Pipe, inviare file agli amici di Facebook dal tubo di Mario Bros!

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Condividere ogni cosa on line è divenuta ormai una necessità ed il web ci offre svariate soluzioni. Oltre ai cloud storage, come DropBox e Google Drive, ci sono molteplici servizi di file sharing, come ad esempio il semplice ed efficace FileSnack. Probabilmente superare la comodità di quest’ultimo è davvero difficile, ma oggi vogliamo consigliarvi un altro modo per poter inviare i file ai vostri amici, nello specifico ai vostri contatti di Facebook.

Quasi sicuramente ogni amico sarà presente nella lista del social network in blu, quindi potrete spedire il file praticamente a chiunque.  Pipe è un’applicazione per Facebook che vi consente di trasferire file ad amici, che si trovano on line o anche offline, in pochi click.

FileSnack

FileSnack, condividere file senza fronzoli e noie

FileSnack

La condivisione dei file sul Web è diventata un’esigenza primaria, ormai. E sebbene soluzioni come Dropbox, Google Drive e altri consentano di compiere quest’operazione in maniera estremamente semplice e veloce, i servizi di file sharing à la MegaUpload continuano a tenere botta. Se anche voi siete fra coloro che amano scambiarsi documenti, archivi, video e quant’altro tramite questi sistemi, cominciate a segnarvi il nome di FileSnack.

Condividere file in sicurezza

SmartRM, condividere file in maniera sicura e con specifici utenti

Condividere file in sicurezza

Esistono diversi servizi web ed applicativi grazie ai quali è possibile condividere i propri file con alti utenti ma la maggior parte di essi non integrano un sufficiente numero di opzioni mediante cui tenere sotto controllo i propri documenti.

Nella maggior parte dei casi, infatti, chiunque ha la possibilità di accedere a tali file sfruttando i relativi collegamenti.

SmartRM, invece, è un servizio di condivisione file che, diversamente dalla maggior parte delle risorse analoghe, pone un occhio di riguardo nei confronti della privacy degli utenti.

Il servizio, nel dettaglio, risulta utilizzabile previa installazione di un apposito software gratuito ed open source per sistemi operativi Windows mediante cui effettuare l’upload dei propri file, “creare delle licenze” per ciascuno di essi e condividerli con amici, parenti e colleghi tramite link, email, social network, chiavetta USB o Dropbox.

Creando apposite autorizzazioni possono essere impostati specifici criteri di sicurezza per ciascun file in modo tale da evitare accessi non autorizzati.

Mega Kim Dotcom

Mega, il nuovo dominio è mega.co.nz

Mega Kim Dotcom

Da diverse settimane a questa parte si parla, in maniera più o meno assidua, di Kim Dotcom e del suo nuovo progetto Mega, il servizio che dovrebbe andarsi a configurare come il degno successore di Megaupload ma che, a differenza di quest’ultimo, sarà basato sul cloud e disporrà di server dislocati in varie parti del mondo e protetti da crittografia.

Il dominio di primo livello che inizialmente Kim Dotcom avrebbe voluto sfruttare per mandare Mega online sarebbe dovuto essere quello del Gabon (me.ga) ma conseguenzialmente alla volontà del Ministro per le Comunicazioni dello stato dell’Africa centrale, intenzionato a non far sfruttare le piccole nazioni africane da persone senza scrupoli e come piattaforma per commetterei atti volti alla violazione del copyright, Dotcom si è ritrovato a dover apportare alcune piccole modifiche ai suoi piani cercando quindi un nuovo indirizzo web di riferimento.

Nel corso delle ultime ore, a tal proposito, Kim Dotcom ha fatto sapere, mediante la pubblicazione di un apposito messaggio su Twitter, che il nuovo indirizzo del sito web sarà mega.co.nz.

Kim Dotcom problemi dominio Mega

Mega, sospeso il dominio per il nuovo Megaupload

Kim Dotcom problemi dominio Mega

Il successore di Megaupload, quello che da qualche settimana a questa parte si è fatto conoscere in rete con il nome di Mega, pare proprio che non sia nato sotto una buona stella: a mettere i bastoni tra le ruote al progetto di Kim Dotcom ci ha pensato Blaise Louembe, Ministro per le Comunicazioni del Gabon.

Il dominio di primo livello sfruttato per mandare in rete Mega, così come dichiarato dallo stesso Dotcom, sarebbe dovuto essere quello, appunto, del Gabon (me.ga) ma stando alle più recenti informazioni a riguardo sembra proprio che il Ministro per le Comunicazioni dello stato dell’Africa centrale abbia sottolineato, una volta appresa la notizia, la non volontà di far sfruttare le piccole nazioni africane come piattaforma per commettere atti volti alla violazione del copyright, né tantomeno sfruttate da persone senza scrupoli.

Kim Dotcom Mega

Megaupload torna con me.ga il 20 gennaio 2013

Kim Dotcom Mega

La notizia del ritorno di Megaupload circola in rete già da un bel po’ di tempo a questa parte e nel corso degli ultimi giorni sono stati resi noti ulteriori ed interessanti dettagli inerenti, appunto, alla ricomparsa, seppur con un altro nome e con caratteristiche differenti, del celebre servizio.

Unitamente alle informazioni in questione nel corso delle ultime ore Kim Dotcom in persona ha dato conferma del fatto che Megaupload sta per tornare ma, questa volta, con un nuovo servizio più grande, mgiliore, più veloce, più forte e più sicuro, “bigger, better, faster, stronger, safer”.

La piattaforma, che così come già annunciato si chiamerà Mega, è stata realizzata adottando alcuni appositi accorgimenti per far sì che quanto accaduto mesi fa non vada più a verificarsi.

Tanto per cominciare il dominio di primo livello utilizzato è quello del Gabon (me.ga), uno stato dell’Africa centrale che ad oggi conta circa 1,4 milioni di abitanti.

The Pirate Bay cloud

The Pirate Bay si affida al cloud

The Pirate Bay cloud

Censure imposte dalle varie nazioni a parte l’effettiva preoccupazione del gruppo alle spalle di The Pirate Bay, il più popolare sito di file sharing al mondo, è sempre stata un’altra: il ripetersi della vicenda avuta luogo nel 2006 quando, appunto, la polizia fece un raid presso il provider che, all’epoca, ne ospitava i server sequestrando tutto il materiale.

Proprio per questo il team di The Pirate Bay, così come annunciato mediante TorrenFreak nel corso delle ultime ore, hanno deciso di spostare tutto direttamente “tra le nuvole”, nel cloud.

La Baia, in tal modo, ha la possibilità di spostarsi di nazione in azione oltrepassando tutte le frontiere senza downtime.

I server, infatti, non devono nemmeno venire ospitati dallo stesso provider e non è necessario che siano riuniti nel medesimo continente.

Allo stato attuale delle cose i server della Baia sono ospitati da due aziende di hosting collocate in due differenti nazioni ed all’interno di macchine virtuali il che permette a The Pirate Bay di tagliare, e non di poco, i costi e le eventuali complessità.

Gli utenti che scaricano file illegali sono quelli che comprano di più

P2P, gli utenti che scaricano contenuti illegali sono anche quelli che comprano di più

Gli utenti che scaricano file illegali sono quelli che comprano di più

Lo hanno sempre sostenuto, e continuano tutt’ora a farlo, le major appartenenti al mondo del cinema ed a quello della musica ed associazioni di vario tipo: scaricare film, musica e video dalle reti di file sharing è una procedura che provoca danni economici irreparabili.

Coloro che scaricano contenuti da internet in maniera illegale infatti, nella maggior parte dei casi, non sono intenzionati a procedere all’acquisto dei medesimi contenuti sotto forma legale.

La recente indagine condotta dall’American Assembly, un’organizzazione indipendente affiliata alla Columbia University, ha però offerto un altro e ben diverso punto di vista della situazione.

BiTorrent monitoraggio

BitTorrent, gli utenti sono tenuti sotto controllo

BiTorrent monitoraggio

Se qualcuno, soltanto per un istante, ha pensato di poter girovagare tra i meandri della rete BitTorrent in anonimato si è sbagliato di grosso, o quasi.

La maggior parte dei file BitTorrent, infatti, sono sotto controllo o almeno questo è quanto emerge stando ad un recente studio condotto dalla Birmingham University.

Tenendo conto di quelli che sono i cento file più popolari presenti sui principali client BitTorrent gli utenti più attivi in tal senso verrebbero individuati entro tre ore circa dalla connessione ai vari ed eventuali siti web adibiti al download dei contenuti d’interesse.

Ovviamente ad essere individuati e monitorati sono soltanto gli indirizzi IP e, in quanto tali, non permettono di risalire a quella che è l’identità dell’utente se non previa richiesta da parte del giudice.

Dropcanvas: condividere più file contemporaneamente fino a 5GB

Molto spesso avrete avuto bisogno di condividere un contenuto, come ad esempio una foto, con un’altra persona. Per gli elementi fotografici potrete usare anche i social network, se volete rendere i contenuti visualizzabili anche da altre persone, ma se si tratta di un file zip, di un video o semplicemente di un documento sarebbe meglio scegliere un servizio diverso. Il mondo del web offre una quantità quasi infinita di siti file sharing, ma oggi vogliamo presentarvene uno in particolare che potrebbe riuscire a conquistarvi: Dropcanvas.

DDLFantasy chiude definitivamente

DDLFantasy chiude

Dopo la chiusura di Megaupload oramai non stupisce più di tanto il fatto che molti siti web mediante cui accedere a materiale digitale di varia tipologia e grazie ai quali eseguirne il download stiano abbandonando, in maniera totale o parziale, la scena.

Nel corso delle ultime ore, infatti, ha chiuso i battenti anche DDLFantasy, una tra le piattaforme online più conosciute per la possibilità di scaricare film, videogame e manga ed avente un numero di utenti registrati corrispondente ad oltre 430 mila, così come testimoniato da una sintetica ma chiara comunicazione apparsa sulla pagina iniziale del sito web.

La motivazione della chiusura, così come testimoniato dagli stessi gestori del servizio mediante il messaggio d’addio, è imputabile ai recenti avvenimenti in fatto di file sharing sottolineando come la scelta di interrompere l’attività di DDLFantasy risulti quasi obbligata onde evitare che qualcun altro lo faccia al loro posto.

SABAM e Netlog: la Corte UE dice no ai filtri P2P sui social network

Netlog no filtri P2P

La SABAM, la Società degli Editori Belga, è stata soggetta, nel corso delle ultime ore, ad una nuova sconfitta contro il ben noto social network Netlog ed anche contro il P2P.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha infatti stabilito che, nella causa che vede coinvolta la SABAM e Netlog, il gestore di una rete sociale in linea non può essere costretto a predisporre un sistema di filtraggio generale, riguardante tutti i suoi utenti, per prevenire l’utilizzo illecito di opere musicali e audiovisive, diversamente da quanto sostenuto dalla Siae del Belgio che aveva accusato il celebre social network di non fare nulla per impedire lo scambio dei file protetti da copyright tra i suoi utenti.

La vicenda, nel dettaglio, ha però inizio nel 2009, ovvero quando i vertici di SABAM trascinarono Netlog NV dinanzi al Tribunale di primo grado di Bruxelles ove la collecting society chiedeva un’ingiunzione per costringere il social network ad interrompere immediatamente le attività di condivisione di contenuti audio e video sui profili degli utenti.

The Pirate Bay abbandonerà i torrent a favore dei link magnetici

The Pirate Bay

Il più che noto ed altrettanto contestato sito web The Pirate Bay, a poco più di due anni di distanza dalla chiusura del suo tracker BitTorrent, è ora pronto a diventare ancor più resistente agli eventuali attacchi di chiusura e censura messi in atto dall’industria del copyright introducendo i link magnetici a discapito dei file torrent.

A dare l’annuncio è stato il sito web TorrentFreak ma la fonte è ufficiale poiché l’info in qustione proviene direttamente dal team della “baia”.

Questo, in altri termini, sta quindi a significare che The Pirate Bay, mettendo a disposizione i Magnet Link, indirizzerà l’utente direttamente all’hash della risorsa che desidera scaricare su rete distribuita senza eventuali tracker centralizzati.