Microsoft denuncia Motorola all’Antitrust europeo: non bisogna approfittare degli standard

Microsoft denuncia Motorola alla Commissione Europa

Nel corso delle ultime ore Microsoft ha annunciato di aver depositato presso la Commissione Europea una denuncia nei confronti di Motorola e Google per l’utilizzo che la ben nota azienda statunitense recentemente acquisita da big G fa delle tecnologie legate agli standard necessari alla connessione wireless ed alla produzione di video H.264.

Microsoft, utilizzando parole abbastanza forti, accusa quindi Motorola di abusare dei suoi brevetti legati a standard tecnologici non rispettando quindi gli impegni che, conseguenzialmente alla loro registrazione, quest’ultima si era dichiarata disposta ad assolvere.

Mediante un utilizzo improprio delle licenze FRAND (fair, reasonable, and non-discriminatory), inoltre, secondo Microsoft, Motorola, a lungo andare, andrà a ledere il settore dei video online uccidendolo, spazzando via tutti i possibili concorrenti di YouTube e bloccando qualsiasi device in grado di trasmettere filmati.

Ubuntu for Android, Canonical propone la soluzione per trasformare gli smartphone in computer desktop

Ubuntu for Android

Qualche tempo addietro si era iniziato a parlare della possibilità, concessa entro un paio d’anni, di utilizzare Ubuntu, il sistema operativo basato su Linux, sotto forma di piattaforma per smartphone e tablet grazie alla realizzazione ed alla successiva diffusione di un’apposita versione ad hoc.

Seppur non esattamente in questi termini i tempi di diffusione di Ubutnu per il settore mobile sembrerebbero essere stati anticipati: Canonical, la società fondata da Mark Shuttleworth, l’imprenditore che si occupa del finanziamento e dello sviluppo del progetto Ubutu, ha infatti parlato di un’interessante novità tutta dedicata ai possessori di smartphone Android di fascia alta.

Partendo dall’idea di una docking station, ovvero la piattaforma hardware su cui è possibile “appoggiare” lo smartphone e che risulta equipaggiata di appositi connettori per collegare eventuali periferiche, gli utenti avranno la possibilità di connettere al proprio device Android monitor, mouse e tastiera visualizzando quindi un desktop che risulterà estremamente familiare a tutti coloro che si servono delle versioni più recenti della distribuzione Linux Ubuntu.

Si tratta, nello specifico, di Ubuntu for Android e sarà possibile effettuarne l’installazione su un device mobile equipaggiato, appunto, di Android e ogni qual volta rileverà la presenza della docking station permetterà di visualizzare l’interfaccia Unity direttamente sul monitor collegato sfruttando un connettore HDMI.

iPhone 4 e antennagate: la questione si chiude con una custodia o con un rimborso

Antennagate iPhone 4

È passato un bel po’ di tempo da quando la questione antennagate che interessò l’iPhone 4 subito dopo il suo lancio sul mercato iniziò ad impazzare tra la vasta utenza ma, nonostante ciò, da qualche ore a questa parte è stato necessario tornare a discutere nuovamente di tale faccenda, questa volta, però, in maniera definitiva, o almeno così pare

Apple, infatti, ha riferito di aver raggiunto un accordo per chiudere la class action statunitense mediante cui la celebre azienda di Cupertino era stata accusata di aver immesso sul mercato device aventi difetti di ricezione.

A suo tempo, infatti, a causa di un errore nella progettazione dell’antenna, il segnale dell’iPhone 4, a seconda dell’impugnatura, veniva disturbato creando non pochi problemi durante le comunicazioni.

Microsoft accusa Google: aggirate anche le impostazioni per la privacy di IE

Google aggira impostazioni privacy IE

Alcuni giorni fa sulle pagine del Wall Street Journal ha fatto la sua comparsa un dossier nel quale veniva illustrata la modalità mediante cui Google, il gran colosso di Mountain View, ha provveduto ad aggirare le impostazioni per la privacy di Safari.

A quanto pare, però, la mossa “indiscreta” di big G non sarebbe limitata soltanto al browser web reso disponibile dalla celebre azienda di Cupertino: Google, infatti, avrebbe scavalcato anche i controlli di ulteriori browser web come nel caso di Internet Explorer, così come fatto notare da Microsoft stessa mediante un apposito post sul suo blog ufficiale.

Google, nello specifico, ha adottato lo standard W3C denominato Platform for Privacy Preferences, indicante come quel dato sito web andrà ad utilizzare quegli specifici cookies, per poter bypassare i controlli sulla privacy di Internet Explorer provvedendo inoltre a tracciare gli utenti.

Dean Hachamovitch, vice presidente Internet Explorer per Microsoft, spiega nel post sul blog dell’azienda redmondiana come Google si serva di un buco nelle specifiche P3P che gli permette di aggirare le preferenze di gestione dei cookie e come utilizzando questo apposito codice big G sia in grado di aggirarne la protezione permettendo quindi la gestione di cookie da terze parti.

L’App Store si avvicina ai 25 miliardi di download ed Apple organizza un apposito concorso

App Store 25 miliardi di download

Per Apple il nuovo anno, a quanto pare, è iniziato davvero bene in fatto di cife e dopo la trimestrale da record ora la ben nota azienda di Cupertino si prepara a celebrare un ulteriore traguardo: i 25 miliardi di app scaricate dall’App Store.

Il negozio virtuale di applicazioni targato Apple, infatti, è sul punto di raggiungere l’impotante traguardo in questione il che va a configurarsi come uno straordinario record se si considera il fatto che soltanto un anno fa la celebre azienda di Cupertino si ritrovava a festeggiare il superamento dei 10 miliardi di download e che per raggiungere tale cifra sono stati necessari ben 21 mesi mentre invece per passare al raddoppio ne sono occorsi soltanto 12.

Per celebrare l’importante traguardo Apple ha quindi deciso di lanciare un apposito concorso online volto a premiare l’utente che effettuerà il fatidico download e che, di conseguenza, permetterà di segnare il record.

Sony Ericsson diventa ufficialmente Sony Mobile Communications

Sony Mobile Communications

Della scissione di Sony ed Ericsson se ne era già iniziato a parlare da qualche mese a questa parte ma l’ufficializzazione dell’operazione era attesa soltanto per l’inizio dell’anno corrente, così come poi, nel corso delle ultime ore, si è effettivamente verificato.

Mediante un apposito comunicato stampa, infatti, Sony ha dichiarato ufficialmente di aver rilevato il 50% delle azioni possedute dal suo partner divenendo quindi, in tal modo, l’unico e solo titolare del marchio Sony Ericsson e confermando inoltre il pagamento pari a 1,29 miliardi di dollari, vale a dire circa 1,05 miliardi di euro, per l’acquisizione delle azioni detenute dalla ben nota azienda svedese.

L’FBI impedirà l’accesso ad internet a milioni di computer infetti l’8 marzo?

Blackout internet 8 marzo

La notizia è stata inizialmente diffusa dai popolari Russia Today e Betabeat ma c’è comunque parecchio scetticismo in giro circa l’intenzione dell’FBI di impedire l’accesso ad internet a milioni di computer il prossimo 8 marzo e, al momento, non è stata data ancora alcuna conferma ufficiale.

Il motivo in base al quale l’FBi avrebbe deciso di attuare il blackout sarebbe imputabile al cercare di impedire agli utenti di incappare in un pericoloso virus che, allo stato attuale delle cose, avrebbe già infettato decine di siti internet governativi e centinaia di server aziendali, così come reso noto dalla società di sicurezza informatica Internet Identity.

Si tratta, nel dettaglio, del trojan denominato DNSChanger Trojan, sviluppato e diffuso dall’Estonia e giunto più volte, purtroppo, all’attenzione dei media per il suo modus operandi: modificare le impostazioni di rete (i DNS) del computer che infetta per reindirizzare gli utenti verso siti pericolosi.

Google ha aggirato le impostazioni per la privacy di Safari, l’accusa del Wall Street Journal

Google impostazioni privacy Safari

Se quanto reso noto nel corso delle ultime ore dal Wall Street Journal fosse effettivamente confermato il motto “don’t’be evil” professato da Google non risulterebbe più tanto veritiero così come sino a quale giorno addietro.

Stando all’inchiesta divulgata dalla celebre testata, infatti, il gran colosso di Mountain View avrebbe collocato nel codice di Safari alcune invisibili ed innocenti, almeno in apparenza, righe di codice mediante cui vi sarebbe l’opportunità di aggirare il blocco del tracking, vale a dire il metodo mediante cui alcuni inserzionisti pubblicitari rilevano le abitudini di navigazione online degli utenti al fine di distribuire annunci maggiormente pertinenti ad essi.

Tutti i principali browser dispongono di un’apposita funzione mediante cui interrompere questa opportunità da parte dei network pubblicitari di essere maggiormente in linea con gli interessi degli utenti ma per Safari è abilitata di default, a differenza della concorrenza, e deve quindi essere disabilitata anziché attivata.

SABAM e Netlog: la Corte UE dice no ai filtri P2P sui social network

Netlog no filtri P2P

La SABAM, la Società degli Editori Belga, è stata soggetta, nel corso delle ultime ore, ad una nuova sconfitta contro il ben noto social network Netlog ed anche contro il P2P.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha infatti stabilito che, nella causa che vede coinvolta la SABAM e Netlog, il gestore di una rete sociale in linea non può essere costretto a predisporre un sistema di filtraggio generale, riguardante tutti i suoi utenti, per prevenire l’utilizzo illecito di opere musicali e audiovisive, diversamente da quanto sostenuto dalla Siae del Belgio che aveva accusato il celebre social network di non fare nulla per impedire lo scambio dei file protetti da copyright tra i suoi utenti.

La vicenda, nel dettaglio, ha però inizio nel 2009, ovvero quando i vertici di SABAM trascinarono Netlog NV dinanzi al Tribunale di primo grado di Bruxelles ove la collecting society chiedeva un’ingiunzione per costringere il social network ad interrompere immediatamente le attività di condivisione di contenuti audio e video sui profili degli utenti.

Scovata una falla nella crittografia: le transazioni online sono a rischio

TimelineRemover

La recente scoperta di un gruppo di ricercatori americani ed europei sta iniziando a far tremare l’intero popolo del web e le fondamenta su cui si edifica internet: nella crittografia a chiave pubblica secondo l’algoritmo RSA comunemente usata in rete è stata individuata una problematica inattesa e sconosciuta ed in grado di mettere a rischio shopping online, banking, sicurezza della posta elettronica e molteplici altri servizi.

Nel dettaglio, il funzionamento di RSA risulta basato sull’impiego di due numeri primi molto grandi che sono generati in maniera casuale e che vengono moltiplicati tra loro al fine di ottenere la chiave pubblica.

I numeri originali vengono manutenuti segreti e saranno impiegati solo e soltanto per decodificare i messaggi in arrivo codificati, appunto, sfruttando la chiave pubblica.

Path, Apple e la privacy su iOS: promesso un intervento tempestivo

Apple privacy iOS

Secondo quanto stabilito da Apple tutti quegli sviluppatori che accedono alla rubrica indirizzi dei device iOS senza chiedere alcun permesso all’utente vanno a violare il contratto per la vendita di applicazioni su App Store.

A tal proposito, durante gli ultimi giorni, si sono accese non poche polemiche conseguenzialmente alla scoperta di alcune app per iOS, prima tra tutte Path, che, appunto, andavano a recuperare i contatti dal device in uso utilizzandoli per svolgere le relative funzioni e, in alcuni casi, spedendo poi il tutto a server remoti.

Infatti, la scoperta di un piccolo sviluppatore che Path, una volta avviata, andava a raccogliere le informazioni contenute nella rubrica indirizzi senza notificare nulla all’utente ed archiviando poi il tutto remotamente ha fatto sorgere non pochi dubbi sul sistema mediante cui tale operazione venisse eseguita.

A finire nell’occhio del ciclone, quindi, è stata anche la stessa Apple che se da un lato richiede a tutte le app che accedono al sistema di GPS di segnalare all’utente l’esecuzione di tale operazione, dall’altra non ha però provveduto a fare lo stesso anche con la rubrica indirizzi.

Chiuso Library.nu, cancellati migliaia di eBook pirata

Chiusura Library.nu

Dopo la chiusura, avvenuta ieri, dei siti ScaricoLibero e FilmGratis.tv per ricettazione e violazione delle norme sul diritto d’autore, nel corso delle ultime ore la medesima sorte è toccata anche a Library.nu, la baia degli eBook pirata, e di ifile.it, il relativo servizio di hosting.

L’ufficializzazione della chiusura giunge direttamente dall’Associazione Italiana Editori (AIE) che, dopo aver puntato il dito, non molto tempo fa, contro la pirateria in quanto ostacolante per l’affermazione del mercato nascente degli eBook in Italia, mediante un apposito comunicato ha annunciato di aver preso parte ad un’azione internazionale che ha portato alla chiusura del celebre sito e del servizio di hosting ad esso correlato impiegati per il download di eBook pirata.

Apple e le fabbriche in Cina: il primo report conferma condizioni migliori rispetto alla norma

Foxconn report FLA

Proprio qualche giorno fa è stato dato il via alle prime ispezioni di speciali audit volontari della Fair Labor Association presso i fornitori Apple in Cina addetti al processo di assemblaggio finale.

Stando a quanto reso noto dal primo report preliminare rilasciato da Auret van Heerden, presidente della FLA, sembra che le condizioni di lavoro e di vita degli operai cinesi negli stabilimenti Foxconn dedicati alla produzione di iPad siano, contrariamente alla maggior parte dell’opinione comune, di gran lunga migliori rispetto alla norma.

Auret van Heerden, intervistato da Reuters, ha dichiarato di essere rimasto piacevolmente sorpreso dopo aver visitato gli stabilimenti che sono apparsi ai suoi occhi come un ambiente decisamente ben più tranquillo rispetto ad una fabbrica di abbigliamento.

Tenendo conto dell’esito preliminare delle ispezioni Auret van Heerden ha anche aggiunto alcune prime ipotesi sulle motivazioni in base alle quali sono avvenuti i tanto noti quanto tristi casi di suicidio nel corso del 2011.

Cisco: il traffico dati mobile aumenterà enormemente entro il 2016

Cisco traffico dati mobile

Secondo il nuovo Visual Networking Index stilato da Cisco System entro il 2016 il traffico dati mobile risulta desinato ad aumentare enormemente, molto di più di quanto già non lo sia, crescendo a doppia cifra e superando i 10 exabyte al mese.

Già alla fine del 2011 il volume del traffico dati è risultato lievitato di circa il 133% con quasi 600 petabyte scambiati ogni mese mediante device di varia tipologia, primi tra tuti smartphone e tablet, collegati in mobilità.

Tali cifre, però, secondo il rapporto di Cisco, aumenteranno ulteriormente, così come precedentemente sottolineato, sforando i 120 miliardi di gigabyte di traffico mobile, ovvero ben 18 volte in più del volume complessivo facente riferimento all’anno terminato soltanto da poche settimane.