I 10 videogiochi più piratati di tutti i tempi

La pirateria è giustificabile in alcuni casi o è il male dei mali? Ai produttori di software, tutto sommato, giova un certo tipo di mercato pirata? Il termine “piratato” quanto fa schifo? Non possiamo certo rispondere noi a queste domande, soprattutto al primo di agosto, quindi non perdiamo altro tempo e passiamo subito al sodo.

Il sito MakeUseOf ha pubblicato un’interessantissima lista dei 10 videogiochi più piratati di tutti i tempi, ovverosia tutti quei videogiochi che secondo le statistiche di TorrentFreak hanno totalizzato il maggior numero di download nel corso degli ultimi anni. Senza remore, voi quanti ne avete scaricati di questi? Leggete la graduatoria e diteci la vostra.

Windows 8 avrà un nuovo sistema di attivazione antipirateria


Secondo le ultime informazioni lasciate trapelare dal leaker Zukona, Windows 8 integrerà una versione aggiornata del sistema di attivazione OEM BIOS (detto OA) che potrebbe rendere più difficile la vita ai pirati e consentire ai costruttori di PC di pre-attivare le copie di Windows installate sulle proprie macchine.

Il sistema OA 3.0 di Windows 8 dovrebbe succedere all’OA originale di Windows XP e all’OA 2.0 di Windows Vista e bloccare – in maniera non ancora del tutto chiara – i sistemi, come le OEM Master Key, che sono riusciti ad attivare in maniera illecita Windows 7 che di filo da torcere ai pirati ne ha dato sicuramente di più rispetto a Vista e (soprattutto) XP.

Yahoo! condannata per aver linkato siti di film in streaming: si combatte così la pirateria?


Ecco un fulgido esempio di come uno stesso argomento può essere trattato in due modi: uno superficiale, censorio e per nulla al passo con i tempi; un altro forse troppo articolato ma sicuramente più ragionato, concreto e in grado di centrare il vero punto della questione.

Come avrete sicuramente letto o sentito in giro, l’altro giorno la nona sezione del Tribunale di Roma ha condannato Yahoo per la “violazione dei diritti di sfruttamento economico sul film ‘About Elly’ mediante il collegamento [..] ai siti riproducenti […] l’opera, diversi dal sito ufficiale”, ossia per la presenza nei risultati delle ricerche di link a siti di film in streaming che non sono stati rimossi in tempo dal motore di ricerca nonostante le ripetute segnalazioni.

Negli stessi giorni, un gruppo di persone che a inizio febbraio si erano incontrate alla Lift11 Conference di Ginevra (una conferenza sull’innovazione e il futuro delle tecnologie digitali) hanno realizzato e messo online un manifesto contro la pirateria con il quale spingere l’industria a “svegliarsi” e lottare contro le cause della pirateria e non chi ne fruisce, gli utenti.

Pwn2Own 2011, Google scommette su Chrome: chi lo buca vince 20 mila dollari!

Come negli altri anni anche nel 2011 si terrà l’ormai famosissima gara che coinvolge i migliori hacker al mondo. La manifestazione, denominata Pwn2Own, vede partecipare tutti i migliori esperti che si dilettano nel trovare bug e falle di sicurezza sui browser, nei principali sistemi operativi, e nei vari dispositivi mobile (con diverse piattaforme installate).

Le sfide sono molto avvincenti data la posta in palio, succosa e prestigiosa. I vincitori possono accaparrarsi vari premi a seconda del tipo di hacking eseguito sulle “prede” d’interesse. I premi vanno dai PC e Macbook utilizzati durante la gara a vere e proprie somme di denaro piuttosto importanti.

Facebook e gli hacker: violate le pagine di Mark Zuckerberg e Nicolas Sarkozy

Facebook, la piattaforma sociale che ha oramai raggiunto (e forse già superato) i 600 milioni di utenti, è stato più volte centro di attacchi su argomenti riguardanti la privacy degli utenti iscritti. Dalla sua nascita, specialmente dalla diffusione a larga scala in tutto il mondo, non sono di certo mancati attacchi hacker e fenomeni di phishing per violare e modificare profili e pagine fan.

Gli ultimi in ordine cronologico che, fino ad ora, ci han rimesso la faccia sono stati il presidente francese Nicolas Sarkozy e, udite udite, proprio il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Anche se gli attacchi sono stati “buoni”, questi due avvenimenti successi negli ultimi giorni continuano a far riflettere circa la sicurezza presente nel più popolare social network.

La RIAA spera nell’educazione dei bambini per combattere la Pirateria

RIAA

Sicuramente tutti voi conoscerete la RIAA, Record Industry Association of America, probabilmente la più famosa società il cui scopo è la tutela dei diritti digitali delle maggiori etichette discografiche, un compito molto arduo che ha inevitabilmente messo l’organizzazione in cattiva luce, portando a volte anche a casi di attacchi informatici al loro sito ufficiale. Nonostante veri e propri casi di “estremismo”, comunque, recentemente la RIAA ha deciso di “redimersi”, dichiarando ufficialmente che secondo loro il DRM è morto, e che bisogna tentare altre strade per proteggere i contenuti digitali. Siamo sicuri, però, che queste nuove strade siano del tutto politically correct?

Nuovo spot Anti-Pirateria dalla SIIA, cosa ne pensate?

Pirateria

Chissà quante volte, mentre scaricavate un file illegale, non avete pensato minimamente alle conseguenze che potevano avere gli artisti ai quali stavate rubando il lavoro, il frutto dei loro sforzi, e le profonde implicazioni morali riguardanti ciò che stavate facendo. Molto spesso infatti artisti, sia emergenti che famosi, si schierano contro la pirateria e il download illegale dei brani, venendo spesso tacciati come vecchi, invidiosi e poco aperti alle nuove tecnologie. Quello che non sanno gli autori di quegli insulti è che moltissimi artisti alle prime armi perdono il lavoro proprio grazie al p2p illegale, il quale li priva dei loro primi guadagni e di conseguenza degli stimoli e delle possibilità concrete di creare un nuovo album e continuare la propria carriera.

The Pirate Bay che fine farà?

Hans Pandeya è un nome che a molti non dice niente, tuttavia si tratta del CEO di Global Gaming Factory, la stessa azienda con sede a Stoccolma che nel mese di giugno ha scatenato una tempesta mediatica annunciando di aver acquisito ThePirateBay per 8 milioni di dollari, a fronte di un fatturato nel 2008 di soli 800 mila dollari.

The Pirate Bay era stato messo in vendita dopo aver raggiunto la fama mondiale, a causa di una lunga campagna portata avanti dalle major della musica e del cinema, e che si è conclusa con una condanna e una multa di quattro milioni di dollari contro i fondatori del sito.

La RIAA dichiara il DRM morto

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Il portavoce capo ufficiale della RIAA intervistato da SCMagazine ha dichiarato che il DRM è inapplicabile e dunque morto. Non parliamo della Free Software Foundation, ma della Recording Industry Association of America (RIAA), in prima linea per la difesa del copyright.

Il portavoce Jonathan Lamy ha basato la posizione della RIAA su una considerazione di fatto. I DRM (Digital Rights Management) sono tutti gli strumenti, oltre quelli legali, che tentano di impedire un utilizzo dei contenuti digitali differente da quelli previsti dal produttore. In parole povere serial number, keyfile etc. Una volta che un software raggiunge una certa diffusione i DRM vengono sistematicamente aggirati, pertanto la RIAA ha dichiarato la loro inapplicabilità.

Microsoft: Linux e pirateria i principali avversari

Con la sua consueta verve da gentleman anglosassone, il caro zio Steve “curious” Ballmer ha illustrato agli investitori un grafico – lo stesso che vedete qui sopra – nel quale viene “immortalata” l’attuale situazione del mercato informatico e nel quale vengono illustrate le strategie che il gruppo di Redmond intende perseguire prossimamente per affrontare a muso duro i suoi principali avversari. E a questo punto sorge spontanea la domanda: quali sono questi temibili nemici da abbattere?

Al primo posto, con un po’ di sorpresa da parte di un moscerino che aleggiava nella sala dove si è tenuta la riunione, c’è la pirateria, ossia le versioni taroccate degli stessi prodotti Microsoft. Infatti, se messi tutti insieme, i “Windows Pirated Edition” superano come quota di mercato quella combinata di Linux e Mac.

Un successo senza precedenti che, con appena qualche decennio di ritardo, è riuscito a far intuire al colosso a stelle e strisce che la strada da perseguire per affermarsi meglio sul mercato è quella che porta alla commercializzazione di prodotti (quasi) low-cost.

È morto uno degli spettacolari cani malesi in grado di riconoscere, con il naso, i cd contraffatti!

Cani

Questa notizia ha davvero dell’incredibile, e che ci crediate o no viene da una fonte molto autorevole: l’agenzia di stampa France-Presse. In Malesia ci sono dei cani in grado, con il solo odorato, di riconoscere i cd e i dvd pirata, proprio come quelli che si trovano lungo i marciapiedi di molte città italiane. La notizia non purtroppo delle migliori, perché uno di questi cani è stato trovato morto.

Manny, questo il suo nome (a sinistra nella foto), era un labrador arrivato a Kuala Lumpur, capitale della Malesia, a febbraio, e al momento sono in corso le procedure di autopsia. Tra l’altro il cane non aveva ancora iniziato il suo lavoro contro la pirateria in Malesia, e così è difficile pensare che qualcuno lo volesse morto, anzi. Manny e un altro cane chiamato Paddy erano gli ultimi arrivati dopo lunghi mesi di training, e stavano per iniziare il loro prezioso lavoro.

E chi l’ha detto che il peer to peer è illegale?

E chi l\'ha detto che il peer to peer è illegale?

Inutile non dirlo il P2P viene utilizzato sopratutto per scopi illegali. Software come BitTorrent o LimeWire servono per scaricare file protetti da copyright.

Ma come tutti i veri geeks sanno, il peer to peer è anche un ottimo mezzo di distribuzione per file non protetti dal diritto d’autore, la prima cosa che mi viene in mente sono le distro Linux.

Il 60% degli utenti Photoshop sono Pirati!

Quando si parla di pirateria si allude spesso al download di file MP3 e film, dimenticando quella che probabilmente è la parte più sviluppata e da un lato anche preoccupante, la pirateria dei Software.
Epice Edits Weblog ha effettuato recentemente un sondaggio, chiamando in causa tutti i grafici e i fotografici e chiedendo loro quali, tra i programmi di grafica da loro utilizzati, sono copie piratate dell’ originale.

Il risultato è stato sotto un certo punto di vista sorprendente.
Che ci sia un grande utilizzo di software piratati non è mai stato un segreto, ma una così alta percentuale di “pirati” ha lasciato di stucco anche gli stessi autori del sondaggio.
Photoshop: il programma di grafica più completo ed utilizzato al mondo è diffuso sotto forma di copie piratate per il 58%, ciò significa che per ogni copia originale c’è la rispettiva copia non autentica. Prezzo Versione completa: € 1.078,80

La Comcast, importante provider internet, inverte la rotta e non perseguirà più chi scarica illegalmente. L’inizio di una nuova era?

P2P

Ultimamente in numerose occasioni (qui, qui o qui solo per fare qualche esempio) ci siamo occupati del comportamento dei provider nei confronti degli utenti “pizzicati” nel fare largo uso di programmi peer-to-peer per scaricare illegalmente film, software o musica. Una tendenza che ha visto ultimamente una maggiore attenzione dei fornitori internet nei confronti dei utenti, che in molti casi sono stati sanzionati o si sono visti revocare l’abbonamento alla rete per aver utilizzato software di scaricamento considerati illegali.

La Comcast, importante provider internet che era stato sanzionato per aver impedito a molti suoi clienti di utilizzare programmi di file-sharing, ha annunciato ieri un completo cambio di politica nei confronti di questa problematica, assicurando tutti i propri utenti che da ora in poi tratterà in modo uguale tutti i tipi di traffico internet. L’importante decisione arriva dopo numerose denunce da parte di associazioni di consumatori (ma anche singoli utenti) che si erano visti bloccare la propria connessione per aver utilizzato programmi come eMule o Limewire.