Molte informazioni sugli accordi segreti che Google ha siglato con alcune delle più grandi aziende tecnologiche sono emerse durante il processo Epic v. Google. Ad esempio, ha pagato Samsung 8 miliardi di dollari per rendere le sue app predefinite sui dispositivi Galaxy. L’ultima notizia riguarda un accordo vantaggioso che Spotify ha stretto con Google, consentendo al più grande servizio di streaming musicale del mondo di evitare le commissioni di Google Play Store per gli abbonamenti.
Capiamo bene cosa stia succedendo in casa Spotify dopo i tanto discussi accordi stretti con Google
Don Harrison, responsabile delle partnership globali di Google, durante la sua testimonianza al processo ha confermato che Spotify paga una commissione dello 0% sugli abbonamenti acquistati tramite il proprio sistema, mentre paga anche una commissione ridotta se gli utenti scelgono Google come processore di pagamento.
Spotify ha ottenuto un’ottima commissione da Google
Questo sembra essere un accordo piuttosto generoso che Google ha accettato. Addebita solo una commissione del 4% a Spotify quando gli utenti scelgono Google come processore di pagamento per gli abbonamenti acquistati su dispositivi Android. È una tariffa molto più bassa rispetto alla commissione del 15% che Google addebita comunemente.
Questo non è qualcosa che Google voleva fosse reso pubblico. Ha cercato di mantenere privati i numeri di Spotify durante questa causa poiché riteneva che ciò avrebbe danneggiato le negoziazioni con altri sviluppatori che potrebbero volere tariffe migliori. Tuttavia, Harrison ha continuato dicendo che questo ottimo accordo con Spotify era giustificato data la popolarità “senza precedenti” del servizio di streaming musicale, motivo per cui questo accordo “su misura” con Spotify aveva senso.
Sebbene Google non abbia rivelato quali altri sviluppatori ottengano tariffe di commissione migliori, è emerso che la società aveva offerto a Netflix una tariffa speciale del 10%. Netflix ha rifiutato, motivo per cui non hai più un’opzione di acquisto in-app su Android.
Tuttavia, nulla di tutto ciò ha alcun impatto sull’esperienza dell’utente finale, ma evidentemente Google avrà difficoltà ad avviare trattative con altri sviluppatori ora che tutte queste informazioni sono pubbliche. Insomma, possibile ci siano delle conseguenze dal punto di vista diplomatico. Non tanto per Spotify, quanto per Google nell’ambito dei rapporti che negli anni sono stati stretti con altri partner. Fermo restando che la situazione sarà più chiara nelle prossime settimane.
Non è lecito aspettarsi rivoluzioni per gli utenti che pagano regolarmente per il servizio da Spotify, ma è chiaro che dovremo tenere gli occhi aperti nel corso delle prossime settimane.