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Google non produce più occhiali AR: perché?

 
Shor (Angelo Di Veroli)
10 Agosto 2023
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Nell’ultimo decennio, la realtà aumentata (AR) sembrava destinata a essere la prossima svolta tecnologica. Tuttavia, nonostante un inizio promettente nel settore, l’ondata AR sembra essersi ritirata. Tra i grandi nomi, la decisione di Google di interrompere la produzione dei suoi occhiali AR ha destato molta curiosità. Perché questo improvviso cambio di direzione?

L’analogia tra il mercato degli occhiali AR e i video giochi di strategia

L’esplorazione del panorama del mercato degli occhiali AR rivela una realtà significativa. Nonostante l’elevato potenziale, gli occhiali AR hanno faticato a raggiungere il mainstream. Per capire perché, analizziamo per analogia il mercato dei video giochi di strategia. Il successo di un gioco di strategia dipende dal suo intricato equilibrio, dal design accattivante e dalla profondità delle opzioni tattiche. Deve essere in grado di stimolare il giocatore, senza sembrare troppo difficile o inaccessibile. Allo stesso modo, per avere successo, gli occhiali AR devono dimostrare un sottile equilibrio tra funzionalità, design ed esperienza utente.

Spesso gli occhiali AR sono stati considerati troppo costosi, ingombranti e invadenti. Gli occhiali AR di Google, ad esempio, non sono stati in grado di offrire un’esperienza d’uso piacevole e senza soluzione di continuità, un problema con cui si scontrano anche i migliori sviluppatori di giochi strategici. La sfida consiste nel creare esperienze coinvolgenti in un pacchetto elegante, comodo e conveniente.

Sfide tecnologiche: durata della batteria e dissipazione del calore

Un ostacolo meno discusso, ma significativo, nello sviluppo degli occhiali AR è stato il duplice problema della durata della batteria e della dissipazione del calore. Data l’enorme quantità di potenza di elaborazione richiesta per eseguire le applicazioni AR, i dispositivi tendono a riscaldarsi rapidamente e a scaricare la batteria a un ritmo allarmante.

Con la tecnologia attuale, è una battaglia costante tra la riduzione del fattore di forma degli occhiali AR e l’aumento dell’efficienza della batteria. Questo scontro tra design e funzionalità è un ostacolo simile a quello affrontato da molti altri prodotti tecnologici di consumo.

Percezione pubblica e preoccupazioni per la privacy

Gli occhiali AR hanno anche dovuto affrontare una montagna di preoccupazioni negative da parte del pubblico, per quanto riguarda la privacy. All’inizio del progetto degli occhiali AR di Google, questi sono stati accolti tiepidamente perché le persone si sentivano a disagio all’idea di essere registrate senza il loro consenso.

È stato persino coniato il termine “glass holes” per quelle persone che venivano considerate invadenti perché indossavano questi occhiali. L’opinione pubblica sulla tecnologia indossabile può essere difficile da modificare e, come ha dimostrato Google, a volte la decisione aziendale migliore è cambiare rotta.

Le tendenze emergenti: realtà aumentata mobile

Con il calare dell’interesse per gli occhiali AR, la realtà aumentata mobile ha visto un’impennata di popolarità. Google stessa ha fatto passi da gigante con la sua tecnologia ARCore, che consente di realizzare esperienze AR sugli smartphone Android. Con l’evoluzione della tecnologia, potremmo assistere a una ripresa dell’interesse per gli occhiali AR. Ma per il momento l’attenzione si è spostata su altre strade.

Il viaggio degli occhiali AR di Google racconta la storia di una tecnologia promettente, che si è scontrata con le sfide multiformi dei limiti dell’hardware, del mercato e della percezione del pubblico. In questo panorama tecnologico in continua evoluzione, le aziende devono sempre valutare e rivalutare continuamente le proprie strategie in base a questi fattori.

 

Categorie: Google
Tags: Google, 
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