Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo in cui ci siamo divertiti a elencare 5 problemi comuni negli smartwatch che Apple avrebbe dovuto risolvere per realizzare l’orologio definitivo. Ebbene, come tutti voi ben saprete il colosso di Cupertino ieri ha presentato ufficialmente l’Apple Watch ed è arrivato il momento di fare un piccolo bilancio tra quelle che erano le (altissime) aspettative e la realtà.
1. Gli smartwatch devono essere un accessorio cool
Con il suo orologio Apple è chiamata a “staccare” i prodotti della concorrenza come fece allora, anche se stavolta la missione è nettamente più difficile. Jonathan Ive e soci dovranno tirare fuori dal cilindro un accessorio di moda prima ancora che un dispositivo tecnologico, qualcosa da portare al polso con orgoglio ma anche con scioltezza, senza sentirsi degli “alieni”.
Su questo punto Apple ha centrato l’obiettivo, o quasi. L’Apple Watch non ha un design particolarmente raffinato o elegante, in compenso però offre all’utente la possibilità di personalizzarlo in base ai propri gusti grazie a cinturini di vari colori e materiali: gomma, pelle e metallo.
2. Batteria, schermo e spessore
Molti degli smartwatch presenti attualmente sul mercato sembrano dei mattoni con un cinturino attorno. E oltre ad essere oggettivamente brutti da vedere soffrono di problemi importanti, primo fra tutti la scarsa durata della batteria.
Ecco subito il punto dolente dello smartwatch “melato”. Non è più sottile di altri orologi hi-tech presenti sul mercato e non presenta particolari colpi di genio sotto il punto di vista del design. Sulla batteria non possiamo esprimerci in quanto non sono ancora noti i reali valori relativi all’autonomia del device.
3. Prodotto post-smartphone
Cos’è uno smartwatch? A giudicare dai prodotti attualmente in commercio si direbbe un’estensione dello smartphone. Ed è qui che casca l’asino! Se Apple vuole realizzare un orologio davvero “intelligente” deve fare in modo che quest’ultimo sfrutti al meglio l’iPhone senza però esserne dipendente.
Manco per niente! L’Apple Watch richiede la presenza di un iPhone (da 5C in su) per funzionare, altrimenti diventa un comodo fermacarte o poco più.
4. Un salto di qualità nell’esperienza utente
Apple si è sempre vantata della sua capacità di introdurre nuove interfacce e nuovi modi di interagire con i dispositivi: il mouse del Mac, la click wheel dell’iPod, il display multi-touch dell’iPhone ecc. Lo stesso salto di qualità nell’interazione con il device è attesa nell’iWatch.
Come da copione, Tim Cook durante il keynote di eri ha menzionato esempi dell’innovazione “made in Apple” parlando del mouse del Mac, della click wheel dell’iPod e del display multi-touch dell’iPhone. Nell’Apple Watch la mossa vincente sembra essere l’utilizzo della ghiera laterale per spostarsi nei menu e gestire lo zoom (accoppata al touch dello schermo). Basterà questa feature a trasformare l’orologio di Apple nello smartwatch per antonomasia? Sarà il pubblico a deciderlo.
5. L’orologio deve tornare a essere importante
Il compito di iWatch (ma più in generale di tutti gli smartwatch) sarà quello di ridare un senso all’orologio facendo tornare alla gente la voglia di indossarne uno. E soprattutto la voglia di spendere centinaia di euro per acquistarlo.
Beh, bisogna ammettere che a primo acchito questo Apple Watch non ha impressionato più di tanto. Sembra solo lo smartwatch di Apple – un prodotto creato per contrastare i sempre più numerosi competitor – anziché quel device in grado di ridefinire il concetto di orologio che in molti si aspettavano. Ma chissà, d’altronde anche l’iPad era stato accolto con molto scetticismo ed è diventato “il tablet”.
Per chi non lo sapesse ancora, l’Apple Watch verrà rilasciato a inizio 2015 in tre edizioni differenti: Apple Watch, Apple Watch Sport e Apple Watch Edition. La sua cassa è di 38 o 42 mm (quindi sarà disponibile in “taglie” differenti) e i materiali di cui è composto sono: acciaio inossidabile 316L, vetro in cristallo di zaffiro e fondo in ceramica.
Prezzi? A partire da 349$ negli USA. In Italia ci si aspetta una conversione 1:1 (nel migliore dei casi). Per maggiori info fate un salto sull’appena ridisegnato sito Internet di Apple.