Con Windows 8, Microsoft ha rilasciato per la prima volta un aggiornamento del suo sistema operativo tra la compilazione della RTM e l’arrivo del medesimo nei negozi. E non si tratta di un aggiornamento qualsiasi.
Quello distribuito dal gigante di Redmond è un corposissimo update che in poco più di 170 MB ha messo a punto performance, gestione energetica, funzioni multimediali e compatibilità di Windows 8. Quasi un Service Pack, potremmo dire, ma non si chiama così. E probabilmente non si fregerà di questo appellativo nessuno degli aggiornamenti che usciranno da qui in poi per Windows.
Vari indizi suggeriscono, infatti, che la nuova strategia di Microsoft per l’aggiornamento del suo sistema operativo preveda un approccio più graduale, con update frequenti a discapito dei “pacconi” che abbiamo imparato a conoscere con Windows XP, Vista e Windows 7 (anche se in misura sempre minore).
Insomma, se non a quello frettoloso di Chrome, il nuovo processo di aggiornamenti di Windows potrebbe essere fortemente ispirato a quello usato da Apple con OS X: una serie di update intermedi che vanno a migliorare vari aspetti del sistema (quindi non solo correggere bug e falle di sicurezza) seguiti dal rilascio annuale di una nuova versione del sistema operativo, a pagamento.
A suggerire questa soluzione non ci sono solo i primi rumor su Windows 9 di cui vi abbiamo riferito qualche mese fa ma anche alcune dichiarazioni ufficiali, come quella pubblicata da Steven Sinofsky su Building Windows 8, in cui si accenna chiaramente ad un nuovo sistema di aggiornamenti in grado di distribuire update più velocemente dei classici Service Pack.
Che sia davvero arrivato il momento di dire addio ai cari vecchi SP? Noi diremmo proprio di sì. D’altronde la velocità media delle connessioni Internet è aumentata e, proprio grazie a prodotti come Chrome, gli utenti hanno cominciato ad apprezzare i sistemi di aggiornamento graduali rispetto a quelli delle major release rivoluzionarie. Voi che ne pensate?