Getty Images

Getty Images dichiara guerra a Google

Getty Images, la ben nota agenzia fotografica statunitense, ha presentato all’antitrust europea una denuncia formale contro Google affermando che il motore di ricerca mette a rischio il suo modello di business andando a fornire accesso agli utenti a fotografie in realtà coperte da copyright.

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Nel dettaglio, l’agenzia punta il dito contro la funzionalità introdotta a partire da gennaio 2013 che consente di visualizzare all’interno di uno slideshow tutta una serie di immagini in alta risoluzione che vengono prelevate dai siti esterni.

Facebook e WhatsApp, via libera dalla Commissione Europea

Facebook e WhatsApp, via libera dalla Commissione Europea

L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook per la “modica” cifra di 19 miliardi di dollari ha finalmente ricevuto il via libera dalla Commissione Europa.

L’indagine, per chi non lo sapesse, aveva avuto inizio a luglio di quest’anno con l’invio ai principali competitors dei due gruppi di alcuni questionari mediante cui la Commissione Europea intendeva approfondire la questione prima dell’esecuzione di esami più accurati.

A qualche mese di distanza ed in seguito alle indagini condotte per l’UE l’operazione di acquisto condotta da Mark Zuckerberg non desta quindi alcun tipo di preoccupazione sul fronte della concorrenza in nessuno degli ambiti in cui è stata valutata e pertanto può essere dato l’OK.

Facebook e WhatsApp: la Commissione UE indaga sull’acquisizione

Facebook e WhatsApp: la Commissione UE indaga sull'acquisizione

La tanto chiacchierata acquisizione di WhatsApp messa a segno ad inizio anno da parte di Facebook per la modica cifra di 19 milioni di dollari ha destato non poca perplessità nell’Unione Europea.

Stando infatti a quanto emerso nel corso delle ultime ore l’UE intende indagare sull’accordo in questione. Per il momento si tratta ancora di un’azione informale ma va comunque a configurarsi come un preludio di quello che sarà un approfondimento ufficiale riguardo le dinamiche di fusione tra i due gruppi.

Tanto per cominciare la Commissione Europea intende capire quale direzione possano prendere le azioni e le normative antitrust nel determinare eventuali concentrazioni di potere contrarie alla naturale concorrenza tra le aziende.

Android indagine UE

Google, Android nel mirino della Commissione Europea

Android indagine UE

Per l’ennesima volta Google ha attirato l’attenzione della Commissione Europa ma in questo caso a far discutere è Android ed il relativo ecosistema.

L’antitrust UE ha infatti preso in considerazione l’ipotesi di dare il via ad una nuova indagine mirante ad appurare l’esistenza o meno di eventuali comportamenti scorretti tenuti da Mountain View nel tentativo di favorire la diffusione della celebre piattaforma mobile del robottino verde.

La questione pare sia iniziata ad aprile dell’anno corrente quando, appunto, alcuni concorrenti, tra cui anche Microsoft e Nokia, hanno sporto accuse formali rivolgendosi all’UE nel tentativo di fare maggiore chiarezza in merito a quello che hanno definito come “un metodo ingannevole di avvantaggiare alcune applicazioni di importanza chiave per Google nel 70% degli smartphone distribuiti oggi“.

Cisco vuole annullare acquisizione Microsoft Skype

Cisco vuole annullare l’acquisizione di Skype da parte di Microsoft

Cisco vuole annullare acquisizione Microsoft Skype

Cisco, il maggior produttore a livello mondiale di apparecchiature di rete, ha chiesto alla Corte Generale dell’Unione Europea di annullare la decisione presa, a suo tempo, dalla Commissione Europea di dare il via libera all’acquisizione di Skype da parte di Microsoft.

Così come ben noto la redmondiana ha effettuato l’acquisizione di Skype a maggio del 2011 per una cifra pari a 8,5 miliardi di dollari. La Commissione Europea non ha identificato alcun ostacolo per la concorrenza ragion per cui Microsoft ha potuto concludere con successo l’operazione ad ottobre del 2011.

Cisco, dopo più di due anni, ha però messo in evidenza il fatto che siano stati compiuti “errori palesi” nella procedura messa in atto dall’Antitrust UE per verificare il possibile abuso di posizione dominante.

Per Cisco, infatti, Microsoft, con l’acquisizione di Skype, è diventata monopolista del settore considerando lo straordinario numero di utenti su cui il celebre client VoIP poteva contare ancor prima dell’acquisto.

Apple, l'iPhone registrerà video da 120 fps

Apple, l’UE indaga sulle vendite dell’iPhone

Vendite iPhone scorrette antitrust UE interroga carrier partner Apple

Apple finisce nuovamente nel mirino degli organi antitrust europei ma questa volta non è la garanzia a far parlare di se bensì le condizioni di disponibilità e di vendita degli iPhone.

Dopo le prime voci su un’indagine sugli accordi tra Apple e gli operatori mobili risalenti all’inizio della primavera l’UE ha ora intenzione di vederci chiaro e proprio per questa ragione ha cominciato ad inviare dei questionari ai carrier del vecchio continente in modo tale da poter scovare eventuali comportamenti anticoncorrenziali da parte di Cupertino.

Il questionario di nove pagine inviato agli operatori si riferisce principalmente alle pratiche di vendita, inclusa la possibilità che Apple forzi i carrier ad acquistare un minimo ordine di iPhone, restrizioni nell’uso dei budget di marketing e clausole che assicurino ad Apple sussidi e termini di vendita non peggiori rispetto agli altri produttori di smartphone. Si chiede, inoltre, se Apple ponga in essere restrizioni tecniche o contrattuali su iPhone 5, in modo che non possa essere utilizzato sulle reti 4G ultra-veloci in Europa.

Cupertino stringe accordi con gli operatori di tutta Europa per la distribuzione dell’iPhone ed i vincoli, così come evidenziato più volte nel corso degli anni, pare siano abbastanza rigidi.

Motorola Google accuse abuso posizione dominante antitrust ue

Motorola nel mirino dell’UE, accusata per abuso di posizione dominante

Motorola Google accuse abuso posizione dominante antitrust ue

Per presunto abuso di posizione dominante la Commissione Europa ha alzato il cartellino giallo nei confronti di Motorola, l’acquisita di Google.

L’uso che il gruppo sta facendo dei propri brevetti potrebbe infatti portare Motorola verso una violazione delle norme comunitarie.

La Commissione antitrust, proprio per tale ragione, potrebbe quindi decidere di formalizzare specifiche sanzioni nei confronti di Google.

La vicenda, per chi non ne fosse al corrente, ha avuto inizio con una denuncia contro Apple per la violazione dei brevetti essenziali di cui Motorola è titolare ed alla quale è seguito il blocco delle vendite di alcuni prodotti di Cupertino in Germania.

Google accordo vicino Commissione Europea

Google e antitrust UE, accordo vicino per chiudere le indagini

Google accordo vicino Commissione Europea

L’oramai lunga e spinosa questione inerente le accuse di abuso di posizione dominante ed in corso tra Google e l’antitrust europeo sta per entrare in una nuova fase, quella decisiva.

Stando a quanto emerso nel corso delle ultime ore le parti coinvolte avrebbero infatti trovato un accordo che dovrebbe permettere di dare il via ad un test di mercato mediante cui gli interventi decisi saranno monitorati e successivamente verificati.

In un secondo momento verrà poi presa una decisione definitiva grazie alla quale mettere un punto alla faccenda.

A darne notizia sono stati, in primis, il Financial Times e il New York Times che hanno fatto inoltre sapere che la bozza di intervento mediante la quale i piani alti di Google andrebbero a correggere il motore di ricerca sarebbe stata concordata e che la fase di test sarà avviata nel corso dei prossimi giorni.

Android indagine UE

Android nel mirino dell’antitrust UE, la FairSearch denuncia Google

Android denuncia antitrust ue

Negli ultimi tempi Google sembra proprio non riuscire a trovare pace in Europa.

Infatti, dopo le problematiche inerenti la tanto discussa privacy policy ora a finire nel mirino dell’antitrust UE è Android.

La commissione antitrust guidata da Joaquin Almunia ha infatti ricevuto una formale denuncia per conto della coalizione FairSearch che punta il dito contro il sistema operativo mobile del robottino verde.

Secondo l’accusa, infatti, Google avrebbe sfruttato Android per cercare di imporre i propri servizi senza però tenere conto delle regole sulla libera concorrenza.

Google usa il suo sistema operativo mobile Android come un cavallo di Troia per raggirare i partner, monopolizzare il mercato mobile ed impossessarsi dei dati dei consumatori. Stiamo chiedendo alla Commissione di agire rapidamente e con decisione per proteggere la completizione e l’innovazione in questo mercato critico.

Soffiata Google Opera multa Microsoft ballot screen

Multa Microsoft, la soffiata è arrivata da Google e Opera

Soffiata Google Opera multa Microsoft ballot screen

La Commissione Europea ha imposto a Microsoft il pagamento di una multa di ben 561 milioni di euro per non aver rispettato l’impegno che ne 2009 era stato preso dall’azienda in merito alla ballot screen, la schermata mediante cui offrire agli utenti Windows la possibilità di selezionare un browser web differente da Internet Explorer.

L’indagine a riguardo, appare opportuno sottolinearlo, è stata però avviata soltanto tempo dopo, nel 2012, ad oltre un anno di distanza dal rilascio del SP1 per Windows 7.

Stando a quanto sostenuto dal Financial Times la Commissione Europa si sarebbe resa conto dell’errore commesso dalla redmondiana soltanto dopo aver ricevuto la segnalazione da parte di Google ed Opera.

Microsoft, mega multa dall’UE per violazione delle norme antitrust

Ballot Screen multa Microsoft Unione Europea

Così come si vociferava già da qualche giorno a questa parte, l’Unione Europea ha fatto sapere, proprio nel corso delle ultime ore, che Microsoft dovrà pagare una sanzione monetaria pari a ben 561 milioni di euro per aver fallito nel rispettare gli accordi presi con le autorità e risalenti al 2009 per quanto riguarda l’oramai fatidica ballot screen su Windows 7.

Nel comunicato stampa di oggi Joaquín Almunia, commissario alla concorrenza, ha fatto sapere che questa è la prima volta che una società viene multata per mancata esecuzione di un precedente accordo antitrust.

Nel 2009, abbiamo chiuso la nostra indagine su un sospetto abuso di posizione dominante di Microsoft nel legare Internet Explorer a Windows, accettando gli impegni presi dalla società. Impegni vincolanti legalmente che ricoprono un ruolo importantissimo nelle nostre decisioni in materia di antitrust, perché permettono di arrivare a rapide soluzioni sui problemi di concorrenza. Naturalmente, queste decisioni richiedono una completa obbedienza. Fallire nel rispettarle è una violazione grave che deve essere sanzionata di conseguenza.

Le ragioni della sanzione, infatti, sono da ricercare nel mancato rispetto delle imposizioni giunte al termine del procedimento che aveva ritenuto la redmondiana responsabile di concorrenza sleale e di abuso di posizione dominante nel campo dei browser ed alla quale era stato imposto l’obbligo di offrire all’utente finale una finestra mediante cui scegliere il navigatore preferito al termine del processo di installazione di Windows.

Amazon, in sviluppo due sistemi di pagamenti mobili

Amazon, problemi con l’antitrust in Germania e negli Stati Uniti

Amazon problemi antitrust germania usa

Quello che stanno attraversando i piani alti di Amazon non può essere esattamente descritto come un momento sereno.

Il colosso dell’e-commerce, infatti, recentemente si è ritrovato a dover fare i conti con la morsa del fisco anglo-francese e a dover fronteggiare diverse polemiche inerenti il maltrattamento di numerosi suoi lavoratori stagionali.

Alla già non semplice situazione è andato poi a sommarsi, proprio durante le ultime ore, un nuovo e spinoso caso antitrust in merito alle policy imposte dalla divisione tedesca di Amazon a migliaia di rivenditori terzi.

Nel dettaglio, le autorità tedesche hanno aperto le indagini sulle condizioni contrattuali tra Amazon e gli oltre 2400 distributori indipendenti che hanno deciso di aderire ai meccanismi del colosso delle-commerce.

Stando a quelle che sono le accuse dell’antitrust Amazon obbligherebbe i suoi vendor tedeschi a non fissare prezzi più bassi, tenendo anche conto di eventuali promozioni e sconti, su piattaforme diverse da quella in questione.

Google intesa antitrust europa

Google, presentate le proposte all’antitrust europeo

Google intesa antitrust europa

Lo scorso mese Google aveva siglato un accordo con la Federal Trade Commission al fine di mettere un punto al procedimento legale che ha visto big G al centro di svariate indagini da parte dell’antitrust statunitense per accuse di abuso di posizione dominante, per l’attuazione di pratiche miranti a penalizzare la concorrenza e per l’applicazione di restrizioni imposte ad alcuni inserzionisti.

In Europa, però, le cose potrebbero andare in maniera differente, così come aveva lasciato intendere, giorni fa, il commissario Joaquin Almunia.

A tal proposito, nel corso delle ultime ore ci sono stati ulteriori sviluppi.

Stando a quanto emerso pare infatti che i vertici di Google hanno inviato a Bruxelles un pacchetto di proposte per siglare un “armistizio” con le autorità antitrust dell’Europa procedendo sulla falsariga di quanto già fatto in terra a stelle e strisce.

Google permette di cercare e trovare contenuti di Drive, Plus e Gmail

Google, per Joaquin Almunia è abuso di posizione dominante

Google Joaquin Almunia abuso posizione dominante europa

Pur non essendo ancora arrivata la sentenza dell’antitrust Europa in merito a Google e alle accuse di abuso di posizione dominante nel settore dei motori di ricerca dagli uffici di Bruxelles iniziano a trapelare notizie.

Si tratta di dichiarazioni ufficiali per il Financial Times fatte da Joaquin Almunia in persona che vanno ad assumere una certa rilevanza poiché anticipano quella che potrebbe essere la conclusione delle indagini ancora in corso.

Stando a quanto emerso Google è in difetto e potrebbe quindi essere costretto a modificare le proprie SERP su imposizione delle autorità europee.

Per Almunia Google agisce in maniera non corretta deviando il traffico verso i propri servizi e nello specifico quelli di ricerca verticale con cui ha praticamente messo fuori gioco la concorrenza dalle posizioni più prestigiose di ranking.