Class action contro Siri, Apple sotto accusa per pubblicità ingannevole

Class action contro Siri

È stato reso disponibile a partire dallo scorso Ottobre ed è stato presentato come una tra le più importanti caratteristiche distintive dell’iPhone 4S: si tratta dell’assistente vocale Siri grazie al quale, appunto, gli utenti hanno la possibilità di servirsi delle funzionalità vocali sullo smartphone della ben nota mela morsicata.

Tuttavia, per quanto la nuova feature sia stata ampiamente apprezzata dalla vasta utenza non sono però mancate le lamentele, così come nel caso di Frank Fazio, l’utente che ha recentemente provveduto a depositare una class action presso il tribunale del Distretto Nord della Carolina proprio contro l’azienda di Cupertino poiché scontento del funzionamento di Siri.

Stando a quanto dichiarato da Frank Fazio, infatti, Apple sarebbe colpevole di aver promosso un prodotto che, in effetti, non è in grado di rispondere a quelle che sono le aspettative dei clienti andando quindi ad incidere soltanto sul prezzo finale dell’iPhone 4S e, di conseguenza, rendendolo più costo del precedente ma privo, in realtà, di una feature rivoluzionaria.

Robbins Gellers, avvocato dell’utente che ha portato Siri nell’occhio del ciclone, fa notare che in molti recenti spot pubblicitari della Apple gli utenti sono in grado di servirsi di Siri segnando appuntamenti, cercando ristoranti ed effettuando molteplici altre operazioni svolte con estrema facilità che, in effetti, non corrispondono però alle attuali performance di Siri.

Google ha aggirato le impostazioni per la privacy di Safari, l’accusa del Wall Street Journal

Google impostazioni privacy Safari

Se quanto reso noto nel corso delle ultime ore dal Wall Street Journal fosse effettivamente confermato il motto “don’t’be evil” professato da Google non risulterebbe più tanto veritiero così come sino a quale giorno addietro.

Stando all’inchiesta divulgata dalla celebre testata, infatti, il gran colosso di Mountain View avrebbe collocato nel codice di Safari alcune invisibili ed innocenti, almeno in apparenza, righe di codice mediante cui vi sarebbe l’opportunità di aggirare il blocco del tracking, vale a dire il metodo mediante cui alcuni inserzionisti pubblicitari rilevano le abitudini di navigazione online degli utenti al fine di distribuire annunci maggiormente pertinenti ad essi.

Tutti i principali browser dispongono di un’apposita funzione mediante cui interrompere questa opportunità da parte dei network pubblicitari di essere maggiormente in linea con gli interessi degli utenti ma per Safari è abilitata di default, a differenza della concorrenza, e deve quindi essere disabilitata anziché attivata.

Yahoo, Microsoft e AOL: una nuova alleanza per contrastare Google nel mercato pubblicitario

I tre giganti dell'IT, Yahoo, Microsoft AOL, annunciano ufficialmente la loro alleanza nel mercato pubblicitario per dar vita ad un nuovo ed unico bacino e per bloccare l'avanzata di Google

Circa un paio di mesi fa, nel cuore di Manhattan, ha avuto luogo un incontro che sin da subito non è passato inosservato agli occhi dei media e durante il quale Yahoo!, Microsoft e AOL, i tre giganti dell’IT protagonisti, avrebbero deciso di unire le loro forze stabilendo un accordo circa la pubblicità online nel tentativo di mettere un freno a Google o, quanto meno, di cercare di tener testa all’inarrestabile scalata al successo in tal ambito del gran colosso delle ricerche in rete.

La news, resa nota da una fonte anonima presente al meeting, soltanto da pochissime ore a questa parte, è stata confermata ed annunciata ufficialmente da Yahoo!, Microsoft e AOL.

Come sarebbe stato Facebook negli anni 60? Scopritelo con queste fantastiche pubblicità vintage di Facebook, Twitter, YouTube e Skype


Vi siete mai chiesti come sarebbe stato pubblicizzato Facebook se fosse nato negli anni 60? Noi no, francamente, ma appena abbiamo visto i messaggi promozionali vintage (stile anni 60, appunto) realizzati dall’agenzia brasiliana Moma Propaganda, in cui viene pubblicizzato Facebook ma anche altri social network del calibro di Twitter e YouTube, non siamo riusciti a resistere alla voglia di sfogliarli tutti e di pubblicarli a nostra volta.

Sia chiaro, non che YouTube, Twitter, Facebook o Skype (sì, c’è anche lui!) abbiano bisogno di ulteriore pubblicità, ma troviamo che questi messaggi pubblicitari rétro siano davvero originali e ben fatti. A dir poco esilaranti, poi, gli slogan con cui vengono promossi i vari “prodotti”: in pieno stile pubblicità americana degli anni 60. Volete qualche esempio? Eccolo.

Questa è la campagna pubblicitaria del Twitter Vintage. Il suo slogan recita “la sublime, forte community con solo 140 lettere“: non male per un mondo in cui non esisteva nemmeno un PC e operazioni come aprire negozio online o comunicare in tempo reale con qualcuno dall’altra parte del mondo praticamente a costo zero erano solo miraggi. Anzi, vaneggiamenti di poche menti visionarie.

Valore mediatico: Microsoft sale, Apple scende


Apple vale più di Microsoft in borsa ma sta perdendo parte del suo appeal sui media. Questo è il verdetto dato dalla società di ricerca newyorchese General Sentiment, che nel suo ultimo rapporto dedicato al “valore mediatico” delle multinazionali -ossia a quanto si parla di un determinato brand su Internet – nell’ultimo trimestre del 2010 ha registrato una netta crescita di Microsoft, che balza al terzo posto della graduatoria, e una discesa di Apple, che però continua a dominare la classifica da tre trimestri consecutivi.

Nella graduatoria di General Sentiment, il successo delle varie aziende viene conteggiato in base al valore economico del buzz mediatico che queste ultime sono state in grado di generare, ossia da quanto le stesse avrebbero dovuto pagare per ottenere un simile rilievo su Internet. I fattori tenuti in considerazione per valutare la “presenza” dei marchi in Rete sono stati i siti di informazione, i social network e Twitter (chissà perché valutato a parte).

Gestisci le tue campagne pubblicitarie su Facebook con Adsage

Il mondo della pubblicità online sta conoscendo una nuova era, da alcuni anni a questa parte, che è era del social network, un mezzo di comunicazione pubblicitaria che se intelligentemente utilizzato, porta notevoli vantaggi alla propria azienda. Sono tante le iniziative pubblicitarie nate su Facebook e Twitter. Il maggior social network, che è riuscito a intuire meglio i voleri delle aziende in questi ultimi mesi, è stato sicuramente Facebook.

Ottima la sua gestione delle campagne pubblicitarie, la possibilità di centrare l’obiettivo viene ancora più innalzata, grazie all’ottimo strumento di target che è offerto dal sito di Mark Zuckerberg. Oggi, però, vi voglio “regalare” un programma che vi permette di migliorare ancor di più la gestione delle vostre campagne pubblicitarie su Facebook, sia online sia offline.

AdBlock anche per Safari

Ormai la pubblicità sul web ha raggiunto ogni limite, ogni sito che visualizziamo ci accorgiamo che questo è pieno pubblicità, e pochi sono quelli che si salvano. Certamente la pubblicità è un ottima trovata anche nel web per sostenere le spese di manutenzione di un portale o di un blog. Ma a volte diventa snervate vedere quelle tantissime pubblicità e pagine web che si aprono in continuazione e che ci presentano quasi sempre lo stesso prodotto.

Proprio per questo sono stati trovati tanti sistemi per bloccare la pubblicità OnLine. Se ci troviamo su un pc windows la soluzione è semplice, basta modificare il file host oppure utilizzare uno dei tanti script per internet explorer o estensioni per firefox e chrome. Uno di questi è proprio AdBlock. Ma per gli utenti MAC?

Google Adsense, compensi per i publisher in calo nel 2009

Brutte notizie in arrivo per tutti gli utilizzatori di Google Adsense, l’ormai famosissimo e importantissimo network pubblicitario creato da Google, e che ha costituito da sempre la maggiore fonte di introiti del gigante delle ricerche online, grazie alla geniale (ed ovviamente proficua) intuizione di fornire agli utenti link testuali correlati al contenuto della pagina invece di banner casuali molto in voga alla fine degli anni ’90. Purtroppo, nonostante l’enorme numero di utilizzatori a livello mondiale, anche Adsense sta risentendo della Crisi Economica mondiale, costringendo i vertici di Google a ridurre leggermente le percentuali di revenue pagate agli utenti.

Real Time Ads in arrivo da Google Street View?

Da sempre oggetto di controversie da parte di tantissimi personaggi (talvolta anche noti) in tutto il mondo, dovuti ovviamente alla spinosa questione della Privacy (proprio ieri discussa da Mark Zuckerberg), Google Street View (il servizio gratuito di Google per esplorare a 360° città ed altri luoghi su Google Earth) sta avendo sempre più successo, allargando i suoi orizzonti ed il numero di città fotografate (le auto utilizzate sono come quella nella foto in alto) ed aggiunte alle mappe online.

Google benedice chi blocca le pubblicità su Internet: pazzia o strategia?

Cosa accade se il più importante pasticciere della città ammette che mangiare troppi dolci fa male? Le sue vendite migliorano o peggiorano? Nei clienti prevale il timore o viene premiata l’onestà del pasticciere?

Provate a chiederlo a Google, il più importante player mondiale nel campo della pubblicità on-line, che ha appena espresso il suo consenso verso quegli utenti che, tramite dei componenti aggiuntivi per il browser (Chrome compreso) come ‘Adblock’, bloccano le pubblicità contenute nei siti Internet. Spesso unica fonte di sostentamento di questi ultimi.

Ecco le parole pronunciate sull’argomento da Linus Upson, uno dei pezzi grossi della società, nel corso di una conferenza a Mountain View: «È improbabile che il mercato delle pubblicità venga messo a repentaglio dagli ad blocker. Se gli utenti bloccano la pubblicità – ha asserito Upson – è perché queste sono troppo assillanti».

Altri spot dei Griffin per Windows 7

I Griffin

Già ieri vi presentavamo qualche video dei Griffin (in inglese Family Guy) utilizzato da Microsoft per pubblicizzare Windows 7, video molto divertenti che sfruttando la popolarità della notissima serie animata hanno senza dubbio centrato l’obiettivo di aumentare l’indice di gradimento del sistema operativo. Oggi vi presentiamo qualche altro video dei Griffin dedicato a Windows 7, in modo da completare l’elenco e fornirvi altri divertentissimi sketch.

YouTube sperimenta nuove pubblicità nei video

YouTube

Come tutti voi ben ricorderete, YouTube ha avuto gravissimi problemi finanziari in passato, problemi che avevano obbligato Google ad escogitare nuovi metodi per incrementare le (scarse) entrate di uno dei suoi acquisti più famosi. Sono stati inseriti nuovi banner, aumentati gli spazi pubblicitari, inseriti annunci all’interno dei video ed aumentate le possibilità di guadagno anche per i partner, con conseguente maggiore partecipazione da parte delle Major discografiche e della loro montagna di ottimi contenuti.

YouTube Promoted Videos per AdWords

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AdWords è il noto servizio di pubblicità on-line di Google, attraverso il quale è possibile pubblicizzare qualuque cosa attraverso banner o box testuali, apparendo nelle ricerche di google sulla base di determinate parole chiave.

Qualche tempo fa Google ha introdotto i Promoted Videos per YouTube. Lo stesso concetto degli AdWords applicato a YouTube. Gli utenti di YouTube sono stati in grado di pubblicizzare i propri video all’interno del sito, aumentando la percentuale di click del 500%.

Ieri con un post sul proprio blog Google ha annunciato, sulla scia dei recenti upgrade al servizio AdWords, di aver esteso i Promoted Videos agli AdWords, ovvero sarete in grado di pubblicizzare i vostri video su YouTube attraverso un programma AdWords. In questo modo estenderete la pubblicità dei vostri video ovunque il programma AdWords lo preveda pagando con la formula pay-per-click.

Facebook sbarca in Italia!

Facebook

Ebbene si, le truppe del socialnetwork più diffuso al mondo hanno invaso anche l’Italia. Per dirla in termini meno bellicosi, Facebook ha annunciato mediante un comunicato stampa che aprirà a Milano un ufficio commerciale per offrire piena assistenza alle aziende italiane che intendono pubblicizzarsi sul social network.

Questa iniziativa è giustificata principalmente dall’immenso successo che ha avuto il servizio nel Belpaese, basti pensare allo sbalorditivo dato dei 12milioni di account registrati (più o meno un account ogni 5 abitanti).