L’acquisizione di Motorola Mobility da parte di Google potrebbe far diventare Android un sistema chiuso, parole e musica di Meg Whitman. La CEO di HP non ha usato mezze misure per spiegare che nel mercato mobile c’è molta meno libertà di quello che si pensa e che c’è ancora spazio per una nuova piattaforma, una piattaforma open.
“Credo che ci sia spazio per un altro sistema operativo“, ha detto la Whitman nel corso di un summit con i soci a Las Vegas. “iOS è un grande sistema operativo ma è chiuso mentre Android potrebbe diventare chiuso a causa del rapporto fra Google e Motorola“.
Ovviamente, il sistema open che ha ancora spazio per emergere a cui si riferisce HP è WebOS, che dopo i flop commerciali dei device lanciati sul mercato dopo l’acquisizione di Palm è stato trasformato in una piattaforma open source e non ceduto al miglior offerente come in molti credevano.
Anche se chiaramente portato verso l’estremo, invero il ragionamento fatto dalla CEO di Hewlett Packard è stato, almeno in passato, condiviso da diversi analisti ed utenti del sistema del robottino verde. I pericoli per la trasparenza e l’apertura del progetto Android che potrebbero nascere da un contratto di esclusiva fra Google e Motorola sono effettivamente tanti, ma da Mountain View continuano ad arrivare messaggi rassicuranti.
Non più tardi dello scorso novembre, Eric Schmidt ha dichiarato pubblicamente che Google non favorirà Motorola e pure in passato, nei giorni immediatamente seguenti alla clamorosa acquisizione, ci furono dei chiarimenti circa il rapporto che stava per nascere fra Google e Motorola.
Insomma, quella di Meg Whitman è stata sicuramente una provocazione per “pompare” un progetto come WebOS su cui sembrano scommettere in pochi, ma una provocazione intelligente. Per ora non sembra esserci il rischio concreto di una chiusura di Android in stile iOS, ma bisogna sempre stare vigili, soprattutto quando ci sono di mezzo contratti milionari.
[Via | The Verge] [Photo Credits | Fortune Live Media]
#1Sanzo
Per questo meglio puntare da subito sul vero open source e mandare al diavolo il software proprietario