La Casa Bianca è Open Source

Il sito della Casa Bianca

Mentre in Europa stiamo a gingillarci con stupidagini come la regola delle tre disconnessioni e i governi cercano un modo per limitare la capacità di connessione dei cittadini, negli Stati Uniti di Obama la Casa Bianca sta adottando per il suo sito un codice Open Source, più esattamente una versione di Drupal.

Nelle parole dell’Amministrazione Obama, si sta lavorando a questa scelta dalla presa in carica di Barack Obama. Da allora si è lavorati per aprire il codice, renderlo disponibile alla comunità e influenzabile da questa. Per placare eventuali allarmi al rischio sicurezza la spiegazione è stata degna di un geek:

“Security is fundamentally built into the development process because the community is made up of people from all across the world, and they look at the source code from the very start of the process until it’s deployed and after”

Obama agli studenti: Siate come i fondatori di Google

Barack Obama

Qualsiasi sia l’inclinazione politica di un uomo di potere, come tutti ben sanno, il suo dovere primario è quello di indirizzare le giovani menti del suo paese verso una strada giusta e raccomandabile, cercando di contenere le manie di grandezza ma allo stesso tempo indicandogli la strada per il successo. Ed è proprio questo che sta facendo Barack Obama, il primo presidente nero degli Stati Uniti, il quale ha rivolto un fervido appello ai ragazzi statunitensi invitandoli ad imitare le gesta e l’intraprendenza dei fondatori di Google.

La comunità Geek internazionale parla ancora dell’Italia

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Con un’articolo su Techcrunch siamo finalmente di nuovo sulla scena Geek internazionale. L’argomento non poteva essere che la recente protesta dei giornali Italiani contro Google. Le principali testate giornalistiche italiane infatti si sono lamentate di subire pratiche di concorrenza scorretta da parte di Google.

Google News ha già scalzato numerose testate online in tutto il mondo per quel che riguarda l’informazione online. Solita vecchia storia, dal momento che un’aggregatore di news, ha sia per ragioni di praticità che di completezza dell’informazione più successo dei singoli siti.

Già in passato importanti testate giornalistiche da tutto il mondo hanno spesso lamentato “l’incapacità” di competere con Google sul fronte online. La differenza è che mentre negli altri paesi questa suona come una resa di fronte il colosso del Web, spingendo l’industria della carta stampata a riformarsi abbracciando i nuovi modelli di business che si impongono, in Italia diviene un caso di Stato.

Il Governo italiano infatti ha iniziato un’inchiesta contro Google per scoprire eventuali pratiche di concorrenza scorretta, destando l’attenzione internazionale. In particolare ha attirato l’attenzione di ComScore e TechCrunch che insieme hanno diffuso i dati sulle due principali testate online italiane, ovvero Repubblica e Il Corriere della Sera, entrambi con 3,8 milioni di utenti unici mensili. Di per se un ottimo dato, migliore ancora se paragonato ai visitatori unici di Google News, “solo” 2,4 milioni di utenti unici mensili.

Mi-Obama, il cellulare per i fan sfegatati di Obama!

Obama Telefonino

Se abbiamo deciso di parlarvi oggi di questo oggetto geek, non è un caso. Oggi, primo giorno da presidente insediato di Obama dopo il giuramento di ieri, è un giorno particolare, e, per un giorno particolare, ci vuole qualcosa di particolare da presentare.

Il paragone è forzato: nulla a confronto con la politica e nulla a confronto con le idee in ballo, ma sapete com’è, visto che siamo in tema, oggi vi introduciamo uno dei telefoni più sparlati della rete da un paio di giorni a questa parte: il Mi-Obama!

Il Mi-Obama è un nuovo telefono cellulare, simile ad un Nokia ma realizzato dall’azienda Keniota Mi-Fone, che celebra il quarantaquattresimo presidente Americano riportando la più celebre delle frasi del neo-insediato capo di Stato, “Yes We Can”, sulla sua cover posteriore.

Quando il geek (e non solo) è (più o meno) politicante…

Sebbene per alcuni la presa di posizione politica sia un atto senza il quale è possibile continuare a vivere (forse meglio, forse peggio), è impossibile non notare quanti geeks siano davvero appassionati di politica e cronaca. Sono già diversi gli strumenti sul web che permettono confronti ed elencano i vari rivolgimenti politici. In ogni caso, chi per documentarsi sulla crisi economica, chi per sapere qualcosa in più sui candidati alla presidenza degli USA (proprio oggi si vota, per chi non ne fosse già al corrente), l’informazione politica assume un ruolo davvero importante. Naturalmente non sono qui per consigliarvi quotidiani da leggere o telegiornali da seguire: mi preme invece segnalare un ottimo servizio made in Redmond, Political Streams.

Il 68% dei video online sono targati Google

Più passa il tempo, e più Google rafforza la sua supremazia nel Web. Nonostante gli ultimi mesi abbiano visto l’azienda di Mountain View adombrata dall’imponente polverone sollevato dalla questione Microsoft-Yahoo!, la leadership di Google non è stata minimamente intaccata. Anche nel settore video la cantilena è la stessa, anzi, mai come in quel caso si può notare quanto le altre aziende siano impotenti al cospetto del colosso Google.

Nel mese di Marzo infatti sono stati guardati negli Stati Uniti ben 11.5 Miliardi di video online, e stando a quanto emerge dalle statistiche i siti web di Google hanno servito il 68% dei video totali, in crescita del 2.6% rispetto al mese di Febbraio.
A fare la differenza sembra essere proprio YouTube, che raccogliendo il 98% degli utenti totali per Google si dimostra ancora una volta come il sito web più importante del settore.

-17% in Borsa, Il Lunedì nero di Yahoo!

Come probabilmente avrete sentito in questi giorni, Microsoft ha ritirato la sua offerta d’acquisto a Yahoo, ponendo così la parola fine ad una telenovela che durava ormai da parecchie settimane.
La causa di tale decisione è la differenza tra i 33 dollari ad azione offerti da Microsoft e i 37 richiesti da Yahoo!. Questa volta l’azienda di Yang sembra aver tirato troppo la corda.

Dietro alla motivazione addotta ufficialmente si nascondono forse problemi ben più complessi, che già in passato avevano fatto sorgere più di qualche discussione.
L’acquisto di Yahoo! da parte di Microsoft avrebbe consegnato all’azienda di Redmond servizi gemelli, come Yahoo! Mail e Hotmail, e avrebbe recato di conseguenza una lunga serie di problemi di integrazione, ai quali fin dall’ inizio Ballmer stava tentando di trovare una soluzione.

Viva la libertà di espressione: riapre Wikileaks

Wikileaks

Ne avevamo parlato proprio qualche giorno fa: un giudice statunitense aveva creato molto scalpore dopo la decisione di chiudere il sito Wikileaks, specializzato nella pubblicazione di notizie riservate e fughe di notizie. Ebbene, la novità è che un giudice federale ha ribaltato la decisione, e consentirà al sito statunitense di riaprire a tutti gli effetti.

La decisione – ricordate? – era stata accompagnata da un grande scalpore per chi parlava di diritti violati e libertà di stampa e di opinione calpestata. E durante il dibattimento (che è durato oltre tre ore) proprio chi si appellava al primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti è stato premiato: il giudice, infatti, ha pensato proprio al primo emendamento per giusitificare la propria decisione, spiegando che le misure intraprese non erano “costituzionalmente adeguate”.

E ora la Cina blocca anche i Feed Rss

Word

Sappiamo tutti benissimo che la libertà di espressione e di informazione in terra cinese è spesso un miraggio, così come sono note a tutti le vicende di bloggers arrestati e di siti Web occidentali oscurati. Adesso arriva la notizia che, oltre a numerosi siti, sono stati bloccati anche i Feed Rss.

Generalmente, fino a qualche tempo fa i feed potevano essere scaricati liberamente da ogni cittadino (il che dava a tutti la possibilità di informarsi anche senza visitare direttamente un sito “vietato”). Qualche giorno fa è stato bloccato Feedburner, poi via via moltissimi altri feed.

You Choose ’08: campagna elettorale americana 2008 per la presidenza su Youtube

Gli appassionati della politica online, quest’anno potranno seguire la campagna elettorale americana per la presidenza direttamente su YouTube. La famosa piattaforma americana infatti, ha creato la sezione You Choose ’08, dove troveranno posto tutti i video dei candidati americani, proposti in 2 colonne, democratici contro repubblicani.

Ci sono tutti, da Joe Biden a Sam Brownback e da Hillary Clinton a Rudolph Giuliani. Insomma la politica, almeno in america, sembra evolversi e su YouTube troverete inoltre anche banner inerenti i famosi dibattiti che siamo abituati a vedere in tv. Qui sotto potete vedere il video principale di Hillary Clinton per esempio.

A me sinceramente non dispiacerebbe per niente una cosa simile anche qui in Italia, e voi che ne pensate?