Nella maggior parte delle università italiane, ormai, sono presenti reti Wi-Fi gratuite per gli studenti, che permettono loro di collegarsi a internet, controllare la posta e fare ricerche da qualsiasi luogo (o quasi) dell’ateneo. Ma cosa succede se gli studenti iniziano ad usare internet per chattare, scaricare musica o guardare siti che poco c’entrano con le materie che stanno studiando? E – ancora – come si dovrebbero comportare le università se scoprissero che questo avviene anche durante le ore di lezione, mentre il professore spiega?
È il dilemma che ci viene dopo aver letto la notizia che il preside della facoltà di Giurisprudenza dell’università di Chicago, negli Stati Uniti, ha deciso di bloccare l’accesso a internet nelle aule durante le ore di lezione, perché gli studenti si distraggono troppo. La norma è al momento sperimentale, e sta suscitando, ovviamente, molto clamore in ateneo.. Il problema, spiegano i vertici dell’università, è che non solo si distrae chi usa internet per scopi personali, ma anche coloro che gli siedono dietro, che magari sono tentati dal guardare lo schermo.