Italia.it, cronaca di una morte annunciata

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“A ottobre il ministro per i Beni Culturali con delega al Turismo Francesco Rutelli disse che il portale non era più funzionale. Noi di conseguenza abbiamo deciso di procedere ad un momento di ripensamento. Il contratto che era stato siglato con una società di cui l’Ibm era la capofila, era valido fino al 31 dicembre. Dal 1 gennaio abbiamo attivato le procedure di chiusura. Ora si dovrà decidere come procedere”.

È affidata a questo scarno comunicato del capo dipartimento per l’Innovazione tecnologica, Ciro Esposito, la voce ufficiale del Governo, che dopo alcuni giorni in cui si rincorrevano voci contrarie, ha ufficializzato che il portale Italia.it, presentato l’anno scorso in pompa magna dal vicepresidente del Consiglio Rutelli e che doveva essere la vetrina turistica del nostro paese nel mondo, è stato chiuso. Un comunicato che arriva dopo i tentativi di numerosi giornalisti e blogger di capirne di più. Noi stessi abbiamo contattato il ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la presidenza del Consiglio nonché il ministero per le Riforme e le Innovazioni nella P.A., ricevendo risposte discordanti.

Come riparare il MBR di Windows utilizzando Ubuntu

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Soprattutto i più geek, conoscono bene il piccolo/grande dramma che può rappresentare il danneggiamento del MBR (Master Boot Record) di Windows, ovvero, l’impossibilità di accedere ai propri sistemi operativi senza prima capire dove sta “l’inghippo” e quindi provvedere a ripararlo.

Anche se in queste situazioni la pratica più consigliata è quella di utilizzare il disco d’installazione originale di Windows, oggi vi vogliamo segnalare una pratica che farà felici i più geek di voi: come riparare il MBR di Windows utilizzando Ubuntu.

Proprio così, è possibile utilizzare una comune versione live CD di Ubuntu per riparare il MBR di Windows senza nemmeno troppe difficoltà. Ecco come fare:

1. Avviare il live CD di Ubuntu.

2. Andare nel menu Sistema > Amministrazione > Sorgenti Software ed abilitare gli Universal repository.

10 semplici consigli per ottimizzare il lavoro di blogger

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Chiunque gestisca uno o più blog, sa sicuramente quanto è difficile ottimizzare i tempi e riuscire a scrivere tutto al meglio, ovvero senza distrazioni di sorta.

Oggi noi di Geekissimo vogliamo darvi qualche nuova dritta proprio relativa a ciò, presentandovi ben 10 semplici consigli per ottimizzare il lavoro di blogger. Buona lettura a tutti!

1. Scrivere più di quanto si pubblica: è buona abitudine, appena si riesce a trovare un po di tempo, scrivere degli articoli “extra” da utilizzare in casi di emergenza o in periodi di vacanza (grazie alla funzione di pubblicazione automatica).

2. Non utilizzare le notifiche automatiche: alzi la mano chi riesce a non distrarsi ed interrompere il proprio lavoro quando vede notifiche relative a nuovi messaggi arrivati via posta elettronica, Twitter, Facebook eccetera. Proprio per questo, se non è davvero indispensabile, è un grosso aiuto per la concentrazione sul lavoro disabilitare tutte le notifiche automatiche.

Proposta per un’unione dei blogger. Quanto è fattibile?

Sciopero

Sta facendo molto discutere nella blogosfera mondiale un interessante articolo pubblicato su Columbia Journalism Review (rivista della celeberrima scuola di giornalismo della Columbia University) secondo cui sarebbe necessaria e auspicabile un’unione dei blogger per rivendicare i diritti di coloro che scrivono su internet per lavoro e per passione. Nell’articolo si legge che la disputa tra gli sceneggiatori di film Tv e le industrie dei media che ha portato allo sciopero, che dura da mesi e che tanto sta danneggiando l’industria cinematografica americana, ha la sua origine nel Web.

Quello che gli sceneggiatori vorrebbero è ottenere un compenso extra quando i propri contenuti sono ritrasmessi su internet. Le case di distribuzione ovviamente non vogliono cedere e il compenso rimane sempre lo stesso. Ma perché internet, che ormai ha più utenti della televisione e dei giornali, non viene considerato così importante come televisioni e giornali? Il parallelismo con lo sciopero degli sceneggiatori secondo me è molto interessante, perché in un futuro non troppo lontano se le cose non cambieranno, anche i blogger potrebbero decidere di entrare in sciopero.

I giovani della “generazione Google”? Sono impazienti e intolleranti verso il Web

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I giovani della “generazione Google” sono impazienti e intolleranti verso internet. Parola dello University College di Londra, che ha svolto una ricerca sull’utilizzo della rete da parte dei ragazzi di oggi. Ventenni che sicuramente si trovano a proprio agio con il computer come nessuna delle precedenti generazioni, ma che forse proprio perché si trovano troppo a proprio agio, si trovano sempre più a commettere degli errori.

È quasi ovvio che i ventenni di oggi diano “del tu” al computer molto più che i ventenni di cinque o dieci anni fa. Poi, però, se leggiamo bene tra le righe della ricerca, capiamo che utilizzare di più il computer non significa essere più inclini all’uso del computer, anzi. “Gli studenti di oggi – si legge – passano molto più tempo al computer, ma mostrano anche un’incredibile impazienza verso la ricerca e la navigazione, e tolleranza zero nei riguardi di qualsiasi ritardo o problema che impedisca loro di soddisfare entro pochi secondi i propri bisogni di ricerca”.

7 modi per appuntare le cose da fare

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Sembrerà quasi incredibile, ma ancora oggi, forse a causa dei troppi mezzi messi a disposizione sia a livello reale che digitale, molte persone non riescono a tenere una lista degli impegni quotidiani ordinata in quanto non sanno dove appuntare le cose da fare.

Proprio per questo, oggi noi di Geekissimo vogliamo dare una mano a tutti gli “indecisi” elencando ben 7 modi per appuntare le cose da fare. Ce n’è per tutti i gusti: geek o meno troverete sicuramente la soluzione che più fa al caso vostro. Buona lettura a tutti!

1. Utilizzare i post-it: i mitici foglietti colorati sono sicuramente una delle migliori soluzioni per appuntare le cose da fare. Metterli in posti “cruciali” come lo specchio del bagno o il monitor del PC può essere un’idea vincente.

2. Utilizzare siti di social goal setting: Goalmigo, 43 things ed AimsVille possono essere la soluzione ideale per chi vuole appuntare sul web e condividere i propri obiettivi con gli altri utenti.

Windows Vista, come risolvere il problema delle anteprime dei video nere

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Ormai Windows Vista, l’ultimo sistema operativo nato in casa Microsoft, è presente su moltissimi computer di tutto il mondo da oltre un anno, ma purtroppo persiste la non perfetta compatibilità di talune applicazioni.

Esempio lampante di ciò è il piccolo/grande problema riscontrato da migliaia di utenti: in seguito all’installazione del celeberrimo software per la masterizzazione Nero (sia in versione 7.x che 8.x), le anteprime dei video nell’esplora risorse di Windows risultano tutte come degli schermi neri, per essere ancora più precisi, per la creazione dei thumbnails non viene più mostrato un fotogramma del video a caso, bensì viene preso in considerazione soltanto il primo (che è spesso un fotogramma nero).

E’ quindi giunta l’ora di fare luce su questo “mistero” e porvi rimedio, eccovi allora come risolvere il problema delle anteprime dei video nere:

“Rigenerare” i vecchi Pc: un bel gesto nei confronti dell’ambiente

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Come vi comportate, quando comprate un nuovo computer, nei confronti di quello vecchio? Ormai non si fa altro – finalmente e giustamente, direi – che parlare di rispetto per l’ambiente e di risparmio energetico, e come sappiamo spesso e volentieri gli apparecchi tecnologici che tanto ci piacciono quando arrivano alla fine del loro ciclo di vita sono sempre alquanto difficili da smaltire. L’idea di parlare di tecnologia ed ecologia mi è venuta da questo articolo di C|Net News, in cui vengono messe a confronto le opinioni di diversi esperti verso il ricondizionamento o il riciclo totale di un computer. E a vincere sembra proprio il ricondizionamento (o la rigenerazione, che dir si voglia): il modo più semplice, economico ed ecologico per riciclare.

Ricondizionare offre, secondo molti esperti, la migliore alternativa alla crescita incondizionata della spazzatura elettronica (la cosiddetta e-waste, di cui ci siamo tra l’altro già occupati) in tutto il mondo. Per rimettere a nuovo un Pc, infatti, non vengono utilizzate le enormi quantità di energie che servono a distruggere i materiali di cui questo è composto: quando mandiamo un computer al riciclo, infatti, il riciclaggio consuma circa 20 volte l’energia necessaria per riutilizzare lo stesso computer.

5 consigli per non stressare troppo gli occhi lavorando al computer

I geek più incalliti lo sanno bene: nonostante la situazione sia nettamente migliorata con l’arrivo dei monitor LCD, lavorare tante ore al computer può stressare seriamente gli occhi ed affaticare la vista.

Come correre ai ripari e salvaguardare il più possibile la vista? Semplice, ve lo dice Geekissimo con questi 5 consigli per non stressare troppo gli occhi lavorando al computer, che speriamo vivamente utili per molti di voi. Buona lettura:

1. Utilizzare la rotella di scorrimento del mouse, mentre si tiene premuto il tasto CTRL della tastiera, per ingrandire immagini e testi nelle pagine web. La lettura di testi minuscoli è infatti una delle principali fonti di stress per gli occhi.

2. Soprattutto se si scrive/legge testi particolarmente lunghi, utilizzare la visualizzazione a schermo intero dei documenti può risultare un vero toccasana contro il disturbo degli occhi dovuto ad elementi estranei visualizzati sullo schermo mentre si esegue un determinato lavoro.

In Spagna Robin e il Messenger aiutano i giovani a parlare di sesso, droga e alcol

Robin

In Spagna è stata lanciata un’interessante iniziativa congiunta governo-Microsoft per parlare ai ragazzi più giovani e ascoltare le loro problematiche in tema di sesso, alcol e droga. L’iniziativa è rivolta proprio a parlare la stessa lingua di ragazzi e ragazze, senza pregiudizi né vergogne, attraverso l’uso della chat, e in particolare di Msn Messenger. Dall’altra parte della chat, un robot, chiamato Robin, che riconosce le domande dei ragazzi (o almeno ci prova) e fornisce loro delle risposte.

Utilizzare il servizio è molto semplice (ma, ovviamente, bisogna conoscere lo spagnolo): basta inserire tra i propri contatti l’indirizzo di Robin ([email protected]) e subito si potrà iniziare a interagire con lui. Il robot è stato programmato per parlare di diversi argomenti delicati, dalla contraccezione alla prevenzione dell’Aids, dall’interruzione di gravidanza alla “pillola del giorno dopo” fino all’assunzione di alcol e droghe.

Ripristinare le associazioni dei file cancellate dai virus

Purtroppo i virus informatici non guardano in faccia a nessuno e, talvolta, a doverne fare le spese sono anche i geek più bravi ed “incalliti”.

Tra le tipologie di virus più snervanti c’è sicuramente quella che cancella la normale associazione che hanno le estensioni dei vari tipi di file con i programmi che noi abbiamo scelto, ovvero quelli con i quali farli aprire.

Anche a virus debellato il problema può sussistere, quindi eccoci premurosi come sempre a segnalarvi un modo semplice per ripristinare le associazioni dei file cancellate dai virus. Ecco come procedere:

1. Aprire il task manager di Windows (tramite la combinazione di tasti CTRL+Shift+Esc).

2. Andare nel menu “File” e, tenendo premuto il tasto CTRL della tastiera, cliccare su “Nuova attività”.

3. Nel prompt dei comandi appena comparso, digitare “assoc.exe=exefile” (senza le virgolette) e premere il tasto Invio della tastiera.

“Assaggiare” un dominio? Ora, anche per l’Icann, è diventato un problema

Assaggiamo

“Assaggiare” un dominio? È, purtroppo, una bruttissima pratica, molto diffusa e difficile da estirpare. E ora anche l’Icann, l’ente internazionale che come sapete ha molti incarichi di gestione della rete internet come l’assegnazione degli indirizzi Ip, ha deciso che si tratta di un problema non più accettabile. Di cosa si tratta? È presto detto: è come se comprassimo dei vestiti molto costosi, li usassimo la sera stessa per una festa e il giorno dopo li riportassimo in negozio, con la scusa magari che abbiamo scoperto che non ci stavano bene.

Siccome i servizi di registrazione di domini offrono solitamente cinque giorni di tempo per “ripensarci” e annullare l’acquisto di un dominio, imprenditori senza scrupoli o ragazzini molto scaltri pensano bene – la cosa succede tuttora, e sicuramente sarete capitati centinaia di volte su siti del genere – di acquistare ogni dominio immaginabile, metterci sopra esclusivamente delle pubblicità (appunto, per cinque giorni) e vedere che tipo di guadagno si riesce ad ottenere. Poi, alla fine, rimandano indietro i domini che non soddisfano il loro interesse, mentre registrano definitivamente quelli più appetitosi. Per poi, magari, rivenderli a chi è veramente interessato a prezzi astronomici.

I provider potrebbero iniziare a bloccare “amichevolmente” i contenuti protetti da copyright. Ennesima invasione della privacy?

Pirateria

Rappresentanti di At&t e di altri importanti internet provider stanno discutendo la possibilità di filtrare, a livello di rete, i trasferimenti di materiale coperti da copyright ai computer degli utenti. “Dobbiamo farlo – ha spiegato un portavoce di At&t – e dobbiamo solo trovare un metodo gentile per iniziare a farlo”. Fino ad ora i provider internet hanno agito un po’ come delle autostrade a pedaggio: noi paghiamo e viaggiamo liberamente in rete. Per fare una metafora, ora è come se le autostrade iniziassero a voler avere una propria rete di poliziotti e controllori.

A richiedere questo servizio sono ovviamente le major proprietarie di film e musica e le case produttrici di software, che si dichiarano stanche di vedere il loro materiale illegalmente distribuito su internet. Il filtraggio, dicono, già avviene su YouTube o Soapbox: che ci vuole a inserirlo anche a livello di provider? Quello che chiedono – insomma – è di iniziare ad analizzare a campione i pacchetti digitali trasmessi da tutti gli utenti e scoprire se qualcuno sta trasmettendo o ricevendo materiale protetto da copyright.

La censura cinese sferra il colpo più duro contro i video online

YoutubeCn

La Cina, purtroppo, torna a far parlare di sé sull’argomento della censura online e sul diritto di parola. Una nuova legge emanata dal ministero dell’Informazione che entrerà in vigore il prossimo 31 gennaio, infatti, aumenterà al massimo livello la censura nei confronti dei video pubblicati in rete, permettendo solo ai siti Web di proprietà statale di poter “postare” online i video. La legge, in particolare, sarà valida per tutti i siti di video-hosting, anche quelli regolarmente registrati a Pechino, che – immagino – saranno costretti a chiudere i battenti.

Sarà forse una casualità, ma l’ordinanza è stata emanata appena una settimana dopo che un video postato in rete ha causato un vero e proprio scandalo nel Paese: nelle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, la moglie di un popolare presentatore televisivo parlava “liberamente” delle corna che il marito le metteva puntualmente con altre donne. E così, i network di proprietà statale (o con lo stato come proprietario principale) saranno i soli che potranno inserire nuovi video in rete, con “l’unico” limite di non inserire immagini che possano “alterare l’ordine sociale” (principale capo d’imputazione con il quale si suole accusare dissidenti e voci contrarie a quelle governative).