Google Q4 2012

Google, il progetto Buono a sapersi arriva nelle scuole italiane

Google Buono a sapersi

“Buono a sapersi”, il progetto per la privacy in rete lanciato qualche mese addietro da Google, arriva ora anche nelle scuole italiane.

Il gran colosso delle ricerche in rete, così come annunciato nel corso delle ultime ore, ha dato il via ad un progetto di collaborazione con la Polizia Postale che verrà avviato in ben 100 istituti di altrettante 100 province italiane e che sarà guidato da esperti Google e membri delle autorità per discutere, appunto, del web sicuro.

Scopo del progetto, così come sottolineato da big G, è quello di cercare di sensibilizzare, per quanto possibile, i più giovani in merito a quelle che sono le tematiche legate ai pericoli derivanti da un utilizzo non corretto di internet.

Classifica download illegale bittorrent

BitTorrent, l’Italia al terzo posto nella classifica del download illegale

Classifica download illegale bittorrent

Durante le ultime ore Musicmetric ha pubblicato il report denominato Digital Music Index, ovvero il più recente esame condotto dagli analisti della società specializzata nello studio dei dati per offrire all’industria musicale una dettagliata mappatura sia delle abitudini sia delle preferenze degli ascoltatori dell’intero globo terrestre.

Unitamente alle informazioni facenti riferimento alla diffusione e all’utilizzo dei servizi autorizzati, come nel caso di Last.fm, iTunes, Spotify, YouTube e molti altri ancora, e a quelle su come i vari artisti appartenenti al mondo della musica entrano in contatti con gli utenti, ad esempio sfruttando canali quali Facebook e Twitter, i dati raccolti hanno anche permesso di stilare una speciale classifica dei paesi nei quali risulta maggiormente diffusa l’attività dei download illegali dei brani musicali e, nello specifico, mediante BitTorrent.

Stando ai dati pubblicati da Musicmetric, quindi, l’Italia va a piazzarsi direttamente al terzo posto con oltre 33 mila download illegali e con Jovanotti, Vasco Rossi e Ligabue presenti nella top 5 dagli artisti musicali maggiormente apprezzati dagli utenti torrent.

Kaspersky report cybercrime

Kaspersky, è l’Italia il paese più colpito dal cybercrime

Kaspersky report cybercrime

Ben oltre il 40% dei computer in Italia è stato colpito, almeno una volta, da un attacco informatico durante la navigazione in rete nel corso dei primi sei mesi dell’anno corrente ed il Bel paese, proprio per tale ragione, è riuscito a guadagnarsi, per questo 2012, il ben poco piacevole merito di essere il paese più a rischio tra tutti per quanto concerne la sicurezza online.

Nella speciale classifica contenuta nel report “The Geography of Cybercrime: Western Europe and North America” pubblicato da Kaspersky, quindi, l’Italia occupa la prima posizione seguita poi da Spagna, al secondo posto, e Stati Uniti, al terzo.

In generale circa il 33% degli internauti europei e statunitensi è stato soggetto ad attacchi da parte di cybercriminali durante i primi sei mesi del 2012.

Internet The Web Index

The Web Index, l’Italia è ancora in ritardo

Internet The Web Index

Stando a quelli che sono i dati emersi dall’ultimo The Web Index, l’iniziativa di Tim Berners – Lee in base al quale viene calcolato l’indice globale sull’utilizzo del web e il cui scopo è “permettere a ogni Paese di capire di che cosa ha bisogno per connettere a Internet la gente, e aiutare i Paesi a comprendere quali passi futuri compiere”, l’Italia, allo stato attuale delle cose, è ancora abbastanza indietro rispetto ad altre nazioni.

I parametri impiegati per valutare gli stati nei quali il web è sfruttato in maniera migliore sono tre, quali la preparazione al web, ovvero la qualità e l’estensione delle infrastrutture di comunicazione e istituzionali, l’utilizzo del web all’intero di un paese ed i contenuti disponibili e, infine, l’impatto del web tenendo conto di indicatori sociali, economici e politici.

Tenendo conto di questi tre fattori viene quindi calcolato l’impatto di un dato paese sul web in una scala che va da 1 a 100.

A tal proposito, per l’edizione 2012, ad occupare la prima posizione in questa speciale classifica è la Svezia seguita poi dagli Stati Uniti, dal Regno Unito, dal Canada e dalla Finlandia.

Google Nexus 7 Italia

Google Nexus 7, in vendita anche in Italia

Google Nexus 7 Italia

Dopo svariate settimane di attesa il Nexus 7, il neo tablet reso disponibile da Google e commercializzato inizialmente solo e soltanto in USA, Canada e Australia, ha fatto ufficialmente la sua comparsa sul mercato italiano.

Le vendite del tablet sono state avviate il primo settembre scorso presso lo store online di Asus ed entro breve Nexus 7 verrà reso disponibile anche su altri store in rete e nei negozi dislocati lungo l’intera penisola.

Il prezzo di commercializzazione per il Bel paese equivale a 249 euro, così come già reso noto qualche tempo addietro, anche se a tale cifra sarà possibile comperare solo la versione da16 GB del tablet, l’unica disponibile per l’utenza italiana.

Microsoft cybercrime center

ItalianShare, Tex Willer è stato arrestato

Arresto Tex Willer italian Share

Sul finire del 2011 le autorità avevano provveduto a chiudere cinque dei siti web (Italianshare.net, musicshare.italiannetwork.net, filmshare.italiannetwork.net, uwp.italiannetwork.net e www.italiansexy.net) appartenenti a Tex Willer, l’uomo, così soprannominato in rete, fondatore del network ItalianShare, uno tra i più conosciuti ed attivi tra gli scaricatori illegali del Bel paese.

Chiusura dell’intero network a parte, il capo di ItalianShare ha poi rischiato di andare incontro a pesanti sanzioni penali ma sino a questo momento non era stata ancora resa nota alcuna info a riguardo.

Nel corso delle ultime ore, però, sono emerse nuove ed interessanti informazioni a tal proposito.

Tex Willer, a quanto pare, non avrebbe macchiato la propria azione solo e soltanto con la pirateria ma sarebbe anche andato oltre rivendendo le credenziali degli utenti iscritti al network e sfruttando poi i dati in suo possesso per procedere alla creazione di carte di credito da utilizzare per i propri interessi.

Domini .it con accento

Domini .it, d’ora in avanti sarà possibile utilizzare le parole accentate

Domini .it con accento

I responsabili di Registro.it, ovvero l’anagrafe dei domini italiani gestita dall’istituto di informatica e telematica del Consiglio nazione dalle ricerche (lit-Cnr), hanno annunciato che a partire da oggi, 11 luglio, sarà consentito registrare nomi contenenti caratteri speciali.

Questo, in alteri termini, sta a significare che d’ora in avanti sarà possibile registrare domini contenenti lettere accennate come, ad esempio, caffè.it o, ancora, che sarà possibile utilizzare anche caratteri di uso comune nelle lingue francese e tedesca come la cediglia (ç) di garçon.it o la ß di straße.it.

Il registro, gestito dall’Istituto di informatica e telematica del Consiglio nazionale delle ricerche (Iit-Cnr), farà inoltre differenza tra denominazioni che contengono accentazioni differenti come nel caso di lèggere.it e leggère.it.

DNS Changer black-out

DNS Changer: il punto della situazione

DNS Changer black-out

Da diverse ore a questa parte l’FBI ha ufficializzato lo spegnimento dei server che per qualche tempo hanno sostenuto il traffico dell’utenza infetta da DNS Changer, il malware, oramai abbastanza noto, che, così come suggerisce lo stesso nome, modifica i server DNS dei computer infetti dirottando la connessione verso siti web malevoli.

La maggior parte degli utenti vittime di DNS Changer ha provveduto a difendersi accuratamente dal malware mediante appositi test online e ricorrendo all’impiego di un antivirus aggironato, molti altri, però, a quanto pare, hanno fatto davvero ben poco per cercare di porre rimedio alla situazione in questione.

Lo spegnimento dei server, infatti, ha costituito per tutte le vittime residue l’inizio del black-out.

Conseguenzialmente alla dismissione dei server, infatti, la funzione DNS è stata interrotta ed ora il browser web risulta praticamente incapace di risolvere le url digitate dagli utenti trasformandole in relativi indirizzi IP e rendendo quindi impossibile la navigazione online.

Stando a quelli che sono gli ultimi dati diffusi dal DNSChanger Working Group sarebbero ben 250 mila gli utenti residui vittime del malware.

Apple, l'acquisizione di PrimeSense è sempre più vicina

Antitrust e garanzia Apple: si rischia un’altra multa e lo stop alle vendite

Apple garanzia antitrust italia

Nel mirino dell’antitrust italiana è finita, ancora una volta, Apple: dopo una prima sanzione, risalente a qualche mese addietro, mediante cui era già stato punito il gruppo di Cupertino finisce nuovamente sotto i riflettori per la questione garanzia biennale.

Apple, infatti, non avrebbe fornito agli utenti la garanzia della durata di due anni sui suoi prodotti non attenendosi quindi agli obblighi che per legge sono previsti nel Bel paese.

Il nuovo procedimento, in merito al quale l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato non ha ancora fornito alcuna conferma ufficiale, risulterebbe dunque correlato alla non ottemperanza degli obblighi imposti dalla prima sentenza.

Cloud computing Italia

Cloud computing, gli italiani preferiscono servirsene dal PC di casa

Cloud computing Italia

Stando ai dati emersi da un recente sondaggio svolto da MSN al quale hanno avuto modo di prendere parte oltre 10.500 utenti di tutta Europa e del Sud Africa è stato possibile apprendere quelle che, a quanto pare, vanno a configurarsi come le abitudini degli utenti del Bel paese, ma non solo, per quanto concerne l’utilizzo dei servizi di cloud computing.

Secondo quanto emerso dal sondaggio gli utenti italiani preferiscono utilizzare un unico dispositivo per servirsi dei servizi di cloud computing e la maggior parte di essi è solita eseguire l’operazione in questione direttamente dal PC di casa nonostante la sempre maggiore diffusione degli smartphone e, in linea ben più generale, dei device mobile.

Considerando che la funzione principale dei servizi di cloud computing è, appunto, quella di permettere di conservare i propri file in un luogo sempre e comunque accessibile a prescindere dal tipo di device in uso quanto emerso dal sondaggio appare quindi un risultato abbastanza strano e decisamente controtendenza rispetto alle recenti abitudini degli utenti.

Solo il 33%, infatti, accede al cloud con due o più device e l’83% di essi è abituato a farlo, così come già accennato, dal computer della propria abitazione.

Google antitrust USA abuso posizione dominante

Google pubblica il nuovo rapporto sulla censura

Google rapporto censura governi

Sul blog ufficiale di Google ha fatto la sua comparsa un nuovo post intitolato “More transparency into government requests” ovvero “Più trasparenza nelle richieste governative”, vale a dire quello che, in altri termini, va a configurarsi come la presentazione del nuovo rapporto redatto dal gran colosso delle ricerche in rete al fine di fornire agli utenti informazioni più trasparenti in merito a quello che viene richiesto dalle autorità alla società.

Il rapporto, nel dettaglio, fa riferimento al periodo che va da luglio a dicembre del 2011 e risulta comprensivo di tutte le informazioni in merito alle richieste di censura che sono pervenute a Google durante quei mesi.

Nel rapporto sono presenti richieste di blocco dei blog, di eliminazione di specifici video da YouTube e di rimozione di elenchi di ricerca unitamente al numero, all’ubicazione e al tipo di contenuto sottoposto a censura.

Apple compra Redmatica

Apple compra l’italiana Redmatica

Apple compra Redmatica

Dall’Emilia non giungono soltanto brutte notizie poichè, così come reso noto proprio nel corso delle ultime ore, Apple, la società della mela morsicata più celebre al mondo, ha acquistato Redmatica Srl, una piccola azienda in provincia di Reggio specializzata in software per la gestione e la creazione di musica digitale.

Stando a quanto reso noto mediante il Bollettino dell’Agcom, infatti, il 28 maggio dell’anno corrente Apple ha ottenuto l’autorizzazione per poter dare il via al processo di acquisizione degli asset della startup del Bel paese.

Ma che cosa ha spinto Apple ad effettuare l’acquisizione di Redmatica? La risposta è da ricercare nella tipologia di prodotti che vengono offerti dalla startup quali programmi per i professionisti della musica digitale come software per il campionamento, l’organizzazione, l’editing ed il mixaggio dei suoi, così come testimoniato da GBSamplerManager, un’app per GarageBand iOS per iPhone e iPad.

Google Buono a sapersi

Google lancia Buono a sapersi, il progetto per la privacy in rete

Google Buono a sapersi

Dopo l’iniziativa di Microsoft denominata SicuriOnline anche Google ha ben pensato, sempre agendo in collaborazione con la Polizia si Stato, di lanciare in Italia la campagna “Buono a sapersi” con l’intento di permettere a tutti gli utenti che sono soliti navigare in internet di incrementare, per quanto possibile, il proprio grado di sicurezza online gestendo e controllando in maniera ben più consapevole i propri dati condivisi in rete.

Il progetto, la cui sponsorizzazione è stata avviata nel coso della giornata di ieri, risulta tutto basato su un apposito sito web mediante il quale si ha l’opportunità di consultare un glossario indicante tutti quelli che sono i termini tecnici maggiormente incontranti navigando online e di ricevere utili consigli su questioni chiave quali, ad esempio, come e perché scegliere una password efficace, in che modo evitare le frodi informatiche e molto altro ancora.

Microsoft cybercrime center

Pirateria, i nuovi numeri di BSA

Pirateria report BSA

I dati facenti riferimento al più recente rapporto BSA (Business Software Alliance)  che sono stati resi noti proprio nel corso delle ultime ore mettono in evidenza una situazione italiana che, ancora una volta, risulta particolarmente critica per quanto concerne la questione pirateria.

Infatti, in base alle analisi condotte nel corso del 2011 ciò che ne emerge è che il tasso della pirateria nel Bel paese corrisponde a circa il 48% il che sta a significare che quasi un software su due installato su PC è illegale, un dato questo che fa puntare il dito contro la mancanza di specifici provvedimenti da parte delle istituzioni che siano in grado di limitare o, quantomeno, di contenere il fenomeno.

Si tratta di un dato di notevole rilevanza se si tiene conto del fatto che questo ha fatto perdere all’industria oltre 1.300 milioni di euro di ricavi.

Andando ancor più nel dettaglio, il 57% degli utenti intervistati per la stesura del rapporto ammette di aver scaricato e di aver usufruito di software pirata.