Bloatware, i “top” 8. Voi quali ritenete i peggiori?

Bloatware. Una parola che sta ad indicare quella tipologia di software pesante, lenta e pregna di funzioni inutili e che riesce come poche altre a far venire attacchi di orticaria a noi geek.

Ma quali sono in realtà questi bloatware, ed è davvero possibile sostituirli con valide alternative leggere e scattanti? Una possibile risposta la trovate nella classifica di seguito, in cui ci siamo divertiti ad elencare otto tra i programmi ritenuti tra i più pachidermici su piazza. A voi commenti, rettifiche e suggerimenti.

1. Software Asus, HP & company: sarebbe davvero bello poter acquistare un PC ed usarlo non appena tornati a casa dal negozio. E invece no, la presenza di inutili software per la riproduzione di DVD, piuttosto che per il corretto funzionamento dei pulsanti speciali della tastiera o per la visualizzazione delle foto, costringe tutti noi geek a perdere un mucchio di tempo prima di poter lavorare con i nostri nuovi gingilli elettronici. Il piazzamento in cima alla classifica è pressoché d’obbligo.

Alternative: il cestino. Punto.

Cultura geek: la nascita dei 9 termini più utilizzati del Web

Tra sigle, neologismi e singolari abbreviazioni, il mondo del Web sforna ogni giorno una quantità enorme di nuove parole. Vocaboli che, spesso, tutti noi apprendiamo in maniera estremamente celere ma adoperiamo con una certa nonchalance ignorando quasi del tutto il loro significato.

Ecco perché, oggi, ci siamo divertiti a mettere insieme 9 dei “termini geek” più famosi al mondo e analizzare in dettaglio la loro origine. Sperando di avervi fatto cosa gradita, vi auguriamo una serena lettura.

Cloud: termine sempre più diffuso divenuto presto sinonimo di servizi online. Deriva dalla dicitura “cloud outline” utilizzata nei diagrammi di rete, nonché dal termine “cloud” utilizzato qualche anno fa come “soprannome” delle grandi reti ATM.

Cloud computing: come molti di voi ben sapranno, sta ad indicare l’insieme di quelle tecnologie che consentono l’utilizzo di risorse distribuite per lo storage e l’elaborazione dei dati. E’ stato “reso noto” nel 2006 dall’amministratore delegato di “Google“, Eric Schmidt, con il fine di illustrare i servizi Web offerti dalla sua azienda, nel corso di una conferenza. L’origine esatta del termine non è nota, ma nel 1997 l’azienda “NetCentric” tentò di registrarlo, senza successo.

xPUD: la distro Linux che si avvia in 10 secondi

Sì, è vero, a moltissime persone i tempi di avvio del proprio computer importano tanto quanto il nome della velina di turno, ma di fronte a certe cose non ce la facciamo proprio a resistere. Il solo leggere “boot in 10 secondi” ci ha fatti perdere ogni cognizione di causa, costringendoci a correre via e scrivere queste righe che adesso avete sotto il naso.

La particolarissima distro Linux denominata xPUD promette un avvio in 10 secondi netti, e ci riesce quasi. Tutto grazie all’adozione di una particolare interfaccia utente web-based che sfrutta alcune componenti del motore Gecko utilizzato nel browser Firefox (tanto per dirne uno).

Filosofia Geek: bocciata la legge francese per punire gli incalliti downloaders pirati. Sarko incassa…

Venerdì Santo, cari geeks credenti e non. Trasportandoci dal sacro al profano, ciò significa tempo di vacanze e di tempo libero. Chi ci segue da un po’, saprà bene che vacanza, per noi, è sinonimo di filosofia geek. Ben ritrovati, dunque, al consueto appuntamento prefestivo col portatore di tedio (il sottoscritto).

La conversazione di oggi verterà su un fatto recentemente accaduto oltralpe: con grande sorpresa di tutti gli osservatori (inter)nazionali, il Parlamento francese ha deciso di boicottare il Presidente Nicolas Sarkozy, (f)autore di una spietata legge contro le migliaia di utenti praticanti download pirata: sospensione dell’accesso alla Rete, da due a dodici mesi.

Windows Vista vietato nella pubblica amministrazione texana

Probabilmente non se lo merita, ma Windows Vista verrà ricordato come uno dei peggiori prodotti sfornati da Microsoft, forse subito dopo Windows Me e BOB. La “mazzata finale” – in questo senso – è arrivata dagli USA, più precisamente dal Texas, dove è stato appena approvato un bilancio comprendente il divieto d’acquisto di licenze per Windows Vista (e, conseguentemente, di computer con il sistema preinstallato) per la pubblica amministrazione, a meno di specifiche autorizzazioni.

La motivazione ufficiale di questa proposta, avanzata originariamente dal Senatore democratico Juan Hinojosa, è che “Windows Vista ha causato diversi problemi e Windows XP fa tutto quello di cui la P.A. texana ha bisogno”. Parole più che condivisibili, anche per chi non ha alcuna intenzione di guardare all’importantissimo aspetto economico della faccenda.

I prodotti tecnologici che non vogliono “morire”. Voi a quale tenete di più?

Gli zombi esistono. No, tranquilli, non è nostra intenzione percorrere le orme di Orson Welles ed usare un mezzo di comunicazione di massa per diffondere il panico attraverso una burla. Noi diciamo la verità!

Dove andate? Tornate sulle vostre sedie, non siamo impazziti. Stiamo semplicemente parlando di prodotti tecnologici (hardware e non), quelli che – per un motivo o l’altro – non vogliono saperne di “morire” nonostante la loro classificazione come “obsoleti” giunta ormai da anni, se non decenni. Di seguito, i casi più eclatanti:

Stampanti a matrice di aghi: non fate finta di nulla. Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci abbiamo avuto a che fare, soprattutto se siamo soliti frequentare uffici che possono annoverare una certa longevità nello svolgimento del loro compito. Tanto per intenderci meglio, sono quei “comodini” che battono sulla carta attraverso un nastro inchiostrato mentre si spostano lateralmente sul foglio (ad es: Epson FX-80 e Panasonic KX-P1124).

Google, pesci d’Aprile “a go go”. Voi quali avete scoperto?

Pfiù, finalmente ne siamo usciti. Scusate lo sfogo, cari amici geek, ma le 24 ore appena passate sono state tra le più difficili in assoluto per chi di mestiere fa – o tenta di fare – il blogger. Il primo Aprile, lo sapete benissimo, è estremamente difficile destreggiarsi tra notizie vere e bufale create ad arte, ma ieri c’è stata una certezza che è andata oltre ogni più ragionevole dubbio: quelli di Google si sono divertiti come matti!

Tra fantomatiche tecnologie rivoluzionarie, improbabili palle da football “intelligenti” e browser in 3D il colosso di Mountain View – come riporta il blog di Paolo Attivissimo – si è letteralmente dato alla pazza gioia. Certo, quasi nessuno ha creduto a queste “novità”, ma poco importa. Tutto è rimbalzato alla velocità della luce sulla grande rete e la missione di “big G” è stata portata a termine con pieno successo.

Adesso però andiamo con ordine, proprio come nell’esaustivo riepilogo grafico presente in apertura del post.

Conficker: ancora qualche consiglio per il pesce d’aprile

Non si parla d’altro, nelle ultime settimane. Arriva il panico delle ultime ore. Le maggiori società di sicurezza informatica hanno previsto che l’ormai celeberrimo worm Conficker.C (altresì noto come Fido, Downup o Downadup) sarà protagonista di una “grande festa di zombificazione”, come l’ha squisitamente definita Paolo Attivissimo qui.

Al posto di un pesce d’aprile informatico “classico”, quale può essere una mail con qualche script scherzoso, le nostre macchine potrebbero subire l’infezione della terza versione di questa temibile minaccia. Già l’amico Andrea, ieri, ha suggerito l’utilizzo del tool McAfee Stinger Conficker. Continuiamo la campagna di prevenzione entrando maggiormente nel dettaglio.

Windows 7: è Microsoft a far trapelare le varie build sulla rete torrent?

Un lecito dubbio, quasi una chiacchiera da bar, nulla più. Abbiamo però il dovere di riportare un vociare sempre più insistente che serpeggia su forum, blog e social network di tutto il mondo: dietro il continuo trapelare di build di Windows 7 sulla rete torrent potrebbe esserci la stessa Microsoft.

Gli indizi a favore di questa ipotesi? A dire il vero non ce ne sono tantissimi, ma il fatto che tutti questi sistemi risultino tranquillamente attivabili on-line (quindi con un rapporto diretto con i server dell’azienda di Redmond) ha lasciato più di qualche perplessità a molti utenti.

Il motivo di questa strana mossa, invece, ci sembra più che plausibile: creare un grosso hype mediatico intorno ad un prodotto in dirittura di commercializzazione, qualunque sia il suo valore effettivo (che, in questo caso, è indiscutibilmente buono), giocando su quel retrogusto di “proibito” che aleggia dietro il download di una versione non ufficialmente rilasciata di un software.

Desktop, desktop delle mie brame…

E’ davvero da tantissimo tempo che, cari lettori, non ci occupiamo di filosofia geek. Chi ci segue da un po’ di tempo, saprà che quel “cari lettori” non è del tutto casuale, ma è incipit marcatore dei pezzi di morale geek. Poiché il tempo, oggi, è dalla mia, vi sottopongo un’interessante notizia concernente i risultati di uno studio di psicologia e informatica.

Donna Dawson, esperta comportamentista americana, in collaborazione con la società di Redmond, ha effettuato uno studio su un campione di desktops di impiegati statunitensi e, grazie alla disposizione di icone e dell’ambiente di lavoro, è riuscita a teorizzare alcuni caratteri riflessi comuni ai diversi utenti, che in seguito riassumiamo.

Google Street View: sbarca in Gran Bretagna e si arricchisce in Italia!

Street View

Chi non conosce Google Street View? Oramai nessuno può alzare la mano, tutti conoscono questo grande, ricco e curioso servizio made in Google che da mesi comincia a coprire grandi porzioni del territorio mondiale.

Google Street View è partito piano, ma dopo aver percorso le strade di Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, il Giappone, la Nuova Zelanda, la Germania, la Francia e l’Italia, adesso sbarca in Inghilterra, e lo fa proponendo migliaia e migliaia di foto delle 25 più importanti città dello Stato, tra le quali, chiaramente, non manca Londra.

Ma non finisce qui: da un paio di giorni, infatti, dopo Cuneo, Roma e Milano, sono state aggiunte altre località italiane, tra le quali 14 importanti capoluoghi di provincia nostrani, ossia Udine, Genova, Torino, Parma, Bologna, Arezzo, Livorno, Perugia, Bari, L’Aquila, Napoli e la Costiera Amalfitana, Reggio Calabria, Catania e Cagliari.

Classifica: i 10 peggiori virus informatici di tutti i tempi

Qui, su Geekissimo, non siamo certo nuovi all’analisi di originali classifiche legate al mondo informatico, ma quella che abbiamo scovato oggi è davvero unica. Sarà che i “cattivi” hanno sempre il loro perché, sarà che – in maniera più o meno diretta – ci abbiamo avuto tutti a che fare, sarà quel che sarà, ma appena abbiamo visto questo elenco dei 10 peggiori virus informatici di tutti i tempi non abbiamo resistito dal pubblicarla.

Come i più lesti avranno intuito, sono tutti da considerarsi come destinati ai sistemi Windows… ma non escludiamo una piccola “sorpresina”. Buona lettura!

  1. Morris worm: considerato il primo virus dei computer su Internet, nel lontano 1988, questa creatura dello studente universitario Robert Morris infettò il 10% di tutti i computer connessi alla grande rete (circa 60.000). Morris adesso è un professore associato al MIT Lab for Computer Science.

Come sarà il PC tra 10 anni? La parola agli esperti

Come saranno i computer tra dieci anni? Microsoft ha provato a farcelo immaginare con un video concept che abbiamo visto insieme qualche settimana fa. Oggi però vogliamo entrare maggiormente nel dettaglio ed analizzare il futuro del mondo informatico grazie ad un interessante approfondimento pubblicato dall’autorevole PCWorld.

In quest’ultimo, alcuni esperti del settore hanno messo su un piatto d’argento le loro previsioni in merito, ed il quadro ipotetico ottenuto è a dir poco shockante. Ciò che si staglia al nostro orizzonte prevede infatti un drastico cambio di ruolo dei computer, che da strumenti di lavoro diverranno una sorta di “compagni di vita per gli utenti” (come ritenuto da Andrew Chien, direttore della ricerca di Intel Corp.).

E la forma? Nulla che ricordi gli attuali notebook. Anzi, probabilmente saremo al cospetto di mini-dispositivi molto più simili a cellulari che a computer, probabilmente collegabili ad una vasta gamma di altri accessori, magari con una forma adattabile a seconda delle esigenze, da portare al collo come una comune penna USB piuttosto che sugli occhi a mo’ di occhiali hi-tech tramite i quali accedere alle informazioni presenti sulla grande rete (come ritenuto da Dan Siewiorek, Professore della Carnegie Mellon University).

PicoNote, notepad virtuale (online/offline) essenziale

Note, appunti, post-it: non si sa mai dove metterli! Tra fedelissimi possessori di Moleskine e accaniti utenti di palmari intercorre solamente una differenza di supporto d’archiviazione. Chi ha necessità costante di registrare dati con una certa frequenza è, dunque, costretto ad affidarsi ad uno strumento di quelli precedentemente elencati.

In caso si optasse per la soluzione elettronica (informatica, nella fattispecie) e qualora si disponesse di una connessione Internet, sarebbe auspicabile utilizzare il servizio che stiamo per presentare: PicoNote, il notepad dalle linee semplici e dall’elevata completezza funzionale.