Tra circa otto settimane sarà finalmente possibile venire a capo della faccenda che divide, oramai da diversi mesi a questa parte, Google ed Oracle poiché i rispettivi rappresentanti presenzieranno dinanzi la Corte federale di San Francisco relativamente alla spinosa questione delle API di Java.
La vicenda ha avuto inizio tempo addietro quando Oracle sporse denuncia nei confronti di Google per violazione della proprietà intellettuale legata al codice Java utilizzato nel TCK Dalvik del gran colosso delle ricerche in rete.
Oracle, in altri termini, ha ritenuto e ritiene tutt’ora che Google abbaia violato i brevetti Java comprati da Oracle durante il processo di acquisizione di Sun.
Grazie ad una successiva serie di interventi del giudice è stato poi possibile semplificare l’oggetto del procedimento legale mettendo in evidenza le accuse facenti riferimenti a cinque brevetti piuttosto che a sette, ovvero quelli originariamente chiamati in causa.
Le parti, tuttavia, non sono state in grado di raggiungere un accordo stragiudiziale ed il procedimento legale è comunque continuato ad andare avanti.
La causa, a questo punto, si svolgerà in tre fasi: copyright, i reclami sui brevetti e gli eventuali danni.
Adesso, quindi, dovranno presenziare in tribunale (il caso sarà pubblico) in qualità di testimoni Larry Page e Larry Ellison, i CEO, rispettivamente, di Google e Oracle, unitamente all’ex CEO Sun Jonathan Schwartz ed Andy Rubin, il vice presidente senior di big G responsabile delle operazioni mobile e Android.
Inoltre, allo stato attuale delle cose, Oracle chiede 1 miliardo di dollari e, eventualmente, anche il blocco di Android, Google, dal canto suo, ritiene invece che la cifra massima da richiedere per il risarcimento dei danni dovrebbe aggirarsi intorno ai 100 milioni di dollari.
#1Gian
cito: “Oracle, in altri termini, ha ritenuto e ritiene tutt’ora che Google abbaia violato…”
Abbaia? Non mi pare che da Google assumano dei cani, anzi… 😛