Cloud computing Italia

Cloud computing, gli italiani preferiscono servirsene dal PC di casa

Cloud computing Italia

Stando ai dati emersi da un recente sondaggio svolto da MSN al quale hanno avuto modo di prendere parte oltre 10.500 utenti di tutta Europa e del Sud Africa è stato possibile apprendere quelle che, a quanto pare, vanno a configurarsi come le abitudini degli utenti del Bel paese, ma non solo, per quanto concerne l’utilizzo dei servizi di cloud computing.

Secondo quanto emerso dal sondaggio gli utenti italiani preferiscono utilizzare un unico dispositivo per servirsi dei servizi di cloud computing e la maggior parte di essi è solita eseguire l’operazione in questione direttamente dal PC di casa nonostante la sempre maggiore diffusione degli smartphone e, in linea ben più generale, dei device mobile.

Considerando che la funzione principale dei servizi di cloud computing è, appunto, quella di permettere di conservare i propri file in un luogo sempre e comunque accessibile a prescindere dal tipo di device in uso quanto emerso dal sondaggio appare quindi un risultato abbastanza strano e decisamente controtendenza rispetto alle recenti abitudini degli utenti.

Solo il 33%, infatti, accede al cloud con due o più device e l’83% di essi è abituato a farlo, così come già accennato, dal computer della propria abitazione.

Flame è stato creato da USA e Israele

Flame, il malware è stato creato da USA e Israele

Flame è stato creato da USA e Israele

Già alcuni giorni addietro gli esperti di sicurezza del team di Kaspersky avevano ipotizzato, conseguenzialmente agli studi condotti, l’esistenza di un collegamento tra Flame, il super malware che nell’ultimo periodo sta facendo tanto parlare di sé, e Stuxnet, l’altra temuta minaccia di cui, però, si è discusso in maniera ben più approfondita mesi fa.

Le ipotesi di Kaspersky, a quanto pare, sarebbero ora state confermate da un ex militare statunitense anonimo, a suo tempo in possesso di un grado sufficientemente elevato da permettergli di avere accesso alle informazioni in questione, che, appunto, ha dichiarato al Washington Post come Flame sia il frutto della collaborazione tra USA ed Israele per poter attaccare i sistemi informatici iraniani presenti all’interno degli impianti mediante cui il paese starebbe portando avanti il programma di arricchimento nucleare tanto temuto dalle altre nazioni.

Giorno dopo giorno, quindi, Flame avrebbe offerto l’opportunità di ottenere informazioni riservate tramite le quali poter seguire l’evoluzione del programma di arricchimento nucleare in attesa di ulteriori sviluppi sin quando i due governi non avrebbero poi ritenuto necessario intervenire.

A questo punto sarebbe quindi entrato in azione Stuxnet che già in passato ha ampiamente dimostrato le sue effettive potenzialità in tal senso.

LinkedIn class action furto password

LinkedIn e le password rubate: class action in USA

LinkedIn class action furto password

LinkedIn, la risorsa di social networking dedicata di professionisti, corre un grosso rischio: incorrere in una mega sanzione da almeno 5 milioni dollari per poter rimborsare i propri utenti dopo la tanto chiacchierata fuga di milioni di password avvenuta non molti giorni addietro.

La discussa vicenda ha infatti portato direttamente nell’occhio del ciclone i responsabili di del social network verso i quali è stata avanzata una class action avviata presso una corte federale di Sant Josè, in California.

La class action, nello specifico, ha preso il via da Katie Szpryka che non molto tempo fa aveva deciso di usufruire delle funzionalità premium del social network e, di conseguenza, di pagare in modo tale da poter sfruttare tutti i servizi messi a disposizione da LinkedIn.

Nvidia risposta accuse Linus Torvalds

Nvidia risponde a Linus Torvalds: il supporto a Linux è importante

Nvidia risposta accuse Linus Torvalds

Nel corso delle ultime ore la notizia del “gestaccio” fatto, durante una conferenza organizzata per discutere circa le tematiche riguardanti il mondo Linux ed open source, da Linus Torvalds nei confronti di Nvidia è rimbalzata lungo l’intero web unitamente al video completo dell’evento mediante cui è possibile ascoltare le motivazioni del creatore del kernel del pinguino.

Gesto inequivocabile ma censurabile a parte secondo quanto dichiarato da Linus Torvalds Nvidia è stata ed è tutt’ora la peggiore compagnia con la quale si è ritrovato a dover avere a che fare, sia per quanto concerne i problemi di incompatibilità dei prodotti con Linux sia per quanto riguarda lo scarsissimo livello del supporto tecnico.

Supercomputer IBM Sequoia

IBM Sequoia è il computer più veloce e potente al mondo

Supercomputer IBM Sequoia

Così come oramai da tradizione anche quest’anno è stato “incoronato” quello che, tenendo conto delle sue caratteristiche, è riuscito a guadagnarsi il titolo di supercomputer numero uno nella TOP500 delle macchine più potenti al mondo e questa volta a primeggiare è stato un sistema statunitense, quello targato IBM.

Il nuovo supercomputer più veloce e potente al mondo, infatti, si chiama Sequoia, è stato costruito da Big Blue nei pressi del Lawrence Livermore National Laboratory e fa girare Linux.

Trattasi sostanzialmente della rivincita di IBM considerando che nella precedente classifica la ben nota azienda non figurava neanche tra le prime dieci posizioni mentre nel nuovo elenco di computer di Big Blu ce ne sono addirittura quattro.

Ad avere avuto la meglio su tutti, anche sulla concorrenza, è stato però Sequoia, di cui, però, se ne parla già da qualche tempo, e le sue caratteristiche lasciano ben pochi dubbi a tal proposito.

Linus Torvalds insulta Nvidia

Linus Torvalds si scaglia contro Nvidia per il supporto a Linux

Linus Torvalds insulta Nvidia

Linus Torvalds sembrerebbe avere le idee abbastanza chiare in merito a Nvidia, la nota società statunitense produttrice di hardware, così come testimoniato dalle accuse che il creatore del kernel Linux gli ha rivolto nel corso di una conferenza tenutasi in Finlandia.

Linus Torvalds, infatti, durante una conferenza organizzata per discutere circa le tematiche riguardanti il mondo Linux ed open source, ha puntato il dito contro Nvidia (e non soltanto in senso figurato!), conseguenzialmente ad una domanda rivoltagli dal pubblico che lo ha interrogato circa i problemi spesso riscontrati nel far funzionare un chip prodotto dalla statunitense sulla propria distribuzione, accusando l’azienda di fornire scarsissimo supporto alle varie distribuzioni GNU/Linux.

Google antitrust USA abuso posizione dominante

Google pubblica il nuovo rapporto sulla censura

Google rapporto censura governi

Sul blog ufficiale di Google ha fatto la sua comparsa un nuovo post intitolato “More transparency into government requests” ovvero “Più trasparenza nelle richieste governative”, vale a dire quello che, in altri termini, va a configurarsi come la presentazione del nuovo rapporto redatto dal gran colosso delle ricerche in rete al fine di fornire agli utenti informazioni più trasparenti in merito a quello che viene richiesto dalle autorità alla società.

Il rapporto, nel dettaglio, fa riferimento al periodo che va da luglio a dicembre del 2011 e risulta comprensivo di tutte le informazioni in merito alle richieste di censura che sono pervenute a Google durante quei mesi.

Nel rapporto sono presenti richieste di blocco dei blog, di eliminazione di specifici video da YouTube e di rimozione di elenchi di ricerca unitamente al numero, all’ubicazione e al tipo di contenuto sottoposto a censura.

Mozilla Junior iPad

Mozilla è al lavoro su Junior, il nuovo browser web per iPad

Mozilla Junior iPad

Nel corso delle ultime ore il team di Mozilla ha mostrato il prototipo di un browser web per iPad che andrà a sfidare direttamente Safari, ovvero quello che, sin dal principio, è andato a configurarsi come la risorsa di default mediante cui navigare online dalla celebre tavoltetta della mela mooriscata.

Il nome del browser web per iPad targato Mozilla, però, non è Firefox ma Junior e, così come sottolineato durante la presentazione del team Product Design Strategy, sarà in grado di offrire un’esperienza di navigazione ergonomica sui tablet Apple, molto più di quanto sia attualmente possibile, mettendo a disposizione dei suoi utilizzatori un pratico layout a schermo intero, senza schede e senza barra degli indirizzi.

Mozilla Junior, inoltre, a differenza di Firefox, non risulta basato sul motore di rendering Gecko ma su Webkit ovvero lo stesso che viene impiegato da Safari, una scelta questa che è apparsa come obbligata per poter sviluppare un browser web “extra” da rendere disponibile su iPad.

Scelta obbligata o meno il team di Mozilla ha comunque posto come fine ultimo quello di rendere disponibile uno strumento compeltamente nuovo mediante cui poter navigare in rete da iPad reinventando il browser web per un nuovo form factor.

Il team di Mozilla ritiene infatti che l’esperienza offerta da Safari sia avvilente ed a detta della fondazione Junior potrebbe quindi rivelarsi un’ottima alternativa al browser web di casa Apple poiché in grado di sfruttare l’intero spazio disponibile sul display dell’iPad.

Volunia apre al pubblico

Questa volta Volunia ha mantenuto le promesse. Ha aperto al pubblico offrendo a tutti la possibilità di provare con mano quello che era stato presentato come un rivale di Google made in Italy ma che si è presto ridimensionato in un “social search network”, quello che sarebbe dovuto essere sin dal principio.

Il nuovo Volunia basa le sue ricerche su Bing e sposta il suo punto di forza dal search engine all’interazione sociale fra gli utenti. Una chat permette alle persone che stanno visitando una stessa pagina di chiacchierare fra loro, le classifiche top pages e top news consentono di scoprire le pagine più visitate e le notizie più lette dal popolo di Volunia mentre la famigerata mappa visuale raffigura il contenuto dei siti sotto forma di “casette”.

Microsoft acquisizione Yammer

Microsoft acquisisce Yammer per 1,2 miliardi di dollari

Microsoft acquisizione Yammer

Delle trattative tra Microsoft e Yammer, un’importante realtà impegnata da anni nell’introduzione delle dinamiche del social networking all’interno delle aziende e definita dagli esperti come, appunto, “il Facebook delle aziende”, se ne parlava già da qualche giorno a questa parte ma sino ad alcune ore addietro non vi era ancora nulla di certo.

Soltanto da pochissimo, però, così come reso noto dal Wall Street Journal, è stata data la notizia ufficiale: il consiglio di amministrazione del social network dedicato al mondo delle aziende ha dato il via libera al processo di cessione nei confronti della ben nota azienda redmondiana.

L’annuncio sarà formalizzato nel corso dei prossimi giorni ma, in ogni caso, l’acquisizione verrà portata a segno per la modica cifra di 1,2 miliardi di dollari.

Nokia futura strategia

Nokia: vendite, nuove strategie e licenziamenti

Nokia futura strategia

Nel corso delle ultime ore Nokia ha annunciato ufficialmente di aver venduto Vertu, la divisione della finlandese adibita alla realizzazione di cellulari di lusso, presentando, al contempo, quella che andrà a configurarsi come la sua futura strategia nella quale risulta compreso un taglio di ben 10 mila posti di lavoro.

Nel dettaglio, per quanto concerne Vertu, Nokia ha venduto la divisione dei telefoni cellulari di extra lusso alla EQT VI per una cifra che, stando a quanto reso noto, dovrebbe essere pari a circa 200 milioni di euro mantenendo, al tempo stesso, una quota azionaria di minoranza del 10%.

Per quanto riguarda invece l’annuncio relativo alla futura strategia Nokia ha fatto sapere di essere intenzionata a continuare ad investire sugli smartphone appartenenti alla gamma Lumia facendo sottintendere il fatto che verranno resi disponibili nuovi modelli a basso costo a partire, probabilmente, dal rilascio del prossimo e tanto atteso Windows Phone 8.

Nokia ha poi dichiarato di essere intenzionata a fare investimenti su servizi basati sulla localizzazione ponendosi, in tal modo, in diretta competizione con Apple e con Google.

Samsung Galaxy S3 blocco Apple

Apple VS Samsung: le vendite del Galaxy S III non saranno bloccate

Samsung Galaxy S3 blocco Apple

Giorni addietro si era iniziato a parlare della volontà di Apple di bloccare le vendite dell’ultimissimo Samsung Galaxy S III che, stando a quanto sostenuto da Cupertino, andrebbe a violare due brevetti della ben nota azienda della mela morsicata.

Ad essere finiti nell’occhio del ciclone erano l’utilizzo della tecnologia di ricerca universale ed il sistema in grado di identificare in maniera automatica i dati che risultano memorizzati nel dispositivo.

Il tentativo da parte di Apple di bloccare il debutto della nuova punta di diamente della sudcoreana sembrerebbe però non essere andato a buon fine, almeno non negli Stati Uniti ove, appunto, il giudice ha dichiarato che la richiesta aggiuntiva di ingiunzione dell’ultimo smartphone di Samsung, il cui debutto è previsto per il prossimo 21 giungo, da parte di Cupertino non è compatibile con le tempistiche e gli impegni del giudice stesso ragion per cui è stata rifiutata.

Leggi Antipirateria: Fava ci riprova (e viene bocciato di nuovo)

Vi ricordate della proposta di legge Fava, secondo cui i provider italiani avrebbero dovuto trasformarsi in sceriffi ed oscurare i siti Internet accusati di pirateria senza passare per processi o giudizi da parte di terzi? Bene, lo scorso febbraio la proposta fu giustamente bocciata dalla Camera ma l’esponente della Lega Nord non si è arreso e ci ha riprovato. Ottenendo lo stesso risultato.

La Commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera dei deputati ha respinto l’emendamento anti-pirateria dell’On. Fava ribadendo che “non si può emendare la Legge Comunitaria con interventi normativi ispirati da altre finalità” e che iniziative del genere fanno solo perdere tempo in quanto riguardano “materie complesse e controverse, non strettamente volti ad adempiere obblighi scaduti o in scadenza” che pregiudicano il tempestivo recepimento delle direttive contenute in allegato al disegno di legge.

Google Street View Regno Unito

Google Street View, riaperto il caso nel Regno Unito

Google Street View Regno Unito

Si continua a parlare di Google, di Street View e di quella che è la situazione del celebre servizio offerto da big G in Europa poiché, proprio nel corso delle ultime ore e così come avevano anticipato alcune voci di corridoio, le autorità britanniche hanno deciso di riaprire il caso di cui si è tanto parlato settimane addietro.

A finire nell’occhio del ciclone è la presunta violazione di privacy del servizio di mappatura delle strade di Google Street View ed a dare il via alla nuova indagine è stato lo studio dell’Information Commissioner’s Office (ICO) del rapporto statunitense in merito al caso.

L’accusa è sempre la stessa ovvero quella di aver raccolto i dati personali degli utenti con reti Wi-Fi aperte unitamente a foto di strade e case da utilizzare per arricchire e completare il servizio Street View.

Inizialmente, a tal proposito, il Commissario alla privacy britannico aveva ritenuto valido quanto sostenuto da Google secondo cui, appunto, la raccolta in questione era stata effettuata in maniera accidentale ed aveva quindi accettato le scuse di big G e preso per buona la promessa di cancellare il tutto.