Google infografica

Tutti i servizi chiusi da Google in un’infografica

Google infografica

Da settimane, ormai, non si fa altro che parlare della chiusura di Google Reader e delle possibile alternative a quest’ultimo. Il motivo è semplice. Google Reader è uno dei servizi più importanti (e utilizzati) mai dismessi dal colosso di Mountain View, ma a dire il vero al storia delle “teste tagliate” in casa “big G” è piuttosto lunga. I nomi dei servizi lanciati e poi messi offline sono tanti e una bella infografica postata da Mashable li ha raccolti tutti in ordine cronologico. Andiamola a vedere insieme.

Google chiuderà Wave ed altri sei suoi progetti

Google

Continuano le cosiddette “pulizie” in casa Google e dopo l’annuncio, risalente a diverse settimane addietro, relativo alla chiusura di Google Buzz e di vari altri servizi che, per diverse ragioni, non hanno riscosso il successo sperato, la medesima sorte toccherà anche a Google Wave.

L’annuncio è stato dato da Google proprio alcune ore fa mediante un apposito post pubblicato sul suo blog ufficiale.

Quindi, così come dichiarato, a partire dal 31 Gennaio 2012 Google Wave sarà accessibile solo e soltanto in lettura e dal 30 Aprile verrà invece completamente disattivato.

Google e i flop: i 10 maggiori insuccessi del colosso di Mountain View dopo Wave

Wave è morto a causa dello scarso interesse che ha suscitato nell’utenza mondiale, l’ha annunciato Google sul suo blog ufficiale qualche giorno fa. Ma quello del servizio per la collaborazione in tempo reale non è stato il primo flop del colosso di Mountain View. Anzi.

Scorrendo gli almanacchi della Rete possiamo, infatti, trovare almeno 10 insuccessi di Google degni di nota. Forse non tutti catastrofici ma almeno parzialmente evitabili da “big G”. Se volete sapere quali sono e volete dire la vostra a riguardo (magari suggerendoci qualche altro flop made in Google), non vi resta che continuare a leggere.
  • Google Video: anche se non è da come un flop vero e proprio, l’utilità di Google Video è stata annullata nel momento in cui il colosso di Mountain View ha acquisito YouTube. Dopo qualche timido tentativo di fondere i due servizi, Google ha abbandonato il progetto Google Video – che adesso non è altro che una porta di accesso secondaria a YouTube – quando ha annunciato che non era più possibile caricare video su di esso. Per fortuna, i video pre-esistenti sono ancora online.
  • Google Catalog: servizio lanciato nel 2001 da “big G” che, sfruttando la tecnologia OCR, permetteva di ricercare contenuti nei cataloghi commerciali. È stato abbandonato l’anno scorso dal gigante californiano a causa dello scarso successo ottenuto. Un peccato, ma in ogni caso è servito alla buona crescita di Google Libri.

Google Wave è morto, stavolta per davvero. L’e-mail se la spassa al mare insieme all’IM

Adesso è ufficiale. Google Wave non sarà il sistema che rivoluzionerà la comunicazione e la collaborazione nel ventunesimo secolo. A causa dello scarso riscontro ottenuto presso l’utenza mondiale, Google ha abbandonato ufficialmente il progetto confermando, di fatto, quanto in molti (noi compresi) si aspettavano ormai da diversi mesi.

Il servizio era stato presentato per la prima volta nella conferenza Google I/O del 27 maggio 2009. Poi è diventato oggetto di una lunga fase di test a inviti, e solo negli ultimi tempi, in occasione della Google I/O 2010, è stato aperto definitivamente al pubblico. Evidentemente troppo tardi per raggiungere i cuori degli utenti e scrollarsi da dosso quell’aura di oggetto del mistero, intrigante ma che alla fine non è né carne né pesce, che lo aveva pervaso sin dai suoi primi vagiti.

Google: Wave aperto, App Store per Chrome, video “open” per il Web e molto altro [Google I/O 2010]

Nell’accogliente cornice del Moscone Center di San Francisco, ha preso ieri il via la conferenza Google I/O 2010, un profluvio di Web 2.0, HTML5, video e sorprese in cui disperdersi è facile ma tanto, tanto dolce. Forse non ci sono stati gli annunci clamorosi che in molti si sarebbero aspettati, ma le novità non mancano. Credeteci.

La prima cosa da segnalare è che, a circa un anno dalla sua presentazione, Google ha finalmente spalancato le porte di Wave al pubblico. Il noto servizio di collaborazione in tempo reale di “big G” è ora utilizzabile da chiunque senza i tanto famigerati inviti: ci si collega all’home page di Wave, si attiva il proprio account e s’inizia a usare il servizio sin da subito… ammesso che si riesca a capire come! Se non sapete di cosa si tratta, date pure un’occhiata a questa nostra recensione di Google Wave, ricca di filmati e screenshots, fatta qualche mese fa.

Google ammette il fallimento coi social network. Ed ora che succederà?

Fallimento: mai parola è stata più disdegnata, temuta e negata nella storia del mondo informatico. Eppure c’è qualcuno, qualcuno la cui ombra basta a far tremare mezza Internet, che ha deciso di cambiare la tendenza e confessare un insuccesso che oramai era sotto gli occhi di tutti.

Stiamo parlando di Google, che ha ammesso di non essere riuscita a sfondare nel mondo dei social network e che, proprio per questo, è alla ricerca di un “guru” che la aiuti a colmare il gap che in questo momento la divide dai grandi nomi del settore.

Dopo la mancata esplosione di servizi come Buzz e Wave, su cui il colosso di Mountain View aveva puntato molto, d’altronde era difficile immaginare decisioni diverse da parte di Google, che è sì una delle aziende più ricche del mondo ma che non può permettersi flop uno dietro l’altro.

Google Wave è morto, Buzz è morto e noi oggi non ci sentiamo molto bene…

Quello del Web è un mondo duro: un giorno sei un re, quello dopo un perfetto signor nessuno. Lo sa bene Google Wave, l’elaboratissimo servizio online di collaborazione in tempo reale ideato da “big G”, che l’anno scorso campeggiava sulle home page dei blog di tutto il mondo ed ora, dopo l’esaurimento della febbre da inviti (il servizio non è mai stato reso pubblico ed è accessibile solo tramite inviti), sembra caduto nel dimenticatoio come un attore di sit-com al termine della serie di successo di cui era protagonista.

Certo, il titolo del nostro post è “ironico” e il progetto non è stato dichiarato affatto morto, ma da molti mesi a questa parte gli unici segni di vita dal mondo Wave sono venuti da Google, che ha ampliato il numero delle estensioni disponibili nel servizio, e non dai suoi utenti che sembrano essersi già stancati del giocattolo.

E Buzz, il tanto chiacchierato rivale di FriendFeed e Facebook, come se la cava? Sicuramente meglio del collega “marittimo”, ma non bene come Google sperava, tanto che alcuni analisti hanno già provveduto ad etichettarlo come un flop.

A noi questa definizione sembra un po’ affrettata, ma impossibile far finta che vada tutto bene. Google Buzz non ha portato nulla di nuovo al mondo dei social network e, ora come ora, non è altro che un ricettacolo di segnalazioni provenienti da Twitter piuttosto che dai feed RSS.

Google Wave, aggiunte nuove estensioni: versione finale quasi pronta?

Dopo qualche mese in cui sembrava finito prematuramente nel dimenticatoio, Google Wave torna a far parlar di sé. Motivo di questo – non si sa ancora quanto duraturo – ritorno alla ribalta, l’introduzione da parte di “big G” di una nuova galleria di estensioni per ampliare le funzionalità del servizio.

Tra queste, vale sicuramente la pena di sottolineare: iFrame che consente di inserire pagine Web intere nei wave; Trippy che consente agli utenti di organizzare viaggi attraverso una mappa dinamica; Wave Sudoku per trastullarsi in maniera collaborativa con il popolare gioco di logica; Pollo per inserire sondaggi; Yellow Highlighter per evidenziare porzioni di testo nelle “onde”; Video Chat per effettuare delle video chat tramite Google Wave.

Gli add-on sono tutti accessibili tramite la voce Extensions presente nel menu del servizio, mentre per installarli (e usarli poi in qualsiasi wave) basta cliccare sul pulsante verde Install.

Buzz? Una miniera di problemi per Google

Google Buzz. Ne stiamo parlando tanto e in tanti in questi ultimi giorni. Nato dal nulla, presentato a sorpresa da Google si sta rivelando una bella miniera di problemi per big G. Google Buzz è stato subito attaccato per le norme relative alla privacy che applica con i propri utenti, norme che non sono molto chiare e che lasciano “sfuggire” a molti di voi le proprie informazioni private, senza rendersene conto.

Alcuni di voi si saranno sicuramente chiesti: “perché Google Wave è ancora in versione beta e privata, mentre Google buzz, nonostante i problemi è già online aperto a tutti e in versione definitiva?” Bella domanda, sicuramente se la poniamo a Google risponderanno che non lo sanno. Insomma, se ci andiamo a pensare Google Buzz ha ancora parecchi problemi, tralasciando le iscrizioni invisibili che ci vengono fatte a nostra insaputa, dietro c’è un mondo di problema a cui Google ancora non da risposta.

Google Chrome: 5 buoni motivi per metterlo nella calza della Befana

Buona Epifania a tutti, cari amici geek. Allora, cos’avete trovato questa mattina dentro la fatidica calza? Dolciumi? No, perché bisogna stare a stecchetto dopo le abbuffate natalizie. Giochi o film? Ma no, per quelli ci sono i siti torrent.

OK, abbiamo capito, quest’anno la classica calza della Befana non ha fatto breccia nei vostri cuori. Che ne direste, quindi, di optare per una ‘calzetta virtuale’ e riempirla con una copia di Google Chrome? Che ci crediate o no, questa potrebbe essere la migliore soluzione possibile.

E sì, perché il browser di ‘big G’, quello che ha superato Safari in soli 16 mesi, è ormai pronto per fare il grande salto. È pronto a diventare il navigatore predefinito nei PC di milioni di utenti. Di seguito trovate 5 motivazioni che lo dimostrano (da aggiungere a quelle ormai storiche per cui varrebbe la pena abbandonare Firefox in favore di Chrome). Leggetele e diteci cosa ne pensate.

È maledettamente veloce

All’uscita di ogni nuova versione, tutte le software house tendono a farci credere che il loro browser sia il più veloce del mondo. Mentono. Tutte. Tranne Google, che con Chrome ha dato vita ad un vero e proprio fulmine di guerra. Che si parli di tempi di avvio o di velocità di navigazione, non c’è storia: quello di ‘big G’ è il navigatore più veloce del west.

Altri 13 inviti per i lettori di Geekissimo più veloci!

13 Inviti Google Wave

Qualche giorno fa, un mio caro collega si “lamentava” del fatto di aver ricevuto un numero di inviti alcuanto insolito, che nella tradizione popolare è associato alla sfortuna. Per ironia della sorte, anche a me è capitato un numero non tanto felice… Ma voi non preoccupatevi, correte a fine post e provate a superare gli altri lettori nella gara di commenti. I primi tredici che riusciranno a lasciare un commento corredato di email avranno questa possibilità.

Esatto, da qualche giorno google sta ricominciando a ripopolare la casella degli inviti di molti degli utilizzatori di Wave.

Google Wave: altri 17 inviti in regalo ai primi che commentano

Oltre che ‘spiarmi’, mi sa che Google vuole anche portarmi un po’ di sfiga. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che nella mia ‘Inbox’, tra un numero infinito di cifre esistenti al mondo, ho appena trovato diciassette inviti a Google Wave da distribuire al prossimo.

Il prossimo, ormai lo sapete benissimo, siete voi e – scherzi sulla superstizione a parte – come promesso in molteplici occasioni sono qui a condividere i miei inviti con voi, augurandomi siate ancora in tanti a desiderare di entrare nella grande onda di Google Wave.

Tutto quello che dovete fare per ‘vincere’ è commentare questo post, lasciare nel commento il vostro indirizzo di posta elettronica ed attendere con pazienza: appena possibile, invierò gli inviti ai primi 17 che commenteranno, poi starà a Google abilitarvi fattivamente l’accesso al suo nuovo servizio (potrebbe volerci un po’, a detta loro).

Etherpad, una strana acquisizione da parte di Google

EtherPad

Da poco Google ha acquisito un servizio powered by Appjet, Etherpad.com. Etherpad è uno strumento di collaborazione online ed il motivo della sua acquisizione, da quanto è possibile leggere sul blog della compagnia, è per integrarlo in Google Wave.

Etherpad permette ai suoi attuali utenti (purtroppo non è più possibile registrarsi) di lavorare in tempo reale con un pad condiviso, in grado di gestire documenti Word, PDFs, pagine web e file di testo. Vi ricorda qualcosa?

Direi proprio di sì, infatti Google Docs come sappiamo fa più o meno le stesse cose e certamente i team di sviluppo di Google sarebbero in grado di espandere il progetto, magari “scopiazzando” qua e la da Appjet, senza dover necessariamente acquisire l’intera compagnia, avvicinando fra l’altro il giorno in cui la Commissione Anti Trust poserà la sua mano su grande G.