Google Chrome è pronto per supportare le estensioni

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Come abbiamo visto nei giorni precedenti Google Chrome intende dare un supporto ufficiale alle estensioni. Con l’ultima versione dev di Google Chrome sembra che il passo sia più breve di quanto sembri.

Le estensioni al momento pronte sono poche, ma già sembrano funzionare bene. E’ disponibile l’estensione per GMail, quella per il BuildBot di Chrome ed un estensione per Feed Burner che non fa mai male. Installare le estensioni è estremamente seamless, tutto ciò che dovete fare è cliccare sul link “Installa” nella pagina delle estensioniper gli sviluppatori, vi verrà chiesta conferma e approvando avrete la vostra estensione funzionante senza che ci sia bisogno di riavviare il browser.

Le estensioni sono un elemento fondamentale al successo di Chrome, non c’è dubbio, quello che però non bisogna dimenticare è che il supporto delle estensioni e i Google Gadget stanno concorrendo ad un unico risultato, creare una base di web-app varia e mirata, pronta da essere inserita nell’atteso sistema operativo della grande G, Google Chrome OS.

Twitter fa un accordo con Orange UK

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E’ un periodo florido per Twitter, settimana dopo settimna introduce nuove funzioni, stringe nuovi accordi e si espande in nuovi stati e continenti. Una delle chiavi del successo di Twitter è internet mobile; dietro il proprio PC o Mac spesso si perde il senso di questo social network minimalista e a volte criptico. Le cose però cambiano quando si ha a disposizione un dispositivo mobile, allora tweettare cambia volto, facendo apparire curiosamente chiaro che quel servizio sia nato per quello.

Twitter la pensa allo stesso modo, tanto che negli scorsi mesi le sue strategie di entrata in nuovi mercati nazionali, hanno puntato principalmente su accordi con le maggiori compagnie telefoniche. I termini degli accordi non hanno mai riguardato internet mobile, ma bensì i servizi di SMS e MMS, il che fa pensare.

Internet mobile non è così diffuso come si possa credere, e non mi riferisco solo ai paesi in via di sviluppo che hanno ricevuto le attenzioni di Twitter, ma anche alla nostra cara Europa. Del resto il mezzo si è affermato di recente, in termini tecnologici, e fra costi che non facilitano l’accesso e infrastrutture carenti, molti concittadini europei ancora non sanno o non vogliono sapere cosa sia la connettività mobile.

Da Tinychat nasce Tinychat.tv

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Tinychat è nato come semplice servizio di microchat, ovvero offriva semplicissime chatroom sul modello delle chat dei primi tempi, come iRC, C6, etc. La singolarità di Tinychat è stata la sua capacità di sviluppare il proprio codice rendendolo il più possibile API friendly.

In questo modo ha incominciato ad implementare il login tramite Facebook Connect e Twitter oltre ad essere perfettamente embeddabile in ogni sito. Andando avanti con i suoi successi Tinychat si è evoluto, introducendo la possibilità di streammare dalla vostra webcam nella vostra chatroom, il tutto pubblicando la conversazione testuale in atto sui profili Facebook e Twitter dei partecipanti.

Questo ha portato Tinychat a ricevere buone iniezioni di capitale oltre che una crescente fiducia da parte dei big del web. Come per Twitter il maggior successo sta nel fatto che Tinychat si pone l’obiettivo di creare una piattaforma di comunicazione decentralizzata, diversi siti per diverse funzioni, ma tutti che fanno riferimento al primordiale servizio di microchat.

Google Chrome prepara la sua Extensions gallery

Google Chrome Extensions Gallery

Nella guerra dei browser Google Chrome è diventato protagonista dai suoi primi giorni, e del resto non c’era da aspettarsi diversamente dalla grande G.

Anche se le statistiche danno numeri differenti, IE8 e versioni precedenti continuano ad essere i browser maggiormente utilizzati, la community che conta, quella che commenta, posta, condivide e contribuisce alla rete, è nettamente spostata verso browser open source, come per l’appunto lo è Firefox.

Firefox deve il suo grande successo a molti aspetti del suo sviluppo e se ne conoscessimo tutte le chiavi probabilmente saremmo sviluppatori di successo anche noi, ma una cosa è certa, senza aver abbracciato il modello di sviluppo open source, Firefox non potrebbe essere ciò che è adesso.

Google intende rendere la velocità di un sito una variabile per il ranking

Google Code

Da quando Google si è presentato sulla scena, durante la fine dello scorso secolo, i suoi algoritmi di pagerank, sempre più segreti, sono cresciuti di volta in volta perfezionandosi e rendendo la homepage della grande G, l’accesso universalmente riconosciuto al web.

Ciò grazie ai continui aggiornamenti di Google, alla sua analisi accurata del web ed alla sua capacità di pilotare / seguire i gusti dell’utenza. La velocità di un sito, non è un segreto, è un discrimine fondamentale per il successo o meno di questo. L’utente internet si distingue per la sua impazienza, giunge ad un indirizzo e da quel momento la pagina web corrispondente ha pochi secondi per apparire, prima che la sua scheda venga chiusa.

Google sembra condividere l’impazienza degli utenti, ed in una dichiarazione di Matt Cutts, un ingegnere di Google, pare che nel 2010 il page rank considererà questo fattore fra le variabili principali di valutazione. Una novità del genere può sembrare minore, ma se ci si ferma a riflettere comporterà un importante cambiamento sia per i webmaster che per gli utenti.

Apple vince la causa contro Psystar

Psystar

Da qualche mese ormai la Psystar, prima una illustre sconosciuta, ha iniziato a farsi conoscere prima sui blog dedicati ad Apple per poi dilagare su tutta la blogosfera tech internazionale.

Il motivo di tanto rumore è dovuto ad una particolarità del business di Psystar di cui Apple non è stata entusiasta. Psystar, prima solo con promesse, quindi mettendo in pratica quanto annunciato, vendeva comunissimi PC assemblati con una piccola differenza però rispetto gli altri. Il sistema operativo montato non era una distribuzione gratuita di Linux o uno dei sistemi operativi Microsoft, bensì Mac OS X.

Psystar non aveva fatto alcun miracolo, assemblava i PC ad hoc evitando dunque di incappare in incompatibilità fra hardware e driver, e ha ottimizzato e applicato una delle tante guide che si possono trovare sul web su come installare Mac OS X su qualsiasi PC. Fatto questo non ha dovuto far altro che assicurarsi che la notizia avesse la maggiore viralità possibile, quindi mettere in vendita i propri prodotti.

Google Analytics introduce le statistiche per i feed item

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Google Analytics, come abbiamo già osservato in passato, non è il milgior prodotto per le statistiche del nostro sito, che si possa immaginare. Resta il fatto che è gratuito e che la maggior parte degli utenti usano quello, tanto da rendere familiari le sue schermate a coloro che spesso usufruiscono dei servizi di una web agency.

Le mancanze di Google Anlaytics sono varie, ma quella che proprio non poteva perdurare, è semrpe stata l’assenza di statistiche approfondite per i feed item, ovvero per i singoli link presenti all’interno di un RSS. In questo modo sarete in grado di tracciare i clicks attraverso gli RSS, senza dovervi più accontentare di sapere solo il numero di iscritti, dato orientativo e parziale.

La nuova funzione di Google Analytics sembra studiata bene, oltre a fornirvi il numero di click che ogni singolo item ha ricevuto nei vostri RSS, porta cons e informazioni riguardo l’origine del click, sia esso un lettore online di RSS piuttosto che locale.

EventSync, sincronizzare il calendario di Facebook con iCal

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Man mano che la nostra rete cresce è sempre più difficile riuscire a organizzare tutte le piazze virtuali che frequentiamo. In particolare se utilizziamo i social network come principale forma di comunicazione, spesso capiterà di stabilire impegni ed eventi.

Facebook prevede un sistema interno di organizzazione degli eventi a cui avete deciso di partecipare, questo però crea spesso confusione, dal momento che probabilmente già utilizziamo un’agenda come Google Calendar o iCal sul Mac. In questo caso capiterà spesso di dimenticare di aggiornare a mano il nostro calendario principale, rischiando così di perdere l’evento.

Per quanto riguarda Google Calendar e iCal la soluzione già è a portata di tutti potendoli semplicemente sincronizzare, così che siate certi di avere i vostri calendari sempre aggiornati. Con Facebook invece ancora c’è qualche problema. Una soluzione valida è rappresentata da EventSync, una semplice applicazione che fa a dovere il suo lavoro.

GeoAPI, la geolocalizzazione a portata di tutti

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In questa esplosione a cui stiamo assistendo, di quello che alcuni chiamano già Web 3.0, la navigazione mobile, i servizi di localizzazione giocano un ruolo sempre più presente.

Identificare precisamente la propria posizione quando si condivide attraverso un dispositivo mobile è una naturale conseguenza del tipo di dispositivo. Le applicazioni finora esplorate della geolocalizzazione dei contenuti, hanno giò portato a realizzazione numerose idee brillanti.

La varietà sempre crescente di utilizzi lascia pensare che ci si trovi di fronte uno di quei fenomeni che non delineano i loro limiti. Sempre più sviluppatori aggiungono alle loro idee i dati di latitudine e longitudine dell’utente, al servizio delle funzioni, ludiche o professionali che siano.

Se però è vero che si parla di Web 3.0, ci si riferisce al sistema che sta crescendo esponenzialmente, formato non più da indirizzi finali a cui approdare nella propria navigazione, ma ad un’aggregazione di servizi, dove la scelta degli ingredienti e la loro preparazione determinano il successo o meno di un’idea.

Ancora spam su Twitter

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Il fenomeno dello spam è vecchio quanto il web si sa, ma adesso sta raggiungendo proporzioni preoccupanti. Le considerazioni macroscopiche ritengono che lo spam sia una delle principali cause se non la principale, di saturazione della rete. Ogni giorno milioni di email di spam vengono inviate e ricevute.

Lo spam sulle caselle di posta sta soffrendo periodi cupi grazie ai filtri antispam sempre più sofisticati e precisi, ma sta trovando nuova vita nei social network. Al momento infatti se avete una discreta attività su Facebook, ma soprattutto su Twitter avrete certamente già ricevuto delle @reply che non riconoscete e che vi invitano a visitare questo piuttosto che l’altro sito.

Se sia da considerarsi spam anche l’attività che molti accounts fanno, di seguire in massa quantità enormi di utenti ogni giorno, al solo scopo di essere seguiti a loro volta e poter vantare, ammesso che sia da vantare, numeri stratosferici di followers. Per quanto fastidioso lo spam è in ogni caso innocuo in se per se e capita di non preoccuparsene.

La classifica delle fonti più influenti su Twitter

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Come abbiamo più volte ripetuto, Twitter ha fondato il suo grande successo sull’ampia libertà d’azione che ha offerto ai suoi utenti, i quali nel tempo hanno contribuito con prassi, sintassi e dinamiche sociali autogestite, alla diversificazione di Twitter, trasformandolo di volta in volta in un servizio differente.

Una delle grandi conquiste della community è il ReTweet, iniziato come manifestazione spontanea e recentemente adottato ufficialmente da Twitter. Il ReTweet di per se già comporta una diversificazione nei suoi utilizzi e significati. Con questo post vogliamo mettervi di fronte uno dei suoi aspetti di maggior successo.

La pratica del ReTweet fra le varie cose, ha reso Twitter un ottimo sito di news tracking, più precisamente Tweetmeme, sfruttando le agevoli API di Twitter ha creato una web-app di terza parte, che opera il conteggio dei ReTweet che contengono uno stesso link e stila una classifica. Semplificando, considera i ReTweet come voti, dei digg che determinano la popolarità o meno di quel link.

Giocare con un Commodore 64 sul vostro iPhone

Sull’App Store di Apple è riapparso un titolo che già per breve tempo aveva frequentato l’iTunes Store, per poi essere rimosso a casusa di una violazione delle regole di Apple.

La violazione in questione riguardava il divieto di lanciare degli eseguibili da parte di un’applicazione, una regola difficile da applicare per “C64“, l’applicazione della Manomio LLC che vi permette di eseguire l’emulatore di un Commodore 64 sul vostro iPhone.

C64 come dicevamo è riapparsa sull’App Store con tutte le funzioni precedenti più alcuni upgrades. Lanciando l’applicazione il vostro iPhone emulerà un Commodore 64; grazie a tale emulazione potrete dare sfogo alla vostra nostalgia da videogiocatore dei tempi che furono, giocando con i giochi inclusi nell’applicazione Dragon Den, Le Mans, International Basketball, International Soccer, International Tennis, Jupiter Lander, Artic Shipwreck e Jack Attack.

Recensione Asphalt 5 per iPhone

La settimana scorsa sull’App Store è stato pubblicato l’attesissimo titolo di corse clandestine firmato Gameloft, Asphalt 5. Asphalt ha già riscosso un enorme successo nelle sue precedenti versioni, essendo spesso stato indicato dalle riviste specializzate come uno dei migliori giochi per iPhone in circolazione.

Asphalt 5 si presenta a noi con una grafica eccezionale, la quale tuttavia non ha alcuna ricaduta sulla fluidità del gioco, il quale in una settimana di test intensivo non ha mai dato alcun problema di lag. Cosa che ci ha meravigliati, l’utilizzo della batteria, pur essendo debilitante come per quasi la maggior parte dei videogame per iphone, Asphalt 5 non chiede quanto ci si aspetterebbe alla debole batteria del nostro iPhone.

Il gioco vi metterà di fronte un garage che comporrete a vostro piacimento con 33 veicoli fra cui 4 motociclette. Ogni veicolo va acquistato con i soldi guadagnati superando le varie prove che vanno oltre il semplice arriva prima di tutti. Le prove si distinguono in quattro fondamentali obiettivi, arrivare per primi o fra i primi, corsa contro il tempo, testa a testa e la più divertente, eliminazione, nella quale dovrete buttare fuori strada un certo numero di veicoli per vincere.

Una grave distrazione di Facebook diventa un pericolo per gli utenti

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Da qualche mese a questa parte ci siamo abituati senza rendercene conto, ai primi fenomeni di spam su Facebook. Più volte utenti fasulli hanno diffuso worm all’interno del sistema che nei casi più gravi hanno danneggiato gli account degli utenti. I numeri in gioco sono ovviamente la debolezza del sistema, controllare l’attività di 325 milioni di utenti è un’impresa ardua per qualunque filtro anti-spam e sistema di sicurezza.

La sicurezza informatica del resto, non è solo frutto di filtri anti-spam, antivirus e intelligenze artificiali. Le fondamenta della sicurezza informatica sono le buone pratiche, gran parte delle intrusioni avviene per errori umani, leggerezze dalle quali le aziende troppo spesso si lasciano tentare, mettendo in pericolo il proprio sistema e dunque il loro business.

Da un social network dell’importanza di Facebook ci si aspetterebbe un comportamento vigile a riguardo, fino a fiorare il paranoico volendo. Invece Facebook offre a spammers e scammers di ogni sorta una via privilegiata per infettare con pochi click infiniti network, il tutto a causa di una cattiva pratica.

Ci riferiamo ai gruppi di Facebook, una delle applicazioni più utilizzate e che tutti gli utenti conoscono bene. Ogni giorno probabilmente riceverete un numero elevato di notifiche da amici e non che vi invitano ad entrare in un gruppo piuttosto che un altro, e a seconda del vostro “carattere facebook”, accettate tutti, selezionate, ignorate a prescindere.