Megaupload processo

Megaupload: il processo potrebbe saltare

Megaupload processo

Per lo spinoso caso Megaupload di cui si parla da ormai diverso tempo a questa parte potrebbe celarsi, direttamente dietro l’angolo, una svolta del tutto imprevista, almeno sino a pochi giorni addietro, in grado di sovvertire totalmente tutto quanto, o quasi, reso noto sino a questo momento.

Relativamente al caso Megaupload, infatti, potrebbe emergere un grave errore procedurale da parte delle autorità a causa della mancanza di sicurezza circa l’opportunità di poter procedere nei confronti di Megaupload sfruttando i documenti consegnati dallo stesso Dotcom, così come dichiarato dal giudice Liam O’Grady all’FBI.

Infatti, stando a quanto messo in evidenza da Ira Rothken, uno degli avvocati di Megaupload, non sarebbe possibile procedere nei confronti di una data società sfruttando quella che è la documentazione in possesso di Dotcom in quanto riferita inequivocabilmente ad una persona civile.

YouTube filtraggio preventivo Germania

YouTube, in Germania dovrà essere avviato il filtraggio preventivo

YouTube filtraggio preventivo Germania

YouTube è stata considerata responsabile del materiale illecito pubblicato dai suoi utenti e sulla ben nota piattaforma di video-sharing dovrà quindi essere installato, entro breve tempo, un apposito meccanismo di filtraggio al fine di prevenire eventuali violazioni di copyright mediante l’upload di clip musicali andando quindi ben oltre le tecnologie già adottate per la rimozione dei contenuti previa segnalazione di coloro che ne detengono i diritti.

È questo quanto stabilito in Germania dalla corte di Amburgo poiché, stando alle accuse, la celebre piattafoma di video-sharing non avrebbe fatto assolutamente nulla, o quasi, per prevenire la comparsa, la pubblicazione e la condivisione di materiale illecito a due anni di distanza dallo scontro legale avviato dalla GEMA, il gruppo che rappresenta oltre 60 mila artisti tedeschi, puntando il dito, nello specifico, contro 12 video.

Twitter e l’Innovator’s Patent Agreement

Twitter brevetti Innovator’s Patent Agreement

Ancora una volta viene tirato in ballo il discorso relativo alla proprietà intellettuale ma, questa volta, la nuova mossa fatta da Twitter nel corso delle ultime ore potrebbe risultare particolarmente influente nel mondo dei brevetti andandone a rivoluzionare la modalità di utilizzo e quella di sfruttamento.

Nel corso degli ultimi tempi, così com’è stato possibile constatare a più riprese, numerosi colossi dell’IT si sono impegnati in cause legali interamente, o quasi, incentrate sulla questione proprietà intellettuale e su quella relativa al copyright.

I vertici della ben nota piattaforma di microblogging avrebbero quindi deciso di agire proprio in tal senso dando vita ad un nuovo documento mediante cui, appunto, cambiare in maniera radicale il sistema che si è oramai andato a consolidare da diverso tempo a questa parte.

Photo Pin, un motore di ricerca per immagini pubblicate sotto licenza creative commons

Chi dispone di un proprio blog di certo avrà avuto più e più volte la necessità di aggiungere delle immagini ai post scritti al fine di illustrare al meglio quanto espresso con le sole parole.

A meno che non si disponga di materiale personale che si è intenzionati ad utilizzare in tal senso è possibile aggiungere foto ed immagini ai propri post attingendo al vastissimo databse disponibile in rete.

In questi casi, però, appare opportuno prestare una certa attenzione ai contenuti che si desidera impiegare poiché una buona parte delle foto e delle immagini disponibili online sono protette da copyright e, di conseguenza, non liberamente utilizzabili così come quelle gratis e con licenza Creative Commons.

YouTube filtraggio preventivo Germania

YouTube: l’accordo con Paramount e la battaglia con Viacom

YouTube accordo Paramount causa Viacom

YouTube e Paramount Pictures hanno annunciato, nel corso delle ultime ore, di aver raggiunto un accordo conseguenzialmente al quale saranno messi a disposizione, entro breve tempo, ben 500 film dei quali sia gli utenti del ben noto servizio di condivisione video reso disponibile da big G sia gli utilizzatori di Google Play potranno usufruirne senza problemi.

Il gran quantitativo di film in questione risulta comprensivo di titoli che vanno dai grandi classici del cinema a pellicole ben più recenti ma comunque sia apprezzate ed appassionanti come, ad esempio, Hugo Cabret, Transformers e Il Padrino.

Stando a quanto reso noto i film potranno essere visionati ad un costo compreso tra i 3 e i 4 dollari a seconda della pellicola che ciascun utente sceglierà di noleggiare e resteranno a disposizione per una visione entro 30 giorni e che, inoltre, con un esborso economico maggiore di un dollaro, guardarlo anche in alta definizione.

In tal modo, dunque, il catalogo di film messo a disposizione da Google giunge a quota 9 mila titoli, tutti offerti da cinque dei sei principali studios e oltre dieci studi cinematografici indipendenti, una quantità questa che potrebbe iniziare ad infastidire ed impensierire la ben nota azienda della mela morsicata ed il suo iTunes.

MPAA torna alla carica e dichiara guerra ad altri cyberlocker

MPAA file hosting

Sul fatto che nel mirino della Motion Picture Association of America (MPAA) non ci fosse soltanto Megaupload è cosa ben nota a tutti così come anche che dopo la chiusura dell’impero di Kim Dotcom numerosi altri servizi analoghi preferissero sparire dalla scena o, ancora, limitare quanto offerto onde evitare di incorrere nel medesimo destino, tuttavia, conseguenzialmente alle rivelazioni dell’ultim’ora, la situazione potrebbe essere soggetta a nuove e catastrofiche evoluzioni.

Ulteriori risorse dedicate alla condivisione di contenuti in rete potrebbero infatti andare incontro ad un processo di oscuramento come nel caso specifico di Wupload, Putlocker, DepositFiles, Fileserve, Mediafire, ovvero alcuni tra i servizi della categoria in questione che risultano maggiormente utilizzati dalla vasta utenza, in particolar modo in seguito alla chiusura di Megaupload.

A volere fortemente l’oscuramento di queste e di altre piattafome è sempre la MPAA di cui ne fanno parte sei delle più grandi case di produzione cinematografica americana e delle quali la Paramount Pictures sarebbe la più agguerrita nei confronti del file sharing.

Musica digitale: buone nuove per il mercato del download legale

Mercato musica digitale in ripresa

L’industria musicale sembrerebbe proprio essere in gran ripresa o, almeno, così risulta prendendo in considerazione quelli che sono i numeri raccolti dall’ultimo Digital Music Report dalla International Federation of Phonographic Industry (IFPI) nel quale viene messo in evidenza come l’anno oramai trascorso sia risultato il meno negativo dal 2004.

Il mondo della musica è dunque in forte ripresa ma, questa volta, ad avere la meglio non è il materiale illegale, nonostante la pirateria continui a costituire un ostacolo, ma i formati digitali e le numerose nuove soluzioni a disposizione degli utenti che sono nel pieno rispetto del copyright, così come chiaramente evidenziato dai numeri in crescita.

Megaupload processo

Megaupload: i dati a rischio e l’amicizia delle major

Megaupload dati

Dopo l’oramai ben noto blitz delle autorità statunitensi che ha portato alla successiva ed inevitabile chiusura dei servizi Megaupload, all’arresto di Kim Dotcom ed alla sua libertà vigilata sono seguiti periodi di silenzio, seppur brevi, circa l’evoluzione della vicenda.

Nel corso delle ultime ore, però, il caso Megaupload è tornato nuovamente a far parlare di sè a gran voce e la questione, questa volta, verte prevalentemente sulle sorti dei dati archiviati dagli utenti mediante l’oramai ex servizio di file hosting.

Già qualche settimana fa, a tal proposito, si era discusso del problema della conservazione dei dati archiviati dagli utenti su Megaupload, una procedura che, upload del materiale protetto da copyright a parte, veniva eseguita da numerosi internauti per il backup o, ancora, per la condivisione di file dalle grandi dimensioni perfettamente legali.

Quindi, al fine di ovviare all’insorgere di ulteriori spiacevoli situazioni, la EFF, in collaborazione con Carpathia, avrebbe attivato un apposito servizio per permettere agli utenti di rientrare in possesso dei propri file ma a partire dal momento dell’annuncio e sino ad oggi i conti dell’hosting provider non hanno ricevuto alcun versamento da parte di Dotcom.

RapidShare, il tribunale tedesco e l’applicazione dei filtri preventivi

RapidShare filtro file

Durante le ultime ore, a causa dell’insoddisfazione degli sforzi compiuti da RapidShare, il ben noto servizio di hosting remoto, nel mettersi d’accordo con i detentori di copyright, è giunta, direttamente dalla Germania, una sentenza che va a modificare in maniera radicale, o quasi, la modalità mediante la quale lo share-hosting viene visto dalla legge.

Secondo tale sentenza, resa nota dall’Alta Corte regionale di Amburgo, viene infatti comunicato che, non dovranno essere più i detentori del copyright a passare al setaccio i file depositati dagli utenti ma saranno invece i provider del servizio oggetto dell’attenzione ad avere il compito di tenere costantemente sotto controllo ciò che gli internauti scelgono di caricare sui loro server.

CCFinder, trovare facilmente immagini pubblicate sotto licenza Creative Commons

In rete sono disponibili uno straordinario quantitativo di immagini d’ogni genere ma, come sicuramente già saprà gran parte di voi appassionati lettori di Geekissimo, non tutte possono essere utilizzate sui propri blog e siti web in quanto alcune di esse potrebbero essere protette da copyright.

Tenendo conto di tale dato per potersi servire di una o più immagini presenti online risulta necessario accertarsi del fatto che siano state pubblicate sotto licenza Creative Commons.

Considerando quanto appena affermato, al fine di semplificare il processo di ricerca ed onde evitare di andare incontro a spiacevoli situazioni, uno strumento quale CCFinder potrebbe rivelarsi molto ma molto utile.

Equo compenso: respinti i ricorsi, anche quelli di Apple e Samsung

Equo compenso ricorsi respinti

Nel corso delle ultime ore il TAR del Lazio ha respinto tutti e otto i ricorsi presentati contro il famigerato decreto Bondi, ovvero la norma mediante cui è stato indotto il meccanismo dell’equo compenso sul prezzo effettivo dei supporti adibiti alla memorizzazione dei file audio e video (ad esempio i DVD, i flash drive USB, le SD Card etc.) basandosi sul discutibile principio secondo cui tenendo conto del fatto che questi potrebbero essere impiegati per eseguire la copia di contenuti protetti da copyright appare giusto aumentarne il costo, proporzionalmente alla memoria in dotazione, come forma di risarcimento.

La norma, nonostante sia stata attaccata a più riprese per il modo ben poco meritocratico ed estremamente semplicistico con la quale viene applicata, è stata comunque confermata e pienamente legittimata dalla giurisprudenza.

DDLFantasy chiude definitivamente

DDLFantasy chiude

Dopo la chiusura di Megaupload oramai non stupisce più di tanto il fatto che molti siti web mediante cui accedere a materiale digitale di varia tipologia e grazie ai quali eseguirne il download stiano abbandonando, in maniera totale o parziale, la scena.

Nel corso delle ultime ore, infatti, ha chiuso i battenti anche DDLFantasy, una tra le piattaforme online più conosciute per la possibilità di scaricare film, videogame e manga ed avente un numero di utenti registrati corrispondente ad oltre 430 mila, così come testimoniato da una sintetica ma chiara comunicazione apparsa sulla pagina iniziale del sito web.

La motivazione della chiusura, così come testimoniato dagli stessi gestori del servizio mediante il messaggio d’addio, è imputabile ai recenti avvenimenti in fatto di file sharing sottolineando come la scelta di interrompere l’attività di DDLFantasy risulti quasi obbligata onde evitare che qualcun altro lo faccia al loro posto.

SABAM e Netlog: la Corte UE dice no ai filtri P2P sui social network

Netlog no filtri P2P

La SABAM, la Società degli Editori Belga, è stata soggetta, nel corso delle ultime ore, ad una nuova sconfitta contro il ben noto social network Netlog ed anche contro il P2P.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha infatti stabilito che, nella causa che vede coinvolta la SABAM e Netlog, il gestore di una rete sociale in linea non può essere costretto a predisporre un sistema di filtraggio generale, riguardante tutti i suoi utenti, per prevenire l’utilizzo illecito di opere musicali e audiovisive, diversamente da quanto sostenuto dalla Siae del Belgio che aveva accusato il celebre social network di non fare nulla per impedire lo scambio dei file protetti da copyright tra i suoi utenti.

La vicenda, nel dettaglio, ha però inizio nel 2009, ovvero quando i vertici di SABAM trascinarono Netlog NV dinanzi al Tribunale di primo grado di Bruxelles ove la collecting society chiedeva un’ingiunzione per costringere il social network ad interrompere immediatamente le attività di condivisione di contenuti audio e video sui profili degli utenti.

Chiuso Library.nu, cancellati migliaia di eBook pirata

Chiusura Library.nu

Dopo la chiusura, avvenuta ieri, dei siti ScaricoLibero e FilmGratis.tv per ricettazione e violazione delle norme sul diritto d’autore, nel corso delle ultime ore la medesima sorte è toccata anche a Library.nu, la baia degli eBook pirata, e di ifile.it, il relativo servizio di hosting.

L’ufficializzazione della chiusura giunge direttamente dall’Associazione Italiana Editori (AIE) che, dopo aver puntato il dito, non molto tempo fa, contro la pirateria in quanto ostacolante per l’affermazione del mercato nascente degli eBook in Italia, mediante un apposito comunicato ha annunciato di aver preso parte ad un’azione internazionale che ha portato alla chiusura del celebre sito e del servizio di hosting ad esso correlato impiegati per il download di eBook pirata.