Android e il bug scoperto e riparato in Italia

Android vulnerabilità scoperta ricercatori italiani

D’ora in avanti Android, il sistema operativo mobile reso disponibile da Google, sarà migliore anche grazie al contributo del Bel paese poiché, così come reso noto nel corso delle ultime ore, un team di ricercatori provenienti da vari atenei ed enti italiani ha scoperto e riparato una falla dello stesso che, pur presentandosi come una faccenda di poco conto, avrebbe però potuto costringere gli utenti malcapitati a ricorrere all’utilizzo della garanzia, ovviamente qualora ancora disponibile, del device interessato.

Nello specifico, il bug, rinvenuto da Alessandro Armando (coordinatore del laboratorio di intelligenza artificiale di Genova), Alessio Merlo (E-Campus), Mauro Migliardi (Università di Padova) e Luca Verderame (ingegnere informatico), nel codice Android fa riferimento alla gestione delle risorse del sistema da parte delle applicazioni che qualora sfruttato da eventuali malintenzionati potrebbe portare prima al rallentamento e poi al blocco dello smartphone o del tablet impiegato generando un numero eccessivo di processi ai quali il processore non sarebbe in grado di reggere causando inoltre un rapido esaurimento della batteria.

Google difende Hotfile dall’accusa di violazione di copyright

Google difende Hotfile

I legali di Google, il gran colosso delle ricerche in rete, hanno deciso di tendere una mano verso Hotfile ed i suoi vertici nel tentativo di difendere la celebre piattaforma di file hosting da Motion Picture Association of America (MPAA) unendosi quindi alla resistenza del cyberlocker in un tribunale della florida.

Al centro della questione vi è l’accusa da parte dell’Organizzazione americana dei produttori cinematografici di condivisione illegale di contenuti protetti da diritto d’autore ed a detta dei quali sarebbe favorita da Hotfile, visione che, tuttavia, pare non essere condivisa da big G.

La richiesta da parte delle major di bloccare in maniera definitiva Hotfile è infatti giunta a Google come una vera e propria minaccia per la presenza in rete di svariati servizi apparentemente legali.

Secondo quanto sostenuto da Google, infatti, la DMCA (Digital Millenium Copyright Act), ovvero quella legge che le major stanno utilizzando per chiedere la chiusura dei siti che vanno a violare il copyright, prevede che tutte le varie ed eventuali violazioni di diritti d’autore vengano dimostrate in modo tale da poter mettere in evidenza come il provider sotto accusa, in questo caso Hotfile, sia effettivamente al corrente del misfatto.

Google, Safari e la violazione della privacy degli utenti: inchieste aperte in USA e UE

Google indagine privacy utenti Safari

Ancora problemi per Google relativamente alla questione privacy: nel corso delle ultime ore, infatti, si è discusso nuovamente della modalità mediante cui il gran colosso delle ricerche in rete avrebbe aggirato il blocco dei cookie di Safari al fine di poter tracciare con maggior facilità gli utenti impegnati nell’utilizzo del browser web di Cupertino.

Le autorità statunitensi e quelle europee, infatti, a distanza di circa un mese dall’accaduto, vogliono ora approfondire la questione.

Negli Stati Uniti e in Europa sono infatti state aperte tutta una serie di apposite inchieste in modo tale da poter verificare se vi sia stata un’effettiva violazione della privacy di tutti gli utenti Safari ed in caso di riscontri big G, questa volta, dovrà fare i conti con sanzioni che si preannunciano come tutt’altro che di poco conto.

James Whittaker deluso da Google: ecco perchè ha detto addio a big G

James Whittaker

Essere reclutati nel team di Google è senz’altro difficile, anche per i più abili, ma lasciare il posto conquistato con tanta fatica e, sopratutto, bravura può essere altrettanto complicato o almeno così dovrebbe sin quando vengono rispettati i valori che, per un motivo o per un altro, hanno attirato l’attenzione dei dipendenti… diversa è invece la situazione se questo non avviene!

Tenendo conto di ciò James Whittaker, un ex dirigente di Google attualmente alle dipendeze di Microsoft, ha spiegato, mediante il suo blog personale, i motivi per i quali ha scelto di lasciare il suo posto a Googleplex.

Whittaker aveva abbandonato la sua posizione alla Microsoft nel 2009 accettando un prestigioso posto di lavoro per lo sviluppo software di Google, posto che, a distanza di circa tre anni, ha scelto di abbandonare sposando la causa del gran colosso di casa Redmond e tornando alle sue dipendenze.

I motivi di tale scelta sono prevalentemente due: in primis la perdita di vista da parte di Google dei suoi obiettivi originari prestando invece sempre maggiore attenzione all’advertising e, in secondo luogo, l’ingresso di big G nel mondo dei social network e la sua voglia di abbattere il primato detenuto da Facebook.

Google è al lavoro su una speciale versione di Chrome per Windows 8

Google Chrome per Windows 8

Il nuovo obiettivo degli sviluppatori di browser web è diventato, a quanto pare, Windows 8, il nuovissimo sistema operativo di casa Microsoft, e la dimostrazione più palese di ciò ne è il fatto che, a quanto pare, il team di big G è al lavoro su una speciale versione di Chrome in grado di integrarsi perfettamente con l’interfaccia e le funzioni del neo OS.

Stando infatti a quanto dichiarato, nel corso delle ultime ore, da un portavoce di Google a Mashable, Chrome per Windows 8 andrà a poggiarsi interamente sull’architettura utilizzata sino a questo momento per la classica versione desktop del browser web (quindi non su quella di Android come invece si credeva inizialmente) ed integrerà anche svariate funzionalità facenti riferimento al supporto touch.

Per Google Chrome, nello specifico, è quindi prevista l’applicazione dell’interfaccia Metro che faciliterà quindi l’utilizzo del browser web su display touchscreen.

Google Nexus Tablet: big G è al lavoro con Asus per lanciare un suo tablet?

Google Nexus Tablet

Il nuovo iPad è stato presentato soltanto da pochi giorni ma, nonostante non sia stato ancora messo in vendita, sembrerebbe essere già un gran successo, Google, però, non ha alcuna intenzione di stare a guardare le glorie di Apple, così come confermato dalle più recenti indiscrezioni provenienti direttamente dall’Asia.

Stando infatti alle info che, nel corso delle ultime ore, hanno iniziato a circolare, il gran colosso delle ricerche in rete sembrerebbe essere intenzionato a lanciare sul mercato il Google Nexus Tablet, vale a dire il tablet che dovrebbe fungere da perfetto elemento complementare relativamente a tutti i vari smartphone Nexus che sono stati proposti sino a questo momento e che, a quanto pare, farà il suo debutto già a Maggio dell’anno corrente.

Secondo le indiscrezioni il tablet verrà realizzato in partnership con Asus, presenterà uno schermo da 7 pollici avente una risoluzione pari a 1280×800 e sarà basato sul SoC nVidia Tegra 3.

Google Chrome, bucato dopo pochi minuti al Pwn2Own

Il Pwn2Own 2012 ha avuto inizio e quest’anno, a differenza di quanto verificatosi in precedenza, le cose non sono andate molto bene per Google Chrome: il tam francese di Vupen Security, infatti, dopo soli cinque minuti dall’inizio della competizione, è riuscito ad hackerare il browser web reso disponibile da big G.

Ha avuto quindi fine, in tal modo, la lunga serie di tentativi malriusciti di “bucare” Google Chrome che avevano avuto luogo nel corso delle edizioni precedenti del ben noto contest mirante all’individuazione di eventuali falle nei browser web maggiormente diffusi.

L’obiettivo dei tecnici di Vupen Security, così come reso noto da Chaouki Bekrar, CEO della società, è stato infatti quello di dimostrare che anche Google Chrome, così come gli altri browser web presenti sulla piazza, non è inviolabile.

Arriva Google Play, il nuovo mega store di big G

A sorpresa di tutti, Google, nel corso delle ultime ore, ha annunciato e reso disponibile un riferimento remoto unico nel quale, d’ora in avanti, risultano riuniti l’Android Market, Google eBook Store, Google Music e Google Movies e che prende il nome di Google Play.

Il nuovo ed unico servizio reso disponibile da big G, a differenza di quanto precedentemente offerto, consente di scaricare i contenuti d’interesse rendendoli immediatamente disponibili su PC, su smartphone e su tablet, il tutto senza bisogno di alcun processo di sincronizzazione poiché basato sul cloud.

Nel dettaglio, tutti i contenuti dell’universo Google sono quindi identificati in modo univoco ma i servizi offerti restano invariati e la nuova organizzazione, inoltre, ne dovrebbe consentire un maggior grado di fruibilità, grazie anche alla neo possibilità di effettuare ricerche su tutti i canali simultaneamente.

Privacy su Android: le foto degli utenti a rischio?

Privacy utenti Android

Non molto tempo fa era emerso il fatto che molteplici app per iOS fossero in grado di recuperare i contatti dal device in uso utilizzandoli per svolgere le relative funzioni e spedendo poi il tutto a server remoti.

Unitamente ai contatti, però, così come fatto notare giorni fa dal New York Times, gli sviluppatori avrebbero inoltre l’opportunità di accedere in maniera piuttosto semplice agli album fotografici realizzati dagli utenti prelevando quindi qualsiasi foto da essi.

Nel corso delle ultime ore, però, il New York Times, tramite il portale Bits, ha risollevato nuovamente la questione sottolineando come, unitamente ad iOS, anche Android sia destinato ad andare incontro al medesimo destino.

Android, a quanto pare, sembrerebbe però essere esposto in maniera maggiore ad eventuali rischi per gli utenti finali poiché per gli sviluppatori risulterebbe ancor più semplice accedere alle informazioni archiviate sul device in uso.

Infatti, per quanto riguarda iOS, per accedere alle foto presenti su un dato device risulta necessario ottenere i privilegi per l’utilizzo dei servizi di geolocalizzazione, per quanto riguarda Android, invece, è sufficiente ricevere l’autorizzazione per l’accesso al web.

Google+ è davvero una città fantasma virtuale?

A gennaio dell’anno corrente Google ha reso noto alla vasta utenza che Google+, il suo social network orami non più tanto “neo”, aveva raggiunto e superato i 90 milioni di utenti.

A tale dato è andato poi ad aggiungersi quello di un report di terze parti secondo cui, dopo poche settimane, Google+ avrebbe raggiungere i 100 milioni di utenti e che tale cifra sarebbe aumentata nel corso dei mesi successivi toccando i 400 milioni di iscritti entro la fine del 2012.

Un recente articolo apparso sul Wall Street Journal fa però sorgere qualche dubbio su quello che sarà l’effettivo futuro di Google+.

Infatti, basandosi sui dati forniti da comSore circa il tempo che l’intera utenza mondiale avrebbe trascorso impegnandosi nell’utilizzo dei social media nel periodo compreso tra settembre e dicembre 2011 (i dati in questione non tengono conto del traffico mobile) il Wall Street Journal ha dfinito Google+ come una ghost town, ovvero una città fantasma.

Google Chrome: un milione di dollari per gli hacker che riusciranno a violare il browser

Google Chrome hacker

Al fine di cercare di testare ed incrementare ulteriormente la sicurezza del suo browser web, Google, il gran colosso delle ricerche in rete, ha fatto un’esplicita richiesta al “nemico”: riuscire a scovare le falle di sicurezza ancora sconosciute di Chrome, un’operazione questa che verrà ripagata con una ricompensa pari ad un milione di dollari.

Nello specifico, la cifra messa in palio da Google verrà suddivisa tra tutti gli hacker che porteranno a compimento la missione ed unitamente al milione di dollari big G offrirà anche 60.000 dollari a coloro che riusciranno ad evadere dalla sandbox del browser e a causare modifiche a livello del sistema operativo utilizato, 40.000 dollari per tutti quegli attacchi che vengono sferrati non utilizzando unicamente le vulnerabilità di Chrome e 20.000 dollari verranno invece assegnati a coloro che faranno leva su bug esterni al browser al fine di alterarne e comprometterne il suo buon funzionamento.

Google: da domani scatta la nuova privacy policy, l’UE è molto preoccupata

Google privacy policy Unione Europea

Così come già reso noto qualche tempo addietro, a partire da domani, 1 marzo 2012, Google applicherà ufficialmente le nuove regole per la privacy riscritte praticamente di punto in bianco, o quasi.

Tuttavia l’Unione Europa, come manifestato anche diversi giorni fa, ha espresso preoccupazione e perplessità circa il nuovo regolamento sottolineando la cosa al gran colosso di Mountain View.

Nello specifico, la CNIL, l’autorità francese per la protezione dei dati personali che è stata incaricata di effettuare un’indagine conoscitiva sulle nuove norme di Google, ha chiesto a Larry Page una sorta di pausa in merito al percorso di adozione delle nuove normative.

Nuove norme per la privacy sulle app: i big del settore mobile si accordano

Accordo nuove norme per la privacy sulle app

Tenendo conto del continuo insorgere di polemiche, specie nel corso delle ultime settimane, tra produttori e sviluppatori di applicazioni per device mobile relativamente alla trasmissione ai responsabili dei dati sensibili degli utenti ben sei delle principali aziende operanti in tal ambito hanno deciso di stabilire un apposito accordo comune in modo tale da poter fornire maggiori dettagli circa la privacy.

L’accordo coinvolge Apple, Google, Microsoft, Research in Motion, Amazon e Hewlett-Packard e, nello specifico, obbliga tutte e sei le società e coloro che sviluppano applicazioni su una delle piattaforme virtuali ad esse associate a fornire un maggior quantitativo di informazioni circa la modalità mediante cui verranno impiegati i dati dell’utente conseguenzialmente all’esecuzione del download di una data app.

Questo, in altri termini, sta quindi a significare che prima ancora di effettuare il download di una data app ciascun utente potrà conoscere anticipatamente tutti i dettagli sulla privacy ad essa relativi ed in maniera ben più accurata ed approfondita rispetto a quanto reso disponibile sino a questo momento.

Microsoft denuncia Motorola all’Antitrust europeo: non bisogna approfittare degli standard

Microsoft denuncia Motorola alla Commissione Europa

Nel corso delle ultime ore Microsoft ha annunciato di aver depositato presso la Commissione Europea una denuncia nei confronti di Motorola e Google per l’utilizzo che la ben nota azienda statunitense recentemente acquisita da big G fa delle tecnologie legate agli standard necessari alla connessione wireless ed alla produzione di video H.264.

Microsoft, utilizzando parole abbastanza forti, accusa quindi Motorola di abusare dei suoi brevetti legati a standard tecnologici non rispettando quindi gli impegni che, conseguenzialmente alla loro registrazione, quest’ultima si era dichiarata disposta ad assolvere.

Mediante un utilizzo improprio delle licenze FRAND (fair, reasonable, and non-discriminatory), inoltre, secondo Microsoft, Motorola, a lungo andare, andrà a ledere il settore dei video online uccidendolo, spazzando via tutti i possibili concorrenti di YouTube e bloccando qualsiasi device in grado di trasmettere filmati.