OpenSky, marchette ufficiali o una brillante idea?

L’attenzione riservata al mondo del blogging è sempre più interessante, sia per noi blogger che per tutta la comunità 2.0.

Sempre di più scrivere di qualcosa significa scrivere di un prodotto e sempre di più scriverne bene o scriverne male determina in modo non superficiale il successo o meno di quel prodotto. Come tutti sanno ci sono tante e varie tipologie di blogger sulla piazza e non tutti sono completamente sinceri.

C’è chi si fa successo con il solo obiettivo di vendersi al miglior offerente, c’è chi è finanziato segretamente da qualche azienda, c’è chi sfrutta il sistema delle affiliazioni con e-commerce e c’è chi si accontenta di ricevere prodotti omaggio da recensire.

Nuove indiscrezioni su HP Slate, il tablet di HP

Come spesso accade quando Apple si lancia nei suoi progetti pioneristici gli altri seguono. Il caso di iPad non è stato da meno.

Sia che fossero i tempi maturi, sia che le campagne di marketing di Apple tendano a creare il bisogno di un prodotto generico più che di un iPad in se, gli altri sembravano già pronti a tirare fuori le loro versioni.

Il tablet più chiacchierato del momento oltre iPad è probabilmente proprio HP Slate, che anche se non si sa quando sarà disponibile, già si sa che sarà disponibile a 549$, pochi dollari in più ad iPad, ma a quanto pare offrirà ciò a cui i delusi da iPad potrebbero non saper rinunciare.

NDrive NRadar disponibile a 0,79€

Molti di noi ha installato sui nostri smartphone un’applicazione di navigazione satellitare. La combinazione fra GPS e localizzazione GSM ha reso queste applicazioni più efficienti dei navigatori dedicati e il collegamento alla rete internet offre una tipologia di servizi finora inapplicabili.

Un’applicazione per uno smartphone è però ben differente di un’applicazione per un navigatore dedicato e dovrebbe ugualmente rispettare le norme base di qualità di una qualunque applicazione. Stiamo parlando di modularità e saclabilità, fondamentali se si vuole un’esperienza utente positiva.

NDrive sembra aver capito a pieno questa necessità creando il suo NDrive NRadar, un’applicazione di navigazione che non offre l’intero sistema di mappe e indicazioni turn by turn delle altre applicazioni NDrive, ma si concentra sull’aspetto sicurezza e autovelox ovviamente.

Facebook continua il rollout delle novità

Dal rollout della nuova homepage Facebook continua, giorno dopo giorno, a introdurre piccole novità che stanno lentamente, ma inesorabilmente trasformando il social network più popolato al mondo.

Solo pochi giorni fa ha annunciato l’apertura agli sviluppatori dello stream pubblico, ovvero un seti di API che permette di accedere ai dati resi pubblici dagli utenti grazie all’impostazione “Everyone” nel publisher. Oggi è la volta di una piccola ma significativa modifica alla barra di ricerca.

Come siete abituati iniziate a digitare un nome nella barra di ricerca e subito comparirà un lista di risultati consigliati. Prima questa lista si limitava ai vostri contatti, poi è stata aggiornata con le Pages e contenuti che i filtri di Facebook ritengono più interessanti per il vostro profilo.

Se ci fosse Twitter in Cina sarebbe un social network diverso

Le polemiche con la Cina non sono mai abbastanza. Gli attacchi che il Governo cinese sferra costantemente ai danni del web e di conseguenza dei propri cittadini sono sempre meno tollerati sia dagli altri Governi che dalle compagnie stesse.

Molti attivisti cinesi sono costretti a lasciare la patria per fuggire dalle persecuzioni e trovano nel web l’unico modo di far sentire la propria voce e rimanere in contatto con la base di consenso creata sul territorio. Gran parte dei principali ocial network sono banditi in Cina e Google, come sappiamo, non ha vita facile tanto da mettere in discussione la propria presenza o meno.

Una vittima eccellente della censura cinese è Twitter che ormai da più di un anno non è accessibile ai cittadini cinesi. Quello a cui nessuno ha pensato però è che Twitter in cinese non è il Twitter che conosciamo.

140 caratteri possono sembrare pochi e buoni giusto a postare una frase accattivante ed un link di approfondimento, ma questo è valido se si ragiona con l’alfabeto occidentale. In cinese 140 caratteri corrispondono a 140 ideogrammi, ognuno dei quali esprime un intero concetto.

iPad sì iPad no, ma cosa dicono gli sviluppatori

Gli sviluppatori si sa sono il motore pulsante di questo nuovo mercato dell’informatica, il mobile, e i loro umori sono fondamentali al successo o meno dei dispositivi che grandi aziende come Apple, Google, Nokia, etc. mettono sul mercato.

La presentazione di iPad è stata accolta con una certa freddezza dal grande pubblico che si aspettava qualcosa di più di un iPhone più grande e incapace di fare telefonate. L’assenza di flash, l’assensza di connettività 3G da una delle sue versioni e infine l’assenza del multitask ha fatto indispettire i più.

Più grande però non è una sciocchezza. Al momento su App Store ci sono oltre 200000 applicazioni e gli sviluppatori in giro per il mondo non si contano. Fino ad oggi era possibile sviluppare per iPhone OS, un sistema operativo pensato per girare su uno schermo da 3 pollici.

Anteprima di Tom Clancy’s Splinter Cell Conviction per iPhone

iPhone come si sa si sta sempre più affermando come piattaforma per il gaming mobile prediletta dagli sviluppatori. La viralità di App Store, l’ambiente di sviluppo completo e semplice se paragonato a quelli di alcune delle più diffuse consolle del mondo, lo stanno rendendo una delle prime scelte dei game developers.

Gameloft è stato un pioniere in questo e la sua scelta gli ha portato un’enorme fortuna, basti pensare a ben 25 milioni di dollari che Gameloft ha dichiarato aver fatturato solo grazie ad App Store. Memore di questi successi Gameloft continua nella sua produzione di titoli di qualità e porting da altre piattaforme. E’ con piacere dunque che vi presentiamo quello che sarà probabilmente il prossimo tormentone su App Store.

Stiamo parlando di Tom Clancy’s Splinter Cell Conviction per iPhone. Probabilmente avrete già giocato la versione per consolle essendo Splinter Cell uno dei videogiochi più venduti e apprezzati della storia e la versione per iPhone sembra proprio non dover invidiare niente ai suoi predecessori.

Google introduce un Market per le sue Google Apps

Quando si parla di market e di Google di questi tempi viene subito in mente Android Market, l’App Store di Google per il suo sistema operativo mobile. Android però non è il solo interesse di Google e come ci si può spettare ci sono altri modi per “fare soldi”.

Uno di questi è la vendita B2B, ovvero Business to Business, di web-app di ogni genere, alcune identiche a quelle che già conosciamo da privati come GMail, Google Calendar, etc. ma molte altre sconosciute ai più siccome sono interessanti solo per le aziende e soprattutto sono a pagamento.

Quello che le Google Apps offrono è una piattaforma di collaborazione e coordinamento online per il dominio della vostra azienda. Se vi siete mai chiesti come fare a coordinare un team di sviluppo, una squadra di blogger, un evento ubiquo e qualunque altra cosa richieda una stretta collaborazione in rete le Google Apps potrebbero essere la risposta giusta.

Refresh POP accounts, un nuovo Lab di GMail per i vostri account POP

GMail è uno dei servizi di posta più diffusi al momento e ogni giorno aumenta il numero dei suoi utenti. L’interfaccia leggera e in grado di lavorare offline con Google Gears, la chat integrata, il sistema di archiviazione per conversazioni e adesso anche Google Buzz portano molti di noi a non voler mai lasciare GMail per andare su altre caselle di posta.

Come certamente sapete, se disponete di indirizzi di posta elettronica abilitati all’utilizzo di POP3 potete comodamente integrarsli all’interno del vostro account GMail, ricevendo direttamente sulla vostra casella principale i messaggi ricevuti e inviando attraverso SMTP di GMail o quello nativo i vostri messaggi.

Quello che però comporta spesso problemi è il refresh di questi account. GMail, probabilmente per questioni di banda, gestisce il fetching dei nostri account non GMail in modo un po’ insicuro e soprattutto poco trasparente. Se avete collegato account urgenti alla vostra GMail sapete di cosa sto parlando.

Google Public Data Explorer, un nuovo interessante servizio da Google

Google sempre impegnato nella sua innovazione e non solo ha reso disponibile per gli utenti un Lab, Google Public Data Explorer che potrà interessare molti di voi. Quante volte avrete sentito la frase: i dati sono pubblici e tutti possono vederli? Durante tribune politiche, talkshow, battibecchi da domenica sera e campagne elettorali i politici sfoggiano eminentissimi dati e statistiche che in qualche modo riescono sempre a dimostrare tutto.

La maggior parte di noi prende per buone o per cattive le informazioni che queste figure ci danno e non approfondiscono con una ricerca su Google che solitamente restituisce un’immagine neutrale della situazione in esame fornendo sia l’una che l’altra fonte.

I dati statistici aggregati su tassi di disoccupazione, fertilità media, attività criminali e chi più ne ha più ne metta sono una quantità di dati abnorme. Ogni anno e a volte ogni trimestre più o meno gli Stati di tutto il mondo raccolgono queste informazioni e le mettono a disposizione del pubblico che, tuttavia, non sa mai dove andarle a cercare.

La crescita di Internet dal 1998 al 2008

La BBC ha pubblicato una mappa tematica interattiva per osservare la diffusione di internet nel mondo dal 1998 al 2008. Potrete osservare i cambiamenti nel mondo scorrendo semplicemente lo slider che trovate in basso nella mappa il che vi restituirà intuitivamente il senso della crescita.

La prima cosa che balza alla nostra attenzione è quanto veloce è stata questa crescita. Iniziando dagli Stati Uniti d’America e dall’Australia si è diffuso in tutto il mondo occidentale ad una velocità impressionante. Per avere un senso della velocità di diffusione di questo media basta pensare che in Italia, nel 1998 c’erano meno di 3 milioni di utenti online mentre nel 2008 ne sono stati stimati circa 25 milioni.

Atmosphir, una piattaforma per sviluppare i vostri giochi online

Come abbiamo già notato più volte il mondo dei videogiochi sembra aver trovato nuovo vigore da quando è uscito dalle console per approdare ai browser e i dispositivi mobile. I giochi per queste piattaforme sono generalmente semplici nella grafica e spesso anche nel gameplay, ma le cose stanno cambiando.

Un senso di dove sta arrivando la tecnologia ce lo può dare Atmosphir, una piattaforma online per la creazione di giochi, al momento ancora in beta test con una lista d’attesa che, come potrete immaginare, si allunga ogni giorno di più. Atmosphir inizialmente prevedeva l’utilizzo di un client ad-hoc per giocare il che rendeva tutto più ostico.

Oggi invece ci giunge notizia da Michael Arrington di Techcrunch che Atmosphir ha fatto una scelta fondamentale che potrebbe determinarne il successo in fututo: passare a Unity. Unity è un motore di gioco sviluppato appositamente per l’esperienza in-browser.

In palio 50000$ da Pepsi

Se avete in mente un’idea per una campagna social da realizzare, credete di avere il team adatto allora è arrivato il momento di provarci. Pepsi Refresh attraverso la rivista online Mashable mette in palio 50000$ per la realizzazione di un’applicazione per la campagna Pepsi Refresh.

Pepsi, infatti, è un po’ che ha ridotto drasticamente gli investimenti sul marketing tradizionale a favore di webmarketing e comunicazione 2.0. La scelta più eclatante è stata quella di rinunciare alla pubblicità durante il Super Bowl in favore di Pepsi Refresh.

A quanto pare deve aver portato i risultati sperati tanto che Pepsi ora vuole coinvolgere la comunità nella creazione di qualcosa di nuovo. Il gatekeeper in questo caso è Mashable, precedentemente sponsorizzata da Pepsi come sottolineano nel disclosure e ora coinvolta nella realizzazione di questo contest.

Social Text 4.0, uno strumento di collaborazione a distanza

Una delle principali questioni di oggi è come coordinare il lavoro a distanza di team che probabilmente non si incontreranno mai fisicamente. Potete immaginare dunque che vengono a mancare tutta una serie di presupposti che permettono lo svolgimento delle task assegnate ai team, questi presupposti vanno colmati o rimpiazzati.

I problemi più grandi si hanno nel momento in cui il lavoro da svolgere risulta complesso, come lo sviluppo di un software o la preparazione di un evento internazionale, e richiederebbe dunque un gran numero di interazioni fra gli utenti. Molti si avvalgono di alcuni strumenti di Google come i Docs e i Gruppi, ma quando le cose si fanno più dure non bastano.

Nasce così il mercato degli strumenti di collaborazione a distanza, nel quale lo stesso Google cerca di entrare con Wave. Social Text 4.0 è un esempio mirabile di queste soluzioni. Offre la possibilità di creare gruppi più o meno visibili al pubblico, questi gruppi però daranno vita a delle homapage proprie con tanto di stream, canale di micro-blogging dedicato e tutti i principali strumenti di comunicazione 2.0 al momento affermati.