Yahoo! condannata per aver linkato siti di film in streaming: si combatte così la pirateria?


Ecco un fulgido esempio di come uno stesso argomento può essere trattato in due modi: uno superficiale, censorio e per nulla al passo con i tempi; un altro forse troppo articolato ma sicuramente più ragionato, concreto e in grado di centrare il vero punto della questione.

Come avrete sicuramente letto o sentito in giro, l’altro giorno la nona sezione del Tribunale di Roma ha condannato Yahoo per la “violazione dei diritti di sfruttamento economico sul film ‘About Elly’ mediante il collegamento [..] ai siti riproducenti […] l’opera, diversi dal sito ufficiale”, ossia per la presenza nei risultati delle ricerche di link a siti di film in streaming che non sono stati rimossi in tempo dal motore di ricerca nonostante le ripetute segnalazioni.

Negli stessi giorni, un gruppo di persone che a inizio febbraio si erano incontrate alla Lift11 Conference di Ginevra (una conferenza sull’innovazione e il futuro delle tecnologie digitali) hanno realizzato e messo online un manifesto contro la pirateria con il quale spingere l’industria a “svegliarsi” e lottare contro le cause della pirateria e non chi ne fruisce, gli utenti.

Pwn2Own 2011, Google scommette su Chrome: chi lo buca vince 20 mila dollari!

Come negli altri anni anche nel 2011 si terrà l’ormai famosissima gara che coinvolge i migliori hacker al mondo. La manifestazione, denominata Pwn2Own, vede partecipare tutti i migliori esperti che si dilettano nel trovare bug e falle di sicurezza sui browser, nei principali sistemi operativi, e nei vari dispositivi mobile (con diverse piattaforme installate).

Le sfide sono molto avvincenti data la posta in palio, succosa e prestigiosa. I vincitori possono accaparrarsi vari premi a seconda del tipo di hacking eseguito sulle “prede” d’interesse. I premi vanno dai PC e Macbook utilizzati durante la gara a vere e proprie somme di denaro piuttosto importanti.

Facebook e gli hacker: violate le pagine di Mark Zuckerberg e Nicolas Sarkozy

Facebook, la piattaforma sociale che ha oramai raggiunto (e forse già superato) i 600 milioni di utenti, è stato più volte centro di attacchi su argomenti riguardanti la privacy degli utenti iscritti. Dalla sua nascita, specialmente dalla diffusione a larga scala in tutto il mondo, non sono di certo mancati attacchi hacker e fenomeni di phishing per violare e modificare profili e pagine fan.

Gli ultimi in ordine cronologico che, fino ad ora, ci han rimesso la faccia sono stati il presidente francese Nicolas Sarkozy e, udite udite, proprio il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Anche se gli attacchi sono stati “buoni”, questi due avvenimenti successi negli ultimi giorni continuano a far riflettere circa la sicurezza presente nel più popolare social network.

La RIAA spera nell’educazione dei bambini per combattere la Pirateria

RIAA

Sicuramente tutti voi conoscerete la RIAA, Record Industry Association of America, probabilmente la più famosa società il cui scopo è la tutela dei diritti digitali delle maggiori etichette discografiche, un compito molto arduo che ha inevitabilmente messo l’organizzazione in cattiva luce, portando a volte anche a casi di attacchi informatici al loro sito ufficiale. Nonostante veri e propri casi di “estremismo”, comunque, recentemente la RIAA ha deciso di “redimersi”, dichiarando ufficialmente che secondo loro il DRM è morto, e che bisogna tentare altre strade per proteggere i contenuti digitali. Siamo sicuri, però, che queste nuove strade siano del tutto politically correct?

Nuovo spot Anti-Pirateria dalla SIIA, cosa ne pensate?

Pirateria

Chissà quante volte, mentre scaricavate un file illegale, non avete pensato minimamente alle conseguenze che potevano avere gli artisti ai quali stavate rubando il lavoro, il frutto dei loro sforzi, e le profonde implicazioni morali riguardanti ciò che stavate facendo. Molto spesso infatti artisti, sia emergenti che famosi, si schierano contro la pirateria e il download illegale dei brani, venendo spesso tacciati come vecchi, invidiosi e poco aperti alle nuove tecnologie. Quello che non sanno gli autori di quegli insulti è che moltissimi artisti alle prime armi perdono il lavoro proprio grazie al p2p illegale, il quale li priva dei loro primi guadagni e di conseguenza degli stimoli e delle possibilità concrete di creare un nuovo album e continuare la propria carriera.

The Pirate Bay che fine farà?

Hans Pandeya è un nome che a molti non dice niente, tuttavia si tratta del CEO di Global Gaming Factory, la stessa azienda con sede a Stoccolma che nel mese di giugno ha scatenato una tempesta mediatica annunciando di aver acquisito ThePirateBay per 8 milioni di dollari, a fronte di un fatturato nel 2008 di soli 800 mila dollari.

The Pirate Bay era stato messo in vendita dopo aver raggiunto la fama mondiale, a causa di una lunga campagna portata avanti dalle major della musica e del cinema, e che si è conclusa con una condanna e una multa di quattro milioni di dollari contro i fondatori del sito.

Microsoft: Linux e pirateria i principali avversari

Con la sua consueta verve da gentleman anglosassone, il caro zio Steve “curious” Ballmer ha illustrato agli investitori un grafico – lo stesso che vedete qui sopra – nel quale viene “immortalata” l’attuale situazione del mercato informatico e nel quale vengono illustrate le strategie che il gruppo di Redmond intende perseguire prossimamente per affrontare a muso duro i suoi principali avversari. E a questo punto sorge spontanea la domanda: quali sono questi temibili nemici da abbattere?

Al primo posto, con un po’ di sorpresa da parte di un moscerino che aleggiava nella sala dove si è tenuta la riunione, c’è la pirateria, ossia le versioni taroccate degli stessi prodotti Microsoft. Infatti, se messi tutti insieme, i “Windows Pirated Edition” superano come quota di mercato quella combinata di Linux e Mac.

Un successo senza precedenti che, con appena qualche decennio di ritardo, è riuscito a far intuire al colosso a stelle e strisce che la strada da perseguire per affermarsi meglio sul mercato è quella che porta alla commercializzazione di prodotti (quasi) low-cost.

È morto uno degli spettacolari cani malesi in grado di riconoscere, con il naso, i cd contraffatti!

Cani

Questa notizia ha davvero dell’incredibile, e che ci crediate o no viene da una fonte molto autorevole: l’agenzia di stampa France-Presse. In Malesia ci sono dei cani in grado, con il solo odorato, di riconoscere i cd e i dvd pirata, proprio come quelli che si trovano lungo i marciapiedi di molte città italiane. La notizia non purtroppo delle migliori, perché uno di questi cani è stato trovato morto.

Manny, questo il suo nome (a sinistra nella foto), era un labrador arrivato a Kuala Lumpur, capitale della Malesia, a febbraio, e al momento sono in corso le procedure di autopsia. Tra l’altro il cane non aveva ancora iniziato il suo lavoro contro la pirateria in Malesia, e così è difficile pensare che qualcuno lo volesse morto, anzi. Manny e un altro cane chiamato Paddy erano gli ultimi arrivati dopo lunghi mesi di training, e stavano per iniziare il loro prezioso lavoro.

E chi l’ha detto che il peer to peer è illegale?

E chi l\'ha detto che il peer to peer è illegale?

Inutile non dirlo il P2P viene utilizzato sopratutto per scopi illegali. Software come BitTorrent o LimeWire servono per scaricare file protetti da copyright.

Ma come tutti i veri geeks sanno, il peer to peer è anche un ottimo mezzo di distribuzione per file non protetti dal diritto d’autore, la prima cosa che mi viene in mente sono le distro Linux.

Condannato a 9 anni di prigione il super-spammatore mondiale

Mailbox

La notizia sta facendo, piano piano, il giro del mondo. La Corte Suprema della Virginia, negli Stati Uniti, a ha condannato a nove anni di carcere Jeremy Jaynes, accusato di aver mandato milioni di messaggi di posta indesiderata ad altrettanti ignari utenti internet. Una sentenza che, sicuramente, entrerà nella storia della Rete.

La vicenda, tra ricorsi e carte bollate, va avanti già dal 2003, anno del primo arresto di Jaynes. L’accusa ha presentato la prova di 53mila messaggi e-mail illegali inviati in soli tre giorni, ma tra luglio e agosto del 2003 pare che l’uomo abbia mandato un milione di messaggi spam al giorno. La difesa, invece, ha basato le sue argomentazioni sul fatto che le leggi anti-spam emanate ultimamente negli Stati Uniti violerebbero i diritti del primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, quando si tratta di anonimato.

Come creare copie di Backup e Masterizzare DVD protetti

Purtroppo capita spesso che un DVD si danneggi e diventi illeggibile, impedendoci così di visualizzarlo, ed il modo migliore per far fronte a quest’eventualità è avere a disposizione una copia del DVD sul nostro computer, ma come fare se questo è protetto e non può essere masterizzato?

DVD Decrypter è una popolare applicazione che permette di copiare un intero DVD sul nostro hard disk, bypassando eventuali meccanismi di protezione, unico problema di questo programma è lo scarsa frequenza degli aggiornamenti (l’ultimo risale al 2005), che potrebbero renderlo incompatibile con gli ultimi DVD.
In questo caso, possiamo ricorrere a Free DVD, un utility che ha la stessa funzione della precedente ma gode di un supporto maggiore.

Il modo più semplice per installare Mac Os X 10.5.1 sul proprio Pc senza Hack

Qualche tempo fa vi abbiamo spiegato come costruire un “hackintosh”, ovvero un computer sul quale poter installare il celebre sistema operativo della Apple.
Il processo era lungo e complesso, richiedeva tanta pazienza e soprattutto una grossa competenza nel campo, e comunque il risultato era in molti casi lontano dall’essere definito soddisfacente a causa di varie incompatibilità hardware riscontrabili.

Secondo Lifehacker è da oggi possibile installare Mac Os X su un qualsiasi computer con un processore Intel con la stessa facilità con cui si installa su una macchina Apple, senza agire da linea di comando; la differenza rispetto al primo metodo sta nel rendere il nostro sistema idoneo all’installazione tramite alcune modifiche BIOS.
Il computer sul quale è stato installato Mac Os X aveva le stesse caratteristiche hardware indicate nel primo post, quindi non è assicurato che il procedimento funzioni su tutti i PC Intel con SSE3 o superiori.
Va comunque precisato che installare Leopard su una macchina non Apple, pur possedendo il cd d’installazione è un operazione illegale, da eseguire a proprio rischio e pericolo.

I provider potrebbero iniziare a bloccare “amichevolmente” i contenuti protetti da copyright. Ennesima invasione della privacy?

Pirateria

Rappresentanti di At&t e di altri importanti internet provider stanno discutendo la possibilità di filtrare, a livello di rete, i trasferimenti di materiale coperti da copyright ai computer degli utenti. “Dobbiamo farlo – ha spiegato un portavoce di At&t – e dobbiamo solo trovare un metodo gentile per iniziare a farlo”. Fino ad ora i provider internet hanno agito un po’ come delle autostrade a pedaggio: noi paghiamo e viaggiamo liberamente in rete. Per fare una metafora, ora è come se le autostrade iniziassero a voler avere una propria rete di poliziotti e controllori.

A richiedere questo servizio sono ovviamente le major proprietarie di film e musica e le case produttrici di software, che si dichiarano stanche di vedere il loro materiale illegalmente distribuito su internet. Il filtraggio, dicono, già avviene su YouTube o Soapbox: che ci vuole a inserirlo anche a livello di provider? Quello che chiedono – insomma – è di iniziare ad analizzare a campione i pacchetti digitali trasmessi da tutti gli utenti e scoprire se qualcuno sta trasmettendo o ricevendo materiale protetto da copyright.

Reti pubbliche Wi-Fi: dobbiamo davvero fidarci? Il pericolo è dietro l’angolo

Wifi

Rispetto anche all’anno scorso ormai trovare una rete Wi-Fi libera, gratuita e senza password in giro per le città non è poi un’impresa così ardua. Utilissime quando siamo nei bar, nei ristoranti, negli aeroporti e abbiamo appresso il portatile (o anche i cellulari di ultima generazione) sia per controllare la posta che per continuare a lavorare senza “sprecare” minuti preziosi. Ma siamo sicuri che è tutto oro quello che luccica?

La maggior parte degli utenti che utilizzano queste reti, infatti, non sanno che le reti pubbliche portano con sé dei grandi inconvenienti in termini di sicurezza. Per dei criminali informatici (che possono magari essere i vostri vicini di tavolo) inserirsi in una rete libera e rubarvi la password dell’account e-mail o del conto in banca può essere davvero facile. Come? Creando, ad esempio, delle reti wireless dal proprio computer con dei nomi che ispirano fiducia (come “Bar Sport Wireless” o “Free wireless” – per dire…) e che però poi vanno a registrare password e dati sensibili direttamente sul computer del maleintenzionato.