IDNs e la rete è sempre più internazionale

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Uno dei limiti principali della rete è sempre stato il suo anglocentrismo. Come molte delle innovazioni tecnologiche dell’ultimo secolo, la rete si è sviluppata negli Stati Uniti, ed è lì che i suoi standard si sono definiti.

Dall’alfabeto usato nell’HTML ai Domains tutto è tarato sull’alfabeto latino a 26 lettere, il che è un limite non indifferente per molte culture. Pensate soltanto ai problemi che molti europei hanno per i conflitti che le lettere accentate causano, immaginate ora se utilizzate un altro alfabeto, o magari una scrittura ad ideogrammi.

Una delle barriere culturali è sempre stata il dominio. Non essendo gli indirizzi web in grado di contenere caratteri speciali non hanno mai potuto essere perfettamente integrabili con tutte le culture. Quante volte abbiamo dovuto registrare domini grammaticalmente errati e quanto l’indicizzazione dei nostri siti ne ha pagato le conseguenze.

The Pirate Bay di nuovo nei guai

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La vicenda giudiziaria di The Pirate Bay, il noto sito di condivisione file .torrent, sta andando avanti ormai da mesi e sul web se ne è parlato tanto.

La questione principale è sempre la violazione del copyright, un cliché a cui ci hanno abituato la periodica caccia alle streghe nei confronti di quei portali, software e gruppi che mettono a disposizione di tutti gli utenti link a materiale protetto da copyright.

Il caso giudiziario si articola su un copione ben conosciuto. L’accusa è di violare le leggi sul diritto d’autore mentre la difesa si basa semrpe sul fatto che il materiale illegale non è detenuto da coloro che lo pubblicizzano.

Su questa linea The Pirate Bay è ricorsa in appello contro la richiesta della Corte di Amsterdam di bloccare l’accesso agli utenti olandesi. L’appello purtroppo ha peggiorato le cose. Con una prassi alla quale siamo stati abituati The Pirate Bay è stata accusata di “aver favorito la violazione del copyright” ed entro 3 mesi dalla sentenza dovrà provvedere ad eliminare tutti i link che verranno indicati dal BREIN (il corpo antipirateria olandese).

La RIAA spera nell’educazione dei bambini per combattere la Pirateria

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Sicuramente tutti voi conoscerete la RIAA, Record Industry Association of America, probabilmente la più famosa società il cui scopo è la tutela dei diritti digitali delle maggiori etichette discografiche, un compito molto arduo che ha inevitabilmente messo l’organizzazione in cattiva luce, portando a volte anche a casi di attacchi informatici al loro sito ufficiale. Nonostante veri e propri casi di “estremismo”, comunque, recentemente la RIAA ha deciso di “redimersi”, dichiarando ufficialmente che secondo loro il DRM è morto, e che bisogna tentare altre strade per proteggere i contenuti digitali. Siamo sicuri, però, che queste nuove strade siano del tutto politically correct?

La RIAA dichiara il DRM morto

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Il portavoce capo ufficiale della RIAA intervistato da SCMagazine ha dichiarato che il DRM è inapplicabile e dunque morto. Non parliamo della Free Software Foundation, ma della Recording Industry Association of America (RIAA), in prima linea per la difesa del copyright.

Il portavoce Jonathan Lamy ha basato la posizione della RIAA su una considerazione di fatto. I DRM (Digital Rights Management) sono tutti gli strumenti, oltre quelli legali, che tentano di impedire un utilizzo dei contenuti digitali differente da quelli previsti dal produttore. In parole povere serial number, keyfile etc. Una volta che un software raggiunge una certa diffusione i DRM vengono sistematicamente aggirati, pertanto la RIAA ha dichiarato la loro inapplicabilità.

Da Facebook a Repubblica incalza la protesta

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Alle dichiarazioni del Primo Ministro Silvio Berlusconi in cui esortava il mondo dell’imprenditoria a non comprare spazi pubblicitari da Repubblica, ha risposto il web con un’inziativa che è passata attraverso Facebook.

Il gruppo “UNA PAGINA PUBBLICITARIA SU REPUBBLICA” ha raggiunto 3600 iscritti in poco tempo e con le donazioni di 500 utenti è stato in grado di acquistare una pagina pubblicitaria su Repubblica del 8 Luglio 2009. La pagina acquistata riporta una lettera aperta ai Presidenti dei paesi membri del G8, salvo Silvio Berlusconi per ovvi motivi.

Il gruppo di sottoscrittori si definisce politicamente eterogeneo e protesta contro “la sostanza e la forma di questo governo“. Dopo una lettera sobria in pieno “stile cartaceo” un caps lock che riporta la scritta “FATELO SAPERE, NON LASCIATECI SOLI!” ha un effetto particolare visto su una pagina di uno dei giornali cartacei più letti d’Italia.

SoundJay, decine e decine di effetti sonori liberamente utilizzabili!

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Diciamoci la verità: non raramente nei montaggi video o, perché no, per fregare qualcuno, magari a telefono, ci capita di ricorrere ad alcuni effetti sonori già registrati da altri.

Trovare questi suoni, però, non è poi così semplice. Se ne possono trovare molti in rete, ma come la mettiamo con le protezioni del diritto d’autore? Ci serve una web directory libera da alcun diritto. Una web directory che metta a disposizione risorse liberamente utilizzabili. Ci serve SoundJay!

SoundJay è un interessante sito web che mette in condivisione numerossisimi effetti sonori dalla diversa natura utilizzabili liberamente, seguendo le pochissime istruzioni dei termini d’uso del servizio, per i più diversi scopi.

Scopri chi copia i tuoi contenuti nel web con Plagium

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Se avvertite la necessità di cercare sul web chi copia i contenuti del vostro blog oppure ha copiato parti di testi scritti da voi senza il vostro consenso, potrete usare Plagium, un tool in grado di cercare plagi, di contenuti testuali, all’interno della rete ed identificare, così, chi ha commesso questa grave azione senza alcun permesso da parte dell’autore originale.

Per utilizzare questo servizio vi basterà inserire uno scritto all’interno della casella di testo per permette al motore di scovare gli eventuali plagi presenti sulla rete. Per analisi più generiche vi basterà inserire il link della pagina che volete monitorare per ricevere il sunto dei contenuti che potrebbero essere stati copiati da altri siti web.

Nel caso vengano scovati documenti copiati, il sito creerà una lista di questi testi, comprensivi di url, date di aggiornamento e grado di similitudine tra i 2 contenuti. Inoltre vi restituirà un grafico contenente una timeline dinamica per identificare se i contenuti che appaiono copiati non siano stati pubblicati prima del vostro originale.

Filosofia Geek: bocciata la legge francese per punire gli incalliti downloaders pirati. Sarko incassa…

Venerdì Santo, cari geeks credenti e non. Trasportandoci dal sacro al profano, ciò significa tempo di vacanze e di tempo libero. Chi ci segue da un po’, saprà bene che vacanza, per noi, è sinonimo di filosofia geek. Ben ritrovati, dunque, al consueto appuntamento prefestivo col portatore di tedio (il sottoscritto).

La conversazione di oggi verterà su un fatto recentemente accaduto oltralpe: con grande sorpresa di tutti gli osservatori (inter)nazionali, il Parlamento francese ha deciso di boicottare il Presidente Nicolas Sarkozy, (f)autore di una spietata legge contro le migliaia di utenti praticanti download pirata: sospensione dell’accesso alla Rete, da due a dodici mesi.

Caso Microsoft, TomTom rilancia di 4

Continua la vicenda giudiziaria che vede Microsoft e TomTom antagoniste nella lotta ai brevetti. La diatriba ha avuto inizio qualche tempo fa quando Microsoft ha citato in giudizio TomTom per la presunta violazione di otto brevetti riguardanti l’utilizzo di tecnologie Microsoft attraverso implementazioni Linux sui dispositivi GPS di TomTom.

A queste accuse, la casa olandese, ha risposto in modo aggressivo accusando a sua volta la stessa Microsoft di aver violato 4 brevetti registrati da TomTom riferiti sopratutto a funzioni di direzionamento assistito e georeferenziazione -“Generazione di un percorso in un sistema di navigazione veicolare, “Selezione rapida della destinazione in un sistema di navigazione da automobile”, “Metodi e apparati per la presentazione dinamica dei Punti di Interesse” e “Generazione di una manovra ad un incrocio attraverso un cambio di direzione”-.

MS Office Add-in per la dichiarazione della licenza Creative Commons all’interno di un documento

Sfido a dimostrare che il pacchetto software maggiormente utilizzato dall’utente medio (e da una buona parte di geeks, più o meno professionisti) non sia MS Office. Una suite dotata di grandi potenzialità, la maggior parte delle quali ignote o nascoste.

I contenuti elaborati su questi sistemi possono essere rilasciati dall’autore secondo norme di distribuzione da egli stabilite. Una licenza d’uso molto interessante è Creative Commons, il copyright flessibile sotto il quale è regolamentato un numero sempre maggiore di pagine web. Da oggi, un plugin per MS Office permetterà di segnalare che i documenti prodotti sono coperti da tale licenza con un semplice clic, al quale seguirà l’inserimento di una stringa di testo esplicativa.

Sakshat, la verità sul “laptop” low cost indiano

Sakshat: un nome, una delusione. Questo, in estrema sintesi, il pensiero di tutti i geek che si attendevano l’annunciato laptop indiano ultra-low cost che aveva lo scopo di educare la popolazione del vasto Paese asiatico attraverso l’ICT.

Come preannunciato nel nostro precedente post sull’argomento, infatti, allo scetticismo di molti (compreso il celebre Nicholas Negroponte, da tempo impegnato a diffondere l’informatica nei paesi in via di sviluppo, a prezzi bassissimi) si sono affiancati degli inconfutabili dati di fatto, che vedono il “magico” laptop trasformarsi in una semplice “scatoletta” priva di tastiera e display.

India, arriva il laptop da 8 euro. E da noi?

Altro che Eee PC (nella foto sopra), in India sì che stanno per dar vita ad un portatile low cost. E con il termine “low cost” intendiamo una cifra con la quale dalle nostre parti, spesso, non si riesce nemmeno ad acquistare un libro.

Secondo quanto illustrato dal segretario all’Istruzione Secondaria, R. P. Agrawal, infatti, nel vasto Paese asiatico verranno presto commercializzati dei laptop ad 8 euro (500 rupie), con una precisa missione: quella di educare la popolazione attraverso l’ICT.

Photl, ottimo database per immagini gratuite da usare persino per fini commerciali!

Photl

Molte delle risorse che troviamo in rete sono purtroppo protette da licenze che non consentono l’utilizzo delle risorse stesse da parte di soggetti non proprietari dei diritti, e questo è senz’altro un male per noi blogger, perché spesso siamo costretti a rinunciare a dei file che ci piacerebbe pubblicare, specie se immagini, per evitare problemi legali.

Esistono però, tuttavia, dei siti che consentono in alcuni casi l’utilizzo di immagini in modo libero e gratuito. Flickr ne può essere un esempio, ma neanche lì tutto è libero. Per trovare contenuti liberi e utilizzabili persino per usi commerciali, dobbiamo cercare altrove. E se arriveremo a Photl avremo ricercato bene!

Photl è un ottimo sito online che consente di scaricare immagini dei più svariati temi per far si che queste possano essere utilizzate per diversi fini, tra i quali, addirittura, quelli commerciali.

De Internet Libertate

Egregi lettori, oggi è 31 dicembre. Quelli che avete letto e che leggerete oggi sono gli ultimi articoli dell’anno 2008. Credo che sia, perciò, giusto celebrare degnamente l’occasione sottoponendo ai bravi geeks un intrigante quesito di “filosofia geek”, semplice all’apparenza, ma (a mio avviso) ben più profondo e serio.

Un brevissimo abstract risulta necessario: Andrew Burnham, Secretary of State for Culture, Media and Sport del Brown’s Cabinet (UK), ha rilasciato una controversa intervista al celebre quotidiano “The Daily Telegraph“, nella quale dichiara che la Rete necessiti di particolari restrizioni, specialmente per siti contenenti materiale non adatto ai minori. Insomma, dotati di spirito critico e capacità analitica (e anche carta e penna, perché no), tuffiamoci all’interno del problema.