) alla parte lesa ed il divieto di commercializzare Microsoft Word negli States.


Fan di OpenOffice, calma. Posate quelle bottiglie di champagne. Nella sostanza, infatti, difficilmente vedremo il più popolare dei word processor scomparire dagli scaffali dei negozi: la vecchia cara Microsoft, in attesa della sentenza di appello (perché mica si sono arresi? No!), non ci metterà molto a modificare il codice del programma e a farlo tornare regolarmente in commercio.

Poi, non dimentichiamoci che c’è Office 2010 dietro l’angolo, la soluzione che permetterà al colosso di Redmond di tagliare la testa al toro e di liberarsi da tutti questi fardelli legali con molta più calma.

Quindi, qual è la morale di questa bella storia? Nessuna. Microsoft pagherà la sua bella multa, Steve Ballmer farà installare nel suo ufficio una copia del brevetto 5,787,449 targato 1998 per lanciarci sopra le freccette e l’azienda produttrice di Windows tornerà a fare il “mastino” contro chi verrà accusato di violare le sue proprietà intellettuali.

In fondo, è anche giusto così. No?

Foto | Flickr

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