Durante l’edizione 2013 della conferenza SXSW il colosso di Mountain View ha mostrato, unitamente alla sua Talking Shoe, le prime applicazioni di terze parti compatibili con i Google Glass.
Nello specifico, è stato illustrato il funzionamento delle app The New York Times, Evernote, Path e Gmail.
Nel corso della dimostrazione i Google Glass sono stati usati per scattare foto, per effettuare ricerche, per condividere contenuti su Google+ e per visualizzare news e previsioni del tempo.
Per permettere all’utente di visualizzare tutte le informazioni necessarie direttamente dinanzi gli occhi i Google Glass utilizzando un’interfaccia costituita da Timeline card con un desing che si avvinca molto a Google Now su device Android.
Gli occhiali per la realtà aumentata di Google, infatti, a causa delle loro dimensioni ridotte non consentono di visualizzare lunghe pagine contenti testo o elementi grafici ragion per cui gli sviluppatori sono praticamente costretti a realizzare app seguendo specifiche regole.
Ne è un pratico esempio l’app di New York Times che non mostra news intere ma solo il titolo e la foto mentre oer gli articoli completi è possibile sfruttare la funzione text-to-speech.
Tutte le app pensate per i Google Glass, poi, non dovranno infastidire eccessivamente gli utenti con le notifiche push ed i dati inviati agli occhialini di big G dovranno essere sempre rilevanti.
Gmail, ad esempio, notifica soltanto la ricezione dei messaggi di posta elettronica più importanti mostrando l’oggetto dell’email e la foto del mittente e permettendo di rispondere mediante un pratico sistema di riconoscimento vocale.
Per quanto riguarda Evernote, invece, è stato mostrato come dopo aver scattato una foto è possibile selezionare la funzione Share con il touchpad, condividere l’immagine su Skitch e successivamente scrivere una con un tablet e salvare il tutto sull’app.
Per Path, invece, è stato illustrato come i Google Glass sono in grado di mostrare una notifica per le foto condivise dagli amici e come all’utente viene offerta la possibilità di aggiungere commenti con tanto di emoticon senza dover ricorrere all’utilizzo dello smartphone.
Tutte le operazioni in questione sono state eseguite, così come sottolineato nel corso della conferenza, sfruttando le Mirror API che consentono di recuperare dati dai server e di andare quindi ben oltre le funzionalità di base dei Google Glass.