Navify, ovvero Wikipedia arricchita di Video e Immagini

Navify, ovvero Wikipedia arricchita di Video e Immagini

Dagli inizi della sua storia fino ad oggi, il Web ha sempre avuto come punto di riferimento lo scopo di condividere informazioni con il mondo. Contemporaneamente, motori di ricerca come Google hanno permesso agli utenti di poter accedere a questa montagna di informazioni in modo semplice e veloce.

L’apporto di Wikipedia, l’Enciclopedia Libera, è stato ed è tutt’ora importantissimo, soprattutto per chi usa il Web per fini scolastici e culturali. L’imparzialità dell’Enciclopedia, l’enorme quantità di informazioni in essa contenute, la disponibilità in moltissime lingue hanno fatto sì che il progetto di Jimmy Wales spiccasse il volo ed arrivasse dov’è ora.

Microsoft chiude Encarta, Wikipedia ha vinto!

Nessuno pagherà per avere un programma “inscatolato” quando, a costo zero, saranno disponibili molte più risorse sul Web. Quando il fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales avanzava questa ardita ipotesi, cinque anni fa, molto probabilmente lo zio Steve Ballmer era impegnato a togliarsi i peli dalle orecchie.

Oggi, però, i crudi numeri hanno messo il nostro amato cugino primate con le spalle al muro. Encarta, la tanto famosa e celebrata enciclopedia virtuale di casa Microsoft, si avvia infatti verso una mesta chiusura. Un tramonto che la coinvolgerà sia nella sua incarnazione Web (su MSN), che in quella “inscatolata” a cui si faceva prima riferimento (“Student” e “Premium”).

La motivazione ufficiale di questa mossa è che “il mondo delle enciclopedie si è evoluto, così come il modo con il quale gli utenti ricercano le informazioni, che è profondamente diverso rispetto a quello degli anni passati“. Un alquanto imbarazzante giro di parole per dire che Wikipedia ha vinto.

L’Enciclopedia Britannica sfida Wikipedia

In puro spirito 2.0 anche l’Enciclopedia Britannica entra a grandi passi nel mondo moderno con un annuncio a dir poco inaspettato infatti a partire da quest’anno agli utenti registrati sarà possibile modificare le voci della versione online dell’enciclopedia.

La notizia a dire la verità non è dell’ultima ora perché già a giugno scorso il CEO della Britannica aveva fatto intendere di voler percorrere la strada della collaborazione ma, sia chiaro, in modo assolutamente non democratico, dopo il salto vi spieghiamo il perché.

Wikipedia, obiettivo raggiunto

Quale modo migliore di iniziare il nuovo anno se non quello di festeggiare il raggiungimento dell’obiettivo di 6milioni di dollari di donazioni in favore di Wikipedia? L’enciclopedia libera più amata e discussa, infatti, è riuscita nell’intento di ricevere tante donazioni quante ne servono per poter andare avanti mantenendo indiscussi i principi che l’hanno resa tanto popolare.

Ultimamente l’enciclopedia è stata spesso al centro di polemiche riguardo la politica di totale rifiuto delle inserzioni pubblicitarie come fonte di sostentamento economico, tanto da doversi difendere dalle accuse di voler speculare sulle donazioni spontanee degli utenti, frutto dell’ottima fama di cui gode Wikipedia.

Wikipedia atto secondo (ed ultimo)

Siamo al secondo atto di una diatriba che vede sei importanti provider britannici contrapporsi a Wikipedia, accusata, come vi abbiamo raccontato, di diffondere pedopornografia.

Dopo la controversa inclusione di Wikipedia nella black list dei siti britannici, la Internet Watch Foundation è tornata sui suoi passi. Chiamata in causa qualche giorno fa per guidicare la pagina relativa un album dalla copertina discutibile, la commissione ci ripensa, revocando i precedenti provvedimenti di censura.

Wikipedia, bloccata dai provider inglesi

Bufera in atto tra i provider inglesi e l’enciclopedia libera più famosa del mondo. Da qualche giorno infatti molti inglesi non possono più accedere a Wikipedia a causa dell’inclusione del dominio nella Internet Watch Foundation come sito legato alla pedopornografia.

Se state strabuzzando gli occhi vi capiamo bene, la spiegazione di questa profonda censura è da ricercarsi nell’articolo pubblicato su Wikipedia relativo al discusso album Virgin Killer degli Scorpions sulla quale copertina appare nuda una giovane ragazza in età preadolescenziale.

I provider in questione sono Virgin Media, Be Unlimited/O2/Telefonica, EasyNet/UK Online, PlusNet, Demon, e Opal che hanno deciso di censurare la pagina ed includere l’intera enciclopedia indiscriminatamente nella categoria di siti pedopornografici in attesa di una presa di posizione da parte di Wikimedia Foundation.

Coloro che tentassero di accedere all’articolo in questione riceverebbero una pagina di errore 404 ed un commento di spiegazione. I provider si augurano di veder presto cancellata dall’enciclopedia l’immagine incriminata, ora la palla è in mano della Wikimedia Foundation che dovrà decidere se cedere al ricatto o perpetuare nel proprio principio di coerenza.

Wikipedia, arricchita di 100mila immagini

O si ama o si odia ed in questo caso direi che ciò che ha fatto il governo tedesco è proprio un atto d’amore. E’ di ieri infatti la notizia che la Germania ha donato un archivio fotografico di approssimativamente 100.000 immagini a Wikimedia Foundation, mamma di Wikipedia.

Dopo la donazione di 890.000$ da parte della Fondazione Stanton, avvenuta solo qualche settimana fa, questo regalo è il più clamoroso mai ricevuto dall’enciclopedia libera più famosa del mondo.

Le immagini saranno inserite nella versione tedesca dell’enciclopedia e andranno a rafforzare il database già presente con scatti dal 1860 ai giorni nostri. La collezione è stata ceduta sotto licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0. Grazie a questa donazione Wikipedia raggiungerà l’incredibile traguardo di 11 milioni di foto in un archivio monotematico. Una collezione davvero rara e completa.

Wikipedia abbraccia la Creative Commons

L’argomento licenze è di per se stesso un pò ostico e spesso non se ne comprende a pieno l’importanza. Anche il geek più inesperto è al corrente dell’esistenza delle licenze libere, dell’open source e di molte altre forme ridistribuzione libera e di free sourcing.

In questo panorama, Creative Commons, è la più importante associazione no-profit dedita all’espansione della portata delle opere d’ingegno e creative offerte pubblicamente alla redistribuzione e all’utilizzo su larga scala. Pensando a questo concetto ci viene subito in mente Wikipedia, l’encicolpedia libera, ma c’è da stupirsi se pensiamo che fino a qualche giorno fa essa non poteva avere questo tipo di licenza.

Deletionpedia, come trovare le voci di Wikipedia cancellate!

Vi avevamo parlato dei metodi per vedere i video cancellati da YouTube, ma non avevamo fatto la stessa cosa per le pagine di Wikipedia rimosse.

Eh si.. Possiamo fare anche questo. Grazie al sito Deletionpedia possiamo trovare e leggere le voci di Wikipedia che sono state cancellate perché trattasi magari di spam o di voci non enciclopediche.

Ben 65000 voci di Wikipedia in Lingua Inglese non più disponibili nel sito ufficiale sono andate a finire tutte lì. Ma perchè andare a vedere voci che sono state rimosse?

E’ nato Knol: come Google è entrato nel mondo delle enciclopedie Web

Qualche tempo fa fece molto trambusto in rete la notizia proveniente da Mountain View del lancio imminente di un servizio innovativo in grado di competere con l’ enciclopedia web per antonomasia, Wikipedia.
Il nome del servizio è Knol, ed è stato lanciato ufficialmente proprio in questi giorni.
Si tratta di un’ enciclopedia che ha alla base un’idea di collaborazione remunerativa (e non libera come in Wikipedia).

Mi spiego meglio. In pratica, come in Wikipedia, chiunque può partecipare e scrivere articoli riguardanti i più svariati argomenti, con la differenza che può anche decidere di inserire annunci adsense nelle proprie pagine e quindi guadagnare con propri articoli.
Il concetto di “conoscenza collaborativa” alla base di Wikipedia lascia quindi il posto ad un sistema in cui al centro si pone l’autore con le sue conoscenze, per una diffusione del sapere sostanzialmente diversa e probabilmente più curata ed approfondita.

Qpedia ovvero portiamo Wikipedia su Internet Explorer

Qpedia ovvero portiamo Wikipedia su Internet Explorer

Gli utenti di Internet Explorer sono i meno fortunati quando si parla di add-ons per il browser. Anche se sicuramente IE7 Pro è uno degli add-ons migliori ma voi ne conoscete altri? Io personalmente no!

Sicuramente questa scarsità di add-ons deriva anche dalla complessità del Windows Marketplace se lo paragoniamo al sito di Firefox. Oggi voglio interessarvi un interessante estensione che aggiunge una funzione già presente in molti altri browser ovvero la possibilità di effettuare ricerche su Wikipedia.

Portare Wikipedia sempre con noi

Portare Wikipedia sempre con noi

Senza dubbio Wikipedia è uno dei posti migliori di tutto il web per cercare informazioni su qualsiasi cosa ci passi per la testa, ma purtroppo fino ad oggi non potevamo portarcela insieme, quindi niente aiuto durante compiti in classe e quant’altro.

Dico fino ad oggi perché vi voglio presentare Pocket Wikipedia che permette di avere un rapido accesso anche offline a tutti gli articoli, supporto disponibile per qualsiasi piattaforma.

Powerset: Wikipedia con un linguaggio naturale

Powerset ha presentato ieri un nuovo motore di ricerca per Wikipedia in grado di capire il linguaggio naturale dell’uomo, al posto delle chiavi di ricerca. Il concetto che sta alla base di Powerset è quello di spezzettare la frase ed estrapolarne i concetti, dando così la possibiltà all’utente di cercare anche concetti vaghi di cui non saprebbe selezionare le parole chiave da inserire in un “normale” capo di ricerca. Powerset, in pratica, cerca al di là delle parole per capire le relazioni concettuali che si avvicinano di più a ciò che l’utente sta cercando.

Per ora Powerset (al quale ha lavorato un team di 50 impiegati tra linguisti e scienziati) è stato appena lanciato, anche se sta cercando di contattare i siti più grandi per cercare di vendere la propria tecnologia; al momento farà soldi vendendo spazi pubblicitari. Certo, pensano già molti analisti, se Microsoft acquistasse Powerset per estenderlo alle ricerche in tutto il Web, si potrebbero stendere le basi per la costruzione di un vero e proprio “Google Killer” (ma al momento – immaginiamo – è ancora molto presto). Ma come funziona esattamente? Facciamo qualche prova pratica.

I “patiti” dell’informatica, i cosiddetti “early-adopters”, spendono molto più tempo con Microsoft che non con Google, Facebook, Skype…

Statistiche

Quando i patiti dell’informatica si siedono al computer quali software utilizzano? E di quali appicazioni Web o siti si servono? Stando a una nuova ricerca, tutte applicazioni Microsoft: Outlook, Office e Msn. Lo studio è stato effettuato utilizzando il servizio RescueTime, l’applicazione di produttività che monitora l’ammontare di tempo che un utente spende per ogni applicazione disponibile sul proprio computer.

Il sondaggio è stato effettuato su 30mila utenti (molti dei quali cosiddetti “early-adopters”, cioè i patiti di internet, computer&tecnologia che prima degli altri amano provare nuovi prodotti e servizi) e tiene in considerazione poco più di 475mila ore di lavoro. E così si scopre che Gmail, Facebook e Skype, applicazioni considerate “utilizzatissime” nel mondo di internet, vengono sì utilizzate, ma comunque meno le applicazioni Microsoft. Ma che cosa vuol dire questo?