Già alcuni giorni addietro gli esperti di sicurezza del team di Kaspersky avevano ipotizzato, conseguenzialmente agli studi condotti, l’esistenza di un collegamento tra Flame, il super malware che nell’ultimo periodo sta facendo tanto parlare di sé, e Stuxnet, l’altra temuta minaccia di cui, però, si è discusso in maniera ben più approfondita mesi fa.
Le ipotesi di Kaspersky, a quanto pare, sarebbero ora state confermate da un ex militare statunitense anonimo, a suo tempo in possesso di un grado sufficientemente elevato da permettergli di avere accesso alle informazioni in questione, che, appunto, ha dichiarato al Washington Post come Flame sia il frutto della collaborazione tra USA ed Israele per poter attaccare i sistemi informatici iraniani presenti all’interno degli impianti mediante cui il paese starebbe portando avanti il programma di arricchimento nucleare tanto temuto dalle altre nazioni.
Giorno dopo giorno, quindi, Flame avrebbe offerto l’opportunità di ottenere informazioni riservate tramite le quali poter seguire l’evoluzione del programma di arricchimento nucleare in attesa di ulteriori sviluppi sin quando i due governi non avrebbero poi ritenuto necessario intervenire.
A questo punto sarebbe quindi entrato in azione Stuxnet che già in passato ha ampiamente dimostrato le sue effettive potenzialità in tal senso.
Sia Flame sia Stuxnet avrebbero poi necessitato di un maggior numero di esperti di sicurezza per poter essere gestiti.
Tenendo conto di tali informazioni è quindi lecito sospettare che non soltanto Flame ma anche Stuxnet sia stato sviluppato nei laboratori della CIA oppure dell’NSA nei quali i militari statunitensi si sono ritrovati ad essere a stretto contatto con quelli iraniani per coordinare lo sviluppo dei malware.
Sia Stuxnet sia Flame, inoltre, sarebbero stati sviluppati durante diversi anni a partire almeno dal 2007 o forse anche prima in concomitanza del progetto noto come Olympic Games, l’iniziativa di cyber-warfare anti-iraniana nota alla Casa Bianca e approvata ufficialmente da Obama.
Stando sempre a quanto reso noto dalla fonte anonima Israele, alla fine, avrebbe poi deciso, senza interpellare l’alleato, di attaccare le raffinerie petrolifere iraniane ed in tal modo il malware sarebbe poi finito alla ribalta del pubblico andando inoltre contro la politica statunitense di non proliferazione degli strumenti di offesa telematici.
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#1aldebaran
quando il mondo si riempie di m…a i culi che la emettono sono sempre, da sempre, i soliti. Ecco perché chi li conosce li evita, come non si potrebbe?